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Dominazione


di Saturn89
14.03.2020    |    5.403    |    2 8.5
"A venerdì allora, CIAOOOO!" rispose lui, uscendo subito dopo dalla chat..."
Laura era una ragazza di 25 anni, come tante: un viso carino, un corpo slanciato con un seno minuto ma ben fatto.
Fino a qualche mese fa aveva vissuto il sesso in maniera piuttosto riservata, senza eccessi, sempre all'interno di un rapporto fisso.
La sua esperienza sessuale era piuttosto limitata, conosceva la posizione del missionario e la pecorina.
Il sesso orale le piaceva, sopratutto riceverlo ma non provava particolare piacere o eccitazione a praticarlo, anche se in passato il suo ragazzo aveva insistito molto affinché lei gli facesse un pompino. Una volta in cui ci aveva messo particolare impegno lui le era venuto in bocca. Forse fu il sapore o forse la consistenza, ma non riuscì a raggiungere in tempo il bagno e vomitò sul pavimento dell'ingresso. Da allora i pompini erano diventati rari e li faceva sempre con timore e mai troppo a lungo.
Era quello il motivo, o forse così pensava lei, per il quale Filippo l'aveva tradita con quella zoccola bocchinara di Jessica, che si attaccava al primo uccello che le strusciavano addosso in discoteca.
Il pensiero di essere inesperta e incapace di soddisfare un uomo, tuttavia, le rodeva parecchio da mesi e fu così che, su suggerimento di una sua amica, si era iscritta su un sito di incontri.
Aveva scorso diversi annunci, che sembravano tutti uguali: i soliti singoli morti di fica che millantavano chissà quali capacità, spesso vecchi e brutti.
Aveva cominciato a pentirsi della sua decisione quando una mattina era capitata sull'annuncio di un ragazzo di 32 anni, "Sexmaster" si chiamava.
La foto ritraeva un giovane con un completo elegante, dall'aria distinta.
L'annuncio era piuttosto breve, non paventava chissà quali capacità o doti, diceva semplicemente che il piacere risiede prima nella mente e poi riecheggia nel corpo.
Le sembrò una bella frase così decise di scrivergli qualcosa.
Aperta la finestra per inserire il messaggio, improvvisamente Laura si bloccò: non sapeva proprio cosa scrivere, oltre a ad un semplice "Ciao".
Riflettè qualche minuto e poi aggiunse: "Ho visto le tue foto, mi piace molto il tuo vestito".
Dopo aver inviato il messaggio però si sentì sovrastata dalla vergogna. Avrebbe voluto cancellare il messaggio, ma la spunta verde indicava che ormai era tardi.
"Ciao" rispose lui, aggiungendo: "Grazie! Sei molto carina!"
Le guance di Laura avvamparono in un misto di vergogna e di piacere per il complimento.
"E' da molto che sei qui?" le chiese lui.
"No, a dire il vero mi sono iscritta solo da una settimana" rispose lei.
"Capisco, io sono qui da due anni invece. Cosa stai cercando?" chiese il ragazzo.
"In realtà non lo so nemmeno io per la verità, forse qualcuno più grande ed esperto di me che mi possa dare qualche dritta in materia di sesso..." rispose lei, pentendosi subito di essere stata così onesta e immediata.
"Ma come si fa a dire delle cose del genere a uno sconosciuto?!" pensò Laura fra se.
"Beh io sono un master e ho avuto diverse esperienze, se vuoi posso prendermi cura di te e ADDESTRARTI" rispose il ragazzo, mettendo una faccina che ammiccava in fondo alla frase.
"Addestrarmi? Che sono, il suo cane?" pensò Laura, ignara del reale significato delle parole Master e addestramento in ambito BDSM, ma poi pensò che probabilmente il ragazzo si era espresso male e che con addestramento intendeva dire che poteva darle qualche dritta o insegnarle qualcosina.
"Beh sì dai, in effetti mi piacerebbe!" replicò dunque la ragazza, ancora un po' incerta.
"Ok bene, ti posso invitare a cena per parlare con calma e conoscerci meglio? Resterei a chattare ancora, ma sono in pausa a lavoro e devo rientrare in ufficio" rispose il ragazzo.
