Racconti Erotici > Lui & Lei > "Sei un Tesoro" ...diceva sempre mia suocera
Lui & Lei

"Sei un Tesoro" ...diceva sempre mia suocera


di amicopersonale2017
20.06.2019    |    46.025    |    16 9.6
"Non avevo mai affrontato una simile situazione, la mamma che confortava la figlia per arrivare al massimo orgasmo..."
Dopo anni, voglio condividere con voi lettori, una bellissima parentesi di vita ...
Riferimenti a luoghi e persone, sono stati appositamente modificati per rispetto della privacy.

La vita da sposato, le mille tentazioni, i mille ripudi dei propri desideri e fantasie; e poi..... la libertà totale, la possibilità di vivere tutto......

La conobbi, dopo circa due mesi che ero insieme a Giulia. Era una bella donna, all'epoca 45enne, rimasta vedova quando Giulia era molto piccola, con grandi sacrifici, riuscì crescere e a far studiare la figlia, ed a farla diventare una donna, che un giorno fu mia sposa.
Lei e Giulia vivevano in una casa alla periferia del paese, una casa che Roberta, la mamma di Giulia, teneva in modo impeccabile. Ordine e pulizia regnavano come fosse un palazzo da regine, all'interno ogni cosa aveva il suo posto e il giardino curato e colorato di fiori in ogni stagione.
Molte volte fui attratto da Roberta e molte volte fantasticai su di Lei, ma il mio stile, mi tenne sempre nella retta via, e mi comportai sempre con un educazione e rispetto.
Facevo molti lavoretti casalinghi nella loro villetta, in poco tempo divenni, la figura maschile che sostituiva la figura, (anche se molto meno importante), di papà e di marito. Mi gratificavano i loro ringraziamenti, anche con una semplice torta o una cena, vedevo che per loro era un sollievo avere una persona che poteva aiutarle senza dover cercare aiuto altrove, senza aspettare la disponibilità altrui e senza dissanguarsi di denaro.
Ricordo molti dettagli della mia vita da fidanzato e poi anche da sposato; Fatiche passate insieme nelle riparazioni di casa, sudate a sistemare l'erba del giardino, a dipingere, ma anche belle vacanze , viaggi condivisi o anche le semplici serate passate in casa davanti al caminetto o alla tv.
Roberta a volte mi guardava in modo strano, sorridendo con malizia, ma non si era mai spinta a farmi delle avance o battute piccanti. Giulia all'epoca, era una ragazza ingenua, non notava alcuni atteggiamenti particolari della madre. Avevo un ottimo rapporto con Giulia e più di una volta le feci notare qualche atteggiamento della madre, a mio avviso poco serio, Lei mi diceva sempre che era normale, che non ci vedeva nulla di particolare o strano.
Un giorno chiesi a Giulia, se sua mamma le faceva domande sulla nostra relazione e sulla nostra vita da fidanzati, intimità comprese. Lei mi raccontò che con sua mamma, aveva un rapporto come fosse: mamma/amica/confidente, che parlavano molto e di tutto, a 360°; quella volta ricordo arrossii e per qualche giorno dopo la scoperta delle loro confidenze, ebbi anche un comportamento di imbarazzato in famiglia, tanto che Roberta quella volta, mi chiese se stavo male. Mascherai quei giorni con la banale ma sempre ottima risposta: "Problemi lavorativi".
Roberta usciva raramente di sera, e quando usciva non ho mai capito con chi lo facesse; se con amiche donne o qualche uomo. Penso che le occasioni non le mancassero, e nemmeno le mancassero i pretendenti, era una donna attraente e sicura di se, Lei preferiva rimanere in casa, e di sera ritirarsi in camera a leggere e guardare la TV.
Un giorno nei lavori di casa, cercando una chiave per smontare un rubinetto, in una cassetta in legno nel loro magazzino, trovai una serie di falli. Mi chiesi se erano di Roberta o Giulia; scartai quest'ultima, avevamo una intimità tale che non ne avrebbe avuto bisogno, ed avendone anche acquistati insieme, in una delle nostre visite al sexy shop, non aveva senso che ne tenesse altri di nascosti a casa sua.
Sicuramente erano di Roberta, ma non mi stupii. Come un uomo ha le sue necessità, immaginai che anche Roberta avesse le sue, e non avendo un uomo al suo fianco , erano più che giustificati. In parte quei Toys, spiegavano anche, il poco interesse di Roberta ad uscire per cercarsi un uomo, poteva arrangiarsi da sola a suo piacimento. Mi ricordo che, veloce veloce, riposi tutto nel medesimo posto senza lasciare tracce della scoperta del "piccolo tesoro erotico" , e la chiave, andai a comprarla in ferramenta.
Ripensai spesso a quella cassetta di legno, dall'aspetto insignificante ma dall'alto contenuto erotico, pensavo anche dimensioni che avevo visto..... a Roberta piacevano molto grossi pesai. Molto molto grossi !
Passarono gli anni, segui il matrimonio tra me e Giulia, nacquero due figli, ogni famiglia faceva tranquilla la propria vita, tra alti e bassi, sempre con gioia e con rispetto uno per l'altro. Dopo qualche anno, tra me e Giulia le cose iniziarono a complicarsi, le liti si susseguivano sempre più frequenti , Roberta si era anche intromessa nell'intento di poter salvare il nostro matrimonio, ma il risultato fu catastrofico ... e come per molte coppie, anche per noi, arrivò il momento della separazione. Non cera possibilità di salvezza, troppe incomprensioni.
Giulia, nella sua ingenuità, non ci mise molto a trovarsi un altro uomo, si trasferì a 10 km di distanza e con Lei anche i figli. Dalla velocità del suo cambiamento, ebbi anche il sospetto che quell'uomo non fosse arrivato così all'improvviso dopo la separazione, ma questo comunque non cambiava la situazione, ed al punto in cui eravamo, non cambiava nemmeno le condizioni, Ormai tutto era stato deciso.
Vedevo i miei figli a settimane alterne, e quando non li vedevo, sapevo che passavano weekend da favola. Fortuna volle, che Giulia trovasse un uomo molto ricco, con casa al mare e in montagna, barca, auto lussuose; per Lei e per i figli, possibilità economiche al di sopra di quelle vissute fino alla separazione. I weekend per loro non erano mai a casa, figli presenti o assenti, per loro non esisteva weekend in città.
