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Una famiglia da osservare


di Raffaele1998
22.03.2023    |    9.775    |    0 9.7
"La mia infanzia fu abbastanza tranquilla, oserei dire felice, la casa dove abitiamo ancora oggi, ci permette di avere ognuno i propri spazi..."
Le candeline dei miei vent'anni illuminavano la penombra creata appositamente per l'occasione, mentre mia madre e mia nonna abbracciate, biascicavano il tipico "Tanti auguri a te" e poco distante, sul divano, mia sorella e mio padre cercavano di seguire il coro.

Da lì a breve la dose di droga che avevo messo nei loro bicchieri avrebbe fatto effetto, avevo calcolcato bene i tempi, come avrei spento quelle maledette candeline, lo scenario che mi si sarebbe rivelato, sicuramente sarebbe stato il mio regalo più gradito.

Per spiegare bene l'istantea che vi sto per raccontare, dobbiamo tornare indietro nel tempo, precisamente all'Estate del 1985, quando in una piccola isola francese, la quindicenne Camille, mia nonna, diede allla luce Corinne, mia madre, frutto di un'amore proibito di mia nonna.

Lo scandalo nel piccolo paesino costrinse la famiglia di Camille a farle lasciare la sua città di nascita, mandando madre e figlia, da alcuni parenti a Marsiglia, dove mia nonna continuò gli studi, fino a laurearsi in Psicologia a Parigi.

Ma il frutto non cade mai lontano dall'albero e mentre la trentenne Camille iniziava il lungo percorso per diventare psicologa, la quindicenne Camille conobbe il ventenne Maurizio, che un anno dopo le regalò mia sorella Irene.

Mio padre lavorava nell'azienda di famiglia, così tutta l'allegra brigata si trasferì a Napoli, i miei genitori si sposarono dopo due anni dalla prima figlia, nacqui io, Raffaele.

La mia infanzia fu abbastanza tranquilla, oserei dire felice, la casa dove abitiamo ancora oggi, ci permette di avere ognuno i propri spazi.

Dall'esterno sembravamo la classica famiglia del Mulino Bianco, belli, felici, affiatati, educati, con il passar del tempo e l'esperienza, ho capito che a giudicare l'esterno si ha solo la visione monocolare delle situazioni.

Perchè una volta a casa, una volta che le mura domestiche nascondono discrete i propri segreti, sicuramente il giudizio cambierebbe radicalmente. La prima volta che provai qualcosa di anomalo fra le mie gambe, avevo nove anni.

Come ogni venerdì sera i miei genitori erano a cena fuori, lasciando Irene e me a casa con mia nonna. Il venerdì era la serata del bagnetto.

Camille per non perdere tempo, dopo aver preparato accuratamente la vasca da bagno, ci faceva spogliare e ci immergeva entrambi nella vasca. Non avevo nessun concetto di malizia, per me era tutto normale.

Ci iniziò a lavare, velocemente, quando il tubo della doccetta si ruppe, bagnandole completamente la maglietta che aveva addosso.

L'avevo vista nuda milioni di volte, ma quelle trasparenze su quel seno così perfetto e sodo, così esageratamente arrapante, mi fece avere la mia prima erezione, lì in quella vasca, fra mille bolle di sapone.

Mia nonna mentre cercava di asciugarsi lo notò subito ed esclamò divertita:

-Ma il nipotino sta crescendo...- e iniziò a ridere, per emulazione rise anche mi sorella, mentre diventavo di mille colori e cercavo di nascondere quella cosa che non capivo, ma che mi faceva stare bene.

E lì terminò la mia innocenza e scattò in me una morbosa curiosità su quello che accade fra "adulti".

Stuzzicavo spesso Irene, più grande di me, chiedendole qualche bacio o di poterla toccara, erano i miei primi esperimenti con l'altro sesso, impacciati, banali, provo tenerezza a ricordarli.

Sopratutto per il fatto che mia sorella mia dava sempre picche e che quindi dovevo ripiegare sui video che trovavo su internet. E quello sì che era davvero un mondo da esplorare!

Ma ne volevo sempre di più, non mi bastava più perdere ore a guardare film o video su internet.

Sviluppai una certa attenzione su quello che capitava in casa, le camere dei miei genitori e di mia nonna erano sempre chiuse, ma sapevo che le finestre, che affacciavano sul balcone, erano sempre aperte e senza tende.

Fu così che finalmente iniziò la mia vita da voyeur, avevo precisamente tredici anni sei mesi e due giorni. Ma credo che ne avrei potuti avere anche di più la cosa fu scioccante lo stesso la prima volta che decisi di spiare i miei genitori.

Era estate, Irene era dai miei zii, non riuscivo a prendere sonno, così andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Dalla camera dei miei sentivo dei suoni e dei sospiri, che grazie all'esperienza fatta con internet, avevo imparato a conoscere bene.

Senza far rumore aprì lentamente la finestra che dava sul balcone e con il favor della notte mi avvicinai alla finestra dei miei, che era completamente aperta per il caldo e da cui provenivano finalmente dei suoni nitidi.

-Si..uhmm..sii..ma quanto siete brave cazzo!- mi affacciai cercando di non essere visto ma alla visione che mi parò davanti..ehmm...venni!All'istante!

Mio padre completamente nudo era legato al letto con delle funi che gli stringevano le braccia, mia madre e mia nonna si dedicavano al suo cazzo e al suo culo, alternando slinguazzate fra loro due.

-Ahhhhhh....- si materializzò un urlo soffocato nella stanza che suscitò di nuovo la mia curiosità.

Mi affacciai di nuovo lentamente, mia nonna era su mio padre, saltando sul suo cazzo con un ritmo veloce, mentre mia madre era seduta sulla bocca di mio padre, strusciandosi sul suo viso. Inutile divervelo, ero troppo giovane e non controllavo i miei istinti.

Venni di nuovo!!!

Non mi era mai capitata una cosa simile prima di quel momento, anzi quando giocavo da solo ci mettevo quasi venti minuti per godere.

Frastornato e scosso tornai in camera mia, ovviamente notte insonne, nella mente continuavano a girare l'immagine dei miei parenti ammucchiati nel caldo di quella che mai avrei immaginato sarebbe stata l'Estate più calda della mia vita...
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