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Diario dello schiavo – Capitolo 2° – Lo Scettro del Padrone


di slave27
29.01.2021    |    1.396    |    1 9.7
"La mia idea di farti allenare con il dildo è stata davvero geniale..."
Il Padrone a quel punto apre di nuovo il cassetto alla Sua destra ed estrae tre dadi rossi. Poi mi fissa nuovamente chiedendomi
P: “schiavo, ti ricordi cosa devi fare quando ti frusto vero?”
S: “certo Padrone, ad ogni colpo devo contare il colpo ad alta voce e dire sempre Grazie Padrone”
P: “e se sbagli il numero del conteggio o non sento il tuo ringraziamento cosa succede?”
S: “Lei riprende la punizione da capo Signore”
P: “perfetto, vediamo quante frustate ti meriti per la prima punizione”
Tira i dadi sul pavimento ed escono cinque, cinque ed uno. La mia prima punizione sarà quindi di undici frustate. A quel punto il Padrone si alza nuovamente e si sfila la cintura dai jeans.
P: “sei uno schiavetto fortunato, poteva andarti decisamente peggio” fissandomi dritto negli occhi e stampandosi sul volto un sorriso beffardo “ora alzati in piedi, gambe leggermente divaricate, mani incrociate dietro la nuca così avrò a disposizione la tua schiena ed il tuo culo che con la prima punizione iniziamo da quelli”
Eseguo prontamente l’ordine impartitomi e sono pronto a ricevere il mio primo bacio della cinghia, con un misto di eccitazione ed ansia quasi in egual misura. Ma nonostante l’ansia il mio pene resta bello eretto e la parte dell’eccitazione mi permette di desiderare quello che sta per accadere. Il Padrone dopo avermi dato un ultimo sguardo languido mi gira attorno e sparisce dalla mia vista ponendosi alle mie spalle. All’improvviso sulla mia schiena si abbatte un forte colpo di cinghia in piena schiena ed il mio piede destro si sposta leggermente in avanti per evitare che perda l’equilibrio in avanti, e subito prego che il Padrone non abbia notato questa mia incertezza già sul primo colpo. Mi mordo leggermente il labro inferiore e pronuncio quanto ordinatomi
S: “Uno, Grazie Padrone”
P: “che cazzo fai brutta merda? Ti è forse stato detto che potevi muoverti? Se ti sposti già alla prima cinghiata stiamo qua fino a sera e non ho voglia di frustarti e basta oggi. Ho anche altro da fare con te troia. Ricominciamo da capo e questa volta cerca di stare fermo. Ricomincia il conteggio da zero”
Il Padrone tira un profondo sospiro di disapprovazione e poi scaglia la cinghia con forza contro il mio culo. Questa volta riesco a non muovermi
S: “Uno, Grazie Padrone”
Altro colpo sul culo
S: “Due, Grazie Padrone”
Di nuovo schiena, stavolta resto immobile sentendomi orgoglioso di me stesso
S: “Tre, Grazie Padrone”
Dopo gli altri sette colpi e con la schiena ed il culo che iniziano a pulsare, bruciare e farmi male ecco che arriva l’ultimo sul mio sedere
S: “Undici, Grazie Padrone”
P: “diciamo che ora il culo e la schiena iniziano a prendere quel bel rossore che mi piace e che ti voglio vedere indossare spesso” e ride nuovamente di me “però sai che è brutto che la tua prima punizione sia solo di 11 cinghiate, avrei preferito fosse stata di almeno un numero tondo”
Resto in attesa di vedere se il Padrone vuole dirmi a cosa sta pensando, ma il protrarsi della pausa mi fa capire che vuole sia io a parlare. Il dolore provato dalle cinghiate però ha avuto il solo scopo di mantenere alto il mio livello di eccitazione, l’ansia è sparita perché ho capito che il mio corpo può resistere alla cinghia. Sono qui per questo, il mio Padrone tacitamente me lo sta chiedendo ed io lo devo e lo voglio soddisfare al meglio, quindi deglutisco per schiarirmi la voce e dico quello che spero il mio Padrone desidera sentire
S: “Padrone, la supplico di continuare a punirmi, so che lo fa per il bene della mia educazione, e forse capirò che devo arrivare all’orario ordinatomi”
