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Paola ed Alessio: l'ospitalità ricambiata.


di PadroneMaldestro
09.03.2015    |    6.087    |    2 6.9
"Ormai è fatta, un gran bel pezzo è entrato, manca la parte finale, manca solo che passi “l’anello” del muscolo anale, che davanti a quel membro dritto non..."
(Questo racconto, scritto di proprio pugno da Alessio, è la testimonianza di ciò che accadde nel corso di una visita a Roma del Cuoco Galante, su invito della coppia di amici, impazienti di ricambiare il meraviglioso weekend milanese).

Erano passati tre mesi dalla visita fatta ad Alfredo, io e Paola ne parlavamo spesso, parlavamo di lui, della sua gentilezza ed ospitalità.
Ormai eravamo carissimi amici, Paola ogni tanto lo sentiva al telefono, per chiacchierare del più e del meno, lui riusciva sempre a metterla a suo agio. La sentivo parlare di tutto, di Milano, del lavoro, degli acquisti, addirittura di detersivi e lavastoviglie.
Ogni tanto si divertiva a stuzzicarlo, il fatto che Alfredo la pensa “intensamente” le fa sempre un certo effetto, lui un uomo, robusto, forte e sicuro che davanti a lei, diventa vittima della sua bellezza e carnefice dei suoi desideri.
La sento al telefono dirgli com’ è vestita, cosa succede quando esce, che spesso quando fa l’amore con me pensa di farlo con lui, ed Alfredo dall’altra parte, si lascia andare, masturbandosi con infinito piacere.
Guardando il calendario, ci accorgiamo che di lì a breve, un week and di festa, potrebbe permetterci di ricambiare la cortesia fatta da Alfredo nei nostri riguardi, invitando e facendolo sentire, come lui a noi, a suo completo agio, portandolo per la città ed ospitandolo da noi.
Bastano un paio di mail per organizzarci, ad Alfredo non balena minimamente nella testa l’idea di rifiutare, Paola è Paola e anche solo poterci cenare assieme è per lui un ottimo motivo per farsi Milano Roma anche in macchina!
All’annuncio del suo arrivo, Paola reagisce in maniera entusiasmante, inizia un piccolo conto alla rovescia, giri per estetisti, manicure e quant’altro, vuole essere più bella possibile, non si vedono da tre mesi e non ha la minima intenzione di sfigurare o di non piacere al nostro straordinario amico.
Il fatidico fine settimana si avvicina, Paola è sempre più euforica, lo vedo dall’atteggiamento che ha in casa, la mattina si sveglia canticchiando, la sera parla in continuazione, a stento trattiene quell’emozione che in quei giorni la fa sentire la regina dell’universo, la principessa dei suoi due maschietti, tanto diversi, ma tanto importanti.


L’ARRIVO
Sabato, la sveglia suona alle sei e trenta del mattino, Paola si tira immediatamente giù dal letto, mi chiama e mi dice “E’ Sabato, svegliati, prepariamoci che deve venire Alfredo”.
Il volo arriva alle nove e trenta, tra un ritardo ed un altro, prima delle dieci non lo vedremo, ma lei è ormai andata, va in bagno e ci sta un ora, io faccio altrettanto, ma riesco ad uscire in un tempo più ragionevole, mi vesto e vado a prendere l’auto in garage.
Quando torno su, è davanti allo specchio. Sul letto ci sono più di dieci vestiti, alcuni stropicciati altri ancora nella stampella, non riesce a trovarne uno che va bene, non si rende conto di quanto è bella e di quanto qualsiasi cosa su di lei stia bene, ma dice di voler essere perfetta, quindi alla fine trova quello giusto.
L’abito è morbido, le fascia i fianchi e le scopre il seno, la schiena appena scoperta, sotto sceglie dei sandali non troppo elaborati, i sabot di legno con la facia nera, spesso li usiamo per le foto, mi piacciono molto.
Si trucca quanto basta e mi dice “Sono pronta, andiamo!”
In macchina abbassa ed alza il finestrino in continuazione, sembra che debba arrivare il Presidente della Repubblica.
Arriviamo all’aeroporto e ci accorgiamo con estremo stupore che l’aereo non porta ritardi, quindi di li a dieci minuti, possiamo finalmente incontrare Alfredo, che furbamente come già suggerito a noi la volta precedente, viaggia con il solo bagaglio a mano, quindi non deve perdere del tempo prezioso per recuperare nulla.
Alfredo è sempre uguale, i capelli leggermente più lunghi. Paola lo vede e si emoziona, l’emozione la fa chiudere in se stessa, è completamente rossa, non riesce a far nulla se non abbracciarlo appena lui le va incontro per fare altrettanto.
Chiacchieriamo, andiamo immediatamente in un bar a far vedere ad Alfredo che a Roma non solo i pizzaioli sono egiziani, ma spesso anche i baristi.
Parliamo del più e del meno, lui sempre galante riempie Paola di complimenti, che ancora timidissima non riesce a non arrossire.
La situazione si fa più intima in macchina, io e Paola davanti ed Alfredo dietro, dice che vuole stare più comodo sul sedile dietro, il silenzio e la calma ci fa stare a tutti meglio.
Paola inizia a sciogliersi, sta tutto il tratto, dall’aeroporto a casa nostra, rivolta verso Alfredo, con un fare ingenuo, quel fare che c’ha portato a chiamarla “la nostra piccola”.
Girata, forse non se ne accorge, o forse lo fa apposta, lascia cosce e seno in bellissima vista, a tal punto che distrae me, figuriamoci lui, ma conoscendo Alfredo, in quel momento, gli basta vivere la felicità di essere di nuovo insieme e non di più.
Arrivati a casa gli facciamo disfare il piccolo sacco, lasciamo che si rinfreschi e poi andiamo a fare un giro per la Città Eterna.
Durante la sua breve doccia, la porta resta aperta, forse involontariamente, Paola passa davanti al bagno, entra si sistema il trucco, tutto con naturale disinvoltura, mentre lui, nudo, lascia farsi cadere l’acqua addosso per rilassare il collo e la schiena.
Quando finisce le chiede gentilmente di allungargli l’accappatoio e Paola tranquilla apre la tenda e lo aiuta ad indossarlo. Io passavo lì e non riuscii a non guardare senza provare una forte emozione, un tonfo nella stomaco, più restavo a guardare e più mi sentivo svenire. Lui si asciuga, lei si trucca, l’accappatoio non è allacciato, loro sono nello stesso bagno, lui è nudo, ma la cosa che mi stava eccitando di più in assoluto, era l’intimità che si era creata tra loro due, che potevano senza il minimo senso del pudore, guardarsi e parlare anche completamente nudi.
Tutti sono pronti e così, finalmente si scende e si parte per una ricca passeggiata per le vie del centro.


LA VISITA ALLA CITTA' ETERNA
Per riprendere la macchina dobbiamo fare qualche centinaio di metri a piedi, Alfredo e Paola sono abbracciati, sembrano loro la coppia. Lei è disinvolta, ci scherza ci ride, sembra una bimba che sta per essere portata alle giostre, lui ugualmente felice riesce a farla sorridere ed essere sensuale nello stesso momento, sono al settimo cielo.
Arriviamo in centro e parcheggiamo, da lì per vedere le grazie di Roma c’è da camminare, ma siamo tutti e tre molto contenti, non è un problema la strada che ci aspetta. Alfredo col suo fare sempre garbato mi invita ad abbracciare Paola, e mettermi tra loro due, ma è lui l’ospite, è lui che questi due giorni deve stare con Paola e lascio che tornino immediatamente abbracciati, come una coppietta di felici turisti, io mi limito a sembrare quello che li accompagna.
Durante la passeggiata, tra i vari argomenti, inizia ad uscire un pizzico di malizia, quella malizia che stiamo covando tutti e tre, ma che nessuno cerca di far sembrare troppo evidente, così si innesca una serie di battutine allusive, sul seno di Paola e i suoi graziosi piedini da parte di Alfredo, che io perdo al volo, facendogli presente che per prepararsi la mattina ha provato tantissimi vestiti. Alfredo capisce al volo, così guarda Paola e con grazie le sistema la scollatura, per renderla ancora più bella e nota che nello sfiorarla, Paola sente come un brivido. Finalmente stiamo entrando nella spirale del vero divertimento.
Dopo neanche mezz’ora non esistono argomenti se non il sesso e Paola, ormai siamo parecchio carichi, tutti e tre e l’atmosfera del giorno pieno, del luogo piuttosto battuto da gente indaffarata e turisti di ogni genere, alimenta in noi un desiderio di giocare con l’eros irrefrenabile. Passando per il centro ci imbattiamo in un vicolo strettissimo, e lì al nostro caro amico viene una spudorata idea, spudoratissima, ma allo stesso tempo eccitantissima. Guarda Paola e le fa “Paola entriamo in questo vicolo, ti tiri fuori i seni e fammeli toccare”.
Paola si sente svenire, i capezzoli le diventano di marmo, ma ha paura, è una cosa esagerata, non vuole, ma infondo all’inconscio in quel vicolo si farebbe sbattere, così resta titubante, dice di no, poi per pudore si copre, immediatamente dopo si scopre di nuovo, così Alfredo avendo capito il soggetto, la prende per un braccio e la porta lì dentro. E’ forte, ma non violento, vedo che le parla, le dice “dai un secondo…..tirale fuori e rimettile dentro, un solo secondo…!”
Paola si lascia convincere, Aiutandosi con le mani tira fuori prima un seno poi l’altro, ha le braccia conserte, come a coprirlo, Alfredo visto quel ben di Dio, non perde tempo e inizia a palparla, poi le allarga le braccia e le prende i capezzoli. Paola lo lascia fare, ma guarda me, che fuori il vicolo controllo, ha paura che passi qualcuno. Io la rincuoro, le faccio segno di stare tranquilla, le dico che controllo io e che non deve preoccuparsi, può lasciarsi toccare il seno da Alfredo ancora per un po’.
Vederli mi riempie di emozione, Alfredo la palpa, è gentile ma i miei occhi vedono un uomo di 56 anni che tocca mia moglie in un vicolo del centro di Roma e non posso fare a meno di eccitarmi.
Lui ha due personalità, quella del premuroso veneratore di Paola e quella del porco che ama metterglielo in bocca e farglielo arrivare in gola, con gli occhi spiritati dalla lussuria e dal piacere di usarla per i suoi istinti primordiali, in contesti come questi, l’Alfredo che piace a me è il secondo.
Quasi sbava nel toccare quel seno, che ha 33 anni meno di lui, quel seno morbido e gonfio, che piace ai maschi come noi, la sua mano si fa forte, il modo di fare si abbrutisce e più passano i secondi più mi piace, è bello vedere lei iniziare ad impaurirsi, rimanere immobile davanti a quel porco che ha cambiato faccia e le sta quasi martoriando le tette.
L’accosta meglio al muro, abbassa la testa e avvicina la bocca al capezzolo ormai quasi viola, la apre e lo inizia a succhiare.
Lei non resiste, la sensazione è divina e chiude gli occhi, avrà anche davanti un porco di 59 anni, un bruto come direbbe lei, ma la sta anche facendo godere senza nemmeno sfiorarle la fichetta ormai immagino parecchio bagnata.
Purtroppo devo rovinare la festa, vedo un auto dei vigili venire proprio nella nostra direzione, così, con calma mi avvicino e dico “Alfredo i Vigili, coprila”.
Lui non esita un secondo, toglie la bocca, le asciuga la tetta con la mano e la ricompone, poi la guarda con un sorriso affettuosissimo e dice di andare.
Paola nell’incamminarsi lo guarda e gli fa “mammamia, mi hai fatto quasi paura” poi con voce provocatoriamente ingenua gli dice: “ma che intenzioni hai birbone?....sarai mica venuto a Roma per toccarmi dove e come vuoi…..io sono una cucciola, mi devi trattare bene!”
La cosa, ha eccitato me, immagino lui che davanti alla Piccola dolce Paola, maliziosa e birichina
come solo lei sa esserlo, tira fuori tutto il suo essere animale.
