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Educata e sottomessa


di Clelia_Rocco_coppia
03.03.2023    |    22.576    |    5 9.3
"Tutto questo calore mi stupisce e mi turba piacevolmente..."
Arriviamo nella tarda serata allo chalet. Fuori buio totale, solo una piccola luce illumina l’ingresso. Fa freddo nonostante il periodo estivo. Mi stringo a Pietro in cerca di protezione. Lo chalet è accogliente e dopo una doccia ci addormentiamo subito per la stanchezza.
È già giorno e Pietro in bagno si regola la barba. Lo bacio sul collo, lo abbraccio e lo stringo, schiacciando i miei seni sulla schiena e il mio ventre sulle sue natiche. Seduta sul vaso mi libero della mia pioggia dorata e lo contemplo da dietro; fisso il suo sedere nudo e noto che mi sta osservando dallo specchio mentre sorride. Passo sul bidè con le gambe divaricate e il getto caldo mi arriva dritto in fica procurandomi un sottile brivido di piacere. Si avvicina, si abbassa, con il sapone intimo inizia a lavarmi la fica massaggiandola lentamente. Mi godo Il suo tocco, chiudo gli occhi e sento scorrere la mano aperta sulla fessura con le dita che la allargano, scivolando fino alle natiche; un dito esplora il mio buchino prima in superficie poi, lentamente sempre più in profondità. Un gemito di piacere sfugge dalle mie labbra; apro gli occhi e guardo Il suo viso pieno di desiderio, mi allungo con la schiena fino a sfiorare i sui boxer e percepire il suo cazzo già duro. Si sposta lateralmente senza perdere il contatto e adesso me lo ritrovo sulla guancia. Pulsa, duro e lo tiro fuori; lo bacio sulla cappella lucida, la lecco e con la punta catturo la prima goccia che ne viene fuori limpida. Ho fame, ho sete e voglio saziarmi di lui. Mentre ha una mano ancora impegnata sul mio buco, l’altra sta disegnando cerchi intorno al clitoride, passando poi tra le labbra e io mi sto già colando umori. Le mie gambe iniziano a tremare per il desiderio e l’eccitazione.
Mi prende tra le sue braccia e mi porta in camera. Appena sono sul letto Lo spingo giù e mi metto sopra di lui, lo bacio, lo lecco tutto fino ad arrivare al suo cazzo. Lo prendo in bocca con avidità, lo succhio e lo avvolgo nei palmi delle mie mani, facendolo scivolare tutto circondato dalla mia saliva. Lo sento gemere una mano sulla testa mi dà il ritmo mentre il suo cazzo diventa sempre più duro sembra di marmo. Adesso lo voglio; mi sollevo e mi accingo a cavalcarlo per impalarmi sul suo cazzo, dandogli le spalle. Sarò io a guidare il gioco; sfrego la sua mazza sul mio clitoride già gonfio, poi sulla fessura piena di umori e, infine, faccio sparire il suo cazzo, tutto dentro, in profondità. I miei movimenti sono lenti, ho voglia di godermelo tutto; avanza lento e inesorabile nella mia carne calda e pulsante. Lo sento andare su e giù, riempiendomi completamente. So che non resisterò ancora per molto e come previsto, inizio a godere, liberando il mio primo intenso orgasmo. Sono un torrente in piena e lo inondo di umori. Il mio desiderio non si è ancora placato, mi solleva, mi posiziona a pancia in giù, tenendomi il bacino sollevato e con un sol colpo mi penetra da dietro fino in fondo. Afferra le natiche, le stringe, massaggiandomi con il dito il culo. Mi sistemo sulle ginocchia e mi posiziono a pecora, andandogli incontro e scopandomi il suo cazzo. Mi afferra i seni e mi strizza i capezzoli, sempre più forte urlo il mio dolore e il mio piacere. i colpi diventano furibondi, finchè non raggiungo un altro intenso e devastante orgasmo proprio quando un getto caldo di sborra mi invade il ventre. Urliamo insieme il nostro piacere come una liberazione. Sento le sue labbra sul collo e sulla schiena e mentre mi bacia tenero mi dice: - “Dobbiamo prepararci siamo invitati a pranzo da amici. “Ti piaceranno“. Aggiunge beffardo e so già a cosa allude.
