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Prime Esperienze

l'anziano orologiaio 2


di cccoppia
22.04.2019    |    2.488    |    15 9.9
"Fui molto sorpresa da questa pazza richiesta e con fermezza la rifiutai x paura di essere a disposizione di un uomo che conoscevo appena e che non mi era..."
questo è il seguito del primo racconto" l'anziano orologiaio ". Fui sorpresa nel vedere che il sig. Pietro salisse con noi in macchina, il sig. Mario guidava, io accanto a lui e l'ospite dietro di me. Subito mi ritrovai con la mano del sig Mario tra le mie gambe, sollevandomi la gonnellina fino alle autoreggenti, fui presa subito da eccitazione anche se mi sentivo osservata dal sig. Pietro. Ci dirigemmo verso la periferia e dopo che ci fermammo in un posteggio, il sig. Mario mi esorto' a portarmi sul sedile posteriore che gli avrebbe fatto piacere guardarmi con lo specchietto retrovisore chiedendomi di essere gentile con il sig. Pietro. Lo feci anche se un po' timorosa di quell'uomo che mi appariva cosi' burbero. Il sig. Mario riprese a guidare e mentre io già subivo le carezze dell'altro signore anziano, mi accorsi che avevamo imboccato l'autostrada, le mani dell'uomo avevano preso ad esplorare il mio giovane corpo con fare non certamente dolce, all'inizio provai fastidio poi gli insegnamenti del sig: Mario presero il sopravvento ed iniziai a provare eccitazione. Presto mi ritrovai con le gambe aperte e la bocca del sig. Pietro che mi baciava con foga non tralasciando ogni tanto qualche morsetto sul collo, una mano sulla fighetta ormai zuppa e l'altra che mi strizzava il seno con arroganza senza chiedersi se provassi dolore o no. Dal posto di guida il sig. Mario prese a parlarmi incitandomi a fare la troietta con il suo amico e mi disse che appena incontrava un camion avrebbe mantenuto la vettura sotto la cabina dove c'era il camionista alla guida x quanto gli fosse possibile. Nonostante ormai fossi partita x la tangente, riuscii ad accorgermi che succedeva davvero e a quel punto mezza nuda e bagnata aprii i pantaloni all'uomo che mi stava palpando e gli tirai fuori il pene che subito mi apparse molto più grande di quello del sig. Mario. Sentirlo in mano così caldo ed enorme mi diede una scossa che mi attraversò tutto il corpo e in un attimo lo presi in bocca cominciando un su e giu' come mi aveva insegnato l'anziano orologiaio. Entrambi iniziarono a parlarmi con parole spinte e il sig. Mario mi avvertì che a breve avremmo affiancato un tir, appena fummo sotto la cabina del camion mi esortarono a mostrare bene quanto fossi troia al fortunato camionista ed io lo feci, staccandomi dal cazzo del sig. Pietro, mentre glielo menavo con la mano guardai in alto attraverso il finestrino e mi accorsi che l'autista ci stava guardando con gli occhi sbarrati. Il sig. Pietro mi mise una mano sulla testa e mi costrinse a riprendere in bocca quel palo rovente e in pochi secondi mi venne in bocca dandomi della ragazzina pompinara ed altro che in continuazione mi dedicava. Bevvi tutto e mi risollevai accorgendomi che il camionista era ancora lì e aveva visto tutto, mi sorrideva e mi faceva cenno di ringraziamento, il sig. Mario mi chiese se mi sarebbe piaciuto che ci fermassimo e di fare altrettanto al camionista ma mi rifiutai categoricamente e quindi desistette.Tornammo in città e salutammo il sig. Pietro che ci lasciò visto che aveva degli impegni famigliari. Andammo a casa del sig. Mario e dopo che mi feci una doccia e mi fossi vestita più casta salutai l'anziano orologiaio e andai a casa con tanta eccitazione visto che non c'era stato tempo x far sfogare la nostra libidine accumulata dopo una giornata così eccitante. Naturalmente a casa nel mio lettino mi masturbai ferocemente e venni intensamente rivivendo quella ulteriore e stranissima esperienza. Ripresi la mia normale vita ma in testa avevo spesso pensieri sconci di tutto quello che avevo vissuto negli ultimi tempi con il mio anziano maestro di perversione e mi ritrovavo ad eccitarmi e a volte a masturbarmi sia a casa che al lavoro x sedare tanta giovane esuberanza sessuale. Un giorno a pranzo nel solito posto mi ritrovai al tavolo con il sig. Mario che mi diede il suo apprezzamento su quanto feci in macchia quel famoso giorno, mi fece bere un bicchiere di vino e tra una parola e l'altra mi disse che aveva un nuovo gioco da propormi. Subito mi prese un leggero tremore di eccitazione aspettando di conoscere quale nuovo giochino erotico che il mio anziano amante mi avrebbe svelato a momenti. Mi disse che il sig. Pietro voleva rivedermi e che lui avrebbe provato grande eccitazione nel pensare che mi avrebbe ceduta al suo amico sapendo che mi avrebbe posseduta a suo piacimento. Mi disse che sarei andata a cena con lui e che avremmo passato la notte in un famoso hotel in centro a Milano e che il sig. Pietro lo avrebbe chiamato con il telefono della camera x fargli ascoltare la nostra notte di sesso. Fui molto sorpresa da questa pazza richiesta e con fermezza la rifiutai x paura di essere a disposizione di un uomo che conoscevo appena e che non mi era nemmeno molto simpatico e troncai il discorso. Il sig. Mario ne fu molto deluso e dopo che ci salutammo, non si fece più' sentire x molti giorni. lo andai a trovare in negozio alla pausa visto che non veniva più a pranzare con me ma mi disse che non aveva molto tempo da dedicarmi visto che era preso dal lavoro, io ne rimasi colpita e il mio senso di colpa, instillatomi da sempre dalla mia severissima madre, mi porto' piano piano a convincermi ad accettare questo strano desiderio del mio anziano amante del quale ero invaghita. Andai in negozio giorni dopo e gli diedi il mio assenso a questa strana esperienza che avrei dovuto vivere, fu molto felice e subito avvertii la sua eccitazione, mi porto' dietro nel negozio iniziò a baciarmi e a coccolarmi con dolcezza e in poco tempo mi ritrovai a farmi leccare la fighetta fino all'orgasmo conclusivo che mi liberava del mio senso di colpa del nostro primo periodo di attrito. Naturalmente ricambiai con un intenso pompino che lo fece venire nella mia bocca dicendomi che ero la sua piccola troietta. Dissi a casa che sarei stata via x lavoro una notte ed il giorno dopo mi ritrovai nel retro del negozio del sig. Mario x scegliere come vestirmi x la serata incombente. Scelse lui il vestiario e dopo poco tempo guardandomi allo specchio mi vidi riflessa come una fatale ragazza che avrebbe fatto eccitare anche un morto ( parole sue ), scarpe di Guess nere con tacco 12, autoreggenti nere a rete media sotto ad una minigonna a balze nera, magliettina scollata e giubbottino di pelle, un tanga molto piccolo nero. In taxi mi accompagnò al ristorante dove ci incontrammo con il sig. Pietro, al momento appresi che il sig. Mario si sarebbe seduto nel tavolo accanto al nostro in una saletta dove ci sarebbero stati altri pochi tavoli e che avrei dovuto compiacerli di un po' di esibizionismo erotico x far si che si eccitassero di tale situazione. Mi sedetti con il sig. Pietro e il mio anziano amante era giusto posizionato x vedere bene verso di me, la cena si svolse con poche parole dette dal mio compagno di cena che si rivelò essere quello che già mi era apparso