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Gay & Bisex

Giochi da camionisti.


di SergioMessina
18.04.2024    |    6.430    |    6 9.3
""Adesso viene il bello porcona..."
Giovanni è un ragazzo semplice, 32 anni, un poco in sovrappeso per la sedentarietà, ma un bel corpo piacevole e tonico, poco peloso, bel visetto e naso a patatina. Molto simpatico nel suo modo di approcciarsi agli altri.
E' un assiduo lettore dei miei racconti. Giorni fa, conversando in chat, mi ha confidato la sua storia, e come ha iniziato a fare sesso pure con maschi. In accordo con lui è nata quindi l'idea di scriverne qui un racconto, che spero vi piaccia.

Giovanni ha sempre avuto una sessualità molto esuberante. Innumerevoli fidanzate che difficilmente riuscivano a stargli dietro nelle sue voglie e fantasie.
Non era il sesso che gli mancava, ma era sempre insoddisfatto. Anche dopo aver scopato gli rimaneva sempre un vuoto dentro, che non riusciva a colmare in nessun modo.
Giovanni fa il camionista. Un mestiere difficile, pericoloso e che richiede infinito sacrificio ed adattabilità ad ogni condizione. Impegna tanto, anche di testa. I continui spostamenti da un posto all'altro, fanno si che anche il baricentro della personalità subisca danni rilevanti. Difficile trovare dei punti fermi: sempre pronti a partire.

Fu nell'area di sosta di Firenze che incontrò Gaetano: un altro camionista come lui, ma del meridione. 48 anni, fisico snello, molto stempiato, tatuato e con orecchini. Napoletano verace, casinaro e sfrontato, gran divoratore di panini farciti all'inverosimile. Lo invitò a prendere un caffè e fecero una lunghissima chiacchierata. Si parlava prevalentemente di mangiare, di quanto cucinassero bene in quella trattoria in Puglia o in quel ristorantino in Emilia. Lunghissima discussione, non impegnativa, ma che servì a fraternizzare. Si scambiarono i numeri di telefono, e tutte le volte che si trovavano contemporaneamente nei dintorni di Firenze, si vedevano per prendere un caffè o mangiare qualcosa insieme.

Il fattaccio scatenante avvenne dopo qualche mese che i due amici si incontravano periodicamente come consuetudine a Firenze. Nel bagno dell'autogrill gli orinatoi erano incellofanati, probabilmente guasti, ed era libero solo uno dei bagni. Gaetano entrando gli disse che se voleva poteva entrare pure lui a pisciare. Si trovarono quindi di fronte uno all'altro a tirarselo fuori.
Accidenti! Gaetano aveva una minchia assolutamente fuori misura: bella, turgida, tutta depilata e dei coglioni grossi come uova. Non aveva mai visto un cazzo così bello e grosso. In realtà gli era capitato solo qualche volta di vedere un cazzo dal vivo: in palestra e qualche volta quello di suo fratello. Ma quello era davvero eccezionale. Non sapeva neppure perché ma lo attraeva particolarmente. Rimase imbambolato a lungo, osservando Gaetano mentre mollava una lunga pisciata.
Lo sguardo di troppo non mancò però di destare l'attenzione di Gaetano, il quale annuì semplicemente col capo, poi fece un sorrisetto e lo guardò negli occhi.
Giovanni in quel momento si sentiva trasparente e non sapeva neppure cosa dire per giustificare questo suo atteggiamento di eccessivo interesse. Non disse nulla e semplicemente si allontanò, tornando sul suo camion.
Non lo aveva neppure salutato, perché davvero si era imbarazzato troppo, per il fatto che Gaetano stava pensando chissà cosa di lui. Poco male, alla fine era una conoscenza da autogrill, molto superficiale. Non lo avrebbe più chiamato e tutto sarebbe finito li.

Arrivò il giorno fatidico in cui con molta probabilità, come consuetudine, Gaetano, come lui, sarebbe passato su Firenze, ma non gli telefonò. Mancavano solo una dozzina di chilometri all'autogrill e sul cellulare gli arrivò un messaggio.

"Ciao, quando arrivi in autogrill digli alla cassa di darti le chiavi della doccia. Ogni tanto gliele chiedo pure io. Si può chiudere solo da dentro e non si può aprire da fuori. Ti busso tre volte. Acqua in bocca, e lavati bene il culo."

La sorpresa per questo messaggio fu enorme. Giovanni era allibito. Gli sembrava una cosa assolutamente fuori di testa, solo a pensarlo. Anche irrispettoso per certi versi. Ma per chi lo aveva preso?
Incredulo, guardava e riguardava quel messaggio. Non sapeva se rispondergli male, con una lunga fila di insulti, o non rispondere ed insultarlo di persona una volta nell'autogrill.
Era furioso.
Man mano la sua rabbia però sbolliva, ed appena ad un chilometro dall'autogrill, alla fine si decise: sarebbe stato al gioco.
Di farsi inculare non se ne parlava minimamente, però a toccarglielo un poco, magari fino a farlo sborrare, tutto sommato si poteva provare.
Anni prima Giovanni aveva fatto un sogno in cui faceva una sega ad un suo amico, e si era addirittura svegliato a minchia dura, tanto da dover andare al bagno a sborrare, prima di schizzare involontariamente sotto le coperte. Quindi un minimo di interesse da parte sua c'era anche per queste cose. Bisognava poi vedere se la realtà non fosse diversa dai sogni, dove molto spesso succedono cose molto al di la delle nostre intenzioni.
Ad ogni modo, Giovanni, come richiesto, si fece trovare li.

Le tre bussate arrivarono mentre stava ancora pensando se lavarsi il culo o meno. Gaetano entrò rapidissimo, sguisciando come un furetto nella tana. Non lo aveva visto nessuno. Si abbassò subito pantaloni e mutande, in meno di due secondi, mettendo in evidenza il suo cazzone con un colpo di bacino in avanti.

"Dai gioia, abbiamo poco tempo. Spogliati tutto ed inizia a succhiarmelo."

Giovanni era inebetito da tanta risolutezza, e dal fatto che Gaetano desse la cosa così tanto per scontata, da neppure sentire la necessità di chiarirla.
Il cazzo però era bello, troppo bello per vederselo togliere dalla vista. Così si tolse tutto, e poi si piegò sulle ginocchia con la sola intenzione di toccaglielo, o a limite di dare qualche leccatina timida.
Macché! Gaetano era così deciso a fargli fare quella cosa li, che lo spinse di forza col viso contro il suo cazzone durissimo.

"Apri la bocca troia!"

L'umiliazione fu enorme. Stare in ginocchio tutto nudo con quel gran cazzone in bocca era una sensazione devastante che quasi annullava il suo status, fino ad allora, di maschio virile. Si sentiva solo un lurido verme, in balia di un porco depravato.
Gaetano non gli risparmiò niente.
Lo insultava pure: succhiacazzi, troia ed altri insulti volgarissimi in napoletano. Anzi sembrava che questa sua sensazione di sentirsi umiliato, a lui lo esaltasse e lo spingesse a continuare con più volgarità ancora, dandogli il cazzo sempre più profondo in bocca.
Altro che sega. Gaetano lo stava letteralmente scopando in bocca, provocandogli anche un senso di soffocamento. E quando non riusciva a farlo scendere infondo, gli diceva di aprire la bocca e gli sputava dentro per lubrificare.
Giovanni aveva gli occhi di fuori ed una forte lacrimazione, violenti conati e la gola in fiamme.

"Ora girati puttanella."

Lo sollevò da un braccio e lo spinse alla parete.

"Adesso viene il bello porcona."

Estrasse dalla tasca quella che gli sembrò la bustina di una crema monodose, di quelle che danno in motel, se la spalmò tutta sul cazzo e poi con fare deciso gliene fece penetrare la restante parte nel buco del culo, infilandogli il dito.
Massaggiò con l'indice solo qualche istante, poi lo estrasse, lo guardò bene per vedere se era sporco, e disse che si poteva fare.
A quel punto glielo appoggiò dietro sul buco del culo e spinse.
Ci volle un bel po' per farlo entrare. Lo fece spostare anche in una posizione più comoda, appoggiato al lavandino.
Poi di colpo il cazzo iniziò a farsi strada, piano piano. Prima solo il cappellone, poi spinse ancora e gli entrò almeno per 10 centimetri dentro. Aveva il cazzo davvero enorme e grosso. Improponibile farlo entrare tutto dentro ad un culetto non abituato, anche perché a metà corsa era ancora più grosso.
Almeno in quella occasione lo scopò in modo moderato, senza andare infondo.
Non gli fece troppo male. Solo un poco.
D'altra parte, non voleva che Giovanni provasse troppo dolore, perché quando questo succede poi per lungo tempo non lo fanno fare più. Invece le intenzioni di Gaetano erano quelle di tenersi questo amichetto dell'autogrill di Firenze per un bel po', e farlo abituare gradualmente ad accogliere il suo cazzone dentro di lui.
Giovanni aveva delle fortissime palpitazioni, ed era tremendamente umiliato da questo che riteneva il più vero ed inequivocabile atto di sottomissione di un maschio ad un altro maschio. Questa sua nuova condizione però, innegabilmente gli piaceva: spinse forte in fuori l'ano e lo lasciò entrare.
Una dozzina di colpi in culo, non di più, moderando la profondità, e Gaetano gli venne dentro spruzzandogli nelle budella una quantità enorme di sborra caldissima. Giovanni sborrò subito dopo, quasi a cazzo moscio, gemendo come una cagnetta in calore, del tutto umiliato e privato della sua natura da maschio, ma con un piacere sottile ed incomprensibile che si sentiva persino nello stomaco.
Provò a far sgocciolare in doccia lo sperma che aveva dentro, ma non fuoriuscì nulla.
Poi Gaetano si ricompose di corsa e senza aspettare che lui si rivestisse, uscì dallo stanzino.

"Ti aspetto al bar. Come lo vuoi il panino?"

Fu tutto come al solito. Solo con una strana sensazione di bruciore al culo ed alla gola. Saluti ed arrivederci, solito posto, solito orario.

Poi, arrivato al casello di Bologna, mentre Giovanni era dovuto scendere dal camion per vedere perché la sbarra non si alzava, sentì come la necessità impellente di espellere aria. Ma non era aria. Ennesima umiliazione della giornata: mutande e pantaloncini fradici di sborra.

Dopo quella esperienza così segnante, sono state molte altre le occasioni di sesso con Gaetano. Dopo quattro o cinque volte, riusciva a farsi scopare bene ed in modo disinvolto. Lo lasciava infilare tutto, anche per lungo tempo a volte.
Di questi giochi, in seguito ne fece pure con altri camionisti. Oramai Giovanni aveva capito che quella cosa gli piaceva e lo appagava, e si trovava a tu per tu con qualcuno di affidabile, non si tirava mai indietro, senza preoccuparsi o colpevolizzarsi minimamente. Viveva ormai felicemente la sua sessualità passiva e sottomessa al maschio, come un fatto normale della sua natura.
Sono state molte altre le esperienze ed i nuovi amici di Giovanni, ma adesso non ho più tempo di scrivere.
Ve li racconterò in seguito, quando me ne parlerà.



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