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Come svezzare la giovane moglie


di Zindo
19.07.2023    |    20.977    |    9 7.7
"Non a caso s'era innamorata di lui che senza essere brutto certamente non era un Adone..."
Laura aveva una sensazione strana, difficile da spiegare. Era come se fosse partita per un viaggio programmato per visitare luoghi stupendi e per vivere esperienze speciali partecipando ad eventi importanti, e poi, senza sapere il come e perché, si fosse ritrovata in un deserto, senza nulla e nessuno intorno, senza punti di riferimento per orientarsi, per poter trovare una via d'uscita.
Quando, giovanissima, appena diciannovenne, aveva sposato Marco lei aveva immaginato di formare con lui la famiglia che aveva sempre sognato: una famiglia felice! Una famiglia diversa da quella dov'era nata e cresciuta, che pure era una di quelle da portare ad esempio.
Suo padre era un gran lavoratore che aveva rinunciato a molte soddisfazioni personali per svolgere anche un secondo, e a volte anche un terzo, lavoro in nero, oltre quello ufficiale, pur di guadagnare abbastanza per assicurare non solo un decoroso tenore di vita alla famiglia, ma anche la possibilità di far studiare i figli e per estinguere il mutuo contratto per l'acquisto di una gran bella casa.
Sua madre non aveva svolto una attività regolare e retribuita ma principalmente aveva avuto cura della casa e dell'educazione dei figli, contribuendo comunque al bilancio familiare con alcuni lavori occasionali. I suoi genitori trovavano anche tempo per collaborare con la parrocchia. Il padre allenando i ragazzi dell'oratorio insegnando loro a giocare a calcio, la madre preparando torte quando si facevano feste per i ragazzi o per gli anziani o per i malati.
Una famiglia da mulino bianco?
Nemmeno per idea! Aveva avuto una famiglia dove in teoria non mancava nulla tranne la gioia, una famiglia senza sorriso, dove non si parlava molto perché tutti avrebbero potuto dire solo di essere stanchi e il dirlo era faticoso. Una famiglia senza spazio per i sogni perché ognuno aveva compiti precisi da svolgere ed il tempo libero era da dedicare alla parrocchia.
Non era quella la famiglia ideale per Laura. Ecco perché, appena conseguito un diploma, anziché dar retta al padre ed iscriversi all'università, aveva optato per il matrimonio.
Sposando Marco aveva immaginato di poter aver una famiglia gioiosa, allegra. Non a caso s'era innamorata di lui che senza essere brutto certamente non era un Adone. Però era quel che si dice un “gran simpaticone”, sempre pronto alla battuta umoristica, capace di sdrammatizzare ogni problema, capace di gioire per cose da poco e di trasmettere gioia anche a chi gli stava vicino-
I primi mesi di matrimonio, anzi i primi anni, erano stati decisamente splendidi. Certo a volte Marco esagerava anche nel loro privato con giochi di fantasia divertenti sì, ma fino ad un certo punto. Spesso le sue parole andavano oltre l'essere solo osé, sembravano quasi vere proposte e non solo giochi di fantasia, ed erano proposte scabrose, peccaminose, pensieri e fantasie da persone insane secondo la mentalità “sana” che Laura s'era formata crescendo nella sua famiglia d'origine formata da persone di “sani” principi.
A Laura inizialmente era costato fatica ammettere che quelle fantasie le piacevano e la eccitavano, poiché per l'educazione ricevuta, era portata a ritenere sconveniente il provate desideri sessuali: prerogative maschili le avevano insegnato. Trovava quasi peccaminoso che una donna potesse eccitarsi, ma poi aveva superato questo primo disagio accettando e apprezzando il gusto di provare sensazioni piacevolissime ascoltando le fantasie del marito.
Aveva però creduto che certe idee fossero frutto solo della particolare mente estrosa di Marco e non pratiche sessuali veramente messe in atto da altre persone. Per questa sua illusione s'era ulteriormente innamorata del marito, ritenendolo di mentalità più “unica” che rara.
Poi quelle fantasie sempre più spinte s'erano fatte anche più insistenti e Marco, dal solo immaginarle, certe cose aveva cominciato a proporle di metterle in pratica. Aveva saputo essere convincente e conoscendo i punti deboli della moglie Marco, con pazienza aveva “lavorato” psicologicamente su Laura fino a disinnescare in lei i freni inibitori.
Lei, pur pentendosi un poco dopo averlo assecondato, gli aveva permesso di sperimentare fin troppe fantasie (da Laura comunque ritenute sempre anomali anche se piacevoli, a causa della sua “cultura”).
Pur sentendosi come plagiata dal marito, provando anche lei piacere, era diventata sempre meno restia ad assecondare il suo uomo anche nelle cose che, per la sua mentalità, Laura riteneva più che trasgressive. Lei sarebbe morta di vergogna se qualcuno avesse avuto il sospetto che lei aveva ormai preso l'abitudine di soddisfare anche oralmente il marito, o meglio stuzzicarlo oralmente per farlo irrigidire ben bene, prima di prenderlo nel posto giusto.