Poco dopo la nostra separazione, il destino volle, che anche Roberta trovasse l'amore, (almeno così sembrava) . Conobbe un avvocato della nostra città, un uomo conosciuto e stimato da tutti, un po' meno da me. Io lo avevo conosciuto qualche anno prima e non mi aveva lasciato l'impressione di una mente brillante, ma l'amore è cieco, dice il proverbio, e Roberta se la spassava bene da quel che si sapeva in giro.
Un pomeriggio di un Sabato caldo e afoso di Luglio, ero al fiume, sotto l'ombra di un enorme Sofora, avevo i piedi immersi nell'acqua, una birra anch'essa immersa per mantenerla fresca, ma posizionata al riparo dalla corrente del fiume. Leggevo uno libro per rilassarmi dalla settimana lavorativa. Mi distesi supino sull'erba, e osservavo gli uccelli rincorrersi sui rami della pianta, sembrava giocassero a nascondino.
Il rilassante pomeriggio di quella tranquilla giornata, fu interrotto dal suono del mio cellulare ! Sullo schermo apparve il nome "Roberta". Erano mesi che non la sentivo e vedevo, Il primo mio pensiero andò a Giulia e ai ragazzi, pensai fosse successo qualcosa ! Presi il telefono e in modo agitato risposi velocemente. Dall'altro capo invece, sentii una voce calma e rilassata, e con tono di imbarazzo mi chiedeva un favore, mi calmai subito anche io.
“Max scusa il disturbo, ma devo chiederti un favore; si è rotto il condizionatore , ho provato a chiamare il mondo ! .....nessuno disponibile per la riparazione. Potresti passare a dare un occhiata ? Sto morendo dal caldo , se passo così tutto il weekend, lunedì andrò al lavoro sfinita”
L'idea di lasciare la mia piccola oasi di benessere al fiume, per andare a farmi una sudata, non era molto alettante, ma Roberta aveva chiesto per favore, e non potevo rifiutare. Non l'avevo mai ritenuta responsabile della separazione tra me e sua figlia, le cose erano andate male non per colpa sua, ma solo per nostre incompatibilità.
"Ok; risposi, ora non sono a casa, dammi il tempo di rientrare, prendo qualche attrezzo e arrivo" Roberta mi ringraziò quasi commossa.
Riposi il telefono a terra, tornai a sdraiarmi, guardando nuovamente tutti quei uccellini che svolazzavano rincorrendosi, pensai alla mia libertà; Quel giorno ormai violata da quella telefonata, e dall'ennesimo impegno. Bene; dissi tra me e me, meglio toglierci di mezzo questo lavoro e poi pensare alla serata.
La mia casa distava circa 5 minuti di auto da dove mi trovavo e in altri 5 minuti arrivai da Roberta. Scesi dall'auto e suonai alla porta d'ingresso. Prima della separazione avevo anche le chiavi di quella casa, ma poi dovetti restituirle.
"Ciao Max !" salutò con voce calma Roberta, "...grazie di essere venuto, sei sempre un tesoro", e mi fece entrare.
Roberta indossava un vestito bianco a spallina stretta che scendeva dritto sul suo corpo longilineo. Quando mi aprì la porta, avevo notato immediatamente che non indossava il reggiseno, il colore bianco e la stoffa sottile, non lasciavano dubbi sui suoi capezzoli. Aveva 61 anni ma poteva tranquillamente permettersi quel tipo di abbigliamento. Feci finta di nulla, ma l'occhio ovviamente era caduto sul decolté e su quei due capezzoli sporgenti. Seguendola all'interno della casa per andare verso la macchina del condizionatore posta sul retro, non riuscivo invece a capire, se indossasse o meno le mutandine, camminava davanti a me , i suoi glutei danzavano a destra e sinistra in maniera dolce e sensuale.
Ad un tratto si fermò, si girò e mi disse: "Mha... hai sentito quello che ti ho detto?" Ops...feci la faccia da sbadato, ma me la cavai ugualmente bene rispondendo: " Scusa Roberta, ero preso a sentire questo caldo infernale che hai qui dentro, capisco la tua chiamata, hai fatto bene a chiamare, qui dentro è invivibile": e feci la faccina mortificata.
"E' da stamattina che provo a cercare aiuto, ma nessuno mi ha badata, sono tutti al mare o ai monti e poi ho pensato a te , che sei sempre stato gentile e premuroso. Mi scocciava chiederti un favore, dopo quello che è successo con Giulia ma non sapevo più cosa fare, mi sono fatta già tre docce fredde, mi sono tolta tutto, ho messo questo prendisole, il più fresco che avevo in armadio, e ancora ho caldo".
"Non preoccuparti" risposi, "...sai che se posso aiutare, lo faccio volentieri, ora vediamo cosa si può fare, spero di essere all'altezza". "Grazie !" disse Lei. "Sarai sicuramente all'altezza, dico sempre a Giulia, che non si rende conto di quello che ha perso". All'udire di quella frase non riuscii a trattenere la mia lingua. "Ma da quello che so, se la passa più che bene, bella vita, bell'uomo, sembra non le manchi nulla".
Mhaaa esclamò Roberta; "Sai che la felicità di una donna, non si trova solo nel denaro e nella bellezza, in un viaggio o in una cena. Alla donna, va soddisfatta la mente e anche il corpo, deve sentirsi desiderata, amata e sessualmente soddisfatta! " e marcò molto la fine di questa frase, un accento che non mi passò indifferente.
Nel frattempo avevo preso la scaletta nel ripostiglio di casa, e l'avevo posizionata sotto alla macchina refrigeratrice esterna. Aprii la mia cassetta degli attrezzi e salii sopra la scala.
Anche se non era necessario tenere la scala, Roberta mi aiutava e si preoccupava con le sue mille raccomandazioni:
Attento, fai piano, fai attenzione... etc
Con una mano teneva la scala , con l'altra aveva afferrato il mio polpaccio. Anche la sua mano sulla mia pelle non passò inosservata.
Dall'alto della scala, potevo ammirare in visuale perfetta, la parte superiore del suo seno. Roberta non aveva allattato Giulia al seno, ed aveva sempre curato molto il suo corpo, quindi aveva un seno perfetto, tra la seconda e terza misura, un seno sodo dalla forma a pera che si pronunciava esternamente e finiva con due capezzoli marcati, era un bel panorama, ma dovevo fare il mio lavoro, il caldo lo sentivo anche io, e non vedevo l'ora di risolvere il problema e tornare al fiume al fresco
Mentre allentavo tutte le viti della carcassa della macchina refrigeratrice, ripresi il discorso sulla nuova vita di Giulia: "Sicché mi dici che non tutto è oro che luccica, nella nuova vita di Giulia".
