Lui & Lei

La Monta


di Clelia_Rocco_coppia
31.05.2023    |    20.815    |    5 9.4
"- "Sì, lo sono e non sai quanto mi piace”..."
All’arrivo in fattoria ci attende lo stalliere che ci accoglie con un caloroso benvenuto. Mi fissa negli occhi e sembra già penetrarmi nell’intimo; ho un brivido lungo la schiena, passando ai capezzoli e alla fica. Odio me stessa quando mi succedono queste cose.

Lui si chiama Luca e gestisce la fattoria da diversi anni; bell’uomo, magnetico, cinquant’anni e, nonostante l’aspetto un po’ rude, emana un fascino ricco di mistero. Ha occhi color dell’ambra dal taglio orientale; viso squadrato dai lineamenti forti, i capelli neri con tempie spruzzate di bianco. È inquietante e, per questo, morbosamente attraente. Il fisico è tonico con i pettorali che ancora guizzano 

sotto la maglia bianca aderente. Non posso negare di esserne profondamente attratta. Mentre lui continua a fissarmi con insistenza, manifesto questo stato d’animo al mio uomo, che, conoscendomi, intuisce cosa mi sta accadendo.

Luca ci guida all’interno della casa e tutto intorno si respira un gradevole profumo di lavanda; l’ambiente è estremamente accogliente. L’ingresso è su un salone con un grande tavolo di legno massello al centro; passiamo attraverso un disimpegno da dove si accede alle camere da letto e a una strana stanza chiusa. Sistemati in camera, Luca si congeda per andare ad assistere uno dei suoi stalloni per la monta di una delle cavalle. Prima di andar via ci chiede se siamo interessati a guardare, fissandomi ancora una volta e strappandomi altri brividi in tutto il corpo. Non ho mai assistito ad un accoppiamento, ne sono elettrizzata e non vedo l’ora di farlo dal vivo. Piero si offre di accompagnarmi sfoggiando il suo sorriso più beffardo che un po’ mi inquieta. 

Doccia, abito corto e fresco, pronta per lo spettacolo. Naturalmente non indosso intimo, lui mi vuole sempre libera, accessibile, pronta per ogni sua voglia. Già immagino cosa mi aspetta e la sola idea mi provoca uno strano languore, facendomi eccitare e bagnare tra le cosce. 

Siamo alle stalle e c'è odore di animali. Vedere Luca a torso nudo, col sudore che gli solca schiena e torace e con gli addominali che guizzano ad ogni piccolo sforzo, è devastante. Con dei guanti in lattice impugna il grosso cazzo di un animale, sfregandolo sulla fica della femmina, quindi, lo introduce nella vulva dell’animale mentre lo stallone, inizia a spingere per farlo entrare tutto. La scena mi sconvolge, eccitandomi come se la cavalla fossi io. 

paragonare quell’atto a un amplesso tra individui mi fa pulsare la fica e a bagnarsi. La mano di Piero che si fa strada tra le mie cosce. Le dita scivolano tra le natiche, raggiungendo la mia fessura fradicia. Piero mi sussurra all’orecchio: - “Sei già un lago, troia; quanto ti arrapa ciò a cui stai assistendo?”  Il tono della sua voce mi eccita ancora di più e rispondo:

- “Da impazzire, in questo momento sono una vera cagna; vedere quella mazza grossa che si infila in profondità mi arrapa da morire!”  -“Sei una puttanella viziosa!”  Mi insulta. - "Sì, lo sono e non sai quanto mi piace”.

Le sue dita mi penetrano, spingendosi sempre più in profondità.  Un rantolo di piacere esce dalla mia bocca. Inizia a scoparmi così, in piedi e non posso far altro che paragonarmi ai due animali. La scena del cavallo che con foga monta la sua femmina mi riporta all’istante con la fantasia a un’altra scena: me stessa in posizione da cagna e un maschio che mi monta; solo che non si tratta di Piero, ma di Luca. D’istinto, alzo lo sguardo e incrocio quello dello stalliere; Sono troppo eccitata per avere anche il minimo pudore, anzi, essere guardata da Luca mi eccita da impazzire. Lo fisso sfacciata, inizio a muovere i fianchi per assecondare ogni spinta di quella mano che mi devasta di piacere.

Il mio miele cola copioso tra le cosce e, sfrontatamente, cerco di mantenere questo contatto visivo per godermi la smorfia soddisfatta ed eccitata di Luca, il che mi rende ancora più perversa. 

Intanto, non smetto di seguire la monta dei due animali, la voce di Piero mi sussurra: - “brava la mia puttanella, sapevo che questo spettacolo avrebbe fatto emergere la cagna che c’è in te.”

Nello stesso momento altre due dita mi penetrano la fica ormai un lago di umori. – “Ahaaaaaa!” Urlo per il dolore sottile e per il piacere; il movimento della mano aumenta fino a portarmi vicino all’orgasmo.  Lui, però, non è dello stesso avviso; si ferma, dicendomi che da adesso ogni orgasmo dovrò guadagnarmelo. Sento di odiarlo e amarlo per questo suo comportamento da maschio dominante; è capace di farmi perdere il controllo e far salire la mia voglia a livelli impensabili. Proprio in quel momento la monta giunge al termine e, vedere quella proboscide che sprigiona abbondanti residui di sperma, è morbosamente arrapante. A quel punto il mio uomo decide che possiamo lasciare la stalla.

La serata trascorre senza altre emozioni. La mattina mi ritrovo da sola nel letto e Piero é già uscito. Dopo una doccia vado alle stalle, sperando di trovare anche il mio maschio. Dall’ingresso scorgo il bellissimo stallone di ieri, è inquieto, un po’ agitato. Mi avvicino e lo accarezzo con lo scopo di calmarlo; una voce roca, ben modulata, dietro di me mi dice:

-“Sei molto brava, è come se tu abbia già avuto a che fare con questi splendidi animali?”  Luca, mi prende quasi alla sprovvista e rispondo che si tratta solo di istinto, continuando ad accarezzare lo stallone. La sua mano si poggia sulla mia e accompagna il gesto, percepisco il suo corpo attaccato al mio, ma non provo nessun disagio, anzi mi sento protetta e piacevolmente turbata. Quel contatto mi piace, mi eccita e provo subito una fitta di piacere tra le cosce. 

Mi accarezza il collo, le spalle, i fianchi, sfiora a fermarsi su un gluteo, sfiorandolo appena. Brividi mi pervadono; i miei capezzoli sono già turgidi e la fica sempre più bagnata.  Lo avviso che Piero potrebbe esserne contrariato e offeso se lo sapesse. Mi risponde con un’altra domanda: -“E se fosse lui a volerlo?”  - “Lo farebbe senza avvisarmi?” chiedo pronta. - “Magari, avrà pensato che io possa educarti; so che ti ha ordinato di non indossare biancheria intima, per esempio; inoltre, mi ha autorizzato a disporre di te, la sua cagna, come più ritengo opportuno, per riconsegnarti a lui ancora più docile e sottomessa. A quelle parole mille pensieri si susseguono; ad interrompere questa confusione, la mano dello stalliere, ruvida, ma delicata, risale in mezzo alle gambe fino a raggiungere la mia fica.

- “Cagna, sei già bagnata.  Cosa lo ha causato la mia mano o lo stallone?”  Mi ritrovo, subito appoggiata alla staccionata con lui dietro di me, aderendo totalmente al mio culo, mentre due delle sue dita mi penetrano in fica.  -“Credo proprio che il tuo padrone avesse ragione; sei proprio una cagna in calore. Sono bastate due dita e il mio stallone per scaldarti la fica e farti perdere il controllo”. Quello che dice mi carica e mi eccita ancora di più. Muove la mano sempre più in profondità e sempre più veloce; mi scava dentro, ruotando velocemente e facendomi impazzire di piacere. ho il respiro corto mentre corpo e mente si abbandonano a questo sesso sfrenato. Inarco la schiena e quasi gli ordino di riempirmi la fica con la sua mazza dura.  - “Tu non puoi “volere”, Implorami, cagna e vedi di essere una puttana sottomessa e compiacente!  - “Ti prego, ti scongiuro fottimi, Adesso! Montami come il tuo stallone.” Rispondo, implorante.

