Racconti Erotici > Gay & Bisex > La femminuccia di Franco Parte 1
Gay & Bisex

La femminuccia di Franco Parte 1


di sissy4daddy
27.07.2021    |    14.063    |    13 9.6
"Senza dire altro, iniziò a palparmi la natiche, strizzandole, afferrandole, allargandole..."
Dopo l'episodio della casa abbandonata, per qualche giorno facemmo finta di niente e non toccammo mai l'argomento, aiutati dal fatto che eravamo sempre in mezzo agli altri ragazzi della combriccola.
Tuttavia ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano e, mentre nel mio era evidente l'imbarazzo, nel suo c'era invece un misto di compiacimento e superiorità.
Mi metteva a disagio: temevo rivelasse agli altri quel che era successo e la cosa mi avrebbe distrutto dalla vergogna.
Dopo una settimana, capitò di andare al mare con i motorini con tutto il gruppo; parcheggiati i mezzi lungo una strada bianca poco lontano mi stavo accodando agli altri verso la spiaggia quando sentii Franco chiamarmi e dire ad alta voce che doveva verificare una cosa sul suo mezzo ed aveva bisogno del mio aiuto.
Io ingenuamente non ci vidi nulla di male e rimasi indietro mentre gli altri andavano a prendere posto; mi avvicinai a Franco e chiesi quale problema ci fosse, ma lui si mise a ridere e mi disse: "non c'è niente che non vada al motorino, ma volevo stare da solo con te".
Il cuore mi saltò in gola, forse perchè già intuivo il seguito: con tono perentorio mi disse: "chissà cosa penserebbero gli altri se dicessi loro cosa ti sei fatta fare alla casa abbandonata l'altro giorno; certo che succhiavi propio bene ed alla fine hai anche goduto con il mio cazzo nel culo".
La mia mente fu presa dal panico: era vero, era tutto vero e se gli altri lo avessero saputo, non avrei avuto più il coraggio di uscire di casa.
Ma insieme a questa consapevolezza, un altro pensiero inaspettato si affacciò nella mia mente: il pensiero di quello che era accaduto mi inquietava, ma mi provocava anche una inspiegabile ed incontenibile eccitazione.
Tutto questo avveniva nella mia mente, mentre Franco continuava a parlare con nonchalance: "credo tu non voglia che questa cosa venga fuori, ed io sono disposto a tenere la bocca chiusa ad una condizione"; io già mi stavo rianimando e dissi senza pensare alle conseguenze: " Cosa? Farò qualsiasi cosa, ma nessuno deve sapere!".
Lui avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò: "sarai la mia schiava: dovrai soddisfare le mie richieste ogni volta che ne avrò voglia e non potrai mai dire di no, a nessuna mia richiesta. Chiaro?".
Ero in suo potere.
Non avevo scelta.
Abbassai la testa e dissi "Si. Chiaro."
Franco sembrò non sentirmi perchè mi chiese di ripeterlo a voce più alta, fino a che non fui costretto ad urlargli: "Si! Lo Farò!".
Lui mi rispose: "bene, brava la mia troietta! Vediamo se hai veramente capito!"; e afferatomi per un polso mi guidò in un canneto lì vicino.
Quando fummo inoltrati abbastanza, mi disse:" inginocchiati e fammi vedere quanto sei brava".
In quell'istante tirò fuori il suo uccello e me lo mise di fronte al viso.
Rimase così, con il suo cazzo eretto di fronte ai miei occhi mentre mi guardava compiaciuto e superbo: "cosa aspetti? Non abbiamo tutto il giorno! Fai il tuo lavoro e succhia.".
Io ubbidii: afferrai il suo membro ed iniziai a segarlo, mentre mi strusciavo la cappella violacea sulle labbra socchiuse.
Franco si mise comodo: gambe leggermente divaricate, mani sui fianchi ed occhi chiusi; un po' per timore ed un po' perchè iniziava a piacermi quel ruolo da sottomesso, iniziai a succhiargli la cappella, prendendo il suo cazzo sempre più a fondo.
Mentre iniziavo a gustare il calore del cazzo pulsante, misto all'odore di sesso che sprigiovava e che mi inebriava, Franco in un moto impovviso afferrò la mia testa ai lati ed iniziò a spingere il cazzo dentro e fuori dalla mia bocca con sempre più forza.