Proseguiamo la nostra passeggiata, ma decidiamo di prendere un minibus, quelli elettrici che passano per il Corso. Ci sono tre posti liberi in fondo, due attaccati e uno singolo, di fronte. Alfredo sempre gentile mi offre il posto vicino a Paola, ma questa volta a dirgli di sedersi nel posto doppio è proprio lei. La cosa lo lusinga e si siede immediatamente poggiandole senza perdere tempo una mano sulla coscia.
Passiamo davanti alle vetrine più belle del centro e le guardiamo commentando i capi e gli oggetti, tutto mentre, con una naturalezza estasiante, la mano di Alfredo carezza le cosce di Paola arrivando fino alle mutandine. Lo spettacolo mi distrae, ma non voglio dare nell’occhio, ho paura che la mia insistenza nel guardare possa mettere a disagio Paola che gli lascia tranquillamente via libera, come se fosse normale farsi mettere le mani sotto la gonna da un amico del marito piuttosto che dal marito stesso.
Paola ad un certo punto si adagia meglio sul sedile, permettendo a lui di toccarla con più facilità e per vederlo meglio nei momenti di conversazione, lasciando “distrattamente” far cadere la sua mano sulla coscia di Alfredo.
Mano che dopo pochissimo, finisce sempre e rigorosamente “distrattamente” sulla patta di lui.
Da vero gentiluomo la prende e la bacia, ma solo per poi poggiarsela e spingerla leggermente sul rigonfiamento dei suoi pantaloni.
Paola quando sente quello che c’è sotto allo strato di jeans assume le sembianze di una troia. Alfredo toglie la mano, e si vede chiaramente come lei, afferrando bene la sagoma ormai chiara per la sua lunghezza, stringe ed allenta la presa, massaggiando per bene.
Probabilmente Paola non sente più nemmeno la mano di Alfredo, potrebbe infilarle due dita dentro non se ne accorgerebbe, è troppo presa dal suo giocattolo preferito.
Questo il furbetto lo sa, infatti mi chiede il maglione di cotone che porto sulle spalle, guarda Paola e le dice “lo vuoi in mano?” Paola con gli occhi da cerbiatta dice di si muovendo la testa, toglie la mano e aspetta che lui lo tiri fuori, cosa che accade nel giro di pochissimi secondi, poi lei, senza aspettare nessun comando lo afferra e lo stringe.
Sente finalmente la carne viva, Alfredo l’ha capita bene Paola e lo contrae facendoglielo gonfiare tra le dita, una, due, tre volte, fino a che la mano in totale autonomia inizia un abile movimento di su e giù.
Guardo Alfredo e a malincuore gli dico di coprire col golfino la benedetta opera che mia moglie gli sta facendo.
Lei è come se non ci fosse, ormai è presa dal contatto col cazzo durissimo del nostro amico e io e lui guardandoci negli occhi parliamo di quanto è bello quello che sta succedendo.
Lui mi dice che probabilmente se continua così sarà costretto a schizzare, è la prima volta, dice, che una sega così dolce e lenta lo porta vicinissimo all’orgasmo.
Io mi blocco un secondo sul sedile, sudo freddo, la prima cosa che mi viene in mente è il mio maglione di cotone, penso dentro di me “Alfredo è un amico, certo, ma cavolo, non può schizzare sul mio maglione…..” Lo guardo impietrito mentre cambia espressione, la pelle del viso gli si tira, Paola continua a menarlo e lui è sempre più vicino all’orgasmo. Eccolo, adesso viene, così mi alzo di scatto sfilo il maglione, prendo Paola per i capelli e bruscamente la dirigo sul cazzo di Alfredo dicendole con fare concitato “in bocca……Paola....... in bocca…!!!” Lei non capisce, sente lo strattone chiude gli occhi ma percepisce sulle labbra la punta del cazzo e non potendo far altro, apre la bocca e lo lascia entrare. In quell'istante vedo lui godere come poche volte ho goduto io, mettendo una mano sulla testa di Paola per spingerla verso il basso ad ogni contrazione. Ne conto circa dodici e immagino che per ognuna di queste abbia corrisposto un fiotto abbondante di sperma.
Alfredo tira un sospiro, tutto sembra finito, resta una sola cosa. Mi avvicino a Paola e le dico "è troppo per sputarlo qui, siamo su un autobus e non possiamo sporcare, mandalo giù". Lei strizza gli occhi e deglutisce il sano succo della passione di Alfredo, che sfilandolo con qualche difficoltà, a causa della sua erezione non del tutto sparita, lo poggia sul viso di Paola, accovacciata su di lui, col suo visino angelico ed appena sporco di sperma.
Alfredo è dolce, con la mano destra le carezza i capelli, mentre con la sinistra, con un fare paterno, le massaggia il bellissimo viso col pisello scivoloso per lo sperma, dicendole "piccola mia......... grazie........" lei gli sorride, e quel volto angelico che si lascia sfiorare da quel pene grande, maturo, è mille volte più bello di un quadro di Leonardo Da Vinci.
Quando scendiamo dal piccolo bus, mi dirigo verso Paola ringraziandola per avermi lasciato togliere il maglione e la bacio delicatamente sulle labbra, sento ancora
lo sperma di Alfredo e penso che deve avergliene dato molto più di quanto abitualmente glie ne do io.
in quel momento tutti e tre, chissà grazie a quale alchimia, ci guardiamo e diciamo che per quanto possa essere bella la nostra amata Roma, forse a casa ci potremmo divertire e riposare di più, così piuttosto che continuare, ci avviamo alla macchina per dirigerci a casa.
Ci fermiamo solo per una piccola sosta, da "Mirella" la regina delle Grattachecche, dove su lungotevere si degustano le migliori e rinfrescanti bibite ghiacciate, chiesta da Paola per pulirsi la bocca, evidentemente ancora intrisa di sperma.
Durante quei dieci minuti, Paola e Alfredo riescono di nuovo a sorprendermi, perchè ormai sembrano due fidanzatini, lei sul muretto con le gambe larghe, fa posto a Lui che insinuato dentro ridendo la imbocca, alternando ad ogni cucchiaiata un bacetto sulle labbra.