- “Se sarai ubbidiente sarai accontentata, ma dovrai eseguire ogni mio ordine!”.  Lo dice, continuando a scavarmi la fica meravigliosamente.  -“Siiiiiiiiii!" Farò tutto ciò che mi chiedi, ma fammi godere, fai godere la tua puttana!”   Quasi urlo.  Dall'altra parte del box notiamo la presenza di un uomo, il suo garzone di stalla, accompagnato da una giovane allieva frequenta i corsi alla fattoria per imparare a cavalcare il suo purosangue. Sono intimi e anche con molta voglia perché si baciano e si accarezzano le parti intime. Non ci notano nemmeno e Luca mi dice di osservare attentamente, come se già sapesse cosa accadrà. In breve tempo la giovane si ritrova anch’essa appoggiata alla staccionata, vicinissima al suo stallone e nuda dal busto in giù. Il garzone ha già tirato fuori un gran cazzo duro e in una frazione di secondo glielo infila in fica, facendola urlare senza ritegno. 

Inizia una danza sotto i nostri occhi e le sue urla dimostrano il piacere che lei prova, muovendosi come una invasata e incitando il giovane a sfondarla. Lui l’ha presa per i capelli e la insulta in tutti i modi e con l’altra mano le strizza forte i capezzoli e poi le tortura il clitoride. A un certo punto, accade qualcosa di inaspettato; il garzone le sussurra qualcosa all'orecchio e, subito dopo, la vediamo accarezzare la meravigliosa mazza dell'animale, ancora a riposo. La scena mi fotte il cervello e il primo pensiero è che vorrei essere al posto della donna. Inizia a segare quel membro duro, caldo, pulsante. Luca, nel frattempo, con le sue carezze mi fa eccitare sempre di più; gemo e a volte rantolo di piacere. Sono un torrente di umori che mi colano lungo tutte le cosce e avverto che anche il mio buco del culo è fradicio. Il porco, infatti, me lo massaggia, penetrandolo più volte.

Guardo ancora l’animale che reagisce alla carezza della giovane che adesso impugna quella mazza con entrambe le mani; la bestia si agita ma rimane succube di quella carezza oscena perversa, eccitante. Dietro di me, la voce di Luca mi sussurra: - “Ti eccita da morire, puttana!” Quelle parole e la scena della ragazza che sega il pene dell'animale, mi mandano fuori di testa. Lo stallone si agita un po’, ma mantiene il contatto; si vede che lo gradisce. Ne sono colpita e questa perversione espressa dalla giovane mi eccita sempre di più. Luca non resta inoperoso, sfrega la sua mazza sulla mia fessura, trova l'ingresso e lo lascia scivolare dentro la fica, riempiendomi totalmente. Ha un cazzo fantastico, non lungo ma ben tornito, nodoso e lo sfrega sulle pareti della mia fica in modo strepitoso. 

Muovo i fianchi, andando incontro e i miei lamenti di piacere salgono sempre più di tono. Questo maschio mi devasta di piacere, fottendomi e colpendomi con poderose manate sulle natiche. Lo imploro: - “sbattimi ancora. Montami come una tua cavalla.”  Un affondo secco della sua mazza mi strappa un urlo di piacere; i due giovani sono troppo impegnati nel loro amplesso e ogni gemito è coperto anche dal sordo nitrire dello stallone che deve essere prossimo al godimento.  Inarco la schiena per agevolare Luca nella penetrazione, lo voglio sentire in profondità. Finalmente, dopo una tremenda carica di affondi sempre più rapidi e sfrenati, urlo fortissimo, incurante del fatto che possano sentirmi, tremo e sussulto per l'eccitazione e il piacere che mi travolge ed ho la forza ancora di incitarlo ancora: -“Spaccami porco; fottimi senza ritegno. Sfonda questa troia!”  Le sue mani sui fianchi mi bloccano e il suo bacino sbatte sulle mie natiche; 

non smetto di godere come una cagna; per non so quanti minuti non perde il ritmo di questa meravigliosa scopata e in breve un altro orgasmo intenso e ancora più lungo del primo mi travolge. 

Il piacere che mi devasta non mi impedisce di vedere la giovane che sega il cazzo del cavallo prossimo a godere anche lui. E, infatti, quella magnifica mazza inizia ad eruttare sborra come un idrante, proprio mentre godo. Sento solo le urla della puttanella perversa che travolta dal piacere boccheggia come una troia; le sue mani e le sue braccia si ricoprono della bianca sborra dell'animale. Mi giro a guardare e anche Luca si è goduto la scena; mi viene in mente che anche la troietta sia passata dalle grinfie di questo satiro perverso e del suo cazzo. So che non è ancora finita. 

Luca mi afferra per i capelli e in modo pacato, ma deciso mi costringe ad inginocchiarmi davanti a lui.  - “Ora tocca a te piccola troia viziosa e vedi di lasciare il mio cazzo pulito e lucido.”  Lecco quella carne dura e maestosa, la prendo in bocca; passo la lingua lungo tutta l’asta e arrivo fino alle palle. Lui inizia a rantolare e presumo che sta per riversarmi in bocca un fiume di sborra. Ma non è quello che desidera perché mi solleva mi mette a pecora e mi infila ancora il cazzo in fica in un sol colpo. In meno di un minuto, urlando ed insultandomi come l’ultima delle puttane, mi inonda il sesso con la sua sborra calda, strappandomi ancora un orgasmo intensissimo. Poi si sfila e si sistema dicendomi: - “Sei una femmina magnifica e una troia meravigliosa; ora rientra in casa, il tuo uomo ti aspetta. “ Nel salone, sulla parete di fronte un grande schermo attira la mia attenzione. 

Sta per andare un video in cui mi vedo ripresa nella stalla. vengo assalita da intensi brividi; immagino sia stato Piero a realizzarlo; avrà assistito a tutto ciò che è successo in quel luogo. Sarò punita severamente e lo sarei stata, comunque, se non avessi accettato la volontà dello stalliere. 

Realizzo che aver goduto di quella esperienza ne è valsa la pena.  Un applauso interrompe le mie riflessioni, è Piero che esordisce così: -“Brava la mia cagna, ti sei divertita? Sapevo che avresti ceduto di fronte a quei due stalloni. Ma continua a guardare quanto sei stata troia in quelle immagini, amore.   -” Mentre lo dice mi prende per il collo gentile ma deciso, costringendomi piegata sul tavolo centrale e, sollevando il vestito mi infila il suo cazzo in fica con un colpo secco. - “Sei ancora piena della sua sborra cagna. Sai che sarai punita per questo, vero?” Rispondo pronta: -"Sì, mio signore, lo so e farò tutto quello che mi chiederai”.

La giornata trascorre senza altre emozioni, ma a sera il mio uomo mi dice: - Tra un'ora trovati nella stanza con la pesante porta in legno, nuda solo con il tuo tacco12!” mi saluta e va via, lasciandomi senza altre spiegazioni. Ormai sono abituata a questi suoi comportamenti e un’ora dopo varco la soglia di quella porta e mi ritrovo in una ampia stanza con un arredamento minimale. Al centro un grosso palo di legno da cui poco più in alto pendono due cinghie in cuoio; dal pavimento emergono altre due cinghie con cavigliere. Poco distante dal palo una grande poltrona in pelle con un tavolo di servizio in legno massiccio su cui fanno bella mostra alcuni oggetti di piacere. A quella vista avverto fitte di piacere al sesso già bagnato; i miei capezzoli sono già turgidi e dritti come chiodi. La cagna, la schiava sottomessa che c’è in me ha il sopravvento e vorrà godersi tutto ciò che accadrà.

Questi miei proponimenti vengono interrotti dall’ingresso di Luca nella stanza. Si avvicina, guardandomi con studiata lussuria. Mi accarezza il viso e mi dice: - “stanotte sarai ancora mia, il tuo uomo ha deciso così, affidandoti a me e ai miei... mastini. 

Vuoi continuare ad essere una cagna o disobbedire al tuo signore. Riceverai sofferenza ma anche tanto godimento.”  Non ho dubbi, ho già deciso. L’uomo intuisce e si avvicina con una bandana di seta e mi benda, spingendomi nella direzione del palo al quale mi lega mani e piedi, costringendomi a divaricare oscenamente le cosce. 

Sono totalmente immobilizzata, piegata in avanti quasi a 90 gradi, legata e bendata tutto ciò mi provoca uno stato di inquietudine, misto ad ansia ed intensa eccitazione. Ogni fibra del mio corpo vibra e una prima violenta manata su una natica me lo ricorda. Urlo più per la sorpresa che per il dolore, ma mi brucia molto, comunque. Un ordine parte perentorio da luca: -“zitta e rilassati!” Il rumore della porta che si apre e dei passi che avanzano, accrescono la mia ansia e la mia eccitazione. Vorrei fosse Piero, ma la mano, forse ancora di Luca mi costringe ad aprire la bocca e, ordinandomi di tirar fuori la lingua, mi vengono applicate due mollette di metallo. Sento dolore, ma finalmente inizio a percepire tutte quelle sensazioni fisiche e mentali che ho sempre desiderato. Sulla schiena sento scivolare qualcosa di morbido come delle frange e realizzo che si tratta di una frusta. Una fitta alla fica mi provoca un gemito e penso già a ciò che mi attende.