A stento riscii a trattenere dei conati di vomito causati dalla cappella spinta a forza oltre la gola, mentre sentivo le sue palle sbattere con violenza contro il mio mento ed il mio naso affondare nei suoi peli, quando improvvisamente sentii un calore esplodere nel fondo della gola e scendere direttamente nello stomaco: era venuto.
Mi aveva sborrato direttamente in gola.
Continuò a scoparmi la bocca per un altro minuto, ma diminuendo di intenstà, fin a che sfilò il cazzo dalle mie labbra: rivoli di bava, fili di saliva e sborra mi legavano ancora al suo cazzo quando mi accarezzò il viso e mi sussurrò: "Brava! Ecco, così si fa. E questo è solo l'inizio".
Raggiungemmo gli amici in spiaggia ed io non riuscii a non pensare a quello che era appena successo, allo sperma che avevo ancora in gola, all'odore del sesso di Franco,
ma soprattutto non riuscivo a smettere di pensare a cosa voleva dire Franco con la frase "E questo è solo l'inizio!"; mentre mi alambiccavo il cervello in congetture e ipotesi, pian piano si faceva strada dentro me un'eccitazione crescente, la potevo sentire in bocca, in gola, lungo la schiena, fino al basso ventre: col passare delle ore la paura ed il timore si stavano affievolendo, lasciando il posto a voglie e fantasie inconfessabili fino a quel momento: mi ritrovai a fantasticare di essere la schiava sessuale di Franco e l'incoffesabile prova tangibile che l'idea mi allettava era che avevo un'erezione.
Lo volevo.
Volevo essere la sua schiava.
Volevo essere usata da lui.
Dopo un paio di giorni ci ritrovammo a casa di Franco per vedere una partita: i suoi non c'erano e noi potevamo approfittare del salone e degli ampi divani.
Mentre il gruppo era sparso nello stanzone, Franco mi sussurrò "tra 2 minuti vieni in cucina". Poi si alzò e se ne andò.
Brividi di eccitazione mi pervasero il corpo ed il cuore si mise a battere all'impazzata.
Attesi i due minuti e mi diressi verso la cucina, mentre gli altri rimanevano concentrati sull'evento sportivo.
Trovai Franco che prendeva qualcosa dal frigo e lo avvolgeva in un ritaglio di alluminio da cucina; poi, con naturalezza mi chiese di seguirlo al piano di sopra.
Mi spinse nella camera dei suoi genitori; mi denudò dalla cinta in giù e mi fece inginocchiare sul bordo del letto matrimoniale.
Senza dire altro, iniziò a palparmi la natiche, strizzandole, afferrandole, allargandole.
Io lo lasciai fare senza dire nulla.
Poi mi mise un dito in bocca sussurandomi "Succhialo. Insalivalo bene."; io lo assecondai.
Succhiavo avidamente prima uno, poi due dita mentre continuava a palpeggiarmi il culo.
Senza preavviso, con le dita insalivate iniziò ad esplorare il mio buchetto.
Prima piccoli cerchi attorno allo sfintere, poi infilò un dito; prima una falange, poi una seconda, fino ad introdurlo tutto; poi di nuovo fuori e stavolta con due dita: prima solo la punta, poi pian piano tutte e due fino in fondo.
Finalmente tirò fuori l'involucro di alluminio: nascondeva un cubetto di burro!
Ne prese un pò e lo spinse pian piano dentro al mio buco che si stava allargando.
Poi mi chiese: " Chiedimi di scoparti il culo. Devi implorarmi di scoparti, lo so che lo desideri".
Ed io, con voce rotta dall'eccitazione e dall'imbarazzo glie lo dissi: " Ti prego, scopami il culo. Ti supplico scopami!".
Non se lo fece ripetere: subito fu in piedi dietro di me e sentii la sua calda cappella appoggiarsi tra le mie natiche; con le mani allargò le chiappe ed il cazzo trovò da solo il culo aperto e voglioso.
Non perse tempo: con una spinta lenta ma costante, fece entrare dapprima il grosso glande, poi pian piano tutta l'asta, fino a che io non sentii le sue palle toccare con le mie.