P: “va bene cagna, posso esaudire questa supplica, venti frustate infatti mi sembrano più consone per questo tuo errore, chissà che la frusta non ti aiuti a capire qualcosa. Riprendiamo da dove ci siamo fermati”
Colpo secco sulla schiena
S: “Dodici, Grazie Padrone”
Dopo il diciannovesimo colpo vedo il Padrone posizionarsi di nuovo di fronte a me, mi fissa il cazzo e lo massaggia per qualche secondo con la mano abbozzando una piccola masturbazione appena accennata per poi togliere la presa e riposizionarsi alle mie spalle
P: “ci divertiremo davvero tanto insieme, siamo una coppia perfetta, a me viene il cazzo duro a frustarti e tu ti ecciti come le cagne a prendere la cinghia. Hai preso diciannove cinghiate e hai ancora il cazzo duro, ma quanto cazzo sei masochista schiavetto?” e giù di nuovo con la Sua profonda risata e sul finire della stessa risata, in maniera per me del tutto inaspettata parte la ventesima frustata. Di colpo sento la cintura passare tra le mie gambe divaricate da sotto e vedo la punta della cintura di pelle marrone infrangersi sulle mie palle e sul mio cazzo. Il dolore è improvviso e lancinante, non resisto, le gambe mi cedono e d’istinto si chiudono e senza che mi accorga mi trovo inginocchiato sul pavimento strizzando gli occhi e stringendo i denti per il dolore. Prendo un respiro profondo mi rialzo e pronuncio
S: “Venti, Grazie Padrone e mi scusi Padrone se ho lasciato la posizione che Lei mi ha ordinato”
Il Padrone senza rispondermi si riposiziona davanti a me, lancia la cintura sul divano ed io tiro un sospiro di sollievo perché ero veramente convinto che la mia caduta avrebbe azzerato il conteggio ma vi assicuro che in quel momento non avrei mai retto altre 20 frustate perché la mia schiena ed il mio culo erano già in fiamme e doloranti
P: “ti sei salvato che hai capito di aver fatto una cazzata a scomporti ed hai umilmente chiesto perdono, se avessi provato a far finta di nulla altre venti cinghiate non te le toglieva nessuno” con la mano destra mi afferra insieme palle e cazzo che ora è completamente smosciato dopo il colpo ricevuto “ti ho dovuto massacrare il cazzo con l’ultima frustata per farti capire che la tua eccitazione è nelle mie mani. Sono io da ora in poi che decido quando puoi eccitarti e quando no, e se sarai eccitato quando non mi farà piacere che tu lo sia ti arriveranno altri colpi al tuo inutile cazzo”
E una volta dettomi ciò iniziò a baciarmi in bocca limonandomi con passione, mentre contemporaneamente riprese a masturbarmi e continuò fino a quando il dolore non mi fu passato e la sua sega portò di nuovo il mio cazzo in erezione. Quando mi sentì di nuovo eccitato si staccò da me. Mi fissò negli occhi e sorridendo mi disse
P: “pronto al tuo premio troia? Avanti, inginocchiati e tirami giù pantaloni e mutande”
Eccitato e voglioso eseguì l’ordine il più velocemente possibile. Finalmente avrei succhiato il primo cazzo della mia vita. Nonostante fosse ancora segnato dal colpo della cintura il mio cazzo tornò di marmo. Una volta nudo dalla vita in giù il Padrone si girò ed andò a sedersi comodamente sulla poltrona a gambe larghe, schioccò le dita e mi indicò con l’indice della mano destra il Suo Scettro. Mi muovo a quattro zampe verso di Lui e non appena sono abbastanza vicino mi afferra il collare e sbatte la mia faccia tra le Sue gambe. Io estraggo la lingua ed inizio a leccare avidamente il Suo Scettro. Il sapore del Padrone è quello di un vero uomo, e sento già l’odore della Sue eccitazione. Lecco anche le Sue palle fino a quando con la voce leggermente più roca rispetto a prima perentoriamente mi ordina
P: “troia, ti ho ordinato di succhiarmi il cazzo, non leccarlo”
