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Prime Esperienze

Sessualità inaspettata


di Virchow1991
26.08.2022    |    951    |    0 6.0
"Continuò il massaggio a due mani chiedendomi se andasse meglio..."
RACCONTO DI FANTASIA

Ero a casa di mia zia che mi ospitava in attesa che mia madre uscisse dalla clinica dove era stata ricoverata per un esaurimento nervoso e dove sarebbe rimasta per un bel pezzo a dispetto delle previsioni mediche.
Nella grande casa della zia in quel periodo vivevano anche le cinque figlie di cui due sposate, di 25 e 23 anni rispettivamente e le altre mie cugine all’epoca dei fatti avevano 21, 19 e 18 anni.
Io ero un po' sbattuto da un letto all'altro essendo anche il più piccolo e coccolato, ma principalmente perché non c'era un posto dove sistemarmi data anche la precarietà della mia situazione in quella casa che sembrava un albergo di quarta categoria.
Ero arrivato li che avevo 12 anni; un batuffolo, e ci sarei dovuto restare poco secondo i pronostici, ma tra una cosa e l'altra erano passati 2 anni e molte cose erano cambiate in me, ma il resto della famiglia presi dalla frenesia di tutti i giorni non sembravano essersene accorti e mi trattavano ancora come un cucciolo, coccolandomi e permettendomi molte delle confidenze e licenze che si tollerano di solito nei bambini ritenuti completamente lontani da qualsiasi malizia e comunque estranei a certi appetiti o sensazioni che l'esplosione ormonale caratteristica di quell'età cominciava a farmi sentire in tutta la loro irruenza.
Una domenica mattina mi precipitai al cesso di buon ora, scaraventato fuori dal letto da una di quelle pipì torturatrici, sognate e agognate per tutta la notte, che al risveglio si presentano in tutta la loro impellenza. Mentre mi scaricavo godevo quasi di quella funzione e dopo quel piccolo orgasmo mi sedetti sul bidè per rinfrescarmi la parte che si era inturgidita, pensando in quel modo, nel mio empirismo da principiante, di risolvere la situazione non potendo tornare a coricarmi affianco a mia cugina con quel bagaglio tra le gambe, chissà cosa avrebbe pensato!
Mi stavo lavando, agitato dalla difficoltà della situazione che sembrava apparentemente irrisolvibile e che ansi peggiorava repentinamente dopo ogni mio disperato tentativo di comprimere il mostro che stava inesorabilmente crescendo fra le mie gambe. In quella entrò mia zia, assonnatissima, che meccanicamente si alzò la sottoveste e iniziò a scaricarsi nel cesso senza accorgersi di me. Pietrificato sul bidè cercai di non fare il minimo movimento per non farmi notare ma allo stesso tempo sommerso dal terrore cercavo di nascondere l'alien con movimenti goffi e inutili date le dimensioni spropositate dell'organo. Non appena mi vide mi fissò in faccia con gli occhi stralunati e poi abbassò lo sguardo sul pisello gonfio che, rossissimo, cercavo inutilmente di nascondere. Mi sarebbe piaciuto scomparire in quel momento con uno dei tanti trucchetti che avevo appreso dal Piccolo Silvan. La zia si alzò e con la voce impastata dal sonno si scusò per la sbadata irruzione, ricordandomi che in ogni caso quando facevo certe cose potevo anche chiudere la porta a chiave per evitare situazioni imbarazzanti con le ragazze, sdrammatizzando la curiosa situazione e ritenendosi quindi al di sopra delle parti con la tipica disinvoltura di donna vissuta e di mamma. Nonostante tutto le si leggeva in faccia che l'imponenza dell'organo l'aveva un po' spiazzata in quanto mi parlava continuando a fissare rapita la protuberanza. Smise di parlare ma continuava a fissarmi in trance come se stesse meditando su chissà quale mistero cosmico in quella piccola riunione di gabinetto famigliare. Dopo un minuto buono sentenziò con tono grave:
-"In ogni modo è molto strano che tu abbia un affare così grosso". In quella frase si concretavano tutte le mie più recondite paure ed incertezze, che la disinvoltura apparente della zia sembrava aver quietato, ma che ora pressavano con tutta la loro pesantezza sulla mia già precaria stabilità emotiva di quattordicenne alle prese con una prorompente quanto inaspettata sessualità.
Continuò:
-"Non è che hai qualche infezione, è rossissimo, sembra stia per esplodere figlio mio...". Io balbettai dapprima qualcosa di incomprensibile poi mi uscì che:
-"Non so come fare per risolvere la cosa" intanto le mie mani si erano serrate intorno al palo, che continuava a crescere, quasi a rilevare la gravità della cosa. Al che lei leggendo lo sbigottimento nelle mie parole con tenerezza disse:
-"Cosa stavi provando a fare, facevi dei lavaggi rinfrescanti gioia?".
A quel punto esplosi con un misto di incertezza e orgoglio maschile:
"Ma insomma zia che cos'è 'sto terzo grado saprò pure risolvere da solo questi piccoli problemi" ma più che una affermazione suonò come una domanda, ed inalberandomi sempre più sparai:
-"Non hai mai visto un uomo in erezione?"
-"Un uomo si, ma tu sei ancora un marmocchio brufoloso"
-"Si ma quando succede mi diventa così!"
-"Ma è molto grande figlio mio, saranno almeno quattro palmi buoni, non ne ho mai visti di così grossi, non credo si tratti di una normale erezione, e poi tu hai solo tredici anni botolo, non è possibile, non vedi che non sai neanche cosa fare quando ti diventa così!"
-"Ma io...io cerco di toccarlo di calmarlo un po'"
-"Ti tocchi ? E a cosa ti serve?" quasi singhiozzante dissi "E cosa devo fare?"
-"Ma, così non fai altro che peggiorare la situazione, dovresti fare dei bagni di acqua fredda con dei sali balsamici, oppure...no, ma tu sei un bambino non servirebbe a nulla, no, no."
-"Ma vabbè non capisco cosa intendi...ma 'sti bagni di acqua fredda?"
-"Aspettami qui e chiudi la porta, caso mai entra qualcuna delle bambine e ti trova così; che sei shockante!". Annuì e feci ciò che mi aveva detto, tornò in vestaglia e con gli occhiali portando un fagotto di cubetti di ghiaccio avvolti in un asciugamano. Chiuse la porta a chiave, si sedette sul water di fronte a me dicendomi dolcemente con un'espressione affettuosa da mamma, che cose del genere , con dei ragazzi precisò, non gli erano capitate, certo però aveva cresciuto cinque figlie femmine che sicuramente erano più complicate di un pollicione toppo cresciuto, e che quindi usando un po' di logica, mi tranquillizzò, mi avrebbe rimesso a posto "Cosa ci stanno a fare se no le zie?" mi disse scompigliandomi i capelli.
Dopo di ciò si alzò prese lo sgabello e si sistemo di fianco al bidè ,avvicinandosi gli occhiali e smanicandosi mi disse di togliere le mani e di rilassarmi. Mi prese in mano il pisello e cominciò a tastarlo e soppesarlo dicendo che era davvero strano e che lei aveva poca dimestichezza con quei cosi. Lentamente cercò di scappellarlo ma la pelle del prepuzio era molto stretta, provò e riprovò chiedendomi se mi facesse male, sottolineando ancora che non aveva molta dimestichezza con quegli affari. Avvicinandosi sempre di più alla sorgente dei miei guai impugnò con due mani l'asta e con un gesto deciso ne liberò la testa dalla pelle serica, rifece l'operazione diverse volte e la pelle cominciò ad ammorbidirsi fino a quando non scivolò agevolmente sul glande, nel frattempo, quando la situazione era piombata quasi in un atmosfera da ambulatorio medico e lei sembrava uno strano incrocio tra una levatrice ed un'infermiera, il pene mi si era inturgidito tra le sue mani, come mai fino ad allora , vidi la cappella violacea grossa come un mandarino, che sembrava scolpita per quanto era ingrossata e ben definita. Mia zia stralunò gli occhi e imbarazzata disse:
-"Figlio mio è incredibile, è gigantesco non si riesce a contenerlo nelle mani!". Dopo di che mi abbassò con difficoltà il pene nel bidet, inumidì il glande ed iniziò a lavarlo per bene col sapone intimo. Annunciai che la situazione era peggiorata e che ora mi faceva male, mi rispose che era stato necessario liberare il glande dal prepuzio per lavarlo perché poteva diventare ricettacolo di batteri. Poi mi fece cenno di alzarmi e sedermi sul bordo della vasca così sarebbe stato più agevole per lei continuare le operazioni. Mi scrutò lo scroto e affermò che avevo due testicoli enormi e li prese a coppa nelle mani.
"Figlio mio un domani quando sarai più grande capirai a cosa serve quest'arsenale..." Iniziò ad insaponarmi i coglioni con molta delicatezza ma anche decisione, poi passò alla verga, scorrendo le mani insaponate per tutta la lunghezza dell'asta, per un tempo che sembrò interminabile, poi decise di pulirlo dal sapone col getto d'acqua tiepida. Prese il ghiaccio ormai quasi sciolto e lo appoggiò sui testicoli, ebbi una forte reazione al freddo intenso e lei mi disse di stare calmo che sarebbe andata meglio, poi mi carezzo il viso e mi baciò sulla guancia. Dopo dieci minuti buoni le cose non sembravano migliorare, allora prese a massaggiarmi il membro, sempre con un fare

molto distaccato, affettuoso, da madre, con la stessa naturalezza con cui mi avrebbe carezzato una mano. Continuò il massaggio a due mani chiedendomi se andasse meglio. Gli dissi che, si, quando mi massaggiava andava molto meglio, ma che appena si fermava lo sentivo esplodere più di prima. Allora continuando a far scorrere le mani su tutta la lunghezza della verga se le impiastricciò con dell'olio balsamico e prese a massaggiare con più vigore, dicendo che ciò avrebbe favorito la circolazione e quindi la decongestione. Sarà, ma io cominciavo a sentire una sensazione nuova di profondo benessere, di lussuria, che partiva dalle mani di mia zia passava dai coglioni e finiva nel buco del culo. Ad un certo punto quando la zia aveva assunto un'espressione attonita, quasi alienata, ed il cazzo si era ingrossato al parossismo, mi prese una vertigine incontenibile quasi una convulsione e chiudendo gli occhi mi abbandonai al vortice di sensazioni appoggiandomi alla spalla di mia zia che continuava il suo lavoro impassibile. Quella sensazione sconvolgente mi piombò in un spossatezza profonda, e solo quando aprii gli occhi mi resi conto di quel che era successo. Mia zia aveva la bocca ed il viso completamente inondato dal liquido bianco e tutte le mani impiastricciate, restò anche lei spossata dalla cosa, ma continuava a mungermi meccanicamente. Dunque capì da dove proveniva la bava odorosa che continuavo a distillare abbondantemente. Quando riprese coscienza, leccò quasi automaticamente un labbro e assaporò lo sperma. Poi mi disse :
-"Figlio mio ne eri pieno, chissà da quanto tempo dovevi liberartene, vedi com'e' diventato adesso?" Mi abbracciò forte, per rincuorarmi avendo notato lo smarrimento nei miei occhi. Poi cominciò a leccare lo sperma dappertutto come fosse stata una spezia rara, prima sulle mani poi dal viso ed infine si accucciò tra le gambe e coccolò la molle massa che sembrava farle un immensa tenerezza, baciandola, abboccando il glande e succhiando affettuosamente. L'asta nuovamente arrazzata, diventò più gonfia di prima, allora mi fece alzare e disse che non ero esattamente proprio un bambino ma che dovevo aver avuto uno sviluppo molto accelerato rispetto a quelli della mia età. Mise il tappo alla vasca e la riempì d'acqua sciogliendo dei sali dentro, poi si spogliò nuda sotto i miei occhi ed io potei osservare quasi sbigottito le sue forme ancora sode, il suo seno abbondante, ma soprattutto la peluria striata di bianco che gli usciva da dietro le natiche ben tornite. Allora si calò nell'acqua limpida e disse a me di fare lo stesso che ci avrebbe rilassato e mi avrebbe fatto riprendere dallo shock.
