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collant 2 una vera passione


di Membro VIP di Annunci69.it nonnasexy67
16.01.2024    |    2.818    |    9 9.8
"Non era facile e ci avrebbero sicuramente notale così dopo aver pagato il conto uscimmo e salimmo in auto, mio marito si era posizionato avanti come prima e..."
Dopo aver pubblicato il racconto dei collant, non avrei mai immaginata che potessero celarsi tanti adoratori di questo capo che consideravo scomodo, ma che con il tempo ho cominciato ad apprezzare e ritenerlo molto sensuale.
In diversi si sono candidati a prendere il posto di Claudio (quello del racconto in questione), da molte parti d’Italia, sinceramente la cosa l’ho presa con un certo distacco.
Certo mi piace leggere le varie opinioni di come nascono queste fisse e alcuni mi hanno raccontato di alcune esperienze in merito, non nego che l’ho fatto con una certa curiosità e anche con un velo di orgoglio perché proprio del mio racconto molti hanno voluto confidare cose personali.
Il caso ha voluto che un certo Claudio (ma questo della provincia di Perugia) oltre a raccontarmi episodi dimostrava una certa cultura nel riconoscere le varie marche e i vari modelli, mandandomi ogni tanto qualche foto dove dopo aver stampate le foto che mi ritraggono in collant mostrava il suo arnese mentre o subito dopo aver raggiunto l’orgasmo masturbandosi imbrattandola.
Questa cosa al principio mi infastidiva, ma poi pensai che se provava piacere anche se non fisicamente aveva il suo appagamento, lasciandolo fare come meglio credeva.
Mi propose anche lui di mettergli da parte i collant che ormai avevo smagliato o passati di moda, che avrebbe trovato il modo di prenderli, io lo facevo ugualmente di solito e quando è piena la getto nel cassonetto.
Poi lessi che proprio a Perugia si svolgeva la festa del cioccolato che tante volte avevamo pensato di andare a visitare così guardano il calendario pensammo di trovare un hotel da prenotare per poterlo visitare il pomeriggio del venerdì e la mattina del sabato così avremmo evitato la calca del sabato pomeriggio e della domenica.
Appena informai della prossima visita Claudio, subito si mise a disposizione per consigliare dove dormire e dove mangiare ma ovviamente anche con l’intento di conoscerci.
Nei giorni seguenti continuava a chiedermi dei collant usati se glieli avrei potuti consegnare lasciandolo un po' sulle spine sia nella possibilità di conoscerlo e sia di portare i miei collant.
Mi mandò il suo numero di cellulare e il giorno prima della partenza gli mandammo un messaggio che saremmo partiti per Perugia, chiese subito dove alloggiavamo e il programma che avevamo in mente, ma anche se crudele volevo conoscerlo e poi se la cosa andava bene gli avrei dato più elementi.
Arrivammo subito all’hotel prendendo possesso della camera e subito mi tolgo i pantaloni, tolgo lo slip e metto un collant nero senza nulla, gonna fino al ginocchio e poi ci dirigemmo verso il centro, trovammo il parcheggio con adiacente le scale mobili per raggiungere il centro e le bancarelle, facemmo un bel giro e comperammo delle cioccolate sfuse, poi prima di tornare al parcheggio telefonammo a Claudio e gli feci capire dove era la nostra auto.
Lui subito ci disse che poteva raggiungerci al parcheggio così ci saremmo andati a prendere un aperitivo in un posto che vicino, quando arrivammo al parcheggio lui non era ancora arrivato, così ci facemmo un giro nei dintorni a vedere il panorama.
Squilla il telefono ed è Claudio, ci chiede dove siamo, ma gli chiedo subito di mettersi fuori dalla sua auto e facendomi dire il modello per riconoscerlo, una Opel grigia, mio marito vede un auto e un tizio di fianco che parla al cellulare, si forse è lui mi dice e faccio cenno con la mano di salutarlo e glielo dico anche al telefono invitandolo a fare anche lui il saluto con la mano alzata.
E’ lui dico e ci riconosce, ci avviciniamo a lui e ci presentiamo, ci squadriamo a capo a piedi, ben vestito sulla cinquantina, un bell’uomo, ci invita a salire con lui e andiamo in un locale a pochi chilometri.
Il locale più che un bar sembrava un pub irlandese, con tutti salottini intorno ai tavoli fatti a panche imbottite, quasi vuoto e ci andiamo a sedere in uno posizionato all’angolo quasi in disparte.
Claudio comincia a parlare della sua vita, delle sue fisse e del rapporto con la moglie, lo faceva nervosamente senza smettere mai di farlo, io e mio marito lo ascoltavamo senza avere modo di replicare, smise di parlare solo quando ci servirono da bere e portarci degli stuzzichini.
Io ero posizionata al centro e lui sul lato sinistro e mio marito a destra, ogni tanto il suo sguardo andava a finire sulle mie gambe, fino a quando mi chiese se era un otto o dieci, risposi subito che erano 10 denari, ma dandomi subito conferma di avere una certa conoscenza in materia.
Portandosi la mano verso il bordo del pantalone lo allarga e con l’altra mano infila leggermente dentro, per tirare fuori dopo una frazione l’elastico di un collant color carne che indossava anche lui sotto il pantalone, quasi scoppiavo a ridere ma mi sono contenuta, ma inequivocabile ho riso esclamando un certo stupore.
Continuammo a chiacchierare, poi all’improvviso Claudio guardando prima me e poi mio marito chiese se poteva toccare i miei collant, guardai verso il locale per essere certa che nessuno poteva accorgersi e gli dissi che poteva farlo ma di togliere la mano nel caso si fosse voltato verso di noi qualcuno.
La sua mano si poggio sul ginocchio e prese a massaggiarmi lentamente, era entusiasta, poi tolse la mano e a bruciapelo mi chiede sottovoce se li indosso con sotto intimo oppure senza, guardo nuovamente verso il locale, sollevai il bacino torcendomi leggermente verso di lui risedendomi nuovamente, dicendogli di provare a sentirlo lui, che prontamente mi ripoggiò la mano sul ginocchio e cercando di scorrere la mano sotto la gonna, anche io cercai per quanto possibile divaricare le gambe, ma non riuscì a raggiungere l’inguine per avere una risposta.
Non era facile e ci avrebbero sicuramente notale così dopo aver pagato il conto uscimmo e salimmo in auto, mio marito si era posizionato avanti come prima e io dietro, partimmo e lui continuando a guidare mentre parlavamo vedevo che dallo specchietto cercava di spiarmi, arrivammo in un grande parcheggio nei pressi dello stadio, fermandosi al ridosso di una fila di alberi.
Si stava facendo quasi notte, nei paraggi non si vedevano altre macchine o persone, la sua auto era spaziosa, ma certo non era una camera prima si voltò a guardarmi e poi mi chiese se poteva proseguire quello che aveva interrotto nel pub, io già avevo sollevato la gonna con qualche movimento di bacino e anca ma non da scoprirmi del tutto, divaricando leggermente le gambe gli feci cenno di agire.
Allungò la mano accarezzandomi nuovamente le ginocchia e le cosce cercando di arrivare all’inguine che intravedeva sicuramente ma seppur torcendosi non riusciva a raggiungere, così era una sofferenza per lui devo ammettere, mi sollevai di nuovo e mi tirai su la gonna fino alla vita, aprendo per bene le gambe e mettendomi al centro del sedile posteriore.
Lui esclamo parole di stupore, poi mi chiese se poteva scendere e risalire mettendosi dietro anche lui e annuendo in un attimo si era seduto di fianco a me accarezzandomi subito le gambe e i collant, fino a massaggiare l’inguine cercando di introdurre il dito medio al centro che sentiva pian paino inumidirsi, quel massaggio mi procurava piacere ma ero curiosa anche io di vedere il collant che indossava lui, si sbottonò i pantaloni mostrando la sua verga sotto il collant senza ne slip ne boxer, era eccitato e scappucciato sotto quel velo.
Mi chiese se poteva approfittare di poter baciare le mie gambe e posizionandomi con le spalle alla portiera sollevai la gamba sinistra misi il piede sul sedile, lui si chinò e prese a passare la sua lingua sulle calze fino ad arrivare con il mento all’inguine, mi continuò a leccare sulla patatina sempre coperta da quel velo dei collant.
Lo faceva con passione anche se eccitata non riuscivo a raggiungere il piacere necessario per avere un orgasmo, lui fremeva ma non osava chiedere, vedevo il suo arnese che pulsava a scatti deformando il collant che indossava, decisi di farlo sedere sul sedile che mi sarei posizionata su di lui, aveva immaginato che mi sarei tolta il collant mentre tirava fuori il suo arnese.
Lo bloccai, dicendogli di rimetterlo dentro che mi sarei messa su di lui strofinandoci a vicenda ma senza che ci saremmo tolti i collant, era sorpreso ma entusiasta, così mi misi su di lui e cominciando a muovere il bacino sentivamo il fragore dello sfregamento cercando di far coincidere quella sua sporgenza tra l’insenatura della mia passerina, lui mi teneva i glutei e li massaggiava di continuo.
Dopo pochi istanti senza che facesse ne sospiri ne dicesse una parola sentii che aveva dei riflessi incontrollabili e guardando verso il ventre spuntava del liquido dai forellini minuscoli dei collant, chiaramente poi mi resi conto anche per come ero bagnata che lui aveva raggiunto l’orgasmo.
Smisi di muovermi, e lo guardai negli occhi, chiesi se gli era piaciuto, e lui estasiato confessò che era il suo sogno così, ci ripulimmo con dei fazzolettini e ci ricomponemmo, ci facemmo riportare alla nostra auto e prima di salutarlo presi la busta con dentro i miei collant che non avevo messo in disuso e gliela consegnai.
Andammo in albergo e feci indossare il collant anche a mio marito e volli sentire nuovamente quel fragore che emettevano lo sfregamento dei due collant, ma poi mio marito mi divaricò le gambe e prese prima a leccarmi al centro e poi coi denti me li strappò per far arrivare la sua lingua dentro le grandi labbra e prendersi cura del mio clitoride.
Procurandomi finalmente un orgasmo così bello e appagante che dopo poco non resistetti da fare la stessa cosa anche a lui strappando coi denti il collant che imprigionava il suo arnese e assaporandomelo prima coprendolo di baci e poi mettendosi su di me mi penetrò e io infilavo le mani sotto l’elastico per poggiare le mani sui suoi glutei, ebbi un altro orgasmo mentre anche lui cominciava a farmi sentire i suoi spruzzi scaldare le pareti dell’utero.
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