E' bellissimo vederli, vedere Paola e la sua splendida giovane bellezza, persa in un affettuoso e delicato gioco di effusioni con Alfredo, un uomo di cinquantanove anni. Rimarrei ore a guardare quei baci tanto che un uomo si avvicina e mi dice "certo che se nella vita hai i soldi......", indicando Alfredo e Paola e con tutto l'orgoglio e un pizzico di libidine guardandolo rispondo ..."quella è mia moglie......lui un nostro carissimo amico"
In macchina si percepisce un atmosfera esaltante, si gioca si scherza, Paola prende in giro Alfredo perchè ogni tanto in quei bacetti metteva la lingua, e Alfredo risponde dicendo che comunque lei la sua non l'ha mai tirata indietro. Sentirli giocare mi diverte, mi giro verso Paola e dico “dai fatemi vedere chi ha ragione, se tu o Alfredo, faccio il giudice”
I due si avvicinano, Alfredo porge le labbra sulle labbra di Paola, nessuno tira fuori la lingua, ma restano attaccati, sembra il gioco che si fa quando due si guardano e perde chi ride per primo.
Contemporaneamente sorridono le bocche si aprono ed Alfredo col solito fare furbetto, insinua leggermente la lingua, Paola sente il movimento della bocca e da brava birba tira fuori la sua e tocca quella di Alfredo, che immediatamente mi fa “visto???????...è lei, lei fa tutta la cerbiatta e poi eccolo lì che mette la lingua….Alessio diglielo che l’hai vista!!!
Paola ride, è felice, si vede dallo sguardo. Le dico scherzando che il povero Alfredo è una vittima della sua bellezza, non può trattarlo così….. queste parole la lusingano, le piace da morire come Alfredo la fa sentire, una principessa quando sono insieme e una suddita quando sono in intimità.
Sono entusiasta, euforico.


FINALMENTE A CASA
Arriviamo finalmente in casa, Paola decide di preparare qualcosa, gli avvenimenti c’hanno riportato nell’umile dimora alle 14 e 30 senza aver mangiato nulla, se non il ghiaccio della grattachecca.
Alfredo si offre di aiutarla, ormai le sue doti di cuoco sono più che consacrate, ma dice subito che vuole solo fare da assistente, nulla di più, è venuto per divertirsi non per lavorare.
Paola indossa il suo grembiule preferito e ne da uno simile ad Alfredo.
Non si accorge che nel legarlo, ha impigliato l’estremità della gonna al laccio, quindi il suo sedere e le sue gambe, sono completamente scoperte.
È paradisiaca, su quei sabot neri, con quelle gambe e quel sedere perfetto nelle sue leggere imperfezioni, forse me ne sono accorto solo io, Alfredo è preso a tagliare le verdure, ma non dico nulla, voglio vedere come si comportano davanti a quel piacevole inconveniente.
Presa nelle faccende Paola non si accorge di nulla, si china sul tavolo d’appoggio per guarnire i piatti e quella posizione è puro eros, Finalmente Lui si volta e la vede, li per li non se ne accorge, poi, immediatamente dopo realizza, lo vedo quando si volta e poi di scatto riporta lo sguardo verso Paola, ancora intenta ad operare.
Finisce in un lampo con le verdure e si poggia dietro di lei. Con le braccia attorno alle spalle le prende le mani e l’aiuta a guarnire, si struscia, par Paola è tutto normale, tranne quando sente fin troppo bene la pressione del pene dietro il sedere.
Passa una mano sulla coscia e s’accorge di averla scoperta, così fa un sobbalzo d’imbarazzo e dice “Oddio, ma ho tutto il sedere fuori….!”
Alfredo mi chiama ad alta voce “Alessio a te immagino che proprio non piaccia vedere Paola così vero…? Io con lo stesso fare ironico dico “Eh, no, per niente, certi spettacoli bisognerebbe proibirli per quanto spiacevoli..!”
Lei torna a ridere e lascia tutto com’è, compreso Alfredo dietro che la struscia.
Ormai è tutto pronto, i piatti guarniti ed aspettiamo solo la cottura. Alfredo non molla la posizione, da dietro la prende per la vita e Paola lasciandosi andare china la testa dietro, poggiandola sulla sua spalla.
Lui sale, le carezza il seno insinuando la mano tra il grembiule e il vestitino, poi entra piano, il vestitino si scosta e lascia Paola coperta solo dal grembiule ed il reggiseno, che quasi subito fa la stessa fine.
Le carezza i seni lisci, tondi, lei intanto comincia a sentire piacere nel farsi toccare e porta la mano tra la patta e il suo sedere per sentire quanto è felice Alfredo per la situazione.
Accosta la sa bocca all’orecchio di lui e sento che bisbiglia qualcosa, non capisco, lo dice con fare troppo sospirato, ma quando si gira e si abbassa, intuisco che forse gli ha detto di darglielo in bocca.
In ginocchio sotto ad Alfredo, aspetta bramante che lui tolga il grembiule, che abbassi la zip e che lo tiri fuori.
I tre procedimenti avvengono con una calma sensuale.
Paola lo prende in mano, lo spinge verso su e lo bacia sotto il filetto, inducendolo ad un gonfiore immediato, poi dopo averlo leccato da sopra a sotto, apre e lo fa entrare.
Lo succhia e lo masturba contemporaneamente , lentamente. Alfredo è immobile e si gode il pompino di Paola, fino a che dalla zip riesce a tirare fuori anche i testicoli, che Paola va immediatamente a leccare e baciare.
Alfredo ha bei testicoli, grandi perfettamente sferici e rosa. .A Paola piacciono, le piace leccarli, con i miei spesso ci passa parecchi minuti.
Paola riprende a ritmo leggermente più elevato il pompino al cazzo di Alfredo, la testa in totale autonomia fa avanti e dietro, sono entrambi presi dalla passione. Io mi masturbo dalla mia poltroncina, forse Alfredo starà godendo a farselo succhiare da mia moglie, ma io a vederla abbassata con il sedere e la tetta fuori dal grembiule mentre lo prende, godo di più!
