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La mia prima Padrona, la mia prima esperienza. Come sono nato schiavo


di To_Overrulle
13.08.2018    |    9.667    |    1 9.1
"Lei mi porge la stessa mano con la quale presumibilmente si è masturbata fino ad un attimo prima..."
Storia vera e vissuta, ormai sei anni fa, scritta al presente per maggior immedesimazione, in fase di rettifica di forma e grammatica e quindi in ''versione beta'' ;)


Erano passati mesi da quel giorno, finalmente sono fermo qui.. penso e ripercorro dapprima gli avvenimenti della giornata, aspettando nella mia auto, rivivendo man mano ogni passaggio di ciò che mi ha portato a questo momento, fin dalle prime settimane con Lei.

Fuori il mondo continua a correre, incurante del freddo intenso di questa nottata invernale. Le luci delle auto poco scompaiono, sagome di auto e volti si materializzano e smaterializzano, non fosse per l' alta velocità di quella tangenziale potrei perfino scrutare le espressioni dei guidatori, provando ad immaginarmi i loro pensieri:

''Chissà chi sta rincasando, chi magari è proprio appena uscito.. difficile, ormai è passata la mezzanotte, è un normalissimo giovedì.. è il periodo di Natale certo, ma ancora non sono iniziate le vacanze, poco importa..''

I miei pensieri sono il chiaro sintomo di un agitazione che va crescendo, in antitesi perfetta con un gingle natalizio che sta passando in radio proprio in questo momento:

''..calmo, devi restare calmo, cosa penserà altrimenti Lei?''

Tutto è stato organizzato all' ultimo minuto, tutto è partito da un suo messaggio ''ci troviamo alle 01.00 circa, ti manderò la posizione tra poco''.

Controllo, il posto è quello che mi è stato indicato, che l' orario è corretto, anzi fortunatamente sono in discreto anticipo.

Cerco di focalizzare quando di preciso siamo passati dallo scambiarci mail, al sentirsi via messaggio, da questi al chiamarsi quotidianamente, ed infine al vedersi.. finalmente, finalmente!

Il gingle alla radio quasi scompare nella mia testa, i fari delle auto sono alienati dai miei ricordi, l' attesa di quel giorno se rivissuta ora, sembra interminabile.

''E' arrivato il luna park in città.. questo si che sarebbe un aforisma da appuntare, sintesi perfetta di tutto quello che sto provando''

''Freddo, ma non troppo.. però la mia Padrona non deve arrivare e poi non sentirsi a proprio agio, forse.. però..''

''.. forse si, preferisce che la aspetti a luci spente''

Il caos è entrato nella mia testa, lo sento pervadermi le estremità, formicolio sulle mani mentre gli arti diventano pesanti, quell' agitazione di chi non sa veramente cosa aspettarsi ed il petto che rischia di esplodere!

So benissimo qual è la cura, ma non posso far altro che attendere il suo arrivo, angina che può essere curata da un solo farmaco, che spero arriverà in tempo.

Quasi come avessi pregato in cerca di un miracolo eccola li: scende dall' auto, un breve percoro vero la mia, giusto il tempo per controllare che sia la cura giusta.

E' veramente Lei, ci che stavo aspettando come palliativo ai miei mali.. una ragazza di piacevole aspetto, ha la mia età.. forse è solo un po più alta di come me l' aspettavo.

Indossa un vestito di un rosso spento che la rende irresistibile, provocante ma non eccessiva, il suo outfit è completato da una borsetta bianca e rossa e dei decoltè vertiginosi.

''chissà, forse è più alta grazie a queste scarpe, forse è alta di suo.. è si, è proprio alta di suo''

Questo è il mio ultimo pensiero in solitaria, lascio la radio come sottofondo, abbasso il volume fino a quando è praticamente impercettibile, per creare quel poco di atmosfera che magari può aiutare nei primi istanti.

Non sono sceso, ne ho aperto la maniglia, mi è stato chiesto di stare seduto tranquillo aspettando che Lei entrasse per evitare imbarazzi, ed ora è qui con me.

Basta un suo sorriso e in un attimo la terapia ha fatto il suo decorso, i sintomi hanno raggiunto il suo apice ed ora stanno scemando mentre per i primi istanti sono vicino alla mia Padrona.

''Come stai? Aspettato molto che arrivassi?'' mi chiede Lei

''Oh, bene.. molto meglio di un attimo fa, ero leggermente agitato mentre La aspettavo'' rispondo con un sorriso che parte dagli occhi

Lancio uno sguardo all' orologio per rispondere alla seconda domanda, ero arrivato da venti minuti circa:

''E' poco che sono qui, giusto il tempo di parcheggiare ed attenderla Padrona''

''molto bene, ho una curiosità, sono come ti aspettavi?''