Si fermò li, così, immobile.
Un minuto.
Ad assaporare il calore del mio ventre; poi iniziò a scoparmi: movimenti dapprima lenti, ma con affondi profondi: potevo sentire scorrere dentro di me tutto il suo cazzo dalla punta della cappella fino alla radice del pene.
Improvvisamnete Franco si fermò e con poco più di un sussurro mi disse: "voglio che ti scopi da sola".
Così lui rimase fermo ed io iniziani a muovermi spingendo il mio corpo verso di lui, cercando il suo cazzo.
Fui preso da una furia incontrollabile: spingevo il mio culo contro il suo cazzo con forza e frequenza crescente, potevo sentire le mie chiappe sbattere rumorosamente contro il suo corpo, mentre il mio cazzetto veniva sbattuto avanti ed indietro ad ogni colpo.
Mi accosi che nel silenzio della stanza si sentivano dei mugolii di piacere: erano i miei.
Mi stavo inculando da solo e stavo godendo nel farlo.
Franco stava riuscendo nel suo intento di farmi diventare la sua troia vogliosa di cazzo.
Dopo aver dato dimostrazione di quanto fossi diventato voglioso di cazzo, Franco mi fermò: sfilò il suo membro e mi fece distendere sulla schiena.
"Ora ti prenderò come una ragazza che fa l'amore col suo moroso"; dicendo questo, mi divaricò le gambe e si distese su di me in una delle più classiche missionarie.
Il suo cazzo trovò facilmente la mia fichetta ormai larga ed iniziò a scoparmi in modo lento e profondo.
Mentre sentivo tutto il suo cazzo dentro di me, la mia eccitazione cresceva senza fine: avere il peso del suo corpo sopra, insieme alle gambe divaricate ed aperte ad accoglierlo mi faceva sentire completamente in suo potere; istintivamente allargai più che potei le gambe e glie le intrecciai attorno al corpo come un sensuale abbraccio e contemporaneamente, con la sua faccia sopra la mia, ebbi l'istinto di baciarlo.
Lui ricambiò il bacio e mi infilò la lingua in gola.
Io ero in estasi: completamente abbandonato a lui, con il suo cazzo spinto fino in fondo, le sue mani che tenevano ferme le mie sopra la mia testa e la sua lingua fin quasi in gola, mentre il peso del suo corpo mi toglieva il fiato.
Fu un attimo: una specie di scossa partii dal mio fondoschiena per irradiarsi a tutto il bassoventre ed il mio cazzetto semiturgido stretto tra i nostri corpi iniziò a zampillare sborra senza che nessuno lo avesse degnato di una carezza.
Franco si accorse che stavo godendo e prontamente si tirò su ed iniziò a stantuffarmi con forza: prese le mie gambe e le distese fin sopra le sue spalle mentre continuava a martellarmi a fondo.
Dio in questa posizione sentivo il suo cazzo arrivarmi allo stomaco!!
La cosa strabiliante fu che il mio orgasmo non si esaurì immediatamente (come quando mi masturbavo), anzi, sembrava non avere mai fine!
Fino a che avvertii il suo cazzo diventare sempre più duro ed il suo corpo irrigidirsi sempre più fino a che non sentii fiotti di sperma riversarsi dentro di me.
Franco sborrò copiosamente e rumorosamente: depositò il suo caldo seme nel punto più profondo del mio culo, spingendo dentro quasi anche le palle e si abbandonò su di me.
Rimanemmo così: io con le gambe larghe con il suo membro che iniziava a scivolare fuori mentre ingordamente succhiavo la lingua di Franco.
Lui si riprese subito: si tirò su e, sfilato il cazzo dal mio culo ormai aperto, raccolse tutti i liquidi ed umori che fuoriuscivano dal mio corpo e me li fece colare in bocca sussurrando: "ingoia tutto, non devi sprecare nulla".
Ed io non sprecai nulla: leccai avidamnete tutto quello che la sua mano mi dava e, pulita a dovere, iniziai a raccolgiere con le mie mani il resto ed a portarmelo in bocca.
Dopo 5 minuti eravamo di nuovo nel salone a vedere il secondo tempo della partita insieme a tutti gli altri.
Segue.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La femminuccia di Franco Parte 1:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni