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Prime Esperienze

La pioggia nel pineto


di Matias1997
27.01.2023    |    219    |    0 6.0
"Una passeggiata in centro ad Asiago, una cittadina montana poco distante da casa, che frequentiamo spesso..."
La Pioggia nel pineto


Era fine estate di qualche anno fa, una gita fuori porta in montagna.
Una passeggiata in centro ad Asiago, una cittadina montana poco distante da casa, che frequentiamo spesso. Quel giorno lei indossava uno dei suoi vestitini a fiori, né corto né lungo, un po’ scollato ma mai volgare. Mi tiene la mano e guarda i negozi colorati con i funghi freschi ed i lavoretti in legno.
Ogni tanto si gira e mi sorride. Gli occhiali da sole le raccolgono i capelli dorati. Le persone la guardano ma lei ci ha fatto l’abitudine, io no.

Ripartiamo e andiamo verso Luserna, un piccolo agglomerato di case in cui si respira la tranquillità di un tempo passato. Andiamo a mangiare, il solito litro di vino rosso non manca (ahimè siamo quasi immuni).
Usciamo dignitosamente brilli e ci dirigiamo poco più giù, verso un piccolo lago di cui ora mi sfugge il nome.
Ci sediamo sull’erba, non c’è nessuno. La brezza le sposta i capelli che le accarezzano il seno. La bacio sul collo e il suo profumo mi avvolge, lei ansima. Siamo entrambe decisamente eccitati dunque ci incamminiamo per raggiungere la macchina.

Lei cammina davanti a me, il sentiero è in salita e mi provoca alzandosi la gonna del vestito. E’ senza mutandine, come sempre. Non resisto, ora basta. La prendo per un braccio e ci inoltriamo nel bosco, allontanandoci dal sentiero. I pini si fanno sempre più fitti e bassi. Siamo ora in una piccola radura, la bacio e le stringo il seno con entrambe le mani. Lei mi allontana, distende una coperta per terra e ci sediamo. I baci si fanno sempre più profondi, le metto una mano tra le gambe e sento che è già bagnata.
Lei mi fa cenno di stendermi mettendomi una mano sul petto. Sotto di me un letto muschio profumato.
Mi slaccia la cintura e lo prende in bocca con tutta la delicatezza di una ragazza di 20 anni.
Mentre mi coccola con la bocca, guardo le punte dei pini, scagliosi ed irti. Inizia una leggera pioggia, poco più di una nebbia. Ora la sua bocca avvolge il mio cazzo con più decisione ed il ritmo si fa deciso, quasi vengo ma si ferma. So cosa vuole e sa che lo voglio anch’io.
Si distende al mio posto, le apro le ginocchia con dei baci delicati. Mi si apre davanti il suo bel fiore. La pioggerellina lo accarezza. Due petali rosa chiaro, carnosi e gonfi racchiudono un piccolo pistillo. Le bacio le cosce, poi più dentro, sempre di più fino a raggiungere il suo fiore. Il profumo di ragazzina mi fa divampare e non posso tenermi dall’iniziare un delicato cunnilingus. Il profumo del suo ventre accompagna l’estrema dolcezza della sua vagina. Lei si tocca il seno e si lascia coccolare dalla mia bocca mentre le solletico l’interno delle cosce. Resto sul clitoride che si ingrossa piano piano. Quando sboccia lo succhio delicatamente. Stop, mi alza la testa e con uno sguardo mi fa capire che mi vuole dentro di lei.
Mi alzo, la avvicino a me e le appoggio la cappella tra le labbra della vagina. Le apro con delicatezza andando su e giù. Poi la penetro. Lei ansima e mi guarda dritto negli occhi. E’ molto stretta e faccio quasi fatica. Mi distendo con lei, la tranquillizzo baciandole il collo mentre entro sempre più fondo.
Aumento il ritmo, le libero il seno. I colpi che le do enfatizzano l’immensa bellezza e la giovinezza di quei seni leggermente abbronzati bagnati dalla pioggia.
La metto a pecorella. Lei tiene le gambe chiuse e mi si presenta una conchiglietta da ragazzina, senza un solo pelo, chiusa e gonfia di erotismo. La penetro lentamente fino infondo ed inizio a montarla come si merita. È molto stretta e questo mi eccita da matti!!!
Attorno a noi la pioggia fa suonare le essenze. Il pino un suono, il faggio un altro suono, il ginepro un altro ancora. Strumenti diversi sotto innumerevoli dita.
Questa musica smorza i suoi urletti di piacere. Siamo ora parte del bosco, dei fauni in calore che si divertono tra gli alberi.
Mi fa distendere e ora mi cavalca lei. Lo prende avara, con gli occhi chiusi a godersi il momento.
Ora mi affonda le unghie sul petto e si ferma, trema, urla, si distende su di me esausta dall’orgasmo.

Le appoggio le mani sul culo e ricomincio a scoparla, ora tocca a me. La pioggerellina mi bagna le palle turgide di eccitazione mentre sbattono sul suo culetto. Il "ciof ciof" risuona nel bosco come un’ascia contro un ceppo.
Lei mi lascia fare, l’orgasmo le ha prosciugato le energie. Mi mette in bocca un capezzolo, delicatamente, come se fossi un bambino.
Le esplodo dentro con tutta l’energia che ho. Il cazzo mi pulsa e quasi mi viene un colpo al cuore. Lei ansima e sorride soddisfatta.
Mi accarezza e mi bacia con la dolcezza di una ninfa.
Mentre ci dirigiamo alla macchina smette di piovere, il cielo è ora terso e si scorge nel fondovalle il Lago di Levico. Montiamo in macchina, ci guardiamo e lei mi dice “Come i leprotti” sorridendo. Scoppia una risata generale. E’ la mia migliore amica.
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