Non era stato disgustoso come aveva immaginato prenderlo in bocca, anzi. Se avesse avuto il coraggio di esternare i suoi pensieri avrebbe detto al marito che almeno per una volta avrebbe voluto provare a vedere se fosse stata capace di portarlo fino all'eiaculazione con la sola bocca.
Come se il marito le avesse letto nel pensiero, in uno di quei giorni in cui le mestruazioni in corso sconsigliavano il rapporto “normale” lui le aveva detto:- “Questa sera ti schizzo in bocca”.
Già l'idea aveva fatto elettrizzare Laura che pur non avendo il coraggio di dichiararsi consenziente in modo esplicito, con le parole, sveva risposto con i fatti, non opponendo alcuna resistenza, anzi prodigandosi con più destrezza del solito.
Quando aveva ricevuto lo schizzo, per istinto si era ritratta velocemente, ma non abbastanza da evitare tutta l'espulsione. Quel poco che le era finito in bocca l'aveva sorpresa per l'inatteso sapore tutt'altro che sgradevole.
“Ma è buono!” aveva esclamato.
E Marco “Voglio assaggiare anche il tuo sapore, te la voglio leccare”.
“Porco! Ho le mestruazioni!”.
“Non ho detto adesso, ho detto che voglio, lo farò alla prossima occasione...tra un giorno? Tra due?”

Da quella volta i rapporti orali anche reciproci erano entrati regolarmente nel loro repertorio e Laura continuava a pensare che lei ed il marito fossero gli unici al mondo a conoscere quella pratica.
Poi erano andati anche oltre
Marco aveva cominciato a spostare la lingua, quando andava a giocare sulla sua figa, anche nell'orifizio vicino, attardandocisi con un certo piacere.
“Maialone, ma che fai?”
“Prima o poi useremo anche questo canale, comincio i lavori preparatori?”
Non era stato facile come portare Laura ai rapporti orali convincerla a provare anche un rapporto anale, ma Marco, tenace e paziente,era andati avanti con pazienza e metodo per raggiungere lo scopo, o almeno questo aveva creduto di fare, quando sperando di accelerare i tempi aveva pensato di farle capire quanto diffusa fosse anche quella pratica e come potesse essere piacevole anche per la donna, facendole vedere qualche filmino su youporn o siti similari.
Ormai esperto nella tecnica della gradualità era partito dal parlare alla moglie di certi siti, ottenendo una reazione dissimile da quella sperata, cioè: “Non dire sempre stupidaggini. Ti rendi conto di quello che dici? Li leggi i giornali? I porci che obbligano a fare certe cose alle ragazze e le riprendono con i telefonini per poi metterli in rete e vantarsi. sono porci e se non assassini, almeno istigatori a compiere atti insulsi per quelle povere ragazze”
“Ehi, ehi. Io parlo d'altro. Parlo di persone adulte e consenzienti che girano scene da veri artisti del cinema hard, nessuna violenza, nessuna coercizione, solo arte cinematografica, erotismo non bullismo”
“Porcherie” aveva sentenziato Laura, risentita, offesa, per una ragione che sfuggiva anche a lei.
Marco l'aveva presa dolcemente nelle sue braccia cingendola dalle spalle, baciandole il collo, premendo il suo bacino col pene eretto dentro i calzoni, contro le natiche e palpeggiandole i seni, coccolandola fino a quanto non si era reso conto che la troppo giovane mogliettina non si era calmata. Aveva capito di dover riprovare ma in altra maniera, senza essere troppo insistente.
Per tattica deliberatamente scelta, Marco aveva cominciato ad andare a letto un poco di tempo dopo della giovane mogliettina, rispondendo “un attimo e arrivo” quando lei lo chiamava, ma senza precipitarsi, attardandosi volontariamente davanti al computer, navigando per siti porno, alla ricerca di filmati in cui abbondavano scene di sesso non proprio “classiche”, con una particolare preferenza per le scene di sesso a tre in cui la o le donne si dedicavano anche a piaceri saffici oppure scene con rapporti anali. Sua intenzione era quella di farsi “beccare” da Laura mentre lui vedeva quelle scene affinché lei si rendesse conto di quanto più ampio della loro piccolo repertorio di "sesso casalingo, fosse l'universo dei piaceri sessuali e si innescasse anche in lei il desiderio di esplorare questo fantastico mondo.
Una sera, spazientita per la prolungata attesa e con qualche voglia da soddisfare in corpo, Laura non si era limitata a chiamare il marito. Era scesa dal letto per andare da lui e spegnere quel maledetto PC sul quale lei pensava che Marco stesse lavorando con le sue contabilità.
Aveva così visto ciò che Marco voleva che vedesse ma l'effetto non era stato quello sperato da Marco.