Esatto ! rispose, "Ne sono sicura, sai che io è Lei parliamo molto e di tutto. Lei dice di essere felice così, ma io da mamma, capisco oltre le parole....ma sa che non può tornare indietro, tu non la accetteresti vero ?"
“In effetti è così, risposi io. "Quando si prendono delle decisioni e si cambia strada, penso si debba perseguire la nuova via intrapresa e concentrarsi sul futuro lasciando il passato alle spalle.”
“Non sempre" sentii rispondere a voce bassa, stava continuando ma io la interruppi subito: "Per favore Roberta, non iniziare ora, a persuadermi che io ritorni insieme a Giulia !”
"No no ! tranquillo" rispose Lei: " La frase era rivolta a me stessa".
"Scusa ma non ti seguo" le risposi.
Iniziò a raccontarmi il suo ultimo periodo; "Avevo cambiato strada anche io, pensavo di essermi innamorata di un uomo, Giovanni l'avvocato che lavora allo studio De Grani in Via Roma, non so se lo conosci", Io annuii.
Poi continuò: "Ma a volte le realtà sono diverse da quello che ti aspetti; dopo qualche tempo di frequentazione mi sentivo legata e annoiata. All'inizio della relazione sembrava fosse arrivato l'angelo che mi proteggeva, il mio Aladino che poteva realizzare i desideri e il mio amante che mi riusciva a soddisfarmi a letto.....e qualche mese dopo; il mio angelo dovevo pregarlo da sola a letto prima di addormentarmi, Aladino aveva perso la lampada, e il mio amante, se lo volevo, dovevo cercarlo sul FaceBook e sdrammatizzò con una risata"
"Ho deciso di tornare sui miei passi e tornare single, come tu mi hai sempre conosciuta. Questo intendevo dire con la frase di prima" .
"Mi spiace" risposi io, non sapevo cos'altro dirle a riguardo.
"Non dispiacerti ! Guardati ora come sei anche tu ! Io vedo che sei felice, che stai bene che sei soddisfatto, e quando un uomo è così, puoi far star bene qualsiasi donna, senza porsi tante domande e senza fare tante fatiche e promesse, ne son certa". Mi sorrise e aggiunse: "Sto bene anche io ora!" sorrise nuovamente.
Mi concentrai su quella carcassa che non voleva togliersi dal motore, ma quella frase a doppio senso rimbalzava nella mia mente come la pallina di un flipper.
Finalmente riuscii a liberare il carter di lamiera che copriva il motore, nella ventola posteriore c'era il disastro, qualche animale si era intrufolato e aveva fatto una brutta fine, dalle piume non poteva che essere un volatile.
Feci due esclamazioni: "Ecco il problema. Oddio che orrore !"
"Cosa c'è ?" mi chiese Roberta
"Un uccello è entrato nella ventola, e per sua sfortuna non è più uscito" risposi io.
"Haaaa" esclamò Roberta, per poi proseguire la frase: "Un altro stupido uccello, l'uccello deve entrare e uscire, ma deve saperlo fare !!!" e si fece una risata. Io la assecondai, ridevamo entrambi come fossimo allo spettacolo dei Clown al circo.
Scesi per riporre la carcassa del motore a terra e risalii con l'attrezzatura per fare la pulizia della ventola. Ripulito bene il tutto, rimisi la carcassa al suo posto, fissai le viti ed in due balzi scesi a terra.
"Fatto ! Accendi !" Le dissi, Entrammo in casa, Roberta prese il telecomando e il raffrescamento parti !
"Bravo !!!" esclamò Roberta, mi prese e mi abbraccio,"Grazie Max sei un tesoro".
"Però ora sei messo male, guarda in che condizioni sei, sudato e impolverato" disse Lei.
"Meglio che ti fai una doccia, se torni a casa in queste condizioni, sporchi pure il sedile della macchina".
Io cercai di declinare quella idea, sentivo il bisogno della doccia ma volevo anche tornare a cazzeggiare per i fatti miei, Roberta insistette, e cosi accettai.
"Dai ! Su ! Andiamo di sopra, ti do un accappatoio così nel frattempo, ti sistemo anche quei pantaloncini e la maglietta, ti fai la doccia mentre io ti preparo anche qualcosa di fresco.
Salimmo le scale, Lei davanti io dietro, ed io tra il caldo la stanchezza e il bel vedere del suo movimento dei glutei non capivo più nulla.
Da un armadio nel corridoio, prese una accappatoio e un asciugamano, mi disse: "Tieni, dopo esserti spogliato buttami fuori dalla porta le tue cose che le sistemo io, con questo caldo in un attimo si può lavare e asciugare". "Troppo Gentile" risposi.
Mi spogliai e dalla porta socchiusa lasciai a terra i miei indumenti. Feci una lunga doccia, Roberta aveva ragione, avevo bisogno di rimettermi in sesto. Uscii dal box doccia mi asciugai un po' con l'asciugamano e poi diedi l'attenzione che ero solito dare ai miei capelli. A quel tempo portavo i capelli abbastanza lunghi a volte li raccoglievo anche in un codino, mi sentivo più virile con il capello lungo e mi gratificava sentirmeli belli lisci.
Mentre asciugavo i capelli, notai qualcosa di strano alle mie spalle, dalla fessura della porta socchiusa, vidi Roberta che mi spiava. Feci finta di nulla, senza puntare su di Lei controllai meglio tramite lo specchio; Si ! Si! Non avevo dubbi. L'unico dubbio era capire se oltre a spiarmi si stava anche masturbando, lo specchio non era grande abbastanza da potermi far vedere dove finiva la sua mano. Ma dal movimento dell'avambraccio, che potevo vedere riflesso nello specchio, ero quasi sicuro che si stesse toccando la figa.
Ero a quel punto imbarazzato ma anche eccitato, il mio cazzo iniziò ad alzarsi. Respirai a fondo e finii l'asciugatura. Mi misi l'accappatoio, sistemai alla meno peggio il tappeto e asciugamano e uscii dal bagno.
Roberta nel frattempo era sparita ovviamente; Scesi al piano terra, era in cucina e mi vide arrivare.