nei primi momenti ma, la situazione cominciava a darmi un leggero prurito in mezzo alle gambe. Il mio anziano amante era fisso su di me x guardare ogni mio piccolo gesto ed io calata nella parte non mi feci pregare nel dare spettacolo che lo soddisfacesse in pieno, accavallavo ed aprivo le gambe ogni tanto cambiando posizione ed aiutata dal forte vino che fu scelto, mi ritrovai ad essere molto umida ed eccitata. La mano del sig. Pietro ogni tanto scendeva sotto il tavolo e mi pastrugnava un pò portandomi vicino all'orgasmo, altri commensali si accorsero dei maneggiamenti ed io mi sentivo sempre più porca e su sollecitazione del mio commensale mi alzai e mi avviai sculettando sui tacchi e andai in bagno. L'ordine datomi dal sig. Pietro fu quello di andare alla toilette e togliermi il tanga e tornando indietro di lasciarlo sul tavolo del sig. Mario, cosa che feci facendo arrossire abbondantemente l'anziano orologiaio e provando una eccitazione cosi' forte che x poco non mi fece cedere le gambe. Ero abbastanza alticcia e ci alzammo e passammo vicino al tavolo del mio amante, lo salutammo, aveva gli occhi sbarrati x l'eccitazione, uscimmo dal ristorante ed a piedi raggiungemmo l'hotel che era poco lontano, il sig. Pietro non mancò ogni tanto di camminare con la sua mano posizionata sul mio sedere, mi accorgevo degli sguardi delle persone che si domandavano come una giovane ragazza potesse essere insieme ad un uomo così anziano e brutto ma in breve arrivammo all'albergo. Aveva prenotato una suite bellissima ed appena entrati mi ordinò di non spogliarmi, mi si avvicinò e pressandomi le spalle mi spinse ad inginocchiarmi posizionandomi con il mio viso vicino alla sua patta, impaurita ma eccitata di essere usata come una meretrice, feci ciò che dovevo, tirai giu' la cerniera ed estrassi il suo grosso coso che non era del tutto duro, lo presi in bocca e mentre lo succhiavo mi disse di iniziare a masturbarmi, ma senza che io venissi mi disse. Lo feci e feci molta fatica a non venire. Era tutto così assurdo, mi trovavo inginocchiata a titillarmi il clitoride con in bocca un grosso uccello ed ero vestita in modo molto erotico, mi vedevo come in un film in diretta e la cosa mi piaceva. Poi si stacco' da me e si avvicinò al telefono, fece un numero e dopo che saluto' chi aveva chiamato mi invito a prendere la cornetta, era il sig. Mario che con voce eccitata mi salutò e mi disse che avrebbe ascoltato ciò che sarebbe successo da quel momento in avanti pregandomi di immaginarmi come se fosse lì a guardare, lo salutai con un filo di voce e appoggiai la cornetta sul comodino vicino al letto. Il sig. Pietro mi prese e mi avvicinò al letto, mi tolse con forza il giubbotto e poi mi levò la maglietta e la minigonna, iniziò a baciarmi voluttuosamente e mi tolse il reggiseno, mi disse che da quel momento in poi non avrei dovuto togliere altro e mi spinse sul letto dicendomi di sgrillettarmi mentre si spogliava, era un omone, non bello da vedere, ma quel sesso grosso e scuro che svettava sotto alla sua pancia mi ipnotizzò e finalmente me lo rimise in bocca, smisi di masturbarmi x non venire, mi parlava e mi tirava i capelli x darmi il ritmo, con la mano libera mi torturava i capezzoli facendomi sentire come una ragazzina nelle grinfie di un maniaco, e la cosa mi eccitava sempre di più. Poi mi mise a quattro zampe e si posizionò dietro di me, sentii la sua cappella spennellarmi le grandi labbra e il clitoride, continuò cosi fino a dirmi che potevo venire e sotto la costante carezza di quell'uccello sul mio clito e alle sue parole che mi dicevano che ero una