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LO STRANO GIOCO


di Neottolemo
09.05.2019    |    12.337    |    4 9.0
"Le alzai la gonna e con la mano destra iniziai a masturbarla, tanto che, abbastanza a sorpresa, Rachele tra mugulii e fremiti, venne sul sedile della..."
(racconto che viaggia tra fantasia e realtà)
Nel mio peregrinare fra situazioni particolari capita spesso di trovare coppie o donne che vorrebbero provare piaceri per loro inconfessbili. Questo è il racconto di una di quelle occasioni.
Da tempo chattavo nel messager di facebook con Rachele. Ci aveva messi in contatto il marito Giorgio, all’insaputa di lei, che voleva sapere se la moglie potesse condividere il suo desiderio di allargare il circolo dei loro piaceri.
In particolare il desiderio di Giorgio era quello di vedere la moglie posseduta con estrema decisione da un altro uomo sotto i suoi occhi.
Il contatto facebook non era un’idea strampalata dato che Giorgio, pochi giorni prima, quando Rachele aveva incautamete lasciato il cellulare sul tavolo della cucina per andare in bagno, aveva approfittato per spiarne il contenuto ed aveva scoperto che la moglie si era creata un profilo fake e chattava di argomenti sessuali con molti uomini.
Dalla breve lettura delle chat Giorgio aveva capito che Rachele non si era spinta oltre quel gioco virtuale, ma le fantasie che ricercava erano proprio quelle di sesso molto forte con più uomini.
A nesuno degli amici virtuali aveva rivelato di essere sposata o dato indizi sulla propria vita, ma ad un paio aveva inviato delle foto esplicite mentre piegata si riprendeva il culo allo specchio, ed in un'altra allargava le cosce e mostrava il taglio della figa.
La reazione di Giorgio era stata molto dura. All’inizio non accettava quel passatempo della moglie, e pur non rivelando cosa aveva scoperto la sua ostilità si era trasformata in freddezza, ma con il passare del tempo il pensiero della moglie posseduta brutalmente da altri uomini si era insinuato in lui come un virus che consuma il pensiero, e spesso si ritrovava a masturbarsi pensando a rachele legata e scopata in ogni suo orifizio da vari sconosciuti.
Fu li che Giorgio mi contattò. Aveva visto il mio annuncio su un portale di incontri ed era stato attirto da una foto dei una mia esperienza dove na sweet mi leccava con piacere il culo.
Dopo un contatto su quel portale ci scambiammo quello skype e, dopo una prima conoscenza, Giorgio mi espose il piano per coinvolgere la moglie Rachele.
Giorgio, infatti, mi avrebbe lasciato il contatto del profilo Fake della moglie su facebook in modo che io potessi corteggiarla, intrigarla e spingerla oltre i limiti che si era imposta.
Mi misi subito allì’opera e contatai Rachele. Con un sapiente mix di complimenti e di allusioni, sempre senza esagerare, rieuscii a intrigarla. Le descrivevo cosa le avrei fatto e incudevo in tali racconti alcune immagini di miei incontri, in modo che rachele si immedesimasse nelle sweet che avevo conosciuto nel corso delle mie esperienze.
Era particolarmente affascinate dalle situazioni più dure, ed in particolare dove vi fossero più uomini.
Dopo un mese dall’inizio della nostra conoscenza, Rachele mi contattava continuamente e la notte, mentre Giorgio si intratteneva a guardare la TV per darle spazio dietro mio suggerimento, lei si ritirava in camera ed intrattenevamo lunghe chat dove a volte Rachele si bagnava talmente che doveva scappare in bagno ad asciugare la sua voglia prima che il marito andasse a letto e la scoprisse.
Una mattina mentre ero al lavoro Rachele mi contattò nel messanger di facebook ed accesa la telecamera, spalancò le gambe lasciandosi guidare sapientemente in una folle masturbazione. Le feci aprire le cosce fradicie e scendere con la mano lungo il taglio della figa. Le dita indugiavano sul clitoride oramai gonfio e tirato, quando con lì’altra mano si infilò due dita nella vulva fremente e iniziò a penetrarsi in un doppio movimento. Il microfono della cam impazziva dei suoi mugulii e fortunatamente ero chiusi nel mio ufficio con le cuffie. La mandai in bagno a prendere lo spazzolino elettrico e la feci penetrare con quello e Rachele venne spruzzando la propria voglia ovunque. La cuda fantasia di Rachele esigeva per godere appieno della piena dominazione e quindi, non potendo alzare la voce, le digitavo..”dai troia fammi vedere come godi..apri le cosce e prendi per bene come fosse il mio cazzo”.
La feci girare e le ordinai di infilarsi lo spazzolino elettrico nel culo. Pensavo che Rachele si opponesse ma inumidito nella figa ancora bagnata l’atretto, iniziò ad infilarlo nelle natiche che trovai alquanto dilatate tanto che lo spazzolino affondò tranquillamente nel culo. Mi sembrava chiaro che Rachele non era a digiuno e da sola, si era più volte inculata godendo delle sue fantasie. Rachele venne novamente con lo spazzolino che le vibrava in culo e le dita che le avvolgevano il clitoride e io mi godei la scena con il cazzo che esplodeva nei pantaloni, tanto che lo dovetti liberarlo soto la scrivania da quanto mi pressava contro la cucitura.
Dopo quella chat iniziai a proprore a Rachele un incontro.
Non lo aveva mai fatto e pur essendo molto esplicita nelle chat passare dal virtuale al reale era una cosa che un poco la intimidiva.
Chiaramente tenevo informato Giorgio e anche se non avevo potuto registrare la botlente cam di Rachele, gli inviavo lo screenshot delle chat più estreme dove la moglie sognava di essere la troia di più uomini e scopata senza alcuna remissione.
Dopo un altro mese di chat dove Rachele si spingeva sempre più in fantasie sfenatate ed inviava immagini sempre più calde, fra cui alcune dai bagni di un ristorante mentre era a cena con Giorgio ed amici, finalmente accettò di vederci una sera per bere un caffè.
Dissi a Giorgio di inventarsi qualcosa, una partita a calcetto per esempio, in modo da lasciare libera la moglie di prepararsi senza averlo attorno, e diedi a Rachele precise istruzioni su come vestirsi. Una gonna corta ed un maglioncino senza intimo, scarpe con tacco alto un soprabito.
Le diedi appuntamento in un bar del centro per rassicurarla e ci vedemmo proprio in piazza Vittoria a Brescia, dove vi era un comodo pacheggio sotterraneo.
Arrivai per primo e l’attesi al tavolino del bar. Lei sopraggiunse ed era vestita secondo le mie indicazioni.
Ci presentammo anche dal vivo dopo che ci eravamo visti molte volte in cam ed era orami molti mesi che chattavamo.
Rachee era imbarazzata, era la sua prima volta e quindi non sapeva bene come comportarsi ma io la misi subito a suo agio riempiendola di complimenti. Devo dire che era una donna a cui la cam non rendeva giustizia, dal vivo era ancora meglio. Il corpo sinuoso, seppur non molto alta, aveva gambe lunghe e affusolate e il viso incastonato in un caschetto nero che la rendeva ancor più sensuale, il rosseto rosso sottolineava le labbra seducenti e vibranti ed il suo imbarazzo mi procurava la giusta scarica di adrenalina.
Dopo e prime frasi di rito ci addentrammo ben presto nel discorso sesso. Rachele mi confidò che da sempre aveva avuto queste pulsioni ma le aveva dovute reprimere perché il marito era abbastanbza scontato a letto e molto geloso. Le poche volte che si era vestita in modo sensuale e provocante aveva dovuto subire la sua dura reprimenda e ciò aveva spento in lei ogni desiderio di coinvolgerlo nelle sue pulsioni, trasferendo alla sua identità segreta i suoi desideri più intimi e come lei disse porci.
L’aperitivo alcoolico inizava ad avere effetto, e Rachele si slacciò il primo bottone dell’impermeabile e si alzò per andare alla toilette.
Poco dopo la seguii ed entrai nel bagno che aveva un disimpegno comune.