A mezzogiorno in punto siamo già allo chalet dei nuovi amici. Luana e Mario ci accolgono con molto calore. Lei, giovane, bionda, trent’anni un gran bel fisico; occhi scuri, viso da bambola. Lui un uomo maturo, carismatico, tra i 50 e i 60 occhi verdi, sguardo intenso volto dai lineamenti marcarti ma molto intriganti; una coppia ben assortita con grande intesa e profonda complicità. L’uomo è da quando sono entrata che non ha mai distolto gli occhi da me; il suo sguardo sembra penetrarmi fin nell’intimo e la sensazione che ne ricavo mi sorprende e mi intriga inspiegabilmente, sento la mia intimità che risponde a queste sollecitazioni, bagnandosi. Rimango in questo stato di sottile tensione erotica per tutto il giorno e quando ci salutiamo, non vedo l’ora di arrivare a casa e farmi sbattere da Pietro.
-“Credo proprio che ci rivedremo presto”. Mi dice Mario quando ci salutiamo mentre la moglie mi abbraccia con sorprendente calore, aderendo completamente al mio corpo, baciandomi sulle guance molto vicino alle labbra. Tutto questo calore mi stupisce e mi turba piacevolmente.
Il mattino successivo Pietro è già uscito e su un suo biglietto, lasciatomi sul letto, mi annuncia di doversi assentare temporaneamente per un impegno imprevisto e urgente. Sarebbe rientrato in serata, nel frattempo potevo godermi la giornata in compagnia dei vicini che mi avrebbero aspettato per pranzo. Il messaggio si conclude con un “ti amo” che mi strappa un sorriso di commozione.
La bella giornata e lo splendido paesaggio non mi fanno perdere il buonumore. Con solo una canotta e un paio di shorts inguinali, senza reggiseno e intimo mi reco da Luana e Mario. Mi accolgono entrambi in giardino e, dopo gli abituali convenevoli, consumiamo un pasto leggero, attardandoci a sorseggiare del liquore che mi va subito alla testa, ma mi scalda anche parecchio, provocandomi un sottile languore. L’atmosfera si è fatta elettrica, intensa e la percepisco carica di erotismo. Complice una mia mossa goffa, rovescio il mio bicchiere di liquore sulla mia canotta.
L’espressione di Mario mi mette a disagio. Con voce calma, mi chiede se sono al corrente del reale motivo per cui Piero mi ha lasciata da sola con loro. Faccio segno di no con la testa e senza attendere oltre, mi ordina con un tono che non ammette repliche: -“Vai subito a cambiarti!”
Sono frastornata e ho già realizzato in che situazione mi trovo. Anche Luana ha cambiato atteggiamento perché, una volta in casa, mi intima di spogliarmi nuda. Sono confusa e un po’ in ansia, ma eseguo senza fiatare e all’improvviso noto un collare tra le mani. Sembra tutto surreale e sono molto turbata, ma nello stesso tempo eccitata e quando lei mi mette il collare, non faccio obiezioni.
La mia nuova immagine allo specchio mi procura intensi brividi di eccitazione e realizzo che, finalmente, sto per vivere ciò che ho sempre desiderato. Nuda con solo il collare vengo condotta in un locale poco illuminato dove Mario mi attende seduto su una poltrona. Istintivamente copro con le mani le mie nudità. L’uomo con voce decisa mi informa: - “Da questo momento e per tutto il tempo che soggiornerai qui, io sarò il tuo padrone. Il tuo uomo ti ha affidato a me per educarti al tuo nuovo ruolo di schiava. Quindi, ora inginocchiati, faccia a terra, mani davanti alla testa, con i seni sfiora il pavimento! Porta il culo più in alto che puoi; ora sei una cagna!”
Sono totalmente soggiogata, eseguo gli ordini con una punta d’ansia, ma anche con grande eccitazione; i battiti sono a mille, i miei capezzoli si inturgidiscono e la mia fica inizia a pulsare con violente fitte di eccitazione; i miei umori scivolano lentamente tra le cosce.
Mario con voce stentorea mi ordina di raggiungerlo e gattonando lo raggiungo, fermandomi a fianco delle sue gambe. -“Brava, resta immobile fino a quando non ti ordinerò io di farlo!
Aggancia a mo’ di guinzaglio una robusta catenella, al mio collare. Provo un’emozione fortissima e mai avrei pensato di potermi identificare in ciò che sono in quel momento: una schiava sottomessa. So che sto per sprofondare in un abisso di cui non conosco la fine e che rappresenta ciò che più ho desiderato negli ultimi tempi; soprattutto dopo aver confessato al mio uomo la mia vera natura di femmina sottomessa, dominata e schiava. Abbandono i mille pensieri che si affollano nella mia mente e mi concentro su quello che sta per accadermi. Mario da perfetto dominatore esercita una straordinaria influenza su di me e quando mi ordina di camminare per tutta la stanza rispondo con voce tremante un “si, signore“. Quindi, fa scivolare la fredda catena del guinzaglio sulla mia schiena, regalandomi brividi di piacere e di eccitazione in tutto il corpo. In mano ha già un dilatatore anale con una morbida e splendida coda. Il freddo acciaio del plug mi sfiora il viso, il collo, risale lungo il mento le guance e infine sulle labbra. Mi ordina di leccarlo ed io eseguo proprio come una cagna, piccoli e rapidi colpi con la lingua su tutta la superfice, lasciandovi sopra una scia di saliva. Sono eccitatissima al punto che dalla fica colano copiosi umori lungo tutta la coscia.
Mi abbasso più che posso, con le mani davanti al viso sfioro il pavimento, natiche in alto. Il plug gelido le sfiora e subito dopo lo avverto sullo sfintere; lo ne forza l’accesso e, finalmente, lo infila dentro come risucchiato dal mio stretto buco. Un gemito di piacere esce dalla mia bocca. Osservo allo specchio davanti a me il mio corpo in quella posizione con quella meravigliosa coda che esalta i miei glutei e mi fa sentire a tutti gli effetti una cagna, la sua. Come se mi leggesse nel pensiero, Mario afferra il guinzaglio e tirandolo mi ordina di seguirlo, poi aggiunge: “Dimostrami quanto sai esserlo".
Giro accanto a lui a quattro zampe per tutta la stanza, la testa bassa, Luana in piedi mi osserva compiaciuta e il senso di umiliazione che ne ricavo è massimo, ma una nuova energia interiore mi scuote corpo e mente. –“non rallentare”! sibila il mio signore e mi costringe ad aumentare il ritmo, la coda mi accarezza le natiche e le cosce e il plug si muove sempre più piacevolmente nel mio culo dilatato. Ci fermiamo e Mario si siede di nuovo sulla poltrona, invitandomi ad accucciarmi ai suoi piedi. Mi accarezza la testa come lo si farebbe con una cagna. Tutto questo mi mortifica ma mi fa anche sentire protetta; istintivamente con la testa ricerco la sua mano mentre mi accarezza. Pensando di non farmi notare alzo la testa e lo guardo negli occhi; il morbido manico in pelle del guinzaglio si abbatte sulla mia schiena bruciandomi la carne. Le sue coccole mi hanno tradito. La schiena brucia. Mi afferra per il guinzaglio e mi obbliga alla posizione eretta.
-“ Mani sul tavolo e gambe divaricate, subito”!
Non aspettava altro per punirmi.
-“Adesso conta cagna!”- mi ordina, assestandomi il primo colpo su una natica.
“Uno… ahaaaa“. Il secondo, ancora sul culo, arriva più forte.
“Due… Mmmmm”. Il terzo ancora più forte.
“Tre… ahaa “. Sempre forte. Le natiche bruciano.
“Quattro… ohoooo”. Questo arriva sulla schiena.
“Cinque…!” Il dolore mi toglie la parola!
“Sei…!“la mia voce ormai è solo un sussurro.
Riesco a contarne 10 e finalmente si placa.
Sento scivolare qualcosa di umido sulle parti del corpo che bruciano; deve essere un olio lenitivo. La mano di Mario sfiora leggera e delicata sulla schiena, più volte; scivola sulle natiche e scende tra il solco fino nella fessura.
-“Non hai solo sofferto; sei tutta bagnata, cagna! ”Mi apostrofa.
Infila le sue due grosse dita nella fica e inizia a scoparmela così. Il bruciore procuratomi ha dato l’effetto voluto; Ora mi godo la sua mano. La muove sempre più rapidamente; fa entrare un terzo dito e poi un quarto. Ho la sensazione che stia per aprirmela in due ma il dolore, ormai, è superato dal piacere che mi provoca. Non resisto molto e anche lui se ne rende conto che sto per esplodere in un intenso orgasmo. Mi incita:
-“Dai, cagna; godi sulle mie dita, sborra sulla mia mano, so quanto lo desideri, piccola troia in calore. I suoi incitamenti come i suoi insulti finiscono direttamente in fica, aumentando il mio bisogno di godere e, finalmente mentre lui continua ad insultarmi in tutti i modi, uno Tsunami di piacere esplode dentro la mia fica, facendomi urlare come una cagna:
-“ahaaaaaaaaaa…. Siiiiiii… siiiiiiii. Siiiiii…!!!
Il godimento è devastante, fremo, sussulto e tremo in ogni fibra del mio corpo, allagando il pavimento con i miei umori. Alzo appena lo sguardo e incrocio quello di Luana, sorridente e soddisfatta. Capisco che il mio lussurioso supplizio è appena iniziato! Mario dà uno strappo al guinzaglio.
-“Bene, cagna; andiamo!“
Lo seguo con passo incerto. Mi conduce in un locale piccolo e semibuio con una finestra in alto;
in un angolo è accumulata della sabbia e in quello opposto della paglia con accanto una ciotola di acqua. Prima di andarsene mi dice:
-“Questa sarà la tua stanza. C’è una coperta lì in fondo, la sabbia sai a che ti serve e per bere hai la tua ciotola con l’acqua. Riposati, avrai bisogno di energie!”
Non protesto neanche e accetto rassegnata ma anche compiaciuta il mio destino. Prima di andar via, Mario mi libera del guinzaglio. Non so se Odiare Pietro per ciò che mi ha obbligato a fare. Ma dentro di me so di non volere una via di uscita; non voglio mollare anche se sarò costretta a toccare il fondo.
Rimasta sola mi arrovello nel cercare di immaginare ciò che succederà ancora; fisso la ciotola con l’acqua, rimango ipnotizzata ho la bocca asciutta e desidero bere. È un riflesso condizionato, mi metto a pecora e tento di bere, ma come lo farebbe una cagna. L’istinto di chinare il capo e lappare con la lingua la superficie dell’acqua è irresistibile. Questa consapevolezza mi procura intensi brividi di eccitazione e sento delle piccole fitte di piacere nella fica. Dopo un tempo indefinito, all’improvviso si apre la porta e Luana mi dice di seguirla
Per una doccia ristoratrice e per prepararmi per la serata.