"Ah, sì hemm ok... Che lavoro fai?" chiese Laura un po' spiazzata dalla richiesta inaspettata.
"Faccio il rappresentante farmaceutico" rispose lui.
"Ora devo scappare, sei libera venerdì sera?"
"Sì" rispose lei ancora un po' incerta se fosse una buona idea dare tanta fiducia ad un completo sconosciuto, ma c'era qualcosa nella spontaneità di lui che le infondeva fiducia...
"Perfetto, mandami il tuo indirizzo, passo a prenderti a casa tua alle 20:00." Disse lui.
"Troviamoci al bar in piazza del mercato, ti va bene?" rispose lei. L'idea di dare il proprio indirizzo di casa era fuori discussione! Non si sa mai che gente c'è a giro e di certo Laura non voleva che i suoi genitori la vedessero uscire con uno sconosciuto!
"Ok, vada per il bar in piazza. A venerdì allora, CIAOOOO!" rispose lui, uscendo subito dopo dalla chat.
Era stordita, il cuore le batteva forte e il panico le attanagliava lo stomaco.
Venerdì sera arrivò presto e Laura si era preparata: aveva fatto una doccia con un bagno schiuma profumato, aveva indossato un paio di calze autoreggenti, uno slip di pizzo nero coordinato al reggiseno push-up sempre di pizzo, una gonna corta ma non eccessivamente, una maglia nera con dei disegni semitrasparenti che lasciava intravedere la sua pancia piatta e un po' di scollo e sopra un copri spalle. Aveva optato per un trucco ricercato, ombretto, mascara correttore per mascherare le occhiaie e un bel rossetto rosso acceso che le metteva in risalto le labbra carnose.
Per finire indossò una collana che calava quasi in mezzo al seno e si cosparse del suo profumo francese preferito, indossò i tacchi e scese le scale.
Era qualche minuto in ritardo, ma le donne si devono far aspettare!
Quando Laura arrivò davanti al bar, lui era già arrivato, stava appoggiato al cofano della sua macchina, una BMW nera, tirata a lucido. Indossava un completo grigio, una camicia di seta bordò e una cravatta che si insinuava elegantemente sotto la giacca abbottonata.
Fin da subito Laura rimase colpita dall'eleganza, la raffinatezza e la bellezza del ragazzo.
"Ciao, scusa il ritardo" disse lei con voce insicura, accennando un sorriso.
"Tranquilla, non fa nulla. Io sono Claudio" rispose lui con un sorriso che metteva in mostra una dentatura perfetta e bianchissima, mentre le tendeva la mano.
"Laura, Piacere!" replicò lei.

La cena filò liscia, conversarono di diversi argomenti.
Claudio si rivelò un interlocutore formidabile, era simpatico, divertente, acculturato e aveva viaggiato un sacco!
Quando poi lui tornò dalla cassa, le si avvicinò guardandola con un sorriso: "Allora, ti va di continuare la serata da me? Così continuiamo a parlare un po' dell'addestramento..."
ADDESTRAMENTO, di nuovo quella parola... A Laura squillò un campanello d'allarme: com'era possibile che una persona così acculturata, raffinata, sbagliasse per due volte lo stesso modo di esprimersi?
Decise di tacere e acconsentì all'offerta del suo galante accompagnatore.
Durante la strada non parlarono molto, Laura era assorta nei suoi pensieri e una morsa di stava cominciando a serrarle lo stomaco.
Dopo cinque minuti, che per lei parvero cinque ore, arrivarono a casa di Claudio.
Eccoci qui, disse lui accogliendola nell'ingresso del suo appartamento.
Era una casa molto carina, composta da una camera da letto, una cucina e un bel soggiorno con una finestra molto grande.
La mobilia rispecchiava il buon gusto di Claudio.
Si sistemarono in salotto, sul divano, Claudio le porse un calice di vino rosso, la guardò con intensità scorrendo il suo corpo e pregustando ciò che sarebbe successo di lì a poco, come un lupo fa con l'agnellino.
Lei bevve frettolosamente il vino, che aiutò ad allentare la tensione.
"Allora, sei pronta?" le chiese lui.
"Hemm, a cosa?" replicò lei, pensando di fare la finta tonta, ma ignara delle reali intenzioni del giovane.