Il mio amico è meno carnefice, tanto che guarda Paola e le chiede “posso venirti di nuovo in bocca?”, Paola lascia uscire il pisello dalla bocca solo pochi istanti, il tempo di rispondergli…… “Dai….!”, poi tira la testa indietro, tira fuori la lingua dove poggia la cappella, stimolando il filetto con un leggerissimo movimento avanti ed indietro di qualche millimetro.
Quando schizza vedo più di nove getti bianchi uscire dalla punta del cazzo ed entrare dritti nella bocca di Paola, nove abbondanti getti, bianchi e densi fino all’ultimo, poi vedo sparire di nuovo quell’uccello duro nella sua bocca.
I gemiti di Alfredo sono contenuti, toglie il cazzo incavando le guance di Paola che sigillando la bocca......... lo ingoia di nuovo.
Alfredo rimane immobile, col cazzo mezzo moscio in mano, lei si tira su e viene verso di me, con un fare da gattina, si siede sulle mie gambe e mi dice “Amore,……anche qui non potevo sporcare…..l’ho dovuto ingoiare di nuovo…..vedi?”
Apre la sua bocca davanti ai miei occhi e non posso fare a meno di vedere i filamenti di sperma bianco tra la lingua e i denti, così in non resisto, le infilo la lingua in bocca e la bacio appassionatamente.
Non ho mai pensato di sentire il sapore dello sperma, è la prima volta in vita mia che faccio una cosa così, ma mia moglie è una donna incredibile, è talmente bella, femmina, che riuscirebbe a farmi fare qualsiasi cosa.
Finalmente mangiamo, gli animi si sono sbollentati e passiamo il pomeriggio a chiacchierare e a far vedere le foto del matrimonio ad Alfredo, Paola gli regala un suo perizoma nero, in ricordo della sua bella fichetta che immancabilmente Alfredo bacia alla fine di ogni mail.
Per la sera affittiamo un film, un bel thriller di pieno di suspense.
Ceniamo tranquilli, scherzando come il solito sul più e il meno, i due ormai fanno coppia a se, si passano il cibo direttamente di bocca in bocca, il vino rinfresca e riscalda contemporaneamente gli animi di tutti, per me stare lì, guardare e sentire è un modo di vivere la vita che vorrei durasse per sempre, spiegare come è bello vedere la propria moglie essere vissuta e condivisa da un uomo come Alfredo è impossibile, far capire quello che provo nel vederla fare lingua a lingua è cosa alquanto improbabile, sento la passione, quasi l’amore e sento che la cosa è corrisposta da entrambi.
Alfredo potrebbe anche solo scoparla, ha l’autorità per trattarla come una troia, potrebbe fotterla quando e come vuole, invece la vive, la gusta, la desidera ed infine la possiede.
Sul divano la mettiamo in mezzo, il divano è molto grande, tre metri e mezzo, ma sento che la mia presenza in quel contesto è quasi di troppo, così mi sposto sulla poltrona affianco.
Loro sempre gentili, ora non mi chiedono più nulla, ma trovando il divano completamente libero si sdraiano e si abbracciano come una coppia di fidanzatini.
Per farli stare nella maniera migliore gli porto degli stuzzichini ed un bicchiere di coca cola, a Paola piace vedere i film così.
Mando il dvd e spengo la luce, io sono seduto accanto a loro e d il film è molto bello, lo seguo con attenzione, e sono convinto che Alfredo e Paola fanno lo stesso, ma in un momento di calma, dopo quasi quarantacinque minuti, allento la “presa” sul film e mi giro verso di loro.
Non è la prima volta che sento un senso di vertigine allo stomaco, come un pugno e spesso, quando leggo le mail di Alfredo capita, soprattutto quando mi scrive delle eiaculazioni guardando Paola, ma averli lì è certamente come vivere in un mondo a parte.
Il film per loro non ha la minima importanza.
Paola è sdraiata a gambe larghe, avvinghiata ad Alfredo che le sta sopra presi da un bacio appassionato.
Non sono più solo piccoli scambi di lingua, ora è passione, debolezza del cuore, ora si baciano come io mi bacio con lei.
Non posso far altro che sfiorarmi i capezzoli e godermi la scena, di quei due “dolci innamorati” che vivono la loro passione in barba ai presenti.
Alfredo ci sa fare, la lecca in tutti i suoi punti più deboli, collo, orecchie, seni e in ogni punto che lambisce con la lingua Paola, prova un forte senso di godimento.
Senza fermarsi, senza distrarla, scende con le mani e le toglie non so come le mutandine, poi sento il rumore della cintura, il sordo aprirsi del bottone dei pantaloni, la fibbia tintinnare mentre cerca di far scendere i pantaloni, vedo Paola gemere, attendere e ancora gemere, nonostante gli occhi chiusi si capisce che aspetta fremendo che finalmente entri dentro di lei.
Le mani di Alfredo non si fermano, sono ancora li a sistemare meglio il ventre, vedo gli slip scostarsi e scendere raggiungendo i pantaloni, vedo il suo fondoschiena salire e capisco che il momento è arrivato.
Paola apre la bocca e fa un sospiro di piacere, probabilmente il pene di Alfredo deve averle sfiorato la carne, ma subito dopo emette meravigliosi gemiti, quando Alfredo inizia piano a penetrarla.
Non è brusco, lo lascia scivolare dentro, lascia che si faccia strada da solo.
Paola è bagnata, nonostante le dimensioni di Alfredo siano piuttosto abbondanti non incontrano difficoltà ed in pochi secondi se lo ritrova tutto completamente dentro.
Alfredo una volta arrivato alla fine le da due piccoli colpetti, giusto per far sentire a Paola che è lì pronto per farla godere e infatti Paola sembra rimanere senza fiato ad ognuno dei due singoli colpi, così inizia un dolce su e giù, in crescendo, sempre più rapido ma non violento.
Vederli è qualcosa che cambia la vita. Ho sempre sognato di vedere Paola fare del sesso con altri uomini, ma vederla fare l’amore, è di gran lunga più bello.
Vederla persa con un uomo, vederla partecipare con passione e non con libidine, concedersi con l’anima ed il corpo è qualcosa che non credevo avessi mai potuto provare, che non credevo esistesse.
