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Punita e desiderata


di Sinners_Mi
03.05.2024    |    1.458    |    5 9.7
"Ma forse è più la paura di averlo perso, di poterlo perdere o di non essere l'unica che veramente vuole, che mi fa sentire così..."
Non uno status, mai i suoi pensieri.
Fin dal primo giorno ero stata rapita da quella connessione mentale e fisica che mi faceva sentire donna, desiderata, libera e allo stesso tempo sua.
Non lo sentivo da settimane dopo quel nostro litigio, fingevo di non soffrire ma il dubbio di non essere l'unica che si voleva scopare e che qualcun'altra occupasse i suoi pensieri e eccitasse i suoi istinti mi mandava fuori di testa.
Io non avrei condiviso nulla di quel nostro mondo se non solo e soltanto con lui, di questo ne ero sicura.
"Scendi Bianca, sono sotto casa tua, gonna, tacchi e non indossare l'intimo. E soprattutto non farmi domande", leggo sul display del mio cellulare, riconoscendo lo squillo che mi avvisa di un suo messaggio.
Con il cuore in gola mi affaccio alla finestra, vorrei dirgli di andarsene, ma lui è veramente qui. Indosso quel vestito rosso di pizzo scollato e cortissimo, sciolgo i capelli, un filo di rossetto e in dieci minuti sono pronta.
Salgo in macchina senza dire una parola, non ho nemmeno il coraggio di guardarlo, ci avviamo lungo la statale per andare non immagino dove. La sua musica jazz preferita di sottofondo segue il ritmo della sua mano che mi accarezza le gambe, facendomele divaricare.
Mi sta accarezzando il clitoride e io lo lascio fare, lo voglio, mi farei scopare su quel sedile, guardo fuori dal finestrino cercando di distrarmi da quella tortura piacevole e tanto desiderata. Lui continua, appoggio la mia mano sulla sua, prendo le sue dita e me le infilo nella figa, con una decisione e con un vigore che ho sognato per settimane.
Mi mette le dita in bocca, e io lecco, bacio, sentire il mio sapore mi fa impazzire, ma lui ritorna tra le mie gambe e io mi lascio andare a un orgasmo devastante seguendo con i miei movimenti i suoi comandi.
All'improvviso accosta, mi accarezza il viso e mi benda, affermando che mi è assolutamente vietato togliermi il foulard dagli occhi. Non ho scelta, in fondo a me piace da morire quando mi ordina di fare qualcosa, essere dominata da lui è una delle cose che mi fa sentire più troia e perversa e già immagino che a breve mi farà sentire così.
Non ho la minima idea di dove mi abbia portato, mi fa scendere e poi appoggiare le mani alla macchina.
"I nostri chiarimenti li faremo più tardi, adesso ti farò godere proprio come una puttana come te merita, io, da parte mia, mi godrò lo spettacolo e poi, ti farò molto male, e non solo fisicamente".
Insieme a lui non temevo alcuna sfida, lo avrei punito anche io, in fondo avevo una voglia pazzesca di cazzo, e non so perché ma vevo compreso quali fossero i suoi progetti.
Sento il rumore di una macchina avvicinarsi, le portiere si chiudono e alcuni passi si avvicinano a me.
Tante mani accarezzano in mio corpo nudo, credo siano almeno in quattro, mi leccano i capezzoli, mi baciano, mi infilano le dita nella figa a turno, mi fanno inginocchiare e si avvicinano con i loro cazzi alle mie labbra.
Ognuno ha un sapore diverso, non posso vedere nulla ma lecco e accolgo nella mia bocca le voglie di quegli sconosciuti che mi chiamano puttana. Sono eccitata come non mai, non tanto per quello che sto facendo ma perché so che il mio lui mi sta guardando e non voglio deluderlo.
Mi ritrovo di nuovo in piedi e uno dei quattro inizia a scoparmi il culo da dietro, poi mi fa adagiare a terra sul corpo di un altro. Mi muovo godendo di quella doppia penetrazione, mi piace farmi sbattere così, anche se nelle mie fantasie il mio lui è sempre partecipe e non solo spettatore.
Intanto gli altri due continuano a scoparmi la bocca a turno incitandomi a non fermarmi e io non ho alcuna intenzione di farlo.
"Dai porca, continua", mi incita lui, "sei fantastica, una puttana fantastica". Adoro quando mi chiama così, da sempre.
Il nostro linguaggio non sempre è verbale, a volte ci parliamo con lo sguardo, ci sfioriamo con una carezza fatta di pensieri, desideri, ricordi, ci preoccupiamo a vicenda l'uno dell'altro nella nostra quotidianità complicata con un semplice messaggio, dove anche un solo un "Buongiorno" vale più di mille parole.
Tuttavia quelle parole proibite durante il sesso rendono tutto molto più forte, potente, esplosivo.
A turno ricevo il loro orgasmo sulla mia pelle, sul seno, sul viso. Riconosco il suo profumo ed è lui, che mi fa appoggiare alla macchina e finisce il loro lavoro, sbattendomi tre dita nella figa e uno nel culo, con quei movimenti intensi e veloci che mi fanno squirtare. "Brava, così, sì vieni... e non credere che sia finita".
Io vorrei che ora fosse lui a scoparmi, voglio il suo cazzo in bocca, mi è mancato da morire, l'odore della sua pelle è come una calamita, cerco di prendere le sue mani per tenerlo con me, e invece no.
Mi tolgo la benda. Sta godendo con un'altra, proprio davanti a me. Non so chi sia, forse quella conosciuta on line, la novità, quello che non sono più io ormai...
Rimango immobile a fissarli, sento improvvisamente freddo. Ma forse è più la paura di averlo perso, di poterlo perdere o di non essere l'unica che veramente vuole, che mi fa sentire così.
Mi guarda dritto negli occhi e io cerco con tutta la tenacia che ho di sostenere il suo sguardo. Ora è lui che sta per godere, e vederlo così, eccita anche me. "Avvicinati, se ancora non ti è bastato questo spettacolo". Sono davanti a lui, tiro fuori la lingua, voglio sentirlo fino in fondo alla gola, le sue mani stringono i miei capelli e mi viene in bocca.
Mi rigiro nel letto, non riesco ad addormentarmi, la mia mente è pervasa dalle immagini di qualche ora prima, da tutte quelle emozioni e quell'adrenalina che mi hanno fatto sentire viva.
Squilla il telefono. "Notte... sappi che io voglio solo te".



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