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Gay & Bisex

IL CINEMA A LUCI ROSSE 9 Ultima parte


di alio
31.01.2011    |    20.528    |    6 8.8
"Era solo entrata la punta del suo uccello e gia' un dolore insopportabile mi pervase dal culo tutto il corpo; lo dissi e Matteo lo invito' a provare con lui..."
Ero deluso, non capivo, che male c'era se io desideravo fare l'amore con mio padre ed anche lui lo avrebbe fatto con me, la sua eccitazione parlava chiaro. Perche' allora era scappato via; lo aveva fatto con Matteo, con Raffaele e chissa' con quanti altri. Ma non voleva farlo con me. Ripensai al bacio che gli avevo dato, era stato ricambiato con passione. Ti voglio papa', solo tu e il tuo esagerato cazzone potra' soddisfare il mio desiderio di essere sfondato. Mi consolai pensando che il giorno dopo avremmo trascorso molto tempo insieme e confidavo nel piano diabolico di Matteo, che avrei sostenuto con tutte le mie forze; domani non mi sfuggirai.
Cercai di dormire. Mi svegliai il mattino dopo, ancora deluso per il rifiuto della sera prima ma eccitato per quello che mi attandevo nella giornata, dalla gita a pesca con Matteo e suo padre al nuovo protagonista, il signor Filippo il vichingo gran figone, come lo aveva definito il mio amico Matteo. La partenza era prevista per le 16,00; due ore circa di viaggio, arrivo a destinazione, cena veloce e poi pesca notturna. Alle 16,30 vennero a prenderci Paolo e Matteo. Al volente della sua BMW Paolo, papa' al suo fianco, io e Matteo dietro. Paolo mi disse che mi sarei divertito a pescare anche se non l'avevo mai fatto prima e che sicuramente mi sarebbe piaciuta la casa al mare, che non avevo mai visto. Avrei diviso la camera degli ospiti con mio padre mentre lui e Matteo avrebbero dormito sul matrimoniale. A tale informazione segui' un momento di silenzio. Sono certo che, come me, anche gli altri stavano pensando alla nostra sistemazione notturna. Fu Matteo ad interrompere quel silenzio, dopo avermi fatto l'occhiolino perche' io lo sostenessi, disse che secondo lui sarebbe stato meglio se noi due ragazzi avessimo condiviso la camera degli ospiti, avevamo i nostri ritmi, le nostre confidenze e cosi via. - Non vorrai che io divida il matrimoniale con Paolo -, chiese con tono preoccupato mio padre. Mi affrettai a sostenere la tesi di Matteo - Perche' no, papa' cosa c'e' di male? Paolo e' il tuo migliore amico da decenni e poi sono convinto che non corri rischi con lui, in quel senso, capisci vero? -. Ma si! -, convenne Paolo, - i ragazzi hanno ragione: giovani con giovani e vecchi con vecchi -, concluse con una bella risata che ben presto coinvolse tutti e quattro. Matteo si giro' e mi fece ancora una volta l'occhiolino d'intesa. Io in realta' non avevo capito la sua manovra, avrei preferito dormire con mio padre per riprovarci. Ma avevo un accordo con Matteo: sostenerlo in ogni sua mossa. Mi fido di lui, so quanto riesce ad essere diabolico per raggiungere i suoi obiettivi.
Arrivammo alla casa al mare intorno alle 19,00, il sole non era ancora tramontato. Prendemmo posto nelle nostre camere poi, intanto che i due adulti si diedero ai fornelli, Matteo mi fece fare il giro della casa e dell'esterno e qui mi indico' una casetta bianca di proprieta' del signor Filippo. Le tapparelle alzate a meta' e la porta d'ingresso socchiusa denunciavano che in casa c'era sicuramente qualcuno e Matteo si auguro' che fosse il vichingo, magari da solo. Voleva appurarlo subito e mi invito' a seguirlo. Poco dopo davanti alla porta d'ingresso Matteo grido': - Heila'!, c'e' qualcuno in casa? - Sono qui in camera, entra pure Matteo -. Richiudemmo la porta dietro di noi e attraversammo la sala sino alla camera del vecchio. Era in piedi davanti al letto e stava trafficando con dei libri. Era davvero un gigante, da dietro la barba simulo' un leggero sorriso, strinze la mano di Matteo e poi la mia chiedendo chi fossi. Matteo mi presento' e racconto' brevemente della nostra gita e della presenza dei nostri padri che avrebbe incontrato la sera stessa a pesca. - Stasera non vado a pesca, ho gia' fatto tardi la sera prima e sono stanco, rimarro' a casa a guardare un po' di TV, poi a nanna -, disse con tono determinato Filippo, poi ci concedo' con a presto! Appena fuori Matteo esprimette il suo disappunto ma si affretto' ad aggiungere che allora, inventando una scusa, non saremmo andati a pesca neanche noi, se il signor Filippo sarebbe rimasto a casa lo avremmo raggiunto noi. Poi mi chiese un parere sull'uomo. Dissi che era davvero sorprendente la somiglianza con l'attore SEAN CONNERY, era davvero un gigante che, nonostante quell'aria burbera, aveva un fascino unico. Poi con quell'abbigliamento: larghi calzoni in lino bianco, legati a vita da una coulisse, canotta nera aderente, sotto una camicia anch'essa bianca, aperta e lasciata fuori dai pantaloni, con maniche lunghe rotolate sull'avanbraccio e soprattutto a piedi nudi o forse e' il caso di chiamarli piedoni visto che' avra' avuto almeno il 47; il suo abbigliamento non nascondevano il massiccio corpo muscoloso e peloso, che nonostante i suoi sessantanni, avrebbe fatto invidia ad un giovane palestrato; insomma sembra quasi una immagine irreale, un corsaro. Sentimmo Paolo chiamarci, era pronta la cena.
Durante la cena Paolo disse che avremmo incontrato a pesca anche Filippo, Fabio si guardo' bene di dire quanto sapeva e colse l'occasione per dire che, noi due, avevamo deciso di rimanere a casa se a loro due non dispiaceva, avremmo giocato un po' con la play station e poi magari li avremmo raggiunti. Suo padre disse di fare come ci sembrava meglio, il mio si limito' a guardarmi con un'aria interrogativa. Dopo cena i due uomini si avviarono raccomandandoci di chiuderci in casa. A quel punto Matteo disse che iniziava l'avventura, prima tappa, o forse era meglio chiamarla vittima, sarebbe stato il bel Filippo. Sistemammo la cucina e preparammo i letti, un'ora dopo seguii Matteo a casa del vichingo. La porta era ancora socchiusa, Matteo mi chiese di fermarmi fuori, di lasciargli qualche minuto per lavorarsi l'omone, mi avrebbe chiamato lui al momento piu' opportuno, poi chiese il permesso di entrare; Filippo lo invito' a raggiungerlo in camera dove si era disteso. Dalla mia postazione non potevo vederli ma non avrei perso una parola di quello che si sarebbero detto. - Cosa ci fai qui? -, chiese il vