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Lui & Lei

20 anni dopo... Preambolo pt.1


di tongue81
13.10.2023    |    9.463    |    3 9.9
"Voglio che scopi con calma e per bene, come quest' estate!" Deluso, accennai un protesta ma venni subito zittito da Chiara che riuscì a domare la..."
"Mamma? Sono tornato!"
Nessuna risposta, nessuna voce a chiedermi come fosse andata l'interrogazione di greco, nessun complimento: solo un silenzio assoluto e fragoroso.
Lanciai lo zaino nell'ingresso e il tonfo riecheggiò in tutto l'appartamento. Affamato e assetato corsi in cucina speranzoso di trovare il solito appunto di mamma nei pressi del piatto da riscaldare nel microonde. Dopo essermi cambiato, spazzolai il piatto con la voracità di un squalo prima di aggredire il Parmigiano che giaceva inerte in frigorifero.

Rigovernai la cucina prima di lanciarmi sul letto per un breve riposo prima di iniziare a studiare. Venni svegliato dal telefono: imprecai contro la mia pigrizia, che non mi aveva fatto portare il cordless in camera, sperai che al terzo squillo l'interlocutore desistesse dal suo intento ma, alla fine, mi scapicollai verso il telefono in camera dei miei genitori.

"Pronto?"
"Bravo Stefano! Ho saputo che hai preso 9 in greco!"
"Mamma, che bello sentirti. Chi mi ha tolto il piacere di farti questa sorpresa?"
"Ho appena finito di visitare la tua professoressa..."
"Va bene... senti, oggi non c'è allenamento perché il riscaldamento della struttura è andato KO, recuperiamo domani."
"Perfetto, allora mi faresti una cortesia?"
"Certo! Dimmi pure..."
"Per favore, vai a studiare a casa di Chiara. Monica è preoccupata per l'interrogazione di matematica e vorrebbe che il mio genietto aiutasse la sua figlioletta!"
"Ma volevo fare un giro in vespa con Giovanni... va bene!"
"Bravo... dai che tra due giorni iniziano le feste di Natale. Scappo. Baci tesoro mio!"

Chiamai subito Topina, ovvero Chiara per chiederle se fossi potuto andare subito da lei, incassando un si insperato che forse mi avrebbe consentito di salvare il pomeriggio.
Del resto, il nostro rapporto di amicizia ebbe inizio alla materna e proseguì senza alcuna interruzione ad ogni passaggio di scuola: le affibbiai il nomignolo di Topina per la sua statura esile, per il suo nasino a patata e per la sua passione per Minni; del resto, ho coniato soprannomi per tutti i miei compagni di classe sin dalle elementari.

Arrivai a casa di Topina in un battibaleno e incrociai suo padre nell'androne: "Buonasera Stefano, sei in modalità di soccorso trigonometrico?"
"Ciao Luigi, si... mamma mi ha consegnato il mayday!"

Mi rispose con il solito sorriso smagliante prima di congedarsi frettolosamente a causa di un appuntamento fuori città. Del resto, l'amicizia tra me e Chiara era stata consequenziale a quella delle nostre madri, iniziata tra gli scranni universitari e tra i libri di anatomia e proseguita anche successivamente anche grazie al grande affiatamento che si era instaurato tra i rispettivi mariti prima e figli dopo.

Appena uscito dall' ascensore, vidi Topina sull'uscio della porta, sorridente e felice per averle portato il mio supporto per l'interrogazione di matematica: un saluto rapido e poi via a studiare, subito, senza alcuna esitazione, trascurando ogni possibile distrazione.

"Ste, sono già le 17:30 e abbiamo quasi finito tutti i compiti. Facciamo un caffè e una piccola pausa?"
"Topina, va bene anche se speravo di andare via per le 18:00 e andare a fare un giro in vespa con Damiano e Luca."
"Cosa? Niente a niente anche tu sei diventato ricchione?" esclamò sorpresa avvitando la moka.
"Che cazzo dici? No... Assolutamente no! Volevamo andare a vedere quel nuovo negozio di articoli sportivi che ha aperto nei pressi dello stadio."
"E vai con loro? Con questo tempo e con questa pioggia?"

In effetti, aveva iniziato a piovere in modo incessante e forse attraversare la città sarebbe stata una pessima idea: mi accasciai sul divano della cucina, sorseggiando la mia tazza di caffè fumante.

"Sabato vieni alla festa di Maggiore?"
Rimasi spiazzato per pochi secondi in quanto con Roberto, detto Maggiore per la mole e per la sua scarsa propensione al ragionamento, proprio come certi militari, avevo un rapporto difficile, dato che entrambi uscivamo con la stessa ragazza di un’altra scuola.
"Non mi ha invitato e credo che tu lo sappia il motivo.."

"Ancora? Ancora a prendere tempo con quella puttanella del linguistico? Almeno te la sei scopata? Però alla festa ci vieni come mio +1!"
"Chiara! E che cazzo! Si che me la sono fatta e non dire che non te l'ho raccontato!" sbuffai come una vecchia teiera.
"Permalosone, me lo ricordo ma non riesco a capire che ci trovi in quella tizia. "
"Beh... A differenza di tante altre, non si fa problemi ad allargare le gambe!"

Chiara mi guardò in modo solenne, posò la sua tazzina nella vasca, prese la mia ed infine si venne a sedere a mio fianco, ricordandomi cosa era successo la scorsa estate, quando un po' per noia ma molto anche per piacere, scopammo come ricci, diventando per un paio di settimane dei tromboamici ante litteram.
Come spesso accadeva, la mia amica di sempre era riuscita a zittirmi, a rinchiudermi in un mutismo anomalo per una persona con la risposta sempre pronta come me.