"Beh, mi avevi detto che volevi delle dritte... Sei pronta per essere guidata in questo percorso?" rispose lui con un sorriso che aveva un che di malizioso.
"Sì beh, credo... non lo so... forse... ecco io..." balbettò lei visibilmente in preda al panico.
"Sta tranquilla, la prima volta è normale essere tesi, avere paura, ma vedrai che se ti rilassi e lasci che ti guidi io, andrà tutto bene! Ho una certa esperienza ormai..." rispose Claudio mettendole una mano sul ginocchio.
"O... Ok" rispose Laura, degluttendo, ma senza sentirsi molto rassicurata.
"Facciamo così, comincia intanto a concentrarti su te stessa: ora io ti benderò e tu concentrati sul tuo respiro, sui suoni che senti, i profumi, gli odori, sul tatto, ok? vedrai che così ti sarà più facile calmarti" disse lui con voce ferma ma rassicurante.
"Ok" rispose Laura.
Poco dopo una benda nera di seta privò la ragazza della vista.
Il cuore le batteva forte e aveva la sensazione che le mancasse l'aria.
"Respira! Concentrati sul tuo respiro!" ordinò lui e lei eseguì.
I nervi si distesero, il battito rallentò e la tensione che inizialmente affliggeva la ragazza, pian piano scomparve.
"Bene, molto bene. Come ti senti?" chiese lui.
"Sto bene" rispose lei con un sorriso.
L'uomo la fece mettere in ginocchio sul divano e con gesti precisi, di una fluidità e naturalezza che evidenziavano la sua esperienza, la fece chinare in avanti, appoggiandole la testa sul bracciolo del divano.
"No, appoggia la guancia sul cuscino, le mani portale dietro la schiena" disse lui.
Lei obbedì e sentì una stoffa, che doveva essere quella della cravatta, scivolare sui polsi in quello che era un nodo stretto, che non le dava fastidio, ma le rendeva impossibile muovere le mani.
"Che fai mi leghi?!" ridacchiò lei.
"Sì" rispose lui sottolineando l'ovvietà della domanda.
"E perché?" continuò lei ridacchiando.
"Concentrati sulle sensazioni ora, sgombra la mente, abbandona il tuo corpo nelle mie mani e fidati di me ok?" rispose lui con una voce che tradiva un filo di rimprovero per tutte quelle domande.
La ragazza annuì.
Sentì le mani di lui che cominciarono ad accarezzarla e massaggiarla, prima il collo e le spalle, poi la schiena e in fine scesero sulla gonna. Lei tradì un sorrisino malizioso che il giovane non si fece scappare, ma a cui diede peso.
Le sue mani vigorose presero a stringere i glutei di Laura da sopra la gonna e lei cominciò a eccitarsi, poi scivolarono sulle cosce per risalire verso i glutei ma da sotto la gonna, alzandola e scoprendo il culetto tonico e rotondo della ragazza.
"Hai proprio un bel sedere lo sai?" si complimentò lui.
"Grazie" rispose lei fiera del complimento e facendo un sorriso che morì istantaneamente: una sonora pacca sul gluteo destro aveva preso di sorpresa la ragazza, facendola trasalire per la sorpresa, mentre si diffondeva una decisa sensazione di bruciore.
"Ahi! Ma che fai?!" si lamentò lei.
"Ti sto ADDESTRANDO" replicò lui. "Mi hai fatto aspettare 15 minuti davanti al bar e ora ti insegnerò il valore della puntualità. Uno sculaccione per ogni minuto di ritardo e voglio che tu li conti. Mi raccomando non saltarne nemmeno uno intesi?"
"Ma che sei scem.." tentò di replicare lei, ma una seconda manata si abbatté sull'altro gluteo, stroncandole la frase in bocca.
"Siamo intesi?" ripetè lui con voce autoritaria.
"Sì sì va bene" disse lei terrorizzata.
"Sì, PADRONE o SIGNORE" la ammonì lui.
"Sì signore" ripeté lei.
Claudio le strappò le mutandine a mani nude, in modo che nulla potesse frapporsi tra la sua mano e il fondo schiena di lei.