In uno solo attimo a Laura era crollato il mondo addosso. Era stato quello il momento in cui, come detto ad inizio racconto , si era sentita come persa in un deserto, senza nulla e nessuno intorno, senza punti di riferimento per orientarsi, per poter trovare una via d'uscita
In primis in lei era morto il mito del marito fantasioso. Le era diventato ormai ormai chiaro che tutti i giochi che facevano non erano frutto di fantasie personali ma idee copiate dal computer! Si era sentita non più una donna amata ma come lo strumento con cui il marito attuava le porcherie che vedeva su internet. Era come se Internet fosse “la persona”che il marito amava, lei “l'oggetto” che il marito usava.
A volte le era capitata di immaginare che nel corso della vita qualche altra donna avesse potuto mettere gli occhi addosso al marito che lei considerava al di sopra di ogni altro uomo, quindi appetibile anche per altre donne. Aveva avuto paura di questa eventualità ma comunque l'aveva messa in conto e s'era persa nei pensieri che aveva avuto nell'ipotizzare come avrebbe potuto difendersi da una eventuale rivale.
Mai però aveva immaginato di avere per rivale una macchina, un maledetto computer, un oggetto ricco di troppe cose, il famoso contenitore del mondo dell'informatica che abbraccia tutti i paesi del mondo, che diffonde cultura e terrorismo, pettegolezzi e scienza, un mostro infinito, contro il quale Laura, in quel momento, si era sentita impotente, insignificante, come un granello di sabbia di un immenso deserto, quel deserto nel quale aveva la sensazione di trovarsi in quel momento.
Era sfuggita a Marco che aveva tentato di abbracciarla perché convinto di aver ormai portato la moglie alla porta della totale disinibizione, immaginando già future fantastiche avventure come coppia giovane, moderna, disinibita.
Laura invece era come distrutta dentro di se. Se qualcosa ancora provava per il marito era più simile alla repulsione che all'attrazione. Si sentiva offesa, usata per anni come macchina per concretizzare le fantasie che il marito alimentava con internet.
Cinque anni di matrimonio ritenuti anni bellissimi fino a qualche minuto prima all'improvviso le pesavano come se fossero stati cinque anni di sfruttamento, di utilizzo, di schiavitù.
Aveva reagito al tentativo di abbraccio di Marco con il mollargli un istintivo sonoro ceffone sulla faccia.
Colto di sorpresa Marco, sbalordito ed esterrefatto, era riuscito solo a chiedere: “Ma che cavolo fai?” afferrando il polso della moglie che stava tornando rapidamente verso di lui, per colpirlo anche sull'altra guancia, ma di rovescio.
Laura imbestialita anche per essere stata afferrata energicamente per i polsi, aveva cercato di portare la bocca sul braccio del marito per morderlo.
Per impedirglielo Marco era stato costretto a strattonarla. Laura allora aveva alzato un ginocchio cercando di colpirlo sulle parti intime. Solo per i riflessi pronti, con una mossa acrobatica di bacino, Marco era riuscito a schivare la pericolosa ginocchiata.
L'uomo era stato costretto ad usare la sua maggiore forza fisica, per contrastare l'imprevisto attacco della moglie. Non era stata cosa facile per lui, superare la forza da rabbia isterica di Laura, ma comunque era riuscito a prevalere, spingendo la moglie verso il letto dal quale lei era arrivata, facendola cadere di spalle sulle lenzuola, saltandole sopra per immobilizzarla.
Laura non si era arresa.
Si era dimenata con rabbia, sveva cercato di mordere, di graffiare, di tirare i capelli. Era stata una lotta vera, lotta bestiale. I respiri erano diventati grossi, affannosi, i corpi sudaticci, gli sguardi carichi di rabbia, le bocche sature di bava. Solo quando erano giunti allo stremo delle energie Marco era riuscito a prevalere e a chiedere: ”Mi spieghi che cavolo ti è successo? Così. All'improvviso?”
Con il tono da indemoniata Laura, perdendo anche un rivolo di bava, affannosamente era riuscita a dirgli “Porco, porco, mi hai trattato come uno straccio da usare e mettere da parte per anni. Sono stato la tua donna oggetto inconsapevole, ma mi sono svegliata. Per te la pacchia è finita. Da ora in poi sarai tu a fare quello che voglio io e non più io ad assecondare le tue fantasie che poi non sono neanche tue...ti ho visto cosa guardavi..E' dal computer che prendi spunti? Hai bisogno di stimoli per essere uomo?. D'ora in poi ti stimolo io, a calci sul sedere di tratto, altro che a sesso con la bocca, te li ficco io bastoni nel culo altro che farmi scopare io contro natura. Ora mi ispiro io su internet e tu mi asseconderai... almeno per cinque anni, tanti quanti sono stata io ad assecondare te."
Marco. abbozzando un sorriso. aveva detto: "Sai che al sadomaso non avevo mi pensato? Quasi quasi si può provare. Si dai, ti do carta bianca; per i prossimi cinque anni farò tutto quello che vuoi."
E con la risata di Marco e la rabbia di sua moglie era iniziata una nuova stagione del sesso, senza più condizionamenti da retaggi culturali o da educazione ricevuta e neanche da internet ma solo dagli istinti e dalle passioni finalmente liberi
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