Mi sorrise e mi disse: "Va meglio ora? Dai siediti in soggiorno ti porto qualcosa di fresco e se mi concedi 10 minuti, nel frattempo che ti riposi, faccio anche io una doccia"
Con una risata, risposi: " Fai come fossi a casa tua"
Portò un vassoio con tre birre, disse: "una per te ora.... e poi il bis con me dopo la doccia ?"
"Con piacere" risposi io.
Accese la TV , mi porse il telecomando e salì la scala per andare in bagno.
Quando fu sopra la scala si girò, per un attimo i nostri sguardi si incrociarono dando luogo ad un sorriso gemellare.
Mi misi a guardare la TV, ma pensavo al fatto successo pochi minuti prima, la curiosità era tanta, volevo capire la sua mente, e il mio libido era salito.
Riposi la bottiglia di birra sul tavolino, risalii lentamente le scale, allungando il senso dell'udito per percepire ogni singolo rumore, notai la porta del bagno spalancata, Roberta era sicuramente all'interno, sentivo lo scrosciare dell'acqua provenire dal box doccia, mi avvicinai allo stipite, sporsi solo la testa lasciando il mio corpo nascosto dalla parete. Era in doccia, testa all'insù, il profilo del suo fisico snello e le sue mani che facevano sempre lo sesso percorso, accarezzavano il seno e poi scendevano a toccare la figa.
Prima fa la spia.... poi la porta completamente spalancata pensai; Queste non sono semplici casualità. Roberta aveva voglia di me, ed io ero eccitato e pronto a soddisfare ogni sua voglia.
Entrai in bagno, lei vide la mia sagoma oltre il vetro opacizzato del box doccia, e come una porca vogliosa apri le gambe, vidi le sue mani sparire all'altezza del suo inguine.
Lasciai cadere l'accappatoio a terrà, aprii il box doccia ed entrai. Lei sorrideva, si appoggiò a me, con il getto d'acqua che ci bagnava entrambi, mi sussurrò: "Sei un tesoro, ora usa questo splendido attrezzo per farmi godere".
Iniziammo a limonare sotto la doccia, accarezzando con dolcezza e a vicenda, ogni parte dei nostri corpi. Roberta si manteneva con una pelle vellutata e liscia anche se era una donna vissuta, le mani girovagavano ovunque, dal collo, al seno, alle parti intime, alla natiche , le nostre lingue si attorcigliavano come serpi assetate una dell'altra. A volte la prendevo con forza e la premevo contro di me, facendole sentire il mio cazzo che era ormai in erezione completa.
Era assetata di sesso e voglia di godere, lo percepivo chiaramente dalla sua foga nei baci e dal suo respiro.
La alzai di forza e la sorressi, mentre il mio cazzo si infilava nella sua figa, era in braccio a me con il cazzo dentro, appoggiai la sua schiena contro il muro della doccia ed inizia a scoparla. Avevo il cazzo come un palo che entrava e usciva con il movimento del mio bacino, Roberta si teneva al mio collo, era mingherlina, riuscivo a manovrarla con estrema facilità.
Il suo respiro era sempre più rapido, sentivo che stava per godere. Si stacco dalle mie labbra , appoggiò la testa la muro, lanciò un urlo di piacere. I muscoli della vagina si contraevano a intermittenza ma quando si lasciò a quell'urlo di piacere, sembrava che un piranha avesse azzannato il mio cazzo, dalla pressione dei suoi muscoli, ebbi anche io un orgasmo super, quella stretta fece schizzare lo sperma nella sua figa. Non mi fermai subito diedi ancora qualche colpo fino a quando il suo capo, si appoggiò alla mia spalla e sentii le sue braccia avvolgermi in un abbraccio forte e dolce contemporaneamente.
Mi sussurrò "Sei un tesoro " . Poi il silenzio, Solo lo scroscio dell'acqua sui nostri corpi e quell'abbraccio senza fine.
Chiusi l'acqua, uscii prima io, Lei si risciacquò, poi le porsi l'asciugamano aperto, la avvolsi, Lei si lasciò andare come una bimba in braccio del Papà, la portai in camera e la stesi sul letto.
Il suo sguardo era fisso sul mio, il suo sorriso era luminoso, esprimeva gioia, soddisfazione, serenità.
Le diedi un bacio e le dissi: "Dammi due minuti"
Usai quel tempo per asciugarmi, scesi veloce le scale presi le birre e due salatini e risalii le scale come uno stambecco.
"Non ho trovato vino" le dissi, "Ma queste vanno bene ugualmente per un brindisi, e le feci vedere le bottiglie.
Mi misi comodo anche io al suo fianco.
Dopo qualche sorso di birra, fu Roberta a riprendere il dialogo.
"Tu non immagini Max, quante volte io ho sognato di fare l'amore con te" mi guardò sorridendo; "Non sto scherzando sai, è la verità ! Ma non potevo, eri mio genero, non potevo rovinare il rapporto che avevi con mia figlia. Sapevo che la vostra vita sessuale era intensa e trasgressiva, ed ero felice per Giulia, a volte provavo anche invidia. Non capisco come mai, si sia fatta scappare un uomo come te". Poi ridacchiando aggiunse: "Sai che quando sapevo che voi scopavate in soggiorno, io in camera mi masturbavo con le bottiglie di birra? ; ed alzando la bottiglia che aveva i mano, aggiunse : "ma ora, posso confermare, che come misura, tu sei meglio della Dreher" ....scoppiò una risalta simultanea.
“A Giulia ora non rimangono che le Dreher sai, o i falli che le ho dato io”
All'udire questo , alzai le sopracciglia e spalancai gli occhi: "Come sarebbe" chiesi, sorpreso e nel contempo ricordando la cassetta trovata nel magazzino.
"Il suo compagno, sarà ricco, sarà bello, ma sessualmente non vale nulla, Giulia molte volte fa finta di avere l'orgasmo così poi la lascia in pace, ma in realtà è insoddisfatta. Così in una giornata di confidenze tra mamma e figlia, le diedi qualche attrezzo per la sua soddisfazione personale" Sorrise e continuò: " Ma Lei non sa da dove arrivano quelli attrezzi" mi guardò e sorrise con aria maliziosa.
"Tranquilla" risposi, "..non aprirò bocca se vuoi raccontarmi."