Una volta dentro la doccia lei mi segue, entrando e iniziando a passarmi la spugna su tutto il corpo; mi massaggia i seni e poi li stringe forte a coppa nelle mani fino a farmi gemere per il dolore e per il piacere che mi provoca. Mi tappa subito la bocca con un bacio, sento la sua lingua che si insinua tra le mie labbra, calda, morbida lunghissima. Rispondo al bacio con trasporto e tanta lussuria; le nostre mani cominciano ad esplorare i nostri corpi. I miei capezzoli tra le sue dita sono sempre più turgidi e lei li strizza sempre più forte. Provo ancora dolore e piacere, ma sa come dosare entrambe queste sensazioni e quella lingua si muove nella mia bocca, togliendomi il fiato ed eccitandomi sempre più.
Le sue dita sono già sulla mia fica, mi penetrano, mi scopano, muovendosi sempre più rapide e stimolandomi il punto dove sono più sensibile. Pochi secondi e godrò nella sua mano. Senza alcun preavviso si blocca, mi infila le dita in bocca e me le fa leccare e succhiare mentre l’acqua ci scorre addosso. Poi mi abbandona, lasciandomi sola sotto il getto. Mi sento frustrata e maledettamente eccitata.
-“Fai in fretta, ti aspetto fuori!”, ordina impassibile
Chiudo il miscelatore e mi asciugo in modo rapido, tentando di raggiungere Luana in fondo al corridoio.
Dopo pochi minuti, ammiro il suo bel corpo vestito solo di ridottissimi short che le disegnano la fica da quanto sono stretti e con un top in seta trasparente e sagomato che le evidenzia i capezzoli turgidi. Io sono nuda con solo calze a rete e tacchi alti oltre all’immancabile collare; ho ancora in mente quanto successo sotto la doccia e percepisco la mia fica ancora bagnata.
Mario ci attende vicino alla finestra, incrocio il suo sguardo e abbasso subito la testa.
-“Vieni qui vicino a me!” Mi ordina in tono gelido.
Assumo la posizione da cagna e mi avvicino mentre lui mii porge il dorso della mano.
Quel gesto mi provoca una fitta di piacere alla fica; è una delle cose che più di ogni altra amo fare. certamente umiliante, ma ormai percepisco tutto con grande compiacimento ed eccitazione. Prendo la sua mano tra le mie e la bacio, poi istintivamente, inizio a leccare. La lingua scorre sul dorso e il mio gesto somiglia sempre più a quello animalesco di una cagna in calore, che annusa e assapora il suo maschio prima dell’accoppiamento.
-“Alzati!” Mi ordina.
Sto in piedi al suo cospetto con gli occhi bassi. Le sue dita scivolano sui capezzoli, li accarezzano e subito dopo li strizza, torcendoli sempre più forte, al massima della sopportazione. Il dolore e intenso ma il conseguente piacere che provo lo è altrettanto. Il suo viso è molto vicino al mio e posso sentire il suo alito che sa di menta e mi inebria; mi infila le dita in bocca e me le fa leccare per poi passarli pieni di saliva ancora sui capezzoli; se continuasse ancora per un po’ sarei capace di arrivare quasi all’orgasmo. Dalla fica colano umori copiosamente, scivolando lungo le cosce.
Mi ordina di salire su letto e mettermi a pecora con le cosce spalancate; Lui è dietro e inizia a torturami le grandi labbra passandovi le dita più volte, stringendole e stirandole; poi ordina a Luana di leccarmela.
Incrocio lo sguardo soddisfatto della sua femmina che non aspettava altro. Inizio a gemere e dalla mia bocca escono fuori i primi rantoli di piacere. Dura poco però, perché avverto le pinzette alle grandi labbra che mi strappano piccole urla di dolore. Non so se riuscirò a sopportare tutto questo ma so che questo è ciò che Pietro vuole per me e non intendo deluderlo. Distesa supina sul letto vengo legata mani e gambe ai quattro angoli. Luana provvede su ordine del suo padrone a sistemare dei cuscini sotto le natiche per sollevarmele; immediatamente Mario mi infila due dita in fica, iniziando a scoparmi così, mentre con il pollice tortura il mio clitoride. Sono eccitatissima e alla totale loro mercè. Questa consapevolezza mi eccita da impazzire sapere che abuseranno ancora di più del mio corpo e della mia mente mi manda fuori di testa e perderò il controllo. L’uomo è salito sul letto e inginocchio ha la sua maestosa mazza proprio davanti al mio viso. Luana ha recuperato delle palline vibranti e un plug anale di buone dimensioni. Le prime finiscono in fica e iniziano a vibrare mentre con il plug mi riempie il culo, dilatandolo oscenamente.