Sono lì, avvinghiati a fare l’amore, lui spinge sempre più, lei comincia a lasciarsi andare ed a gemere, lui è bravissimo, lei lo stringe tra le sue gambe che gli tiene incrociate dietro schiena, geme, sempre di più, sempre più coinvolta ed ecco che raggiunge l’orgasmo.
Il primo orgasmo dopo una giornata dal tasso di erotismo sopra la media, un orgasmo lungo immenso ed intenso, lui tira su la testa per vedere la sua faccia trasformata e davanti a quello spettacolo le fa “vengo piccola mia….ti vengo dentro..” raggiungendo un orgasmo fuori dalla norma.
Sulla poltrona esplodo anche io, sapere che Alfredo le è venuto dentro è come averlo fatto io, anzi di più.
I loro corpi restano fermi, nella stessa posizione. Lui non lo toglie e lei non glie lo fa togliere, dopo pochi secondi si guardano negli occhi, teneri e si iniziano a dare piccoli baci sulle labbra, baci d’affetto per lui e di gratitudine per lei.
Alfredo alza gli occhi, mi vede e s’ impietrisce. Il vortice di passione l’aveva isolato dal mondo,
l’aveva fatto venire dentro mia moglie, che pur se “nostra” era comunque mia moglie.
Lo guardo e dico “se la prossima volta che fate così, non mi date modo di prendere la telecamera, vi caccio di casa a tutti e due!”
Questa mia tranquillità nel gestire la faccenda fa fare un sospiro di sollievo al mio amico, il quale tirandosi su, mi lascia intravedere con immenso piacere il suo pene ancora dentro mia moglie.
Paola lo lascia scendere, rimane a gambe larghe, si tocca la fighetta ancora gonfia colma e trasudante di muco vaginale e di sperma di Alfredo e rilassandosi dice che sarebbe andata a farsi una doccia.
Alfredo gentilmente mi aiuta a pulire quello che ho sporcato con il mio abbondante schizzo di sperma, è meticoloso, potrebbe mandarmi a quel paese, invece si prodiga a cercare di fare le cose come si deve.
Paola ci mette addirittura meno tempo di noi.
La serata scorre, gli occhi di Paola brillano, forse ripensa a quel magnifico amplesso.
Un'altra bottiglia di vino finisce e decidiamo che è ora di andare a dormire, l’indomani, Domenica, ci aspetta una giornata di Shopping a Castel Romano.
Mentre ci prepariamo rifletto, vedo di nuovo gli occhi di Paola che sistema le ultime cose in cucina.
Alfredo esce dal bagno e si dirige in camera sua, ma non può dormire lì, Alfredo deve dormire nel letto matrimoniale con lei.
Guardo Paola e le dico “amore, perché non facciamo dormire Alfredo con te e io vado nella stanza degli ospiti?”
Paola esplode, mi abbraccia, abbraccia Alfredo, dorme col suo “uomo” quello che la fa sentire bella, desiderata e questo la rende quasi pazza di gioia. Lui non sa che dire, vorrebbe ringraziarmi in chissà quale maniera, così quando Paola per gratitudine, mi va a sistemare il letto dico ad Alfredo: “vuoi ringraziarmi?......facci di nuovo l’amore”
Alfredo ha uno sguardo particolare. Sente che da parte mia c’è qualcosa di più di un amicizia e questo le rende felice, più che felice. Mi stringe la mano e mi da la buona notte!
Pensare che di là, nel mio letto, Paola stia dormendo con lui non mi fa chiudere occhio.
Il mio cervello pensa.. " faranno di nuovo l’amore??......vorrei vederli ancora…..vorrei vederli mentre si baciano…..saranno abbracciati?.....”
Non resisto, non riesco a dormire, se penso che di là avviene una cosa così meravigliosa, altro che il pugno allo stomaco, rischio di venire senza nemmeno sfiorarmi i capezzoli!
Mi alzo e controllo…..arrivo in camera, la porta è socchiusa. La luce della tivù illumina Alfredo coperto fino al petto, Paola accanto, ma non guarda la tivù, guarda sotto le coperte, non capisco, ad un tratto una luce bianca, forse qualche inquadratura di un posto all’aperto, illumina meglio la situazione, ora è chiaro, Paola lo sta masturbando.
Si, Paola è sul fianco destro, la sua mano sinistra stringe il cazzo di Alfredo muovendolo in su giù, mentre lui col braccio attorno al collo le accarezza i capelli, bellissimo, non mi vedono e io li vedo.
Lei ogni tanto accelera, così per qualche minuto, ma poi Paola cede, lo so come è fatta, infatti si insinua sotto le coperte e glie lo prende in bocca.
Alfredo chiude gli occhi, con la mano che prima l’accarezzava adesso accompagna la sua testa in quel ritmo regolare, ogni tanto però la lascia giù, in quei frangenti lo vedo stringere i denti e inarcare il bacino, vuole farglielo sentire fino alle tonsille.
La cosa diventa più frequente, fino a portarlo a tirar via le coperte per vedere meglio.
La mano tra i capelli spinge, controlla e domina Paola, che non fa altro che lasciarsi guidare in quel pompino dall’alto contenuto erotico. Ogni tanto glie lo toglie dalla bocca per farla respirare, ma la rimanda immediatamente a succhiare quell’enorme uccello pieno di vene. “Alfredo oggi è venuto tre volte e ancora riesce a fottere con questa foga” questo pensavo dentro di me, sofferente nel non potermi masturbare per paura di essere scoperto.
Ad un tratto la testa di Paola viene scansata, Alfredo con uno scatto si alza in piedi e porta Paola in ginocchi sul tappeto, bloccandole la testa con le mani e fottendola in bocca con la foga di uno che la sta scopando nel culo. Vedo male, malissimo, cerco di sporgermi, ma non faccio in tempo, sento lui dire “siiiiiii…….siiiiiiiii” con tono virile e cerco con tutto me stesso di ricordare i dodici fiotti fatti in bocca a mia moglie sul bus il pomeriggio stesso. Immagino tanta sborra nella sua bocca, soffro per non poterla baciare, mi metto le mani nei capelli, indeciso se andare al bagno o restare, ma resto e vedo Alfredo che con irruenza prende il suo arnese e la martella in faccia Paola che sorride cercando di fare piano. Si lascia menare da quel manganello che ogni tanto punta nella sua bocca e manda tutto giù fino alla fine. E’ un bel gioco, dovrò farlo anche io!
La mattina della domenica suona la sveglia alle sei.
Mi alzo in piedi e penso immediatamente ad Alfredo che le è venuto dentro, a loro che dormono assieme, a tutto e a niente, sono già eccitato, mi aspetta una bella giornata con quella che per me, è “la coppia più bella del mondo, eufotico mi faccio una doccia al volo cercando di fare meno rumore possibile, per arrivare in bagno sbircio la porta, li vedo dormire abbracciati, bellissimi.
Mi vesto e scendo, vado a prendergli dei cornetti caldi per fare colazione e un po’ d’ aria fresca per sbollentare il tutto, anche perché, se fosse per me, li sveglierei per chiedergli di scopare immediatamente e non credo sia una cosa normale.


LA COLAZIONE
Quando salgo a casa ancora dormono, la posizione è simile a quella di prima, ormai sono le sette e mezza, posso svegliarli.
Porto il caffè e il latte con i cornetti e sveglio Alfredo, che mi da un buongiorno piuttosto assonnato.
Gli chiedo come è andata la serata e sorridendo mi fa “bene, non ho resistito ieri sera”, ma è vago, forse ancora poco reattivo.
Svegliamo Paola che appena vede Alfredo lo abbraccia e gli da un piccolo bacio sulle labbra, poi prende la colazione e mi ringrazia della gentilezza.
Ormai siamo tutti svegli, i due per guadagnare tempo si fanno la doccia assieme e sento Paola ridere e dire ad Alfredo che il “coso” non glie lo lava fino a che non torna piccolo, ma capisco Alfredo che non riesce a comandare lo stato d’animo, così entro e vado a “difendere” il mio amico, convincendo Paola a insaponarlo ed a sciacquarlo anche sul “coso” che sembrava già pronto a fare il suo bel dovere con mia moglie.
Tutti pronti, si parte, destinazione Castel Romano.
Arriviamo lì presto, alle nove e mezza, c’è già parecchia gente, Alfredo convince Paola a comprare dell’intimo, da mettere tutti ogni volta che vorrebbe fare sesso con lui, ma non scherza, lo vuole veramente e la risposta di Paola a quella richiesta è un malizioso “bè allora ne devi comprare tanto….”
Perizoma, calze, collant, corpetti, escono con tre buste piene, Alfredo c’ha occupato le prossime tre domeniche per poter fotografare Paola con tutte quelle cose nuove e sexy, ma la cosa non mi dispiace affatto, anzi, mi fa stare su l’uccello per tutto il resto della mattinata.
Decidiamo di mangiare lì, un pasto rapido e poco raffinato, ma vogliamo tornare a casa e vedere Paola provarsi qualcosa di quello che le è stato regalato, così nel giro di poche ore siamo già pronti sul divano per goderci la sfilata.
Ormai Alfredo è di casa, apre il frigo e prepara una bibita fresca, è grandioso anche nell’arte di dissetare, non solo nel cucinare. Paola si veste e inizia la passerella.
Prima di tutto, i corpetti, fa avanti e dietro, senza il minimo imbarazzo, si avvicina, si struscia Alfredo, si lascia accarezzare, poi via con calze e collant di vario tipo, fino a tornare con un perizoma ed un reggiseno a balconcino che nella sua semplicità, fa uscire a tutti e due gli occhi dalle orbite.
La rinfrescante bibita di Alfredo, a base di Coca Cola e alcolici leggeri, ci manda su di giri, si scherza e si ride, si tocca la Paola, tutto in un armonia fantastica, poi ecco che si inizia a fare sul serio.
Io ed Alfredo senza dircelo, abbassiamo i pantaloni e tiriamo fuori due uccelli duri come il marmo, Paola davanti a quei due membri non resiste e contemporaneamente li impugna e li inizia a muovere ridendo, con la faccia maliziosa di chi sta per mangiare un boccone succulento, poi si avvicina e uno alla volta li mette in bocca.
Succhia il suo, qualche secondo e passa al mio, qualche secondo e torna al suo, così per una decina di volte, fino a che non ci tiriamo su e glieli mettiamo davanti al viso.
Le sue mani non li mollano, li avvicina e li fa toccare, poi con la lingua cerca di leccarle il filetto di tutti e due e alternandoli come prima, ne fa entrare uno alla volta, stavolta ogni succhiata un cambio.
Lo metto dentro e lo lascio, la guardo e le dico, “falli entrare tutti e due”.
Paola apre la bocca fino a sentire che di più non si può, Alfredo infila la cappella, e spingendo leggermente la manda dentro con altri tre o quattro centimetri, Paola ha la bocca piena, due cazzi dentro la bocca!
Contemporaneamente con le mani, messe dietro la sua testa, io ed Alfredo cerchiamo di spingerli dentro, ma Paola deve riprendere fiato e li togliamo menandoceli per tenerli duri. Un'altra volta, ancora un'altra volta e i nostri due cazzi si insinuano di nuovo nella bocca di Paola, ma stavolta sono bagnati di saliva e possono scivolare, così, come due pistoni si alternano nella bocca di Paola, andando dentro e fuori, ma senza mai uscire completamente. Le guance di Paola mostrano benissimo il grado di eccitazione che abbiamo, sagomandosi perfettamente alle cappelle grosse e rosse dei nostri due sessi turgidi, le labbra di Paola, come dilaniate, hanno assunto un colorito biancastro, forse per tenerle così aperte, il sangue non riesce a circolare bene, ma non importa, adesso importa che Paola faccia il suo dovere e lo faccia bene, fino in fondo.
Ci rendiamo conto, che se continuiamo sborriamo tutti e due, così ci fermiamo, potremmo eventualmente farlo, ma non prima che sia stata presa come si deve, non tanto da me, quanto dal nostro caro amico che probabilmente la rivedrà solo tra qualche mese.