Quando apri la porta la spinsi dentro il bagno delle donne, chiusi a chiave ed iniziai a baciarla. La mia bocca fluttuava su tutto il collo e le dita incrociavano le labbra umide di Rachele che iniziò ben presto ad ansimare per l’eccitazione.
Le sollevai il maglioncio e le presi in bocca il capezzolo sudato,dato che secondo i miei desideri non aveva indossato l’intimo. Due dita le riempivano la bocca e Rachele le succhiava avidamente simulando un gorioso pompino.
Il cazzo diventava sempre più duro ed a fatica era contenuto nei pantaloni, mentre con la bocca continuavo a gustare i capezzoli passando dal destro al sinitro.
Scesi ancora con la bocca e mi portai all’altezza del pube.
Le alzai la gonna e da brava troia Rachele non aveva indossato le mutandine, mi buttai a capofitto sulla figa fradicia incorniciata da un leggero vello di peli pubici impregnati dell’odore di sperma femminile.
Non attesi neppure un secondo e la mia lingua iniziò a frugare il clitoride e penetrare in profondità nella figa di Rachele la quale godeva immensamente muovendo le anche dentro di me.
Il tutto non durò più di 5 minuti, dato che non potevamo occupare il bano in eternità, ma per insinuarle il desiderio di continuare sfoderai il mio grosso cazzo e piegata con le mani appoggiate sul lavandino la penetrai con forza.
Rachele emise un sussulto quando il pene le riempi la vulva oramai fradicia. La tenni rudemente per le anche e le diedi quattrosferzate decise. Le gambe le si piegarono e se avessi continuato avrebbe raggiunto sicuramente un intenso orgasmo ma due colpetti alla porta ci obbligarono a ricomporci ed a lasciare immediatamente la toilette.
Nel pieno iimbarazzo di rachele uscimmo nell’antibagno dove un’anziana signora ci diede un’occhiata piena di rimroveo ma anche di invidia.
Pagai il conto mentre oramai si erano fatte le nove di sera ed uscimmo dal bar.
Rachele era orami al colmo dell’eccitazione e abbandonati tutti i pudori, mi baciò appassionatamente.
La lingua umida si contorse con la mia che sapeva ancora della sua voglia e la commistione dei piaceri la fece impazzire.
Lasciò la sua macchina nel parcheggio sotterraneo di Piazza vittoria e salì msulla mia.
Uscimmo dal parcheggio e mentre guidavo la sua mano cercava il mio cazzo che a malapena veniva contenuto nella patta.
Le alzai la gonna e con la mano destra iniziai a masturbarla, tanto che, abbastanza a sorpresa, Rachele tra mugulii e fremiti, venne sul sedile della macchina lasciando un alone di voglia sia sulla sua gonna che sul sedile.
L’abitacolo era invaso dall’odore del suo orgasmo e, con la gonna sollevata fino alle anche, Rachele stava con la figa in bella mostra noncurante delle persone che ci si affiancavano quando per ragioni di traffico dovevo rallentare.
D’altro canto era quella la sua fantasia, essere esibita ed usata come una troia.
Nelle varie chat mi aveva confidato che sin da ragazza si eccitava immensamente quando i ragazzi le dicevano troia e puttana, fingendo di arrabiarsi per poi, nel segreto della sua cameretta, masturbarsi ricordando il suono di quelle parole.
Procedevamo verso la periferia di Bescia, Rachele orami in preda all piacere si lasciava condurre dimenticandosi di tutto e godendosi la sua notte da puttana.
Doèpo circa venti minuti di auto accostai in un grosso parcheggio, dove vi erano molti camion parcheggiati.
“vuoi fare la troia e la puttana…ora vediamo quanto lo sei” le dissi senza mezzi termini.
“Ma che ai in mente. Abbiamo gioato ma ora volgio il tuo cazzo portami a casa tua”.
“il gioco continua. nOn avevi dei desideri..ora vediamo di soddisfarli”.
La condussi fuori dalla macchina verso i TIR che stavano parcheggiati.
Un piccolo gruppo di camionisti stava fumando una sigaretta parlando dei loro percorsi e della girnata lavorativa.
Non era insolito che coppie esibizioniste si recassero in quel parcheggio per dare un’po’ di spettacolo e quindi non erano stupiti dal vedermi avanzare con Rachelr.
Erano in tutto cinque, due italianio un rumeno e due magrebini.
Parlavano tuti perfettamente l’italiano e lasciata indietro di pochi metri Rachele mi avvicinai a loro e dissi “Qui c’è una troia che ha bisogno di una bella scopata. Unica regola il preservativo! Per il resto fatele ciò che volete. Se vi sono problemi so io come farvi ragionare...”.
Distribuii due preservativi a testa e andai a prendere Rachele metendola in mezzo a loro.
“ecco ciò che volevi. Ora troia fammi vedere!!”
Dopo quell’ordine perentorio i camionisti le si avvicinarono e la misero i mezzo.
Senza mezzi termini e con accenti mescolati iniziarono ad insultarla.
“forza troia facci vedere!!” “dai cagna ora ti riempiamo!!”
La misero in mezzo ed iniziarono a palparla senza alcuna raffinatezza. Le alzarono ben presto la gonna e le tolsero il soprabito ed il maglione buttandoli a terra poco distante.
Rachele er aintimidita ma anche eccitata. Il suo desiderio di essere usata come una cagna si stava avverando e nonostante le sue flebili rimostranze la figa colava umori dando segno inequivocabile dell’eccitazione che la stava avvampando.
I camionisti tiranofuori il cazzo e devo dire che il mio è grosso ma anche fra loro ve ne erano un paio con delle misure importanti.
Rachele si accasciò quasi dovesse urinare mentre il primo le mise il cazzo n bocca mentre altri due le fecero d’appiglio con i loro membri duri.
Rachele smanettava due camionisti e succhiava avidamente il terzo mentre gli altri due le palpavano la figa e le sbattevano il cazzo sulle guance.
Era una scena molto forte, i camionisti si davano il cambio, frugando avidamente nella figa di Rachele con le loro grosse dita mentre lei li spompinava a turno riempiendosi la bocca e scendendo per quanto possibile lungo le aste.
Senza alcun ritegno quando abandonava un cazzo il più intraprendente di loro le aveva sputato in bocca, e visto che Rachele gradiva il trattamento, tutti avevano cominciato a colpirla in faccia con il membro duro e a colmarle la bocca con la loro saliva.
Giorgio ammirava tutta la scena da dietro uno degli autoarticolati.
Chiaramente la partita a calcetto che si era inventato era una scusa ed io lo avevo notiziato via cellulare di tutti i nostri spostamenti.
Gli avevo inviato la posizione del parcheggio dove mi ero recato con Rachele e,aveva parcheggiato nascosto dalla nostra vettura. Quando eravamo scesi dalla macchhina ci aveva seguito ed ora, dalla sua posizione guardava la moglie che spompinava i camionisti con un misto di rabbia e di eccitazione.
Giorgio, infatti, vedeva la moglie nel suo desiderio di essere puttana e ciò gli creava inquietudine ma maggiore era l’eccitazione tanto da trovarsi con il cazzo in mano a masturbrsi mentre i bruti sputavano in gola alla moglie.
Lo vidi che si masturbava ed allora volli spostare ancora più in alto la depravazione.
Feci appoggiare con le mani i camionisti lungo il cassone con i pantaloni abbassati mentre prendevo Rachele per mano e la conducevo da un culo all’altro. Rachele leccava avidamente il buco del culo di quegli uomini sudati dopo una lunga giornata di lavoro, e non mancava di curare anche lo scroto peloso scendendo con la lingua dal coccige fino ai coglioni.
Buttai un occhio a Giorgio il quale aveva già sborato vedendo la moglie in quel modo, ma il cazzo gli rimaneva marmoreo pregustando il proseguio dela scena.
Dopo quel trttamento i camionisti presero nuovamente Rachele ed iniziarono ad impalarla sui loro cazzi duri, coperti dal preservativo.
Il primo si stese a terra su un pleid improvvisato e Rachele gli montò sopra. Non fece fatica a farsi penetrare dal cazzo del camionista dato che la sua figa erano ore che era un fuoco. Intanto continuava a spompinare e a prendere insulti. “Troia , cagna da cazzo, puttana da marciapiede”
I camionisti le davano chi il cazzo chi il culo da leccare a seconda della preferenza mentre quello a terra strette nelle sue mani le anche la sbatteva con colpi duri e profondi.
Un secondo camionista le abbasso la schiena e senza tante premesse o preparazioni le riemì il culo.
Fortunatamente era meno dotato del primo ed il culo di Rachele, abituato dall’esercizio lo accolse immediatamente.
Godeva come un avera troia. Non riusciva più a succhiare il cazzo degli altri da tanto che ansimava presa dai colpi rudi e brutali dei due uomini che la impalavano senza alcun rispetto.
Il camionista che la inculava avenne con due grugniti riempiendo il preservativo di sperma e lasciò il posto ad il rumeno molto più dotato di lui che allargò co violenza il buco del culo di Rachele.
L’enorme mazza del rumeno fu il colpo finale. Rchele esplose in un orgasmo bagnato che diluviò sul cazzo del camionista che da tempo le pompava la figa.
I suoi umori inndarono la ppancia dell’uomo mentre gli altri teew le struizzavano le tette e le davano il cazzo in bocca.
Noncuranti dello stemo di Rachele il rumeno continuava ad incularla e lei come un avera cagna prendeva il cazzo senza alcuna remissione.
L’uomo sotto di lei sborrò nell sua figa colmando il preservativo ed allor ail rumeno tenendole sempre il cazzo benpiantato in culo la sollevò di peso ed iniziò con un compagno a darle una doppia in piedi mentr eil terzo che non aveva ancora sborrato la baciava in un miscuglio di lingue e saliva.
Le diedero una doppia in piedi mentre i buchi di Rachele orami squarciati dal duro trattamento grondavano continuamente.
Il camionista ella figa sborrò anche lui lasciando il posto al terzo mentr eil rumeno le lavorava continuamente il culo.
Si diedero il cambio ed il culo passò il cazzo più grosso dei cinque. L’orifizio era orami spanato e la vulva tutta un unione di violento piacere e dolore dal’uso brutale fatto dai cinque uomini,
rachele veniva orami in continuazione ed il rumeno rimepì il suo preservativo svuotandosi i coglioni nella figa di Rachele.
L’ultimo uomo continuava a dincularla con violenza mentre la teneva sollevata tanto che Rachele tra un orgasmo e l’altro, liberò una copiosa pisciata che zampillò sul selciato scossa dai colpi violenti del grosso cazzo che la facevano sobbalzare.
Venen ache il quinto rimpiendo copiosamente l’anticoncezionale e liberando Rachele dalla sua presa.
I cinque uomini stanchi tornarono ai loro camion mente Rachele esausta giaceva sul pleid.
La feci inginocchiare e presi i preservativi colmi che svuotai sul suo viso in modo da non farle aprire gli occhi.
Chiamai Giorgio e feci aprire la bocca a Rachele che nel pieno silenzio e con il viso colmo dello sperma di cinque uomini, spompino duramente il marito finche egli non le rimpi la bocca con il poco sperma rimasto nei suoi coglioni.
Finito anche questo trattamento diendi dei fazzoletti a rachele per ripulirsi ed appena aprì gli occhi vide il marito e subito fu presa da inquietudine.
Giorgio la tranquillizzò e una volta ricmposta la avvolse nel pleid raccolse i vestiti e la portò alla sua auto.
Tirnò verso di me per salutarmi ed assicurarsi i mio più assoluto riserbo sull’accaduto.
Nei giorni successivi non sentii più Rachele e il profilo fake era sparito ma dopo un mese vidi sul portale in cui avevo conosciuto giorgio un annucio di una coppia cuck e slave e li riconobbi. Ci svcambiammo qualche messaggio e da li la nostra amicizia porca ricominciò con pieno godimento.

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