Le sculacciate cominciarono e Laura contò: "Uno, due, tre...", ma man mano che i suoi glutei si informicolavano virando verso una tonalità si rosa scuro vicino al fucsia, il dolore cominciò a mischiarsi a una sensazione di eccitazione... C'era qualcosa di piacevole, di eccitante nell'essere alla mercé di quell'uomo, qualcosa che Laura non aveva mai provato.
Il fondo schiena ormai era diventato un fuoco indistinto come se la ragazza si fosse seduta su una piastra rovente.
Il respiro era affannato e la ragazza sobbalzò sentendo le dita di lui, entrarle nella passera che realizzò solo in quel momento, essere vergognosamente bagnata.
"Ti sei eccitata eh?" constatò lui con voce beffarda.
"Sì padrone" rispose Laura sorpresa.
Lui le aprì la bocca, strofinandole sulla lingua le dita bagnate dei liquidi dolci e viscosi della vagina di lei.
"Sei una porca, una troia e una maiala" le disse lui, prendendola per i capelli e sollevandole il viso.
Lei non rispose.
"Non è vero?" la incitò lui con uno schiaffetto .
"Sì padrone" affermò lei spaventata.
Qualcosa strusciava sulle sue labbra. Inizialmente Laura non capì cosa fosse, aveva una consistenza morbida e un buon odore di bagnoschiuma.
"Ora succhia!" le ordinò lui.
La ragazza aprì la bocca e prese a succhiare il cazzo del suo padrone.
L'organo, inizialmente morbido, in pochissimo tempo si indurì, rivelando delle dimensioni davvero notevoli.
Lui cominciò a muovere il bacino in un moto sempre più veloce, sempre più a fondo con sempre maggiore irruenza!
Ad un certo punto il pene cominciò a battere contro le pareti della gola di lei, facendole male e provocandole un urto di vomito.
La ragazza, memore delle esperienze passate, spostò la testa cercando di sottrarsi.
"Che fai zoccola, non sai nemmeno succhiare?!" la rimproverò lui, prendendole la testa con entrambe le mani e spingendole nuovamente il cazzo in bocca.
In un moto di disperazione la ragazza si divincolò tossendo.
"Devi tenere la lingua bassa e un po' in fuori! Avanti ingoialo tutto!" ringhiò lui dandole un altro schiaffo.
Questa volta Laura non resse alla paura e svuotò la vescia sul divano.
"AH, questa poi... te la sei fatta sotto!" la derise lui, senza preoccuparsi del cuscino fradicio di pipì.
Prese ragazza, la tirò su di peso la schiantò con la faccia nella pozzanghera di urina, le mise un piede sulla testa e poi inserì il suo cazzo enorme nella passera bagnata di lei che ebbe un sussulto e si lasciò scappare un urletto.
"Fa silenzio!" intimò lui infilandole le mutandine strappate in bocca; poi cominciò a muovere i fianchi, sempre più velocemente, con una furia e una forza tale che le sue palle sbattevano contro il clitoride di lei.
Anche con i brandelli di mutande nella bocca i gemiti di piacere di lei erano chiari e ben udibili.
Ad un tratto Claudio tirò su di peso la sua schiava, la appoggiò allo schienale del divano e riprese a spingere con foga il suo grosso membro nella vagina sempre più bagnata di lei.
"Shhì.... oh shhì! Fhai! Fi phfiù!" farfugliava Laura in preda ad un piacere e un eccitazione mai provati prima.
D'un tratto lui estrasse il sui pene e, come se avesse tolto un tappo, una cascata innondò le cosce di lei che crollò a terra gemendo del piacere di un orgasmo improvviso mai provato prima!
Lui la tirò su, le tolse le mutande lacerate dalla bocca, ci sputò dentro e poi le spinse il cazzo in gola.
"Ingoialo tutto avanti!" le intimò.
Laura fece come il suo padrone le aveva spiegato: tirò fuori la lingua cercando di schiacciarla contro il fondo del palato.
Il membro scivolò dentro, superando l'epiglottide verso la gola. Lui le teneva la testa in modo che il collo fosse ben steso ed effettivamente in quella posizione il pene non dava eccessivamente fastidio.