In brevissimo tempo mi ritrovo eccitata oltre ogni immaginazione per quei soggetti perversi sono diventata la loro cagna e la loro schiava da umiliare e usare per il loro piacere.
Il cazzo di Mario scivola sul mio viso, ne sento l’odore, mi arriva al cervello e in fica, lo vorrei tutto in bocca, lo vorrei leccare e lappare come una cagna, lo vorrei succhiare, ingoiare e spompinare fino a farlo morire di piacere; la sua cappella sfiora le mie labbra; una goccia di liquido esce dalla punta e il desiderio di leccarla e succhiarla è irresistibile. Sto per passarci la punta della lingua, ma una frustata sui seni mi toglie il respiro, facendomi urlare di dolore.
Prima che arrivi Il secondo colpo, l’uomo mi ordina di leccargli e succhiargli il cazzo. È il segnale che aspettavo e lo faccio con grande foga e da troia vorace. La seconda frustata mi arriva sul ventre; brucia ma la fitta di piacere alla fica è mostruosa. Il terzo su un capezzolo, mi toglie il fiato, poi ancora un altro sull’altro capezzolo e poi ancora quattro volte sul ventre. Le striature rosse sono ben distribuite su addome, ventre e seni. Continuo a spompinare quel potente bastone di carne; lo sento in gola e riesco quasi a deglutirne la cappella. Il mio temporaneo padrone rantola e mi insulta in tutti i modi. Mi eccita sentire i suoi “porca, troia, puttana, cagna in calore, pompinara, zoccola, succhia cazzi, bocchinara.” Ho la sensazione che il quel momento sia io a dominarlo con la mia bocca, le mie labbra, la mia lingua perversa.
Qualcosa di fluido e fresco scivola sul mio corpo, un unguento, certamente; nel frattempo mi slegano ma le palline continuano a vibrare, procurandomi un paio di orgasmi e il plug ha preso totale possesso del mio culo. Luana me massaggia con l’olio tutto il corpo mentre Mario si posiziona tra le mia cosce in ginocchio. La sua schiava ha impugnato il suo cazzo e inizia a sfregarlo sulla mia fessura e sul clitoride, masturbandomi con la punta.
Non connetto più, il mio corpo è un ricettacolo di sensazioni meravigliose ed eccitantissime; Luana estrae le palline dalla mia fica e punta il cazzo all’ingresso della mia vagina. Il suo padrone in un solo colpo mi infilza con la sua mazza che a me sembra infuocata. Urlo e godo nello stesso tempo. Senza toccarmi in nessuna altra parte del corpo, mi possiede cosi, un affondo dietro l’altro con Luana che mi tortura il clitoride con la mano e inizia a muovere il plug nel mio culo scopandomelo. Manca poco al mio prossimo orgasmo, il gran cazzo di Mario mi pompa in fica, dandomi sensazioni meravigliose.
Luana si rende conto che non resisterò a lungo e lo percepisce dal movimento dei miei fianchi che si muovono convulsamente mentre agito la testa come una folle invasata, tanta è l’eccitazione che mi travolge e mi sconvolge i sensi. La donna afferra un vibratore e inizia a farlo scorrere sul clitoride esercitando una discreta pressione; Il risultato è devastante, le vibrazioni sul clitoride, mi fanno urlare come un’ossessa e l’orgasmo mi travolge come una tempesta trascinando ogni residua capacità di controllo; schizzo sborra dappertutto, e tremo come in preda alle convulsioni. Godo per non so quanto tempo e tremo come una foglia come se ogni molecola del mio corpo continua a godere. Luana, a quella scena prende a masturbarsi violentemente, posizionandosi con la fica a cavallo della mia faccia proprio di fronte al marito che mi devasta trapana ancora la fica col suo manganello. Quella troia mi afferra per i capelli e agitando i fianchi, mi scopa la bocca facendo scivolare la sua fica sulla mia bocca. Lecco come un’ossessa; succhio tutto ciò che posso e intanto, percepisco che Mario sta per raggiungere l’acme del suo piacere, urlando come un folle, impugnando il cazzo e sborrandomi, sui seni e sul ventre. Anche Luana non resiste più e gode, inondandomi il viso con i suoi umori mentre si piega in avanti e raccoglie le ultime gocce di sborra direttamente dal cazzo del suo maschio, ripulendogli la cappella e tutta l’asta.
Poi, fa la stessa cosa sul mio corpo, leccandola e succhiandola dal mio ventre e dai miei seni. Gemo forte e so che un nuovo meraviglioso supplizio sta per iniziare. Luana mi conduce a una sorta di cavallina con la trave centrale imbottita ma molto corta; L’uomo mi ordina di salirci a cavallo, distendendomi sopra. Vengo legata braccia e gambe ai quattro appoggi. La testa e il bacino restano fuori dall’asse centrale mentre il busto occupa tutta la trave. Non è comoda come posizione e peraltro sono totalmente esposta e offerta.
Culo e fica aperti, alla totale mercè di chiunque volesse abusarne. Una benda mi impedisce di vedere e da quel momento ansia ed eccitazione mi pervadono immediatamente, immaginando ciò che potrà accadere.
Una mano scivola sul mio corpo, spalmando un unguento su spalle, natiche, cosce e braccia. Dal tocco intuisco che si tratta di Luana. Avverto le sue dita leggere scorrere sui glutei, nell’incavo tra le natiche, scendere lungo le cosce per poi risalire. Il taglio della mano a ogni passaggio mi massaggia la vulva già abbondantemente bagnata. Sento le sue dita giocare con la mia fessura ancora sensibile per effetto dei due morsetti e subito dopo indugiare sul mio stretto buco. Lo massaggia con due dita, non ha bisogno di forzarlo, il plug ha già tracciato la strada e le sue dita ora scivolano dentro facilmente. Le terminazioni nervose anali vanno in allerta e in pochi secondi mi ritrovo di nuovo eccitata in un modo straordinario. Il non poter vedere ciò che succede allerta tutti gli altri sensi. Qualcosa di caldo e morbido, ma duro mi sfiora la guancia; intuisco che si tratta di Mario e mi ritrovo ancora a gustare il suo possente cazzo. Istintivamente tiro fuori la lingua e lecco. Ne sfioro la cappella, la succhio ingorda. Il colpo di una frusta a frange mi colpisce sulla schiena. Urlo e gemo allo stesso tempo. So che sta per iniziare una meravigliosa tortura. Immagino sia Mario che mi afferra bruscamente per i capelli e mi ordina: -“Apri la bocca, cagna”! in breve un cazzo me la riempie ma percepisco che non si tratta del mio padrone, il suo lo ricordo più largo; quello che mi ritrovo in bocca ha una consistenza e un sapore familiare anche il suo odore non mi è nuovo. Non ho tempo di riflettere perché un altro colpo di frusta si abbatte sulle natiche, e poi un altro e un altro ancora con rapida sequenza e feroce violenza.
Non posso urlare, la mia bocca è piena del cazzo di questo sconosciuto; mentre due dita e poi tre e infine quattro mi penetrano in fica scopandomi in maniera forsennata. L’uomo, intanto mi sta letteralmente violentando la bocca la fa entrare e la fa scivolare con grande perizia. In quel preciso istante un altro cazzo mi penetra in fica e questo è sicuramente quello di Mario.
