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Claudio - 02 Cosa voglio


di Eriaku
06.01.2024    |    3.744    |    3 9.8
"Dieci giorni sono trascorsi, da quando ho perso la verginità..."
Sono davanti alla porta, teso. Non riesco a decidermi a suonare il campanello, anche se lei già già sa che sono lì e cosa voglio. Le ho scritto.

Dieci giorni sono trascorsi, da quando ho perso la verginità. Finora, sono stato scopato solo una volta. Da allora, mi sono masturbato, giocando col mio culetto come di consueto, rivivendo l'accaduto. Solo che, esattamente come mentre venivo inculato da Federico, immaginavo che fosse una bella trans a possedermi.

Così, ne ho cercata una che soddisfacesse le mie aspettative, ed eccomi qua. Si chiama Giselle, l'ho preso come un segno del destino, e mi ha dato appuntamento questo pomeriggio. La sua tariffa è pari ai miei risparmi, anche questo mi è sembrato un segno.

Se solo riuscissi a decidermi a suonare.

Vengo salvato dalla mia indecisione perché qualcuno apre la porta dall'interno. Un uomo alto, sui trentacinque e ben vestito, appare sulla soglia. Mi fissa negli occhi, ha uno sguardo duro che mi fa arrossire e distolgo lo sguardo.

"Caro, sei già arrivato? Vieni, vieni dentro!" Giselle, è apparsa sulla soglia invitandomi ad entrare. La guardo ed è una visione: Non più alta di me, due marmoree tette nude, un tanga che non fa nulla per nascondere quello che contiene. Calze e tacchi completano il quadro. Finalmente, penso.

Entro lanciando un'ultima occhiata all'uomo, che è rimasto a fissarmi per tutto il tempo. La porta viene chiusa da Giselle che subito mi abbraccia, baciandomi. Ha in bocca un sapore che mi sembra familiare.

Restiamo a limonare per qualche minuto, il mio primo bacio rubato da un trans.

"Allora tesoro, i soldi li hai portati?" Mi chiede pragmatica, dopo essersi staccata.

Annuisco, intimidito, e li tiro fuori. Li prende con un sorriso mettendoli in una scatola che ripone in un mobile all'ingresso. La guardo, è bella, molto bella.

"Dai amore, non stare lì impalato, spogliati!" mi esorta e capisco che non vuole perdere tempo. Lei si toglie solo il tanga, rivelando una nerchia larga e semieretta. Balbetto che vorrei succhiarlo, e lei con tono dolce mi dice che posso fare tutto ciò che voglio. Mi sdraio sul letto e finalmente, posso impugnare l'oggetto del mio desiderio; è caldo e pulsante, con una spessa vena sul dorso. Lo impugno con due mani, iniziando a leccarlo come un gelato. Mi faccio coraggio e me lo ficco fra le labbra. Il sapore è muschiato, intenso. L'altro cazzo che ho succhiato, sapeva di sapone.

Sto facendo un pompino ad un trans, e nel mentre faccio comparazioni. Se solo lo sapesse mio padre.

"Mmh, hai un talento tesoro, lo succhi proprio con amore." Mi loda, mentre le lappo l'uccello lucido. Senza che mi dica nulla, tratto le sue palle rasate allo stesso modo, prendendone in bocca una per volta e insalivandole.

Giselle mi lascia giocare col suo cazzo a lungo, tessendo di quando in quando le mie lodi di pompinaro. Ad un certo punto, quando ormai da un bel po' sono riuscito a prenderlo tutto, fino alla base, smette di accarezzarmi la testa per tirarmi i capelli. Stralunato, con la faccia sbavata, libero il suo pisello dalla mia bocca con un sospiro e la guardo con fare interrogativo.

"Un altro po', e non avrai quello per cui hai pagato amore" mi ammonisce, con lo stesso tono gentile.

Si scosta e prende un preservativo dal comodino, indossandolo con fare esperto, per poi spingermi delicatamente disteso sul letto. Fra le mie gambe, tasta il mio buchino.

"Hai un culetto fantastico amore, sei pulito si?"

Mi sento di nuovo arrossire mentre annuisco.

"Iniziamo allora? Mi hai messo una voglia..." Così dicendo dallo stesso comodino prende un tubetto di che deve essere lubrificante e se ne versa una dose generosa sulle mani. Con una si sega l'uccello ricoperto dal preservativo, l'altra gioca col mio ano. La sensazione di fresco, mi fa rabbrividire.

"Ora questo bel sederino è pronto per essere scopato, girati che adesso la tua Giselle ti fa sentire tanto piacere tesoro" mi parla con tono ammicante, e mi guida facendomi mettere a pecorina. Dopodiché appoggia la punta e spinge, fa pressione, entra un pochino...

"Ti prego, non farmi male!" Chiedo, perché il dolore inizia a farsi sentire, ma lei pian piano e senza fermarsi mai ha continuato a spingere ancora finché di colpo non è entrato facendomi lanciare un grido acuto. Tremo su gambe e braccia, ho la pelle d'oca. Giselle, dopo un attimo di pausa, inizia un lento movimento. Mi sta scopando nel culo.

Fisso le lenzuola immaginando le sue tette dure, immobili mentre mi incula. Il mio pisello duro dondola a ritmo della scopata anale, sto godendo ma qualcosa è come se stonasse dentro di me. E non è certo il suo uccellone, che affondato nelle mie carni ci sta benissimo. Lo sento che scava, su e giù, allargandomi.

Non ho molto tempo di riflettere, Giselle sempre con il suo modo di fare gentile ma deciso mi fa girare per assumere le più svariate posizioni, ormai sono bello aperto, inculandomi indefessa. Alla missionaria, posso pastrugnarle i seni, come sognavo. Sono tosti, eppure morbidi. Mi sorride in risposta, come se sapesse qualcosa che a me sfugge. Di fianco, mi fa venire i brividi leccandomi dietro l'orecchio, la mia gambetta chiara è tenuta in alto dalla sua abbronzata.

Ancora un cambio, adesso mi sbatte con una gamba sulla sua spalla, inginocchiata sul bordo del letto. Il mio pene sballottato a ritmo delle sue spinte. Mi fa rigirare di nuovo dopo qualche minuto, prono, la sento sdraiarsi su di me e poi rimettermelo dentro. Le tette premute sulla mia schiena, si struscia su tutto il mio corpo con il suo. Mi scopa sempre lentamente, instancabile e metodica. Fa di me quel che vuole. Non potrei chiedere di meglio, eppure manca qualcosa.

Ogni tanto mi libera il culetto, toglie il preservativo e me lo da succhiare. Il sapore del lattice è strano, ma non m'importa. Succhio e lecco la nerchia della trans finché non è lucida e quando me lo rimette dentro, coperto da un nuovo condom, ricomincio a gemere.

Raggiungo infine l'orgasmo mugolando, i miei schizzi lordano il copriletto scuro. L'ano che pulsa intorno alla spessa asta che lo occupa.

"Vieni, vieni per Giselle amore!" Mi incita, continuando a slargarmi il retto.

Dopo essersi goduta le contrazioni della mia rosellina, Giselle finalmente prende ad incularmi sempre più veloce. Quando è evidentemente sul punto di sborrare, estrae il suo membro e m'invita di nuovo a riempirmi la bocca. Stavolta sono io a toglierle la protezione per poi fiondarmi a fagocitare il suo pisellone.

Inizio a sentirla irrigidirsi, spingendo con il bacino verso la mia faccia. Sento il suo cazzo vibrarmi sulla lingua, poi ha come uno spasmo ed esplode nella mia bocca. Il primo copioso fiotto di sborra me la riempie, colpendo il palato e colandomi giù per la gola.

E poi un secondo. Denso e caldo come il primo.

Non faccio in tempo a deglutire, che un terzo ed a seguire un quarto e un quinto schizzo mi riempiono di nuovo la bocca. Assaporo il seme di Giselle, orgoglioso del mio operato, e mando giù tutto un po' per volta.

Le sto ancora venerando l'uccello, quando riceve una telefonata. Senza togliermi il ciuccio, si allunga a prendere il telefono:

"Pronto? Amore, sei già in astinenza della tua Giselle?"

Qualunque cosa le dicano, mi irrigidisco aprendo gli occhi ed incrociando il suo sguardo quando sento la sua risposta:

"Il ragazzino di prima? Che coincidenza, è ancora qui. Si, hai indovinato amore. Gli piace proprio tanto."

Si accorge che la sto guardando e mi sorride.
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