"Avrai notato la differenza tra i nostri corpi" disse.
Nella vasca ci dovemmo sistemare l'uno contro l'altra così che i nostri sessi finirono per ritrovarsi appiccicati, infatti io appoggiavo la mia salsiccia sulla pancia della zia, arrivavando a toccarle l'ombelico, i testicoli schiacciavano dolcemente il suo sesso, ma non con malizia, solo per la necessità che la posizione imponeva. Mia zia mi prese la mano e se la portò fra le cosce dicendomi:
"Vedi questo è il sesso della donna, senti, tocca, ci puoi infilare le dita non aver paura". Lo feci e sentii il calore e la leggera viscosità delle morbide pareti vaginali. Osservai nella zia quasi una smorfia e sospiri, quando incuriosito cominciai a perlustrare la zona.
- "Vedi il tuo pistolone è fatto per entrare qua dentro e dopo una serie di movimenti succederebbe quel che è successo prima e quel liquido bianco riempirebbe la mia pancia ingravidandomi, è così che nascono i bambini, Paolo". Così mi prese l'uccello con le mani e mi disse di assecondarla. Iniziò ad infilarne la punta nella sua fessura ed io la lasciavo fare incredulo, ma la resistenza era troppa "forse è l'acqua" decise "che disturba". Svuotò la vasca, mi asciugò per bene e fece lo stesso con lei. Poi prese un tubetto di vaselina mi unse tutta l'asta e mi chiese di ungerle anche la vagina e così feci. Si mise carponi nella vasca e mi disse di andarle dietro e di cercare di ficcarle il pene dentro.
"Ma zia sei sicura che funzionino così le cose, hai detto che di 'sti affari non te ne intendi, poi mi sembra troppo grande perché entri in quel buchetto". Si girò con uno scatto ferino e con uno sguardo famelico mi disse di fare ciò che diceva, che lei era una mamma e sicuramente ne sapeva più di me su come si facevano certe cose. Allora iniziai a spingere con forza all'interno del varco, mia zia emetteva dei lamenti sordi, dopo dieci minuti riuscì ad affondare solo metà membro e mia zia pensando che fossi arrivato a fondo corsa mi disse di iniziare a stantuffare, iniziai e la cosa mi piacque parecchio, ed anche a mia zia non doveva dispiacere molto, perché iniziò ad incitarmi con voce rotta ad accelerare e chiamandomi "montone" mi incitava a sfondarla, allora preso dalla libidine iniziai a calare sempre più cazzo nella tana ziesca e lei gridava sempre più forte per il godimento ma anche per lo strazio che le doveva procurare l'eccessiva grossezza dello strumento.
-"Zia, esce del sangue, zia!"
-"Si, dai non preoccuparti, fotti, fotti, non ti fermare!" Mia zia ormai era partita, sembrava una posseduta e la donna materna di prima era stata sostituita da una belva in calore, forse da tempo in astinenza di sesso. Le venni dentro dopo circa mezzora con un fiume di lava bollente che traboccava copiosamente dalla vagina infiammata , mia zia era rannicchiata su se stessa nella vasca, e stremata, mi disse: "Dio mio, non è possibile non avevo mai provato niente del genere, gioia mia mi hai svangato, ho la topina che sanguina", poi si avvicinò mi ripulì l'uccello con la lingua diede un succhione di svuotamento e si alzò lasciandomi incredulo e frastornato in quella situazione tragicomica.
Oggi è il mio diciottesimo compleanno, ed ogni tanto vado a trovare mia zia che coraggiosamente portò avanti una gravidanza difficile partorendo senza problemi due gemelli in ottima salute che ora hanno quasi quattro anni, lo zio è l'uomo più felice del mondo per aver avuto finalmente dopo cinque femmine, due bei maschietti e tutti sembrano vivere in armonia e sembrano ignorare la realtà, infatti, oltre alla zia e al felice zio, sembrano ignorarla anche tutte e cinque le cuginette, divorziate e non, che nonostante la giovane età sapevano bene cosa volesse dire contraccezione e che dopo quel giorno nel bagno conobbero altrettanto bene ogni centimetro della pelle del loro piccolo e coccolato cuginetto...
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