"Ohhhhh! Smettila di fare il musone! Guarda che mica ti sto accusando di qualcosa? Eravamo soli, senza altri svaghi se non quello di andare a letto assieme!" rispose stampandomi un bacio sulla guancia.
"Lo so, figurati, eppure..."
"Eppure? Non ti capisco. Ti sei chiuso nel tuo guscio come alle elementari. Ti ricordi quando alle elementari ti chiamavano Bombolone? Ecco, hai avuto la stessa reazione."
"Vuoi la verità? Ho temuto che il nostro rapporto potesse cambiare: sono quello che sta sempre in mezzo alla gente, che fa l'amico di tutti ma che, alla fine, di amici veri ne ha solo due ed uno sei tu! Quindi, ricordare cosa è successo mi fa paura!"
"Guarda guarda! Due metri di ragazzone tutto muscoli e cervello che diventa un orsacchiotto tenerone. Sentimi bene, è cambiato qualcosa dopo le vacanze tra di noi?"

Chiusi gli occhi e ripensai ad un sabato di ottobre, quando la riaccompagnai a casa con la vespa dopo che aveva rotto con un tizio di un'altra classe e, tra lacrime e singhiozzi, mi regalò il primo pompino con ingoio della sua vita breve vita.
"Hai ragione Topì, sono un cretino" rimettendo quell'esperienza nel baule mentale dei ricordi.
"Strunz! La ragione dalla a quella biondina del linguistico! Però tra noi non è cambiato assolutamente nulla e non cambierà mai!"

Ci abbracciammo per diversi minuti, facendoci le linguacce come quando eravamo all' asilo, con l'unica differenza che adesso il contatto con il suo corpo non mi lasciava indifferente, la pressione del suo seno non grande ma importante rispetto alla sua esile e minuta costituzione contro il mio petto era riuscito a rendere il mio bastone barzotto.

"Ahhhhh... vedo che qualcuno lì sotto è particolarmente felice di questo abbraccio."
"Non conosco nessuno che non reagirebbe in questo modo. E poi ti ho vista nuda... è una reazione spontanea che non posso controllare." risposi immediatamente simulando maldestramente imbarazzo.
"Dovremmo approfittare di questa reazione ma..."
D'istinto la sollevai di peso afferrandola per le natiche, saggiandone la consistenza compiaciuto e portando il suo bacino a contatto con il cazzo eretto: "Ma cosa?"

"Dobbiamo finire i compiti di matematica, ripetere storia dell' arte e, infine, sono nei giorni di rosso!"
Sbuffai spazientito ma senza smettere di palpare il suo culetto e continuando a farle sentire la mia erezione contro la sua fica.
"Immagino che tu sappia cosa cos'è il Millennium Bug e il possibile scenario apocalittico che ci aspetta tra pochi giorni... se succede non voglio morire vergine!"

Iniziai a ridere di gusto e in modo sguaiato, spostai la mano destra sulla sua fica percependo dalla stoffa del pantalone il suo calore e la sua eccitazione e, con tono sbruffone, le risposi: "Topi, ma quale vergine e vergine? Di sicuro, hai preso il mio cazzo e anche almeno un altro paio! Di sicuro, non ti ho sverginato io!"
"Idiota! Sono vergine di culo! Non voglio morire senza averlo mai provato!"
"E perché non l'hai fatto con Antonio?"
"Perché gli faceva schifo, come gli faceva schifo venirmi in faccia o in bocca e poi baciarmi!"

Ricominciai a ridere di gusto, in modo quasi isterico: "A' lantern man e cecat! Cioè, lui ha rifiutato di fare esperienze che la maggior parte di noi può solo sognare e non le ha fatte? Assurdo... manco fossi un cesso! Sei una "tap" model!"
Iniziai a massaggiarle la fica, tenendo sempre la mano sinistra sulla chiappa ma iniziando a premere con il pollice sul buchetto.

"Daiiiiii.... ho voglia e dobbiamo finire i compiti! E poi non lo voglio solo in culo da te. Voglio che scopi con calma e per bene, come quest' estate!"
Deluso, accennai un protesta ma venni subito zittito da Chiara che riuscì a domare la crescente eccitazione: "Aspettiamo sabato: i nostri genitori andranno a cena fuori e avremo la casa libera per sfogarci con calma. Voglio che mi scopi il culo e che mi faccia provare piacere. Hai un cazzo di dimensioni considerevoli, devi fare con calma! Daiiiii!"
Approfittando della mia incredulità, Topina si libero dalla mia prese, riuscì a rallentare il respiro e a riprendere fiato.

"Ma sabato non abbiamo la festa del Maggiore?"
"Certo e ci andremo assieme Stefano. Ma solo dopo che mi avrai scopato come ti pare e piace!"
"Scusami ma i nostri vanno a cena fuori, nel pomeriggio saranno a casa!"
"No... non so di preciso dove devono andare ma tuo padre ha detto che sarebbero dovuti partire per le 17:00!"
Le sorrisi e ancora incredulo per la botta di culo imprevista e insperata, le sorrisi compiacendomi della sua organizzazione.
Mi alzai, la abbracciai e le schioccai un bacio sulle labbra: "Allora, faremo come dici tu... però adesso ho bisogno di un po' di tempo prima di tornare sui libri! Vado un attimo in bagno e ti raggiungo" affermai con tono solenne puntando lo sguardo sul bozzo dei pantaloni.

"Ci penso io, tranquillo!" rispose Chiara inginocchiandosi davanti a me e iniziando ad armeggiare con la patta dei pantaloni.

[Continua]
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