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Vi racconto una storia .....
Volevo solo scoparla. Non volevo sentire nemmeno una parola. Nemmeno una parola sospirata. Volevo solo che stesse zitta, che godesse per me, in quella notte silenziosa che profumava di rose rosse e vino bianco.
Volevo solo scoparla, sentirla godere. Sentire la sua figa pulsare attorno al mio cazzo turgido. Il sesso non ha bisogno di amore.
Il sesso ha bisogno di sudore, odore, unghia. Ha bisogno di baci e di schiaffi, di strette di mano e di intrecci di corpi.
E quella sera le nostre lingue si scontravano, si abbracciavano. E non c’era bisogno di parole. Non c’era bisogno nemmeno di una parola.
Mi bastavano i suoi occhi. Quegli occhi che mi guardavano dal basso e mi imploravano di scoparla. Di scoparla ancora.
Per tutta la notte. Una lunghissima notte. Una notte meravigliosa.
Nel frattempo le avevo aperto la stretta camicia e le avevo letteralmente strappato il reggiseno, liberando due magnifici globi di alabastro sormontati da grandi capezzoli rosati ben eretti che cominciai subito a stuzzicare.
La denudai completamente, mordendole via il perizoma, poi mi girai su di lei per un 69 che lei approvò senza fiatare; così mi ritrovai a gustarmi la sua dolce fichetta e il ciuffo di peli scuri che la sormontava mentre lei, espertissima, si faceva scopare in bocca.
“Godi, puttana”, le dicevo. E lei godeva.
Godeva ad ogni mio colpo dentro di lei. Con le mani le afferravo i fianchi. Le schiaffeggiavo il culo tondo e sodo.
Le afferravo quelle natiche in modo deciso, senza che potesse scostarsi dalla mia presa.
“Stai godendo? Urlami che stai godendo”. E lei godeva. Eccome se godeva.
Quando mi aveva preso il cazzo mi succhiava senza sosta, spingendosi da sola il mio membro fino in fondo alla gola.
La sentivo ansimare e la bava le colava dalle labbra. Le lenzuola si erano inumidite. Ma non importava. Il sesso certe volte non deve essere pulito.
Ha bisogno di carezze, quelle sì, ma non deve essere sempre pulito. “Fammelo succhiare”, continuava a dire lei.
E cosa le dovevo dire? “Succhia, troia”. E lei succhiava. Mi leccava le palle, si strusciava la cappella sui denti.
Lo afferrava di lato con le labbra come una cagna tiene tra le labbra il suo osso. Ed è questo il bello del sesso.
Era come una fontana, bella lubrificata per il mio cazzo. La presi, la girai e la misi di lato sul divano.
Che corpo, ragazzi, e che culo spettacolare. Comincio a scoparla forte, e più ansima più vado forte.
“Mi piace da impazzire il tuo cazzo, mi piace da impazzire” ricordo che mi diceva tra una botta e l’altra.
"Godi troia, fammi sentire quanto sei puttana".
Le mie mani affondavano nei suoi fianchi pieni, formosi, e da lì la tenevo ferma per far entrare quanto più cazzo possibile nel buco della sua vagina.
La feci mettere a pecorina. Impugnai saldamente il mio pene e la penetrai con un solo colpo, strappandole un urletto ma dandomi subito da fare.
A ritmo forsennato cominciai a pomparla, facendola venire un’altra volta, ma quel succo stavolta non finì nella mia bocca, ma lo raccolsi con la mano e lo usai per lubrificarle l’ano.
Senza smettere di pomparla, le dissi: “Sei pronta?”
“Me lo metti nel culo?” “Si! Si! Spaccami!”
Non me lo feci ripetere due volte e, anche lì, con un solo colpo, un po’ più forte, la inculai.
Che quando è vero, puro, completo, può essere anche terribilmente sporco.
“Mettimelo dentro dai, voglio godere ancora”. E così avevo fatto, me l’ero preso in mano e glielo avevo ficcato dietro.
Lei godeva. Urlava. Gemeva. Allora le avevo messo la mano davanti alla bocca perché stesse zitta.
Certe volte nel sesso bisogna stare in silenzio. Ma solo per qualche secondo.
"Quanto di piace nel culo ... zoccola", "Ti piace quando ti spacco il culo ?????" "Strilla puttana tanto qui non ti sente nessuno"
Per poi urlare di nuovo e dirle “Ti vengo nel culo, stronza”.
E invece la stronza, la mia stronza, con un sorriso si era voltata e stesa nel letto. Si era stretta le tette con le mani.
“Mettiti in piedi e vienimi addosso, ti prego”. Quella sera era nuda, bellissima.
Col suo fisico morbido e quella quarta di tette che sembrava sempre straripare.
Quella sera ero in piedi sul letto sopra di lei. Volevo solo scoparla. Volevo solo venirle addosso.
Lei giocava con i sui capelli, sfregava le gambe, si toccava la figa guardandomi negli occhi.
E io tenevo in mano il cazzo. E alla fine ha vinto lei.
Mentre le ginocchia mi si piegavano, lo sperma bianco cadeva a fiocchi sul suo seno nudo.
Il sesso ha bisogno di un sorriso. Quello che aveva lei, quella notte, in cui non c’era bisogno di parole.

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Nemmeno una parola ....
07.07.2022 | Genere: Lui & Lei

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