La domanda di Lei mi stimola, adoro poterla riempire di complimenti ed attenzioni sincere:

''Certo Padrona, con la stessa voce delle telefonate, con lo stesso sguardo delle foto e qui vicino certamente molto meglio''

Di certo non mi potevo aspettare di meglio: una ragazza educata e dal modo di fare solare. Lo stesso non si può dire certo di me, un po più impacciato, dalla postura sicuramente meno decisa, con un imbarazzo che se n' era andato, ma non del tutto.

''oggi non dovrei nemmeno essere qui sai'' prosegue quindi la mia Padrona ''ma fortuna per te i miei impegni mi hanno dato modo di vedersi.. ma non ho molto tempo per cui dovrai saperlo sfruttare al meglio''

''..c-certo Padrona, cercherò di saper sfruttare ogni minuto, sono qui per Lei e non...''

Lei mi ferma, un dito sulle labbra e uno sguardo di intesa, silenzio.. pochi interminabili secondi di silenzio.. non potevo far altro se non mostrarmi accondiscendente nei suoi confronti:

''Oggi parlo io Schiavo, per parlare entrambi avremo tempo domani, ora le lancette corrono e io voglio capire se sei ciò che Io desidero''

Mentre mi dice queste parole, sento il suo dito prima discostarsi da me, per poi tornare a strofinarmi le labbra, premendo verso la mia bocca.

Noto gli occhi della mia Padrona emanare uno sguardo più intenso mentre si aggiunge un secondo dito, lentamente prima l' uno e poi l' altro a turno iniziano ad entrare nella mia bocca, muovendosi tra le mie labbra pizzicate di tanto in tanto dal suo pollice.

Un gesto di una semplicità estrema ed allo stesso tempo di un erotismo disarmante, reso tale da ogni secondo di attesa che era trascorso imparando ad idolatrarla.

Ero suo, ogni pensiero cessato e tutti i muscoli del mio corpo un miscuglio eterogeneo di rilassamento e tensione, una sensazione di rado provata prima

Mentre questa giostra di passione continua, sento la sua voce:

''..la tua Padrona ti vuole mettere alla prova, non sono venuta qui a mani vuote e nella mia borsa ho qualcosa che aspettavo di provare da tutta la serata''

Sono incuriosito e forse spaventato da queste parole, ma al contempo pervaso dall essenza di colei che mi ha reso in pochi minuti così indifeso e così protetto.

Mi fermo solamente per risponderLe:

''Siamo qui per Lei mia Padrona, speravo di poterla servire finalmente''

''allora dovrai sfilare la maglia, poi i pantaloni ed infine i boxer.. io mi siederò dietro, una volta terminato verrai qui anche tu, così proseguiremo''

Lei è scesa per risalire un istante dopo, mentre io stò già sfilando la maglia, poi i pantaloni, infine i boxer.. eccitato si, intimorito anche.

Freddo, già.. fa proprio freddo questa sera, me ne sono ricordato immediatamente appena sceso dall' ed intento a risalire verso i sedili posteriori, ma la mia Padrona, al contrario, non aveva fretta:

''fermo un attimo, hai forse paura che qualcuno ti veda? O forse hai solamente freddo schiavo? Ti dirò io quando potrai salire''

Il parcheggio è effettivamente trafficato, anche se vista l' ora e visto che siamo in una posizione molto coperta è pressochè impossibile che qualcuno passi ora proprio da li.

Guardo con il capo leggermente chino mentre Lei si prepara la borsa a fianco, adagiata sopra la cappelliera, si toglie le scarpe e mi ordina solo poi di salire e di mettermi seduto a fianco a Lei, completamente nudo.

Si è scansata leggermente, non schifata dal mio corpo ma solamente per essere in una posizione più comoda e in cui godersi pieno relax, desiderosa di donarmi la mia piccola e prima dose di SM.

Con la schiena poggiata a lato dell auto ed i suoi piedi poggiati sul mio ventre mi ordina di avvicinarmi con il viso, senza baciarla ne toccarla con le mani, ma solamente strofinarvi la mia pelle fredda.

Per i più scettici, no.. non ci si deve immaginare nessuno strano odore, anzi solo profumo di una Dea, apici caldi che sfiorano il mio corpo che ancora doveva ristabilire omogeneità con il suo.