Roberta prosegui: "Io mi ritengo una donna fortunata, seppur sia rimasta vedova molto presto e con Giulia piccola da far crescere, ho avuto una giovinezza, un fidanzamento e una vita matrimoniale anche se breve, molto soddisfacente. Marco, era mio marito, era un Papà, ma anche il mio amante, il mio amico fidato e anche il mio trombamico, e quei falli li avevamo ordinati insieme su un sito internet, e li usavamo per i nostri giochi trasgressivi . "
Io ascoltavo con attenzione e quel racconto, Roberta iniziava a procurarmi eccitazione.
“Quando io avevo una voglia sessuale anche pazza, io la confidavo a Marco e Lui faceva di tutto per assecondarmi e realizzare il mio desiderio. Ora ti faccio una confidenza, ma mi raccomando; solo io so questa cosa, quindi, se dopo oggi, in giro per il paese si sentirà questa chiacchiera, non potrò più fidarmi di te”
Misi le dita a croce davanti alle labbra in segno di promessa.
“Ogni tanto io e Marco, guardavamo qualche film hot, io ero sempre attratta dalle gang che facevano godere le donne, espressi a Marco il desiderio di andare in un Club privè, .....sai quei posti dove le coppie si trovano e si lasciano andare”
Lo so bene pensai tra di me sorridendo
"Marco un giorno, mi disse che mi avrebbe portato un weekend a Bologna a visitare la città e a passare una serata frizzante, e così fu. Partimmo il Sabato mattina, visitammo la città e nel tardo pomeriggio rientrammo in Hotel a preparaci per la cena. Uscita dalla doccia, trovai sul letto un completino sexy nuovo, sexy è anche poco, direi che era molto di più di sexy, Marco quella volta sorrise e mi disse: "Stasera tesoro, sarai la Dea desiderata da tutti e mi strizzò l'occhio" avevo intuito che la serata sarebbe stata trasgressiva, ormai lo conoscevo bene.
Andammo a cena e poi in questo privè, fu una serata indimenticabile, mi sentii amata da Marco, desiderata e usata da molte altre persone. Tornati in Hotel, io e Marco facemmo di nuovo l'amore e quella notte fu concepita Giulia"
Io, sorrisi e commentai così: "Ora capisco perché Giulia, sessualmente è così esigente e trasgressiva"
"Max è finita la birra !!" esclamò Roberta, tentai di alzarmi , volevo andare a prendere altre due bottiglie, lei mi bloccò.
"Fermo qui ! Con una mano prese il mio braccio e con l'altra prese il mio cazzo con forza, fissandomi negli occhi disse: "Voglio questa birra ! Si abbassò e iniziò a succhiarlo, se lo gustava come un bimbo si gusta un gelato, vogliosa e porca come non l'avevo mai conosciuta. Ogni tanto faceva uscire la lingua dalla bocca e mi faceva vedere che la faceva circolare attorno alla cappella, il suo sguardo ogni tanto mi puntava, i sui gemiti aumentavano, era assetata di cazzo. Se lo spingeva fino alla gola, poi lo tirava fuori lo massaggiava e dentro ancora. Attorno al cazzo, si notavano molto bene tutte le vene ingrossate, sentivo le sue labbra premerci contro a ogni passaggio. Poi iniziò a baciarmi il torace, il collo, quando si avvicinò alla mia testa mi sussurrò: "Lo voglio ancora Max, dimmi che questo cazzo è mio, lo voglio io !"
"E' tutto tuo Roberta" risposi io in preda all'eccitazione.
“Allora fammi godere Max, ho voglia !”
Glielo infilai dentro e iniziai a scoparla, ero steso di schiena sul letto, lei sopra di me seduta sul mio cazzo, il cazzo entrava ed usciva ad ogni colpo, la facevo sobbalzare tanto che il seno sbatteva su e giù e io potevo ammirarla in tutta la sua bellezza e nella sua foga nel vivere quel momento sessuale intenso.
Quando fu bella calda, la stesi, le alzai le gambe e iniziai a scoparla con più forza, slam slam slam il mio inguine sbatteva su di Lei, il letto tremava e sbatteva a sua volta contro il muro, Lei mi disse "Non fermarti ti prego" quel incitamento mi diede ulteriore carica , Le sue mani afferrarono la testiera del letto, vidi la sua schiena inarcarsi e lanciò un altro urlo di piacere "siiiiiiii sfondami!" urlò, diedi gli ultimi colpi per farla godere e sborrai copiosamente anche io.
Ero tutto sudato avevo messo quanta più energia potevo in quella scopata, ma ne era valsa la pena.
Mi sussurrò "Sei un tesoro " . Poi il silenzio, il solo rumore dei nostri respiri affannosi dopo una piacevole fatica.
Rimanemmo li abbracciati per un po', come due fidanzatini in giovane età, poi Roberta mi disse: "Ora ti preparo qualcosa per cena"
La fame si sentiva in effetti, tra il lavoro al condizionatore e due mega scopate, serviva del cibo per riprendere le forze, ma non volevo fermarmi per la cena. Non volevo impegnarla troppo nel preparare il cibo e poi avevo la compagnia dei miei amici, che mi aspettavano alle 21 al solito bar del paese. Non ci fu modo di liberarsi, Roberta insistette a tal punto che non riuscii a sottrarmi al suo invito.
Avvisai i miei amici che sarei arrivato in ritardo e ci sedemmo a tavola, io a capo tavola Lei alla mia destra.
"Sono felice di averti qui stasera, non nascondo che in quella sedia, si sia seduto più di qualche uomo, ma nessuno meglio di te la merita". Io la ringraziai del complimento.
Versai due calici di vivo di una bottiglia che Roberta trovò con fatica nel magazzino: "Cin Cin al fresco clima del condizionatore" dissi. "Cin cin a te" puntualizzò Roberta sorridendo.
Avevo cenato con Roberta moltissime volte, anche noi due soli in attesa che Giulia rientrasse dal turno di lavoro molto tardi, l'avevo osservata in passato un milione di volte, ma quella sera, aveva una luce diversa , sembrava un angelo felice e sereno.
Passammo quell'ora a chiacchierare del più e del meno, nessun riferimento al passato con Giulia, il dialogo era incentrato principalmente sul nostro recente passato, sul mio cambio di lavoro, le mie nuove amicizie e anche sulla sua ultima relazione con Giovanni.
Capii che Roberta aveva la necessità di vivere il sesso con un uomo senza inibizioni, un uomo che la trattasse da regina ma anche da zoccola all'occorrenza.