Inizia una meravigliosa cavalcata perché lo sento entrare lento ma con un affondo deciso; ogni colpo ho un rantolo di piacere perché mi riempie e mi allarga in modo meraviglioso. Adesso ho trovato anche il ritmo per quel poderoso cazzo che scivola fin nella gola, facendomi sentire proprio l’ultima delle pompinare.
Mentre Mario mi fotte, con il pollice mi scopa anche il culo e io non riesco più a connettere, ho perso letteralmente il controllo, sono “carne” sensibilissima e da un momento all’altro esploderò in una sequenza di orgasmi. All’improvviso i due maschi mi abbandonano e qualcuno mi slega, rimettendomi in piedi. Sento un corpo maschile che aderisce facendomi sentire il suo cazzo sul ventre; mi alza una gamba e dopo e subito mi ritrovo il suo cazzo in fica, iniziando a scoparmi in piedi. Lo sento scivolare dentro e riempirmi totalmente, ma non si tratta Mario, ma dello sconosciuto. Mi sento sollevata di peso dalle natiche, rimanendo sempre col suo cazzo dentro la fica. Con le gambe lo cingo ai fianchi, aggrappandomi al suo collo. Mi infila la lingua in bocca e mi bacia con passione. Sono stordita e sempre più eccitata; mi piace il suo sapore, mi piace la sua lingua e le sue labbra morbide sono una sorta di ventosa. Adesso voglio godermi quell’amplesso fino in fondo. Due dita scivolano nel solco tra le natiche, raccogliendo i miei umori e lubrificandomi il buco. Deve essere il cazzo di Mario che forza il mio sfintere; ha deciso di incularmi e nel giro di pochissimi secondi è tutto dentro fino alle palle. Urlo per il dolore, ma soprattutto per il piacere.
Sto realizzando uno dei miei sogni proibiti; essere posseduta da due maschi contemporaneamente. Adesso vorrei Pietro qui per ammirare il suo capolavoro! Questo arrapante sconosciuto mi trapana la fica in maniera sublime; comprimo i muscoli della vagina per sentirlo di più e una serie di fitte mi devastano il ventre di piacere. Mi infila la lingua in bocca e gliela succhio; sembrano in perfetta sincronia e io sono già andata fuori di testa per la grande eccitazione. Mi sento cagna e sottomessa, desiderosa solo di compiacere i loro desideri. So che da qui uscirò un’altra persona; la schiava che lui ha sempre desiderato e che io anelavo a diventare. Intanto, mi godo il loro cazzi che devastano il mio corpo di piacere. Cavalco lo sconosciuto mentre Mario mi strizza i capezzoli fino a farmi male. Sono sempre più eccitata e anche i miei due maschi devono essere al limite; I loro affondi e la foga con cui mi scopano ne sono la prova. Inizio a gemere e a urlare sempre più forte e percepisco che siamo tutti al culmine e all’improvviso Luana, la cagna mi libera della benda e il volto di Pietro mi appare, in una smorfia di piacere che conosco bene. Ho il cuore colmo d’amore per lui, ma il suo cazzo e quello di Mario non mi permettono emozioni ulteriori perché in quel momento, finalmente, urlo per prima il mio orgasmo devastante che mi esplode in fica e nel culo, facendomi tremare e sussultare. I rantoli dei due maschi coprono le mie urla e i loro fiotti caldi invadono la mia vagina e il mio retto, godendo quasi in contemporanea e continuando a sfondarmi fica e culo. Bacio entrambi in bocca, lecco le loro labbra e succhio la loro lingua ancora invasa dal piacere. Poi mi abbandono e mi accascio tra le loro braccia. Mario e Luana ci lasciano e mi coccolo tra le braccia di Pietro; mi bacia il viso, gli occhi, i capelli, le labbra. Voglio godermi questi momenti magici solo miei, Nostri!

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