Con voce decisa, mi impartisce le sue volontà:

''ora adora i miei piedi, puoi baciarli, puoi tenerli con le mani mentre li massaggi e puoi farlo fino alle caviglie, mentre io mi dedico al mio piacere, ma non parlare.. fai solo ciò che ti ordino''

Ordini? Perchè chiamarli in questo modo penso.. un termine improprio perchè ciò che mi era stato detto era forse più da considerarsi una manna dal cielo.

Piccoli istanti assaporati senza fretta ad uno ad uno, concentrato sullo svolgere il mio compito al meglio delle mie possibilità, attento a non esagerare e a non essere invadente, cercando di sincronizzare il mio operato ad i suoi respiri.

Con la coda dell' occhio posso comunque vedere la mia Padrona, compiaciuta che il mio sguardo lasci i suoi sublimi pendici per incrociare il suo.

''ora schiavo in ginocchio, guarderai solamente il miei piedi, non alzerai più gli occhi, dovrai solamente baciare, annusare, di nuovo senza l' uso delle mani.. rimanere immobile''

Detto fatto per la mia Padrona, mi porgo inginocchiato tra i sedili, genuflesso con il capo chino.

Nonostante la posizione che non mi permette di vedere, è chiaro che la mia Padrona ha il desiderio di masturbarsi, eccitata (credo) da questo primo incontro, i suoi respiri si fanno sempre piu ansimanti e il suo corpo si muove scivolando sul sedile.

Uno schiavo presente nel momento dell' orgasmo della propria Padrona, un sogno ad occhi aperti, quel profumo e quella pelle morbida.

Non ce spazio per gli equivoci di ciò che accade, passano i minuti ed io svolgo il compito assegnato, baciando e rimanendo con il capo chino senza muovere nient altro.. tutto come mi era stato ordinato

La mia Padrona preme sempre più violentemente contro la propria seduta, preme anche il suo piede verso il mio viso, con un respiro innaturale e pregno di piacere.

Poi, d' un tratto i respiri diventano sempre più tranquilli, i movimenti man mano diminuiscono, fino a scostare delicatamente il piede da me risalendo verso la parte superiore del sedile, lasciandomi in quella posizione quasi a chiedere supplica.

Con una punta di amarezza, senza esagerare, la mia Padrona si rivolge nuovamente a me:

''ora schiavo, devo andarmene, ma senza dimenticarmi prima quello che ho portato qui per te, un ultimo piccolo capriccio''

Alzo solamente il capo per far intuire che ho sentito, attendendo quello che avrebbe deciso per me.

''Questo schiavo è un plug, acquistato apposta per te, ora lo infileremo e tu non lo sfilerai fin quando non sarai nel tuo letto, mi devo fidare vero?''

''Mia Padrona, ogni suo desiderio, lo terrò fin quando lo riterrà necessario''

E' un plug di colore nero, affusolato all' estremità e con due piccoli rigonfiamenti lungo la propria lunghezza, termina con un piccolo appiglio anatomico,;di modo tale da essere indossato durante un lungo arco temporale.

''infilalo, asciugami la mano e poi aspetta che io esca, ci sentiremo poi''

Inginocchiato e con il plug nelle mie mani cerco ora di infilarlo lentamente, di modo da prolungare la mia permanenza con Lei, un po furbamente ma notando che anche la mia Padrona non ha fretta.

Lei mi porge la stessa mano con la quale presumibilmente si è masturbata fino ad un attimo prima.

Certo che non ci avevo fatto caso, non aveva lasciato nulla al caso, quella mano era rimasta appoggiata sul suo petto mentre con l' altra rovistava sulla borsa, l' aveva mantenuta piena del suo nettare in attesa che io potessi consumarlo.

La mano si avvicina, un dito entra senza chiedere il permesso dentro di me, quel nettare è denso, buono.. senza sprecare ulteriori aggettivi, semplicemente buono!

Succhio da quella mano ogni goccia avidamente, pervaso da quel sapore intenso, asciugando conseguentemente dalla mia saliva, ritornando poi più e più volte su ogni punto; roteando e succhiando, baciando per poi ricominciare.

Nel frattempo mi ero penetrato per Lei, indossando quel giocattolo regalatomi da Lei, da indossare appositamente per Lei.

Il mio compito questa sera è terminato, la mia Padrona ha indossato nuovamente le scarpe e mi saluta, senza però prima lasciarsi andare ad un piccolo cenno di dolcezza, lasciandosi baciare il collo e contraccambiando quel mio bacio apponendo per un istante le sue labbra umide sulle mie.

Rincaso, ovviamente senza sfilare il plug fino a quando non vado a dormire, quello stesso plug che tutt ora conservo come uno dei ricordi migliori della mia vita.
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