“Max, il caffè te lo servo in soggiorno, dammi 5 minuti che sistemo i piatti e arrivo, accomodati ”
Andai in soggiorno e mi misi a guardare la TV.
Roberta arrivò poco dopo, aveva in mano un vassoio, con le sue tazzine preferite ed un piattino con dei biscottini, posò il tutto sul tavolino e si sedette vicino a me. "Quanto zucchero vuoi?" mi chiese.
"Ti sei dimenticata che lo prendo senza zucchero?" risposi sorridendo.
"Uff scusami Max, hai ragione; E' già, tu di zucchero ne hai da vendere e non lo sprechi nel caffè" e mi baciò
Ci bevemmo il caffè rilassati sul divano con la TV accesa ma che nessuno guardava.
Roberta si era cambiata prima della cena, ora indossava un vestito colorato, le arrivava sopra il ginocchio, era veramente una donna matura con stile, e anche con molta sensualità.
Era seduta appiccicata a me e ogni tanto la sua testa faceva inchino sulla mia spalla.
La situazione era piacevole ma anche leggermente fastidiosa, avevo intuito che Roberta aveva un debole per me.
In seguito alla separazione da Giulia, io avevo ritrovato la mia dimensione, il mio benessere, soprattutto un benessere e serenità psicologica, avevo ritrovato i vecchi amici, uscivo mi divertivo con loro, non mi mancavano le donne, non era mia intenzione, ingarbugliarmi in qualche relazione soffocante;
Pur avendo passato un bel pomeriggio con Roberta; in quel momento mi chiedevo come avrei potuto liberarmi da quella situazione.
"Roberta; io ti ringrazio veramente della cena e del bel pomeriggio, ora è meglio che io vada" ecco, questa frase potrebbe essere risolutiva pensai. Ora è il momento !
Appena la pronunciai, Roberta, mi gettò le braccia al collo, mi strinse forte, pensavo fosse il saluto, e invece.....
"Max , rimani qui con me per favore" mi sussurrò in un orecchio.
Lei non vide la mia smorfia perché aveva la faccia appoggiata alla mia spalla, ma non era una smorfia di felicità, ero rigido, non sapevo cosa dire.
Mi vennero in mente queste parole: "Penso non sia il caso Roberta, siamo stati bene oggi pomeriggio, ma pensa quante chiacchiere inizierebbero a circolare, se i vicini o i passanti, vedessero la mia auto qui fuori, fino a domani. La riconoscerebbero, sanno che è mia, capirebbero che sono qui, ma sanno anche che io e Giulia siamo separati, immagina il gossip della città...."
Roberta rifletté un secondo, poi con voce determinata e tono medio alto, commentò così "Secondo te! Una donna di 61 anni e un uomo di 50 anni! Devono dare spiegazioni o preoccuparsi delle cazzate che la gente piena di buon tempo può dire? Siamo liberi Max !" Esclamò, "Io voglio vivere, voglio che la mia mente, il mio fisico e il mio cuore, possano esternare anche lo spirito più animalesco che è stato sepolto da anni, per cause che non sono di mia responsabilità, ma che purtroppo mi sono capitate, E tu.... io penso che tu sia la chiave che può riaprire la mia vita, tu sai come farmi vivere!!!
"E Giulia che direbbe ?" risposi prontamente.
"Max!.... Giulia si è scopata anche Giovanni, il mio ex compagno..... vuoi sapere altro o ti basta per farti capire che non devi farti tante seghe mentali ???
Sapevo che Roberta era una donna decisa, ed in quelle frasi aveva espresso tutta la sua determinazione.
Non aspettò nemmeno la mia risposta, si alzò, e spari per 5 minuti. Io rimasi li, la TV era accesa, io la guardavo ma la mia mente era altrove.
Rientrò in soggiorno indossando un babydoll tutto ricamato e molto fine, su una mano una bottiglia di vino e nell'altra due calici. "Ma non era finito il vino?" Chiesi io per sdrammatizzare il momento.
"Questa è una bottiglia speciale, l'avevo messa al sicuro con la promessa fatta a me stessa, che l'avrei aperta esclusivamente con l'uomo che avrebbe saputo farmi godere, e tu oggi lo hai fatto..... ma non hai ancora finito" e mi fece l'occhiolino.
Ci bevemmo mezza bottiglia, tra baci palpeggiamenti vari e coccole.
"Max fammi godere come una troia ti prego, voglio il tuo cazzo ovunque, lo voglio, sono tutta bagnata senti.... !" ...... non riconoscevo più Roberta, quella dolce ed elegante signora si era trasformata in una troia in calore.
Iniziai a masturbarla, prima con un due dita, poi tre e avanti, mi alzai per spogliarmi e lei si infilò la mano completa, mentre mi spogliavo lei si fistava a gambe aperte e lingua fuori davanti ai miei occhi. Era una splendida donna, nel basso addome si lasciava un trapezio di pelo curato e perfetto ed il resto del suo corpo era completamente depilato e liscio.
Si girò e si mise a carponi, con una mano sempre infilata nella figa, a me rimaneva da penetrare il suo bel sedere, e Lei mi diede conferma: "Fammi sentire il tuo cazzo nel culo, dai montami Max ".
Non mi feci pregare molto, il lato "B" da sempre mi infiammava la voglia, iniziai a penetrarla, lei poi tirò fuori la mano e si appoggiò bene al divano per resistere ai colpi che le davo.
Mugolava e urlava, usava un turpiloquio spinto, mi incitava a non fermarmi a sfondarla, si auto lesionava a parole: " Sono una troia da monta, siii Max daiiii , tu si che sai scopare le troie per bene, dai dai fammelo sentire , sbattimi e sfondami il culo"
Poi visto il suo piacere partecipai anche io al gioco di ruolo del momento e divenni un vero Bull , un uomo capace di sbattere una donna come fosse una puttana.
Roberta era sodomizzata e in estasi totale
Ebbe un paio di orgasmi consecutivi in quella posizione, poi si girò, si sedette ed iniziò a pomparmi il cazzo, la sua bocca, da delicata che era in natura, divenne quasi carnivora, ad un certo punto, prese la bottiglia di vino, ne bevé un sorso, e se la infilò nella figa, sbattendola avanti e indietro come fosse un vibratore, il vino aveva fatto schiuma che fuoriusciva e le lavava la figa, una figa ormai devastata e fradicia di libido.