Il primo colpo arriva sulla schiena, non faccio in tempo ad emettere un singulto di dolore che ne arriva un altro, questa volta sui glutei, più forte del primo. Poi un terzo, un quarto e ancora un altro indifferentemente sul culo, sul ventre, sui seni e ancora sulla schiena. Qualche secondo di pausa per metabolizzare il dolore bruciante, ma mi ha anche fatto bagnare la fica perché sento colare i miei umori copiosi in mezzo alle gambe. 

Avverto piccole percosse tra le cosce e sussulto di piacere; i colpi si susseguono continui e sempre più forti ma li sopporto. Sento le grandi labbra e la vulva bruciare un po’, sono arrossati e gonfi. Gli ultimi colpi di frusta sono tutti sul clitoride e mi fanno urlare, fino a procurarmi un primo intensissimo orgasmo che mi costringe a gridare il mio piacere e a schizzare i miei umori dappertutto. 

Qualcuno raccoglie la sborra dalla fica, e infila le dita in bocca da succhiare e leccare. Lecco tutto come una lurida cagna. La mia pelle è rossa e brucia; percepisco su tutto il corpo qualcosa di morbido, oleoso, un unguento. Avverto un senso di benessere totale e mi rilasso. La mano che mi accarezza delicatamente, indugiando sulle mie natiche arrossate, scivola nel solco tra i glutei, sfiora il mio buchino, si attarda sulla fessura, fino al clitoride, massaggiandolo delicatamente e provocandomi un’eccitazione carica di sfrenata lussuria. Un’altra mano spalma olio sui seni, sui capezzoli con un movimento rotatorio, languido e rigenerante. Un’altra mano ancora massaggia il mio seno, stringe un capezzolo turgido, facendomi sussultare per il dolore misto a piacere. Adesso ne sono certa: oltre Luca ci sono altri uomini forse altri tre. Una cappella grossa si sfrega su tutta la fica e avverto delle vibrazioni da un oggetto direttamente sul clitoride. Rantolo per il piacere improvviso e inaspettato. È un vibratore e mi sta facendo impazzire; monta in me il desiderio di essere scopata a tutti i costi e non m’importa chi lo farà il mio unico desiderio è quello di essere penetrata e sfondata come una cagna. - “Fottetemi, voglio sentire i vostri cazzi dentro, in profondità “! Tremo tutta per l’eccitazione. Qualcuno si avvicina e mi bacia sulla bocca, mi infila la lingua dentro e succhia la mia. Non riconosco nessuno in quel gesto, ma rispondo con slancio e lussuria al bacio. 

Vengo imbavagliata e una sfera mi impedisce di chiudere la bocca e di parlare. Il vibratore non ha smesso nemmeno per un secondo di devastare il mio “piccolo cazzo” ed io sto per impazzire. I miei umori colano copiosi lungo le cosce e sento arrivare un altro orgasmo fortissimo e intensissimo; urlo e un torrente esce dalla mia fica, allagando dappertutto intorno a me.  Qualcuno mi sostiene con un braccio alla vita; è uno dei “nuovi maschi” e senza alcun riguardo mi penetra, strappandomi un urlo di dolore e piacere perché il suo cazzo è veramente fuori standard. Tutti mi hanno scopato e violato ogni buco senza ritegno; Mi hanno montata come una vacca e ho tanti non so quanti orgasmi; Ognuno mi ha sborrato dentro e ho goduto dei loro cazzi in fica e nel culo. Mi hanno frustata e torturata con oggetti di ogni forma e dimensione, lasciandomi sfinita, stremata, ma appagata. In fondo era questo che volevo! Finalmente, mi slegano e mi accascio al suolo. Mani familiari, sono quelle di Piero, mi sollevano e mi accarezzano, liberandomi della benda. Senza pronunciare una parola. Mi stringe, sussurrandomi - “Sei stata magnifica, piccola”. Restiamo strettamente abbracciati, mi sento protetta ed è una sensazione bellissima. 



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