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Marco il succhiacazzi


di gio56
26.05.2021    |    2.741    |    2 9.7
"Che cazzo fai, gli grido, un po’ per la sorpresa, un po' per la paura che qualcuno ci vedesse… e lui allora rialza la testa e si scusa “ho una voglia che..."


Ormai con Marco ci incontravamo anche 3 o 4 volte al mese, lui era disoccupato e non aveva quindi impegni di lavoro, se non qualcosina di saltuario che ogni tanto riusciva a procurarsi e quindi era praticamente quasi sempre disponibile. Io avevo appuntamenti di lavoro nella sua zona, mi organizzavo per arrivare almeno con un’ora di anticipo e ci mettevamo d’accordo anche solo il giorno prima per l’orario. Marco era sposato, 40 anni con 2 figli, si metteva in tenuta da jogging e facilmente trovava la scusa di uscire di casa e recarsi sul luogo dove ci davamo l’appuntamento, da li dritti verso la “nostra” pineta dove ormai avevamo una certa familiarità. Arrivati sul posto , scendiamo dall’auto e ci appartiamo nell’ormai solito posto. Dopo alcuni incontri, Marco si era un pochino lanciato nell’arte del pompino e addirittura era arrivato a farmi venire in bocca. Aveva finalmente vinto la sua paura di prenderci gusto, ma ancora non era arrivato ad ingoiare. Ogni volta che ci incontravamo, aveva sempre voglia di farmi vedere il culo sempre “coperto" da qualche minuscolo tanga che metteva in risalto le sue belle chiappe. Il suo culo era bello, liscio, glabro naturale ed era vergine! Amava farmi simulare la penetrazione, appoggiando la cappella sul suo buco e giocandoci intorno ma come eravamo d’accordo, rispettavo la sua richiesta di non entrare perché non era pronto a questo ed in fondo a me piaceva molto più farmelo succhiare. Marco adorava il cazzo, adorava il mio cazzo che quando lo aveva tra le mani se lo gustava con gioia, si massaggiava il viso, se lo ingoiava fino alle palle e lo leccava e lo succhiava avidamente fino a farmi sborrare a fiumi. Ogni volta era sempre più bravo, aveva la capacità di farmi diventare il cazzo grosso, pulsante e durissimo. Ormai era per me un abitudine, Marco il succhiacazzo, la troia, come mi chiedeva di appellarlo che mi faceva godere con la bocca…
Oggi non è andata come al solito, già da quando è salito in auto era diverso dal solito, era eccitatissimo, tant’è che neanche siamo partiti che mi mette la sua mano sinistra sulla patta ed inizia a massaggiarlo procurando già l’eccitazione che mi rende difficile la guida per quei pochi chilometri che ci separano dalla pineta.
Mmmmm, TROIA, che c’è oggi? Hai tanta voglia di cazzo che non puoi aspettare?
Siiiiii, mi fa guardando fisso sulla patta e poi si tuffa su con la faccia e inizia a strofinarcisi sopra...
Che cazzo fai, gli grido, un po’ per la sorpresa, un po' per la paura che qualcuno ci vedesse… e lui allora rialza la testa e si scusa “ho una voglia che non puoi capire". Cazzo, mi sa che stai per diventare cazzodipendente, finirà che non ti basta più il mio, gli dico.
Nella pineta Marco dà il meglio di se, ingoia il mio cazzo fino alle palle, sento la cappella che entra in gola, mi sembra di stare in fica, la sensazione è quella, ha un conato ma resiste, inizia a succhiare e nel contempo scorre con la lingua gran pezzi d’asta, cazzo, penso, oggi sta dando il meglio del suo essere succhiacazzi esperto, tanto è che pochi minuti e gli riempio la bocca di calda ed abbondante sborra… Non se l’aspettava Marco, di solito doveva lavorare di più per farmi godere e quindi non ce la fa a non ingoiarne una buona dose.
Wow, che cazzo ti è successo oggi? Mi hai fatto godere come mai le altre volte...
Marco mi guarda, tutto rosso in viso, sputa un bel po’ di sborra che aveva ancora in bocca, tossisce un pochino e mi dice che aveva immaginato di poterlo avere nel culo oggi ed il solo pensiero lo stava eccitando tantissimo. Lo guardo dispiaciuto, gli chiedo perché non mi hai detto di questa voglia, magari ci saremmo potuti organizzare, anche se lo sai, ho difficoltà ad immaginare che si possa scopare in queste condizioni, bisogna trovare un posto tranquillo, non dico con un letto ma almeno un rubinetto per potersi lavare.
Mi guarda negli occhi, mi mette la mano sul cazzo che avevo ancora fuori, si abbassa e mi dice, guardando ora lui: ho un’idea… e se lo rinfila in bocca e se lo succhia avidamente come se non avesse fatto nulla fin quel momento.

La storia, è evidente, continua e vi ragguagliero' con un prossimo racconto…

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