Arrivai al massimo della mia resistenza, Lei lo capì, era una troia molto perspicace, si fermò; tirò fuori tutta la sua lingua, era in attesa della mia crema, una lingua assetata e vogliosa di sborra, mi osservava con malizia e continuava a penetrarsi con la bottiglia.
Qualche mio colpo di mano ed i copiosi schizzi le riempirono la bocca e in parte anche le narici, La sua lingua roteava attorno alle labbra e voleva arrivare al naso per prendersi anche l'ultima goccia, leccava tutto come una porca, mi baciò; restituendomi parte della mia crema. Ancora presa dalla super eccitazione, con forza mi abbassò la testa, contemporaneamente estrasse la bottiglia e disse: "Ripuliscimi la figa". Tra le sue gambe cera un misto tra sperma, vino e tutto il suo libido, mi spingeva in mezzo alle sue gambe con forza, Io affondavo la lingua e viso quasi a perdere il respiro.
Leccavo come un cane, con Roberta che dirigeva il mio capo a suo piacimento, ad un certo punto, improvvisamente, allontanò il mio capo, e vidi un getto partirle dalla vagina, che mi lavò tutta la faccia. Ero schizzato ovunque, sozzo di ogni tipo di liquido, aveva squirtato in abbondanza.
Subito dopo, ritornò immediatamente la sua dolcezza, le sua mani delicate, iniziarono a pulirmi il viso gocciolante, mi guardò negli occhi, mi diede un bacio dolce e mi disse "Sei un tesoro"
Il divano era indecente, sorridendo dissi a Roberta: "Le pulizie saranno il mio prossimo lavoretto domestico ?" Lei si mise a ridere e disse: "Se potessi lasciare il divano sozzo così, mi ci masturberei sopra ogni giorno, pensandoti e attendendo il tuo ritorno"
Ci facemmo la doccia insieme, poi freschi e profumati, ci stendemmo sul letto. Quella notte facemmo l'amore altre due volte, in modo più tranquillo ma sempre intenso.
Ci svegliammo all'alba, per la luce del sole che entrava dalla finestra, scendemmo in cucina a fare colazione, vista la giornata che avevamo davanti, decidemmo di andare a fare una passeggiata di buon mattino sui colli li vicino. La fortuna di vivere a ridosso delle colline, offriva molte possibilità per le gite domenicali. Pranzammo in un agriturismo in mezzo al verde, poi ci stendemmo sotto l'ombra di un grande castagno, passammo un paio d'ore in relax e chiacchiere.
Erano circa le 16 quando Roberta mi disse con aria spiritosa: "Cappuccetto Rosso vorrebbe andare nel bosco, l'accompagni?"
In segnale di approvazione, mi alzai in piedi, e porsi la mano per aiutarla ad alzarsi. Ci incamminammo per la stradina che portava in mezzo al boschetto, li sotto era fresco, le chiome filtravano i raggi solari il paesaggio era in penombra, le foglie continuavano a scuotersi una contro l'altra, generando un rumore continuo, creando una atmosfera mista tra benessere e inquietudine.
La stradina scendeva in un avvallamento e poi risaliva dal lato opposto, quando fummo nel punto più basso, Roberta mi prese la mano e mi chiese: " Cosa pensi di questo weekend? Ti è piaciuto?"
“Certo che si !" Risposi; "Ieri onestamente ero un po' imbarazzato, e mi sono fatto mille pensieri, poi tu hai saputo aprirmi la mente e mi hai fatto capire, che alcuni avvenimenti della vita, sono da vivere senza pensarci due volte, e ti ringrazio di cuore”
Roberta poi continuò il discorso: "Sono felice di sentire questo, non voglio ora spaventarti o sembrare assillante; Ma tornerai a trovarmi?" Si fermò e mi guardò negli occhi in attesa della mia risposta
Ci fu un attimo di silenzio, i suoi occhi brillavano. "Si" risposi, e per non essere troppo sentimentale in quel momento, aggiunsi con una risata: "Se rombi qualcos'altro verrò a riparalo"
Lei, felice per la risposta, ma vendicativa per la mia battuta sarcastica, istintivamente, con la mano destra mi stritolò il "pacco" , si avvicinò alla mia faccia, e mi disse: "Haaa si ??? Verrai da me solo se rompo qualcosa? E non perché questo cazzo ha voglia di farsi una bella scopata ?
Aveva l'aria quasi da persona violenta, ma sapevo che non lo era, mi strinse ancora di più e mi spinse contro un alberò, mi baciò appassionatamente e mi massaggiò il "pacco"
Senza staccarsi dalle mie labbra, aprì i pantaloni ed iniziò a masturbarmi, eravamo in un posto isolato, mi guardai ugualmente intorno, non c'era nessuno e la lasciai fare. Quando ero in completa erezione, Lei si appoggiò con le mani all'albero mettendosi a 90°, allargò le gambe, si alzo il vestitino, scostò un po' il perizoma che indossava, in segno che era pronta per la monta, iniziai a penetrarla da dietro, Lei manteneva le braccia rigide e resisteva ai colpi, li non poteva urlare, l'eco sarebbe arrivato al locale ma mugolava di piacere, riuscivo a sentirla malgrado il frastuono delle foglie.
Quando sentii che la sua eccitazione era al punto giusto, la presi ancora con più forza e le sborrai nel culo a più non posso.
“Lecca mi disse" e io lo feci. Poi si girò mi abbraccio e mi disse "Sei un tesoro grazie”
Fu una sveltina, ma molto soddisfacente, l'avevo riempita per bene, Roberta era soddisfatta.
Felice e sorridente, mi porse la mano e ci incamminammo per il ritorno all'auto.
Si fece sera, entrambi dovevamo preparaci alla nuova settimana lavorativa.
Ci salutammo con un lungo abbraccio, aveva gli occhi lucidi ma sorridenti. Mi disse solo: "Ti aspetterò" Mi diede un bacio e io partii.
Tornai da Lei dopo 15 giorni e poi dopo altri 15 , ci sentivamo al telefono alla sera, ci scrivevamo qualche messaggio. Iniziò una nuova relazione, una relazione sentimentale e pienamente soddisfacente a livello sessuale.
Entrambi avevamo trovato un partner con cui si poteva bere un semplice caffè, si poteva discutere sugli argomenti di attualità e si poteva condividere erotismo e trasgressione.
La portai più volte al privè, passammo diversi weekend a Bologna e seppure si facesse scopare dal "mondo" quando eravamo nei locali, tornavamo a casa più uniti di prima.