ragazzina rizzacazzi venni tremando ed urlando di godimento. Fu bellissimo ma non mi diede il tempo di rilassarmi e presto mi ritrovai riempita di tanta carne, provai un pò di dolore ma ero così bagnata che presi inconsapevolmente a spingere il mio culetto verso lui. Mi chiavò così x molto tempo senza mai smettere, guidandomi con una mano che mi tirava i capelli come fossi una giovane giumenta. Venni ancora urlandogli che ero la sua puttanella, e finalmente mi sentii riempire di una ondata calda che mi fece quasi svenire. Finalmente mi sdraiai e lui andato verso il comodino, mi passò la cornetta ed ansimante sentii la voce del sig. Mario che mi sussurrava dolci e porche parole di apprezzamento, non dissi niente, ero sfinita, ascoltai in silenzio con il fiattone ancora grosso. Saluto il suo amico e chiuse la comunicazione, finalmente anche lui si stese a letto e ci addormentammo x non so quante ore. Mi svegliò la mattina e dopo e mi portò in doccia con lui, lo dovetti insaponare e lavare tutto, il suo pene era di nuovo in tiro e dopo che mi lavò a sua volta portandomi ancora ad essere eccitata mi fece girare e me lo appoggio fra i glutei, lo muoveva su e giù, lo sentivo sempre più duro ma all'improvviso smise, uscimmo e lo asciugai e lui fece uguale con me, mi spinse con una mano sul sedere verso il divano, si sedette e mi fece mettere in piedi su divano con la fighetta a portata di bocca, iniziò a leccarmela ed io mi bagnavo ancora di più, mi fece fare una cosa allora x me strana, mi fece girare e aprendomi le chiappette con le mani, iniziò a leccarmi il buchino del sedere. era una cosa stranissima x me ma mi piaceva, poi piano mi infilò un dito nel buchino, era leggermente doloroso ma ormai presa dal furore del sesso lo lasciai fare, mi bagno' molto e poi mi disse: ora voglio il tuo culo "....rimasi bloccata ed impaurita ma messe le sue mani sui miei fianchi mi fece scendere dal divano e mi portò a sedermi su di lui, sentivo il suo pene appoggiato sul mio sedere e dopo mi fece alzare un poco, lo bagno' dei miei umori e lo appoggiò allo sfintere. Non sapevo se ero più terrorizzata o eccitata di fare una porcata simile ma mi lasciai guidare, ero di schiena a lui e sentivo che il suo pene forzava millimetro x millimetro il mio buchino, provai dolore ma lui ogni volta si fermava lasciandomi abituare. Ero eccitata e risoluta a fare tutto quello che voleva x assecondare il mio anziano orologiaio, piano piano entrò e dopo essersi fermato x qualche minuto, inizio' da dietro a masturbarmi, mi piaceva ed il dolore piano scemava sempre di più' lasciando il posto ad un piacere sempre più' intenso, mi prese x un tempo che non so dire, mi venne nel culo gridando come un animale e dicendomi le cose più' porche, io non raggiunsi l'orgasmo ma provai un profondo piacere di essere usata come una puttana professionista. Si staccò da me e mi lasciò sul divano come fossi una bambola e senza aggiungere altro anndo' in bagno a lavarsi. Dopo che anch'io mi lavai, mi rivestii e salutandolo presi un taxi ed andai a casa del mio anziano amante. Ero completamente distrutta ma mi lasciai spogliare con dolcezza e mi fece godere con la sua esperta lingua. Io gli raccontai tutte le mie sensazioni di quella pazza nottata mentre lo spompinavo e mi venne in bocca con grande nostro piacere. La mia relazione con lui anndo' avanti ancora x qualche mese, poi x non cadere nell' inferno della lussuria, riuscii a staccarmi da lui ed ad innamorarmi di un bello e giovane uomo che ancora mi ama e mi fa sognare. un saluto da CIP.
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