Paola si siede, ha il viso rosso, mi avvicino e la bacio sulle labbra.
Penso a quello che è successo, quello che Alfredo e Paola hanno fatto, penso che manca qualcosa, penso che Alfredo l’ha accudita e che Paola si è lasciata accudire, penso che la gioia di quei giorni si è fondata su un rapporto amorevole, come l’amplesso consumato sul divano, finito con l’orgasmo di Alfredo nella pancia di Paola, come due teneri innamorati, e cortese, come le eiaculazioni avvenute più volte nella bocca di Paola, per evitare di sporcare e per farlo stare bene con lei. Nulla però, è ancora stato fatto per farla sentire femmina, donna, cagna, come è giusto che sia, considerando che l' amico del marito ha fatto centinaia di chilometri per vederla.
Dopo il bacio sulle labbra mi siedo accanto a lei, la guardo e le spiego una cosa importante, fondamentale:
“vedi Paiola, tu sei una splendida ragazza, dolce, innocente, ma sei anche una bella femmina, una giovane femmina e devi esserne felice. Sei meravigliosa per farci l’amore, ma sei fatta anche per lasciare che chi è con te si senta maschio, uomo, dominatore……capisci?”
Paola capisce che dico, ma non capisce che voglio, quindi continuo: “ Alfredo è qui perché ti desidera, è venuto da noi perché sa apprezzarti, conosce la tua innocenza e sa amarla, ma è qui anche per sfogare gli istinti sessuali che tu, col tuo modo di essere e col tuo corpo, gli hai tirato fuori......, istinti primordiali che possono essere sfogati solo grazie a donne come te, belle, formose e disposte ad essere trattate da vere femmine”
Paola annuisce, ma non le è chiaro il concetto, quindi non mi resta che affondare la stoccata.
“adesso lascia che Alfredo ti prenda, non come ieri, lascia che ti possieda dove deve essere posseduta una femmina........ girati, abbassa le mutandine e cerca di sopportare se ti farà male”
Vedo il pisello di Alfredo largo come non mai, aveva prestato così tanta attenzione alle mie parole che aveva capito da già da un po’, a cosa sarebbe andato incontro.
Paola lo guarda, come a dire “ fallo, ma non farmi male” si mette carponi, abbassa il perizoma ed aspetta che lui si metta comodo dietro di lei.
Tutto si svolge in silenzio.
Alfredo passa il suo cazzo su tutta la parte posteriore di mia moglie, lo bagna nella fica, lo mena sul suo fondoschiena, fino a quando lo punta dritto nel suo buco del culo, piccolo, un cerchietto perfetto e appena rosso.
Quella mancata proporzione tra il buco del culo di Paola e il diametro della sua cappella mette un senso di libidine a tutti e due.
Afferrando il cazzo con decisione, appoggia la punta della cappella nel centro esatto e aiutandosi con le anche, lo spinge dentro.
Si vede benissimo come la cappella inizia a farsi strada, insinuarsi dentro quel piccolo cerchietto che lentamente si dilata ed inghiotte tutto, lui spinge e già metà della sua prugna è dentro.
Paola ha la mandibola contratta, lo sente, ma non credo si renda conto che quello non è ancora nulla.
Alfredo, bravissimo, non lo toglie nemmeno un istante, si ferma, lascia la pelle abituarsi alla dilatazione, ma non lo manda indietro nemmeno un millimetro e così facendo, in poco tempo, quello necessario per vedere l’espressione del viso di Paola, tutta la cappella sparisce dentro di lei.
Si ferma di nuovo, mi guarda e con delle pulsioni lo fa gonfiare tre o quattro volte.
Paola a quel punto non trattiene un leggero gridolino, ma non implora, non dice nulla, sta ferma aspettando che tutto finisca prima possibile.
Ormai è fatta, un gran bel pezzo è entrato, manca la parte finale, manca solo che passi “l’anello” del muscolo anale, che davanti a quel membro dritto non potrà far altro che dilatarsi e lasciar andare tutto il resto del tronco.
Ora le palle di Alfredo toccano le grandi labbra della fica di Paola. È tutto dentro, tutto completamente dentro, ancora qualche contrazione per gonfiarlo e sentire quella giovane voce emettere “il dolce suono del dolore” e può iniziare ad incularla, come ha sempre desiderato, come ho sempre desiderato.
Alfredo inizia un avanti e indietro regolare, io che ho sempre sognato di metterglielo in bocca in una situazione simile, mi sento bloccato incapace di staccare gli occhi dalla virilità di quell’uomo entrata nel ano di mia moglie e di vedere compiaciuto che le percussioni aumentano gradualmente di velocità.
Paola è sempre con la mandibola serrata, gli occhi chiusi, zitta, le mani torcono il copri divano bagnato dal sudore dei suoi palmi, è tutto incredibile, tutto dovrebbe essere eterno.
Quando ad un colpo forte Alfredo involontariamente fa uscire il suo totem dall’orifizio, un rumore di risucchio d’ aria pervade le nostre orecchie, guardando il suo posteriore, noto che quel buchino che prima, appena rosso misurava un centimetro e mezzo di diametro, ora è più del triplo e rimane aperto senza nemmeno provare a chiudersi. L’ingresso repentino e la spinta da parte di Alfredo fanno emettere dal buco altri magnifici rumori che durano per le tre spinte successive, fino a che alla quinta circa, Alfredo non raggiunge l’orgasmo, venendole direttamente nell’intestino.
Avendo resistito più di Alfredo, non posso fare a meno di farmi un giro con mia moglie e il contatto con lo sperma scivoloso me la fa fottere come se piuttosto che nel culo, la stessi scopando in fica.
Non mi ci vuole molto a venire e a riempirla di sperma, l'abbiamo farcita tutti e due, tutti e due a turno, le abbiamo reso il buco del culo una cavità fuori misura e credo che per i prossimi due giorni si ricorderà dell'esperienza.
Abbiamo finito, il quadro è completo, amore, sentimento, dolcezza, affetto e sesso, vero sesso, quello che non si può riuscire ad evitare, quando davanti hai una femmina come Paola!

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