Claudio cominciò a muovere i fianchi e Laura sentiva il membro che le strusciava contro le tonsille.
Era una strana sensazione, fastidiosa, ma anche tremendamente eccitante, sentirsi soffocare da quel bastone nodoso, mentre la saliva colava abbondante dalla bocca.
Claudio la prese nuovamente di peso e la sistemo sdraiata sul divano a pancia in su, con la testa che sporgeva dal bracciolo e ricominciò a spingerle il cazzo in gola.
"Tira fuori bene la lingua ora, voglio che mi lecchi le palle mentre ti scopo la gola!" ordinò lui strizzandole un capezzolo. Lei obbedì e cominciò e tirò fuori tutta la lingua.
Lui le infilò tutto il cazzo in gola, spingendolo così a fondo da appoggiare il pube alla bocca di lei che intanto muoveva la lingua convulsamente.
Dopo alcuni secondi lui uscì per permettere alla sua schiava di respirare e un fiotto di saliva le colò fuori dalla bocca, inondandole viso e facendo colare il mascara.
Laura respirava affannosamente. Il suo padrone, incurante riprese a spingerle il cazzo in bocca, finchè a seguito di alcuni fremiti, la riempì del suo sperma.
Claudia nemmeno si rese conto di cosa fosse accaduto, era talmente stordita, eccitata e frastornata da quella valanga di sensazioni ed emozioni, che a stento riconobbe il sapore del seme di lui rispetto alla sua stessa saliva.
Il padrone la fece scendere dal divano e continuò a porgerle il suo membro ancora duro e lei, come se fosse la cosa più scontata del mondo, continuò a leccarlo.
"Tieni la bocca aperta e non la chiudere per nessuna ragione" sussurrò lui con voce secca e autoritaria un attimo prima che lo zampillo di pipì le riempisse la bocca.
"Avanti mandala giù puttana! Questa è la mia ricompensa perchè sei stata una brava cagnetta!" le ordinò lui e lei obbedì ancora buttando giù grosse sorsate di quella cascata dorata.
Finita la pioggia, Claudio le sciolse i polsi e la condusse in bagno, le tolse i vestiti bagnati e le fece la doccia. Le sue mani avevano un tocco delicato e gentile, mentre le spalmavano il docciaschiuma sulla pelle.
Lei non disse nulla, quella doccia lavava via tutto: lo sporco, il dolore, l'umiliazione, la stanchezza e l'eccitazione, restava solo una gran pace, il silenzio rotto solo dall'armonico suono dell'acqua che batteva sul piatto della doccia.
Dopo averla asciugata con un asciugamano grande, morbido e tiepido, tolto da poco dal termosifone, Claudio le porse un cambio di vestiti: dei pantaloni da palestra, una fruit e un paio di slip un po' troppo grandi.
"Scusa, probabilmente non sono della tua misura, la prossima volta magari mi attrezzerò meglio" disse lui con un mezzo sorriso.
Laura non rispose, prese i vestiti e li indosso, si mise il copri spalle, prese il sacchetto che lui le porgeva e poi scesero in macchina.
Quando furono sotto casa di lei si guardarono "Eccoci qua" disse lui sorridendo.
"Sì, grazie..." mormorò lei.
Lui le accarezzò il viso e le diede un bacio sulla guancia "Buonanotte".
"Buonanotte" rispose lei, uscendo di macchina.
Laura salì in casa, si sedette sul letto e ripassò con la mente gli avvenimenti di quella sera.
Una lacrima le rigò la guancia e nello stesso momento uno spasmo dei muscoli della vagina la fece sussultare. Infilò una mano nelle mutande ed estraendo le dita si meravigliò nuovamente di quanto fossero bagnate.
Di istinto prese il portatile, lo accese e andò sulla pagina del sito di incontri.
C'era un messaggio ad attenderla: "Sono stato molto bene stasera. Spero che vorrai continuare il tuo addestramento con me. Nel fra tempo buonanotte!"

Sexmaster.

La mattina successiva Claudio si svegliò presto, come tutte le mattine, si preparò per andare a lavoro e prima di uscire di casa, controllò se c'erano risposte sul sito di incontri.

"Lo vorrei anch'io. A presto!"

La vostra schiava


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