E detto ciò inizio a fare il primo pompino della mia vita. Fu bellissimo, sentire lo Scettro pulsarmi in bocca, iniziare a sentire i primi umori del Padrone gocciolarmi in bocca e percepire la cappella di un vero uomo nella mia gola mi stava quasi per far venire nonostante non mi stessi toccando. Il Padrone credo davvero che avesse capito che stavo per venire e improvvisamente afferrò la mia nuca tra le Sue possenti mani, e stingendomi in maniera che non potessi muovervi mi diede un calcio sulle palle. Io mossi la schiena inarcandola per il colpo ricevuto ma la mia bocca non si poté ritrarre dalla Scettro visto che ero bloccato e dopo alcuni secondi di assestamento fu il Padrone muovendomi la testa su e giù e farmi riprendere il ritmo del mio pompino. E visto che la mia eccitazione fisica era stata bruscamente interrotta, mi ricordai perché mi trovavo in ginocchio tra le gambe del mio Padrone con il Suo Scettro nella mia bocca, mi trovavo in quella posizione per dare a Lui il maggior piacere possibile, ed anche Lui non esitò a ricordarmelo
P: “quando scopiamo prima vengo io. E tu vieni solo se te lo concedo io, e prima devi implorarmi. Se ricapita che tu vieni senza prima chiedermi il permesso come stavi per fare ora ti aspetterà tanta frusta. Mi sembrava di essere già stato chiaro su questo punto nelle nostre chat. E comunque non mai visto nessun uomo, se così ti si può chiamare, eccitarsi così tanto e così velocemente la prima volta che ha preso un cazzo in bocca. Se davvero una troia del cazzo”
Dopo una decina di munti, con la mia mandibola e la mia lingua che iniziavano ad essere indolenzite, sentii lo Scettro irrigidirsi e quando le mani del Padrone mi afferrarono di nuovo la nuca capì che c’eravamo. Di colpo la mi bocca venne invasa di un liquido caldo, aspro e denso. Accennai un lieve conato, poi uno un po’ più pronunciato ed il Padrone mollò la presa sulla mia nuca. Mi staccai all’improvviso cercando di trattenerne il più possibile in bocca ma una parte di essa cadde sul pavimento, deglutii ed ingoia tutta quella rimasta in bocca e poi ripresi lo Scettro in bocca e con la lingua cercai di ripulirlo il più possibile ingoiando tutto quello che leccavo dallo Scettro. La mano del Padrone si pose sotto il mio mento ed alzò il mio viso in maniera che lo guardassi dritto negli occhi
P: “non hai nulla da dirmi?”
S: “Grazie Padrone. È stato magnifico come mi aveva detto. Per me è stato un onore poterla soddisfare con la mia bocca. Spero Le sia piaciuto Padrone. Sono stata una brava troia?”
P: “ho ricevuto pompini decisamente migliori del tuo, questo è innegabile, ma di sicuro hai superato le aspettative che avevo su di te, credo che poche troie ai loro inizi fossero così brave, non oso immaginare cosa potrai diventare negli anni. La mia idea di farti allenare con il dildo è stata davvero geniale. Comunque mi hai fatto venire in un tempo ragionevole, quindi ti saresti meritato anche un piccolo premio. Ma questa sborra che vedo sul pavimento lo sai benissimo anche tu che non può far altro se non farmi incazzare. Sai che questa cosa è inaccettabile?”
S: “Ha assolutamente ragione Padrone, le chiedo umilmente perdono, spero con il tempo di correggere questi comportamenti inqualificabili. La imploro di concedermi di pulire con la lingua il pavimento per farmi perdonare”
P: “Non devi sperare di correggere questi errori, devi correggerli e basta. Anche in questo caso la cinghia saprà aiutarti. Non credo comunque che leccare e basta il pavimento possa bastare”
Il piede del Padrone quindi pestò la sborra sul pavimento e poi me lo puntò davanti alla faccia
P: “leccala anche dal mio piede, così già le tue scuse saranno un po’ più complete e poi lecca quella che resta direttamente dal pavimento”
Una volta che ebbi finito il padrone agganciò il guinzaglio al mio collare, si alzò, si tolse anche felpa e maglietta restando completamente nudo (ed ancora ricordo in maniera nitida quella prima volta in cui vidi il mio Padrone completamente nudo, era ed ancora è BELLISSIMO) e strattonando mi disse un laconico
P: “seguimi che devo andare in bagno”

Prossimo Racconto: Diario dello schiavo – Capitolo 3° – Profumo di Uomo
Continua…
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