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Cosa succede in quella piazza?


di Membro VIP di Annunci69.it IlGrandeBaboomba
07.03.2022    |    497    |    6 9.6
"Lei raccontava di come era riuscita a far stipulare una polizza ad un cliente, qualche moina, gli occhi dolci, parte della coscia che veniva fuori dalla..."
Eravamo seduti a quel tavolino, in mezzo a tanti sceglievo sempre quello, forse perché sono un abitudinario, o forse perché mi divertiva starmene seduto li aspettando di capire in quale direzione avrei portato il nuovo incontro, quale fantasia della mia mente avrei trasformato in realtà questa volta. Lei raccontava di come era riuscita a far stipulare una polizza ad un cliente, qualche moina, gli occhi dolci, parte della coscia che veniva fuori dalla gonna, ed il gioco era fatto, il cliente si era convinto; lei sogghignava soddisfatta mentre raccontava, io la guardavo e pensavo "ti avrei portata nel bagno del tuo ufficetto, te lo avrei fatto gustare per bene, e poi non ti avrei certamente firmato il contratto", e ridevo con lei.
La piazza era affollata, come sempre in quel periodo ed a quell'ora, anche perché la temperatura primaverile invogliava davvero; intorno a noi all'incirca altri 20 tavolini, forse una decina dei quali occupati, due cameriere che si dedicavano ai clienti, entrando nel bar, prendendo gli aperitivi e servendoli poi ai tavoli. Lui guardava la moglie mentre questa raccontava della polizza, con lo sguardo fiero quando lei dettagliava le moine fatte al cliente; ed io che come sempre in questi casi, provavo a non meravigliarmi eccessivamente di quanto a lui piacesse essere un vero cornuto. "Ti è mai capitato di andare oltre con qualche cliente? Una scopata, un pompino, qualche toccatina?", le chiesi distrattamente ma con un tono di voce un po' più alto, mentre osservavo la cameriera al tavolo accanto al nostro intenta a prendere le ordinazioni; credo si chiamasse Paola, l'avevo vista decine di volte, e so che lei oramai aveva visto me tante volte, ma sempre con gente diversa, spesso con coppie, e so che più di qualche domanda oramai se la stava facendo. "Voglio dire, se spesso fai moine ai clienti per ingraziarteli, qualcuno di loro ci avrà certamente provato, e tu che come me fai questo gioco, possibile che non ti sia mai lasciata andare? Un pompino in un bagno, una scopata fugace, non puoi non averla data a nessuno dei tuoi clienti"; e ad un metro da me Paola ascoltava, perché il mio tono di voce era esattamente quello che serviva a farle sentire di cosa parlavamo, consapevole che gli occupanti del tavolo che lei stava servendo erano impegnati nella loro conversazione. "Secondo me qualcuno te lo sei fatto, e magari hai anche fatto in modo da riprendere il tutto, per far ammirare la tua performance al tuo maritino cornuto"; accanto a me oramai Paola aveva un orecchio che quasi si allungava verso di noi, tant'è che uno degli occupanti del tavolo accanto spazientito le fa "ma lei ci sta ascoltando o pensa ad altro?". Lei diventa rossa all'improvviso, si scusa con loro, io rido. Il marito di Maria sorride anche lui, ma non sa perché io me la stia ridendo. È tardo pomeriggio, sta imbrunendo, ed io non aspetto altro, perché so che se davvero con i clienti la troia non la fa, con me la farà eccome, e la farà li, nella piazza, con tanta gente intorno a noi; mi guardo intorno, cerco di capire al di la dell'area occupata dai tavolini, quanta altra gente ci sia nel resto della piazza. E soprattutto se c'è gente verso le scale che dalla piazza portano alla spiaggia, perché quello è il punto con qualche zona d'ombra in più; voglio darle il cazzo la, si inginocchierà li e mi farà un bel servizio, ma prima deve fare buio, ed ancora prima devo far capire a Paola che tra qualche minuto mi scoperò la signora in quella zona della piazza. Con la coda dell'occhio guardavo il culo di Paola, mentre sento il cornuto che sta dicendo qualcosa "la fantasia di tirare dentro ad una situazione qualche cliente inconsapevole l'abbiamo sempre avuta, ma il rischio è troppo alto, ed alla fine non ci abbiamo mai provato"; sarebbe stato scontato rispondergli che sarei potuto andare da lei una mattina con la richiesta di informazioni su qualche polizza, per poi portarmela in bagno per una sveltina, e quindi non lo calcolai. "Prepara il cellulare, il primo video inizierà con una bella panoramica sulla piazza affollata, ma qualche secondo dopo ci sarà la tua mogliettina in ginocchio, ed ovviamente non potrà parlare perché avrà la bocca piena"; con un gesto della testa indicai il lato della piazza con le scale ed il muretto al di la del quale lei sarebbe rimasta senza mutande. "Ci metteremo li, voglio sentire la lingua di Maria sulla cappella adesso, e tu dovrai riprendere tutto come al solito; ricordati di fare video che non superino mai i 5 minuti, ed ogni volta che ne inizi uno nuovo inquadra per un secondo la tua mano con la scritta, quelli più belli li metterò sul sito, tutto chiaro?".
Lui annuì, era già eccitato, gli si erano illuminati gli occhi; lei si passava la lingua sulle labbra, era già pronta ad essere la mia troia di strada. E Paola aveva sentito tutto, tanto che allontanandosi da noi, mi lanciò una occhiata, che non capii se era disgustata, sorpresa, o sognante.
Lui si fece portare il conto, io e lei ci alzammo e ci dirigemmo verso l'altro lato della piazza; lei indossava una camicetta chiara, una gonna scura, un paio di scarpe con circa 5 cm di tacco. Non le avevo chiesto se indossasse le mutandine, ma non era importante saperlo, le avrebbe tolte li davanti a tutti se glielo avessi chiesto; si teneva abbracciata ad un mio braccio, sorrideva, "cosa vuoi farmi fare stronzo? Lo sai che sono timida, anche se poi non riesco a dirti mai di no". Non le risposi, ma afferrandole una chiappa, gliela strinsi, e con l'altra mano le portai la bocca verso la mia, le ficcai la lingua dentro, e dopo un bacio appassionato, le sorrisi.
Salimmo la rampa che portava al punto che avevo individuato, ed intanto
guardavo verso i tavolini per cercare Paola; sembrava sparita, ma un attimo dopo mi accorsi che era con il marito di Maria, certamente stava prendendo i soldi dell'aperitivo, ma la sua testa era rivolta verso di noi. Sorrisi ancora. Quando ci fermammo, c'era gente intorno a noi; dei ragazzini di sei o sette anni che si inseguivano e urlavano, un paio di coppie che passeggiavano chiacchierando, due uomini adulti che discutevano di Covid e di politica. Tutti ci avrebbero scambiati per una coppia, due innamorati che passeggiano a due passi dal mare, e si promettono amore eterno; "fermiamoci qua, appena si allontanerà la gente che abbiamo intorno, farai la troia per me", le dissi, e lei continuando a tenermi il braccio, mi baciò di nuovo.
"Come ingannano le apparenze a volte", dissi, "ci vedranno come due
innamorati, e non sanno invece che tuo marito e la pronto a riprendere le
nostre performance in mezzo alla gente". A proposito, devo chiamarlo, sta aspettando un mio cenno come sempre; prendo il telefono e seleziono il suo contatto, mi risponde, "Hai l'auricolare giusto? Lascia la comunicazione aperta, va dalla cameriera alla quale hai pagato il conto e chiedile se ha visto da dove sono andati tua moglie con il tuo amico; voglio sentire le tue parole e quello che lei ti risponde". Lui cerca di obiettare, ma lo zittisco immediatamente "fa come ti dico, altrimenti me ne salgo a casa e la tua mogliettina non la tocco nemmeno; se poi ti fa dormire sul divano stanotte, non prendertela con me". Ovviamente obbedisce, si dirige verso Paola, le chiede se ha visto da che parte siamo andati, e lei prontamente le indica con la mano la direzione che abbiamo preso, dicendogli "si, sono andati lassù, credo siano loro", e ci indica; poi aggiunge "ma fate davvero quelle cose?". Sento il marito di Maria impietrito, sento il suo panico attraverso il telefono, non vedo il suo viso da dove sono, ma il suo corpo è una statua; allora lo smuovo io, "oh, riprenditi cornuto, dille che se vuole può passare a controllare lei stessa, senza unirsi a noi però, perché dobbiamo comunque evitare assembramenti". Sento che balbetta, ma riesce a dirle un "si, se vuoi puoi venire a vedere"; la risposta di lei è un "no grazie", e lui a quel punto quasi scappa via dalla ragazza, che a sua volta si volta e riprende il suo giro tra i tavoli, sono certo però sempre con un occhio verso di noi. "Fermati all'inizio della salita per adesso, ti dico io quando avvicinarti, non chiudere la telefonata, e ricordati di inquadrare ogni volta la scritta IlGrandeBaboomba". Date le istruzioni al cornuto, do un'altra veloce occhiata a chi è intorno a noi, ed intanto bacio ancora Maria, con una mano che le tiene ben stretto il culo; i ragazzini sono andati via, le due coppiette sono più lontane adesso, ma ci sono i due uomini che sono ancora troppo vicini. Li guardo meglio, sono più o meno della mia età, tra i 40 ed i 47 anni, "chissà che tipi sono, chissà cosa farebbero se vedessero Maria inginocchiarsi tra le mie gambe" pensai tra me.
Poi un occhio verso Paola, che intanto parlava con gli occupanti di un altro tavolo, ma la sua testa era sempre rivolta verso di noi. Sono indeciso se far avvicinare i due uomini, se coinvolgerli in qualche modo, non riesco a capire dai loro sguardi come potrebbero prendere la cosa; mi risolvono loro il dubbio però, perché si avviano verso la discesa. "Meglio così" penso tra me, così posso dedicarmi a Maria, ai video, ed a Paola. Ho l'auricolare anche io, e sento il marito di Maria teso, ed in attesa; gli dico di iniziare ad avvicinarsi, "e quando sarai ad una decina di metri da noi,
inizia con il video, ripresa della piazza, un secondo sulla scritta sulla
mano, e poi riprendi noi". Non devo nemmeno dirgli di non chiudere la
chiamata, perché non saprebbe come fare senza ricevere le mie istruzioni; il telefono con cui parliamo è nella sua tasca, quello della moglie nelle sue mani per i video. Guardo Maria che intanto si sta strusciando sul mio corpo, il suo seno viene quasi fuori dalla camicetta, il suo sedere poggiato al muretto che da sulla piazza, lei non sa quanta gente c'è dietro di lei, io si, ed in mezzo alla gente c'è Paola, che in questo momento guarda verso di noi. Metto una mano sulla testa di Maria, in modo che Paola da li possa vedere il gesto, "ora vai giù, e datti da fare, fammi sentire la tua lingua sulla capppella, e poi su tutto il resto"; do una leggera pressione sul capo di Maria, la quale obbedisce e si abbassa, Paola guarda, mentre il cornuto è a 5 metri da noi e riprende il movimento della moglie verso il mio bacino.
La troia si sistema, è coperta dal muretto, al di la del quale non la vedono accovacciata; solo Paola sa che adesso lei è in ginocchio davanti a me, e lo sa il marito che sta riprendendo tutto. Maria è veloce a tirare giù la mia lampo, e poi ad afferrarmi il cazzo, a liberarlo dalle mutande, e ad iniziare il suo lavoro di lingua; io mi guardo intorno, al di la del muretto c'è tanta gente, ma nella mia direzione vedono solo un uomo fermo, che domina la piazza da una posizione sopraelevata di circa due metri. E vicino a quest'uomo, a circa 5 metri, vedono un altro uomo, forse vedono che ha un cellulare in mano, ma non sanno cosa quel cellulare sta riprendendo. Maria lecca, poi succhia, avidamente, la mia mano sulla sua testa, a guidare la pompa, a dominarla, perché lei gocciola al solo pensiero di essere dominata da me, ed in effetti tra le cosce della pompinara, a terra, si forma una macchia, che si allarga sempre di più. Non ha le mutandine, è sempre pronta per me, per farsi sbattere da me, per fare porcate in giro con me; le spingo l'uccello sempre più in gola, "guardami negli occhi troia, scommetto che ti stanno lacrimando, ancora soffri quando te lo faccio arrivare in gola, vero?! Guarda il tuo cornuto come sta godendo, guarda com'è rosso in volto, vero cornuto? Te la stai facendo nelle mutande scommetto". Ed in effetti lui sta tremando, quando siamo all'aperto lo fa sempre, ma non è paura di essere scoperto la sua, è semplice, pura, eccitazione. Mi abbasso leggermente, tiro la testa di Maria all'indietro, le faccio tenere la bocca aperta, le sputo in bocca, poi le rificco l'uccello dentro, e gliela scopo per altri lunghi secondi, fino a farla soffocare. Poi lo tiro di nuovo fuori, "dai, gioca con le mie palle troia, succhiale, leccale, ingoiale, che il tuo maritino riprende tutto". E la mia schiava inizia il suo lavoro di lingua, mentre la piazza intorno a noi è immersa nelle chiacchiere, inconsapevole di quello che sta accadendo dietro quel muretto. Ma proprio mentre do una occhiata alla situazione, mi accorgo che una coppia di fidanzati, sta già salendo la rampa che porta verso di noi; dico al cornuto di non smettere di riprendere, di aspettare che io faccia rialzare Maria, per poi girarsi a riprendere la coppia che arriva, poi faccio sollevare lentamente la troia. Siamo tre adulti che chiacchierano, ed una coppia inconsapevole passa accanto a noi, mentre il mio compare di giochi riprende ancora; i due ragazzi si baciano proprio quando ci superano, lei lancia una occhiata furtiva verso di noi, "che abbiano intuito qualcosa quando hanno iniziato a salire la rampa?".
Appena ci superano, prima che siano a non più di due metri da noi, ordino a Maria di riprendere la pompa, "e tu riprendi lei che si inginocchia e contemporaneamente la coppia che di spalle si allontana; se uno di loro si gira verso di noi, tu continua a riprendere". Lui è teso, lei obbedisce immediatamente, la sua bocca è già sul mio cazzo, la coppia si allontana, sembra che con la coda dell'occhio tentino di guardare, forse ci riescono per qualche frazioni di secondo, il cornuto riprende tutto. Ma non mi basta, prima di portarla a casa, voglio scoparla li, sulla piazza, deve sentire il mio cazzo penetrarla mentre è li, col rischio che qualcun altro passi.
"Voglio fotterti qua troia, mettimi il cappuccio, subito, prima che arrivi
qualcun altro", e glielo passo; lei è rapidissima, lo apre, tira fuori la
punta, lo appoggia alla mia cappella, e con la bocca lo fa scorrere lungo la mia mazza. Mi guarda dal basso in attesa di miei ordini, sa che non deve prendere iniziative, che sono io a condurre il gioco, sempre. Mi guardo intorno, non c'è nessuno sulla rampa, guardo verso la piazza, Paola è impegnata con il suo taccuino a prendere ordinazioni, e ci da le spalle, peccato; "vieni su zoccola, e baciami". Lei viene su, mi bacia,
appassionatamente, gode nell'assecondarmi, sempre, il marito riprende
ancora, tutto quello che facciamo; "adesso girati, tanto non devo nemmeno toglierti le mutandine, e so che sei già un lago", e lei ovviamente obbedisce. Poggia un gomito sul muretto, inarca la schiena, divarica leggermente le gambe; il marito si è avvicinato a noi, ad un paio di metri, mi guardo intorno, non c'è nessuno, guardo la piazza, cerco lei, e lei sta guardando verso di noi, spingo il mio cazzo nella fica di Maria, ma sto pensando a Paola, la immagino li accanto a noi, affondo nella troia, glielo sussurro nell'orecchio, le do una serie di colpi ben assestati, "si, sono la tua troia, faccio sempre ciò che mi ordini mio padrone, anche farmi sbattere in una piazza piena di gente". Il marito sta riprendendo, trema, tiene il cellulare verso di noi, ma si guarda intorno, è quasi terrorizzato, ma al tempo stesso sta venendo nei pantaloni; tengo Maria per la coda, le faccio sentire l'uccello sin dentro l'intestino, mi sta gocciolando sulla cappella, sento le palle piene dei suoi umori. Mi riavvicino al suo orecchio destro, "sei stata ubbidiente, adesso andiamo su da me, continuo a sbatterti li, te lo sei meritato"; lei mi passa la sua mano sulla guancia, spinge ancora un po' il culo verso di me, per gli ultimi brividi, poi mi sfilo, la prendo dal braccio, la faccio girare, "vai giù, liberamelo, e ripuliscimelo con la lingua". Maria obbedisce ancora, fa il suo dovere, ed intanto vedo Paola che è li ferma, in mezzo ai tavoli, guarda ancora verso di noi. Maria ha finito, si rialza, si risistema, il marito le restituisce il cellulare, ci avviamo verso il mio appartamento; ripassiamo tra i tavolini, volutamente passo accanto a lei, e lei non resiste, "sei davvero un maiale, ho visto tutto".
Rallento, la guardo, le sorrido, "la prossima volta potrai venire a guardare
ancora più da vicino allora, o magari ti concederò perfino di partecipare".
Le faccio l'occhiolino, lei mi fa una smorfia, vorrebbe essere di disprezzo,
ma so che è eccitata, so che è tremendamente tentata; mi giro e contino a chiacchierare con i due miei amici. La serata è solamente all'inizio,
saliamo da me, e Paola sa benissimo dove e cosa faremo.
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