Giulia la vedevo ogni due settimane, per la gestione dei figli, e dopo qualche mese da quel weekend di fuoco con sua madre, una Domenica, quando riportai a casa i ragazzi, Lei usci e si intrattenne sulla veranda, più del solito, e mi disse: "So che ti vedi con mia mamma". Arrossii , ma ricordai anche le parole che mi aveva detto Roberta e risposi in modo più naturale possibile . "Si ogni tanto ci troviamo"
Giulia prosegui dicendo: " Il prossimo mese, i ragazzi andranno 15 giorni in campeggio con i centri estivi, ed il mio compagno deve andare ad un convegno all'estero, avrei dei lavoretti da fare qui a casa; Potresti aiutarmi per favore ?
Non riuscivo a credere a ciò che sentivo, rimasi in silenzio qualche secondo. Ovvio che era una banalissima e ridicola scusa, sapevo che Giulia aveva una carica erotica notevole, ma rifiutai la richiesta; o meglio, rifiutai l'invito mascherato da richiesta.
La settimana successiva chiesi a Roberta cosa avesse raccontato a sua figlia, (non volevo fare quella domanda al telefono il giorno stesso dell'accaduto, aspettai) e come immaginavo, come era sempre stato il loro rapporto confidenziale, capii che Giulia sapeva tutto quello che succedeva tra me e sua madre.
Roberta mi disse: "Se sapessi che la soddisfi solo sessualmente, e solo per quello; da un lato potrei anche passarci sopra, capisco molto bene che le donne vogliose hanno necessità di essere soddisfatte, ma ora devo essere onesta, sono gelosa; questo uomo e questo cazzo lo voglio tutto per me, o lo voglio condividere, solo in mia presenza, (si riferiva alle nostre uscite nei privè) . Giulia si troverà un sostituto. Sei stato bravo nel risponderle, non deve essere stato facile per te, rifiutare la sua carica sensuale e trasgressiva, e sei stato onesto nel dirmelo, un giorno ti premierò"
Il giorno del premio a cui alludeva Roberta, arrivò dopo circa tre mesi. Come era consuetudine, quel Sabato arrivai nel primo pomeriggio a casa di Roberta, quando suonai, mi aprì la porta Giulia, ebbi un minimo di imbarazzo, ma d'altro canto sapevo che prima o poi poteva succedere, era la casa natale.
Chiesi come mai era li e dove erano i ragazzi, Lei rispose che era li per un paio d'ore, i ragazzi erano a casa con il suo compagno e poi sarebbero partiti per i loro soliti weekend. Mi fece accomodare e arrivò anche Roberta, mi salutò con la sua solita euforia, indifferente dal fatto che fosse presente sua figlia . Si accomodò vicino a me e chiese a Giulia di preparare un caffè per tutti.
Nell'attesa del caffè, sussurrai a Roberta: "Non potevi avvisarmi che era qui anche Lei?"
Roberta sorrise, si avvicinò e rispose: "Rilassati tesoro", iniziò a baciarmi e a toccarmi, io la fermai ! "Roberta tua figlia è in cucina !!!" le dissi !
"Rilassati, rilassati.... " mi aprì la zip mi tirò fuori il cazzo e iniziò a farmi un pompino mentre lei si toccava la figa.
Volevo controllare la porta della cucina ma non potevo, era alle mie spalle e non riuscivo a girarmi del tutto.
Roberta pompava assetata di sborra, io ero in tensione non sapevo più cosa fare, non feci in tempo a fermarla, e mi trovai Giulia di lato che sorridendo esordì così: "Avete iniziato senza di me ?"
Mise un piede sopra il divano si alzò la gonna ed iniziò a toccarsi davanti a me, poi si avvicinò al mio cazzo e disse a sua mamma di lasciargliene un po', avevo mamma e figlia che a colpi di lingua si contendevano il mio cazzo, incredibile, tra trasgressione e imbarazzo con capivo più nulla.
Roberta ad un certo punto rivolgendosi a Giulia disse: "Dai stella, ora prendilo, usalo e godi"
Giulia si sedette sul mio cazzo ed iniziò a farlo entrare e uscire, Roberta la sosteneva moralmente.
Non avevo mai affrontato una simile situazione, la mamma che confortava la figlia per arrivare al massimo orgasmo.
La accarezzava e le massaggiava il clitoride. Io con le mani alzavo e abbassavo il suo bacino, saliva e scendeva sul mio cazzo in quel momento dritto e duro come una pertica.
Giulia era al massimo dell'eccitazione, Roberta con una mano le sorreggeva la testa rivolta tutta all'indietro ormai in estasi, e con l'altra mano le faceva un massaggio repentino al clitoride. Si sentii un forte gemito e Giulia ebbe un bellissimo orgasmo. Mamma e figlia si scambiarono un bacio.
In quel momento io non riuscii a godere, l'imbarazzo ebbe la superiorità sulla trasgressione, mi fece venire poi Roberta, mentre Giulia era in bagno, e sempre Roberta mi ringraziò per averlo fatto. "Giulia ha i suoi difetti, ma rimane pur sempre mia figlia e pur sempre una donna con dei desideri, piuttosto si sprechi altrove, preferisco così, sei un tesoro grazie" mi disse Roberta.
Giulia scese dal piano superiore dove si trovava il bagno, dalle sue guance, era evidente un minimo di imbarazzo, si avvicinò a me, mi fece una carezza e disse solo "Grazie", abbraccio sua mamma forte forte, aprì la porta e se ne andò.
Tra me e Roberta seguì un dialogo e uno scambio di opinioni sul fatto accaduto. Alla fine ne risultò che da parte mia, il maggior imbarazzo era solo il fatto che era la mia ex moglie, e il resto fu veramente pura eccitazione.
Fu anche quello un weekend fantastico in compagnia di Roberta, come lo furono molti altri in seguito.
Non ebbi altri rapporti sessuali con Giulia, la vedevo come era sempre stato negli ultimi tempi, solo come ex e solo per la gestione dei figli, come era giusto fosse. Con Roberta continuai la mia relazione nel massimo entusiasmo e nella più aperta sessualità.

Un grazie a chi ha letto tutto , spero di avervi donato qualche minuto di felicità, di erotismo e magari di aver dato qualche spunto per qualche bella scopata.

Buona estate a tutti !!
“amicopersonale2017”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per "Sei un Tesoro" ...diceva sempre mia suocera:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni