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La prima volta ... in tre 3° parte


di jeansconibottoni2
19.11.2011    |    10.586    |    1 9.1
"Lui ancora non era convinto, ma lei ha tagliato corto e a deciso di provare a farmi entrare, insomma mi voleva..."
Parcheggio la macchina nei pressi dell'uscita del campeggio lungo il viale laterale, scendo mi accendo una sigaretta, guardo l'orologio e mi incammino verso la panchina prestabilita.
Sono passate le 22.30 da poco, aspetto, sento aria di bidone.
Passa così una buona mezz'ora, quando li vedo uscire dal campeggio, ma loro non si curano minimamente di mè.
Come! Forse non mi hanno visto, Cerco di raggiungerli a piedi con un passo abbastanza veloce, sono a pochi metri e chiamo in modo deciso ma senza urlare troppo la signora di nome Patrizia, così si era presentata a me il pomeriggio in spiaggia.
Lei si volta, e tutta sorpresa nel vedermi, mi regala un bel sorriso che è tutto un programma.
Ci salutiamo come vecchi amici. Iniziamo a passeggiare nel viale che ci porta alla zona pedonale. Mi rendo conto subito che siamo io e lei a intrattenere la conversazione, mentre il marito rimane ad ascoltare senza proferire parola, con in volto una strana espressione.
Averla conosciuta al pomeriggio in spiaggia nuda ed ora averla affianco vestita, mi procura una strana sensazione, oltre al fatto che così vestita era una bellissima donna.
Gonna jeans sopra al ginocchi, stretta al punto giusto, una camicia bianca annodata in vita, tre bottoni slacciati, niente reggiseno, zoccoli ai piedi, unghie laccate di rosso, cavigliera, rossetto rosso , riga negli occhi.
Ovviamente mi lancio in una serie di complimenti, senza esagerare con termini troppo hot, siamo pur sempre in mezzo ad altra gente che passeggia come noi.
Lei sorride amabilmente, ogni tanto si volta verso suo marito, si guardano, lui sorride.
Abbiamo attraversato tutta la zona pedonale e siamo all'altra estremità della zona pedonale.
Patrizia, si ferma mi guarda dritto negli occhi e chiede “cosa si fa Alberto?” , questo il nome del marito. Capisco che lui non è molto favorevole a proseguire i “discorsi” in campeggio nel loro camper. La sua preoccupazione, era come farmi entrare senza essere registrato, e senza che nessuno mi vedesse, per lui non c'era soluzione.
Lei lo liquida in poche parole “facciamo come abbiamo fatto l'altra volta lo facciamo entrare dal bar”. Lui ancora non era convinto, ma lei ha tagliato corto e a deciso di provare a farmi entrare, insomma mi voleva.
Passeggiando verso il campeggio, mi faccio spiegare il suo piano. Mi dice: “Entriamo nel bar del campeggio che ha l'accesso libero dall'esterno anche a chi non è del campeggio, ci sediamo ci beviamo una birra tutti e tre , la cosa positiva è che c'è una porta che dal locale bar porta direttamente dentro al campeggio, non proprio ben controllata.
Ovviamente dobbiamo approfittare di un momento di distrazione del barista.” Patrizia continua ad indicarmi il suo piano, si rivelava una donna diabolica, “Io ad un certo punto mi alzo mi dirigo dentro al campeggio dalla porta, faccio finta di dover correre in camper, poi dopo alcuni minuti anche tu entri, per ultimo entra Alberto”. Non vi spiego la sua teoria su chi doveva entrare per primo ecc. ecc.. Arriviamo al bar ci sediamo, ordiniamo tre birre medie, mi offro per offrirle, ed il barista mi guarda intuendo forse qualcosa e mi sorride. La nostra conversazione è tutta rivolta al raggiungimento dello scopo. Patrizia stava valutando chi fosse presente nel locale, e capire come e quando muoversi. Ha quasi bevuto mezza birra, si guarda un po' attorno e ci informa che era il momento giusto.
Lei entra, io e lui rimaniamo seduti, e lui ad un certo momento mi dice “vai, adesso, sbrigati”, mi alzo punto la porta con lo sguardo e con un passo deciso oltrepasso la porta. Evviva! Ci sono riuscito, nessuno mi ha chiesto niente.
Faccio pochi passi e vedo nella penombra la sagoma di Patrizia che mi fa un cenno con la mano.
La raggiungo, mi infila il suo braccio sotto il mio e mi conduce con passo sostenuto verso il camper.
Io chiedo di suo marito, lei mi risponde di non preoccuparmi che sarebbe arrivato a breve.
Apre la porta del camper ed entra, io la seguo a distanza ravvicinata, non siamo ancora entrati che io scivolo con la mia mano sotto la gonna accarezzandola dall'interno ginocchi in su. Siamo dentro e sempre da dietro l'abbraccio mettendo una mano nella scollatura, l'altra sotto la gonna, constato con piacere che era senza intimo, l'abbraccio si traduceva in una pressione decisa nell'incavo formato dalle chiappe.
Così artigliata, ho iniziato a baciare il suo collo, fino a raggiungere i lobi delle sue orecchie e giocarci così un po', mentre mi inebriavo del suo profumo. Si volta verso di me, ci guardiamo negli occhi al buio quasi totale e ci baciamo. Accipicchia che bocca e che lingua, non posso far altro che ricambiare il bacio e prendere possesso di quelle chiappe che attiro verso me. Ci stacchiamo e mi chiede se voglio bere qualcosa, nel frattempo accende una lucina che rompe appena il buio, creando una certa atmosfera.
Mette sul tavolo una bottiglia di J&B, accipicchia penso, ne versa un po' nel mio e nel suo bicchiere, brindiamo, e lei lo butta giù in un fiato. Posa il bicchiere. Poi ancora in piedi, si slaccia la gonna, la lascia cadere a terra, si slaccia la camicia e si avvicina a me.
Mi bacia sulle labbra, in un bacio pieno di passione, le nostre lingue si rincorrono in un vortice di sensazioni. Afferro il suo seno meraviglioso, gioco con i capezzoli, lei mi molla ed io mi butto con la bocca su quel seno, inizio a giocare così con la lingua, disegnando dei cerchi e poi dando dei colpi di lingua sui capezzoli, i quali si inturgidiscono e diventano due chiodi.
Sento una sua mano sopra al mio pacco, lo tasta da sopra i jeans, constata la mia eccitazione e mi dice “ dai spogliati, tiralo fuori”. Come era successo il pomeriggio in spiaggia la sua espressione cambia in volto.
Mi tolgo le scarpe da ginnastica, mi alzo in piedi, mi sfilo la maglietta la poso sul divanetto, e lei mi incita a far presto “dai, dai spogliati, che lo voglio”. Io anziché spogliarmi frettolosamente mi volevo concedere lentamente e farla penare un po'.
Sbottono i jeans, e li abbasso insieme alle mutande, rimando completamente nudo in sol colpo.
Lei afferra la bottiglia, versa altro J&B nel suo bicchiere, lo beve, mi spinge sul divanetto si abbassa e in un sol colpo lo prende tutto in bocca. Sento il calore della sua bocca avvolgermi tutto, ma subito dopo realizzo che lei ha la bocca piena di alcool.................................
Non capivo più se era piacere o dolore, passati pochi secondi è rimasto solo piacere.
Lei aveva iniziato un pompino con i fiocchi, la guardavo in volto tutta concentrata sul mio giocattolo, osservai meglio cosa stava facendo e notai che si stava toccando il clitoride con due dita in un movimento circolare.
Sentiamo dei rumori fuori dal camper, lei si alza apre la porta del camper e fa salire il marito.
Si siede nell'altro divanetto, come se nulla fosse, mentre Patrizia versa altro alcool, io non avevo ancora finito il primo, lo versa per Alberto lo aggiunge nel suo non completamente vuoto e fa un cenno a me, ma io diniego.
Alberto allora guarda sua moglie e gli chiede “vedo che avete già bevuto?” e lei “si caro un goccio solamente, ora noi saliamo sopra nel letto così possiamo stare più comodi tu ci raggiungi?”, “Ok” risponde lui.
Mi allunga una mano e si arrampica sulla scaletta, io da dietro posso vedere uno spettacolo che da lì a poco mi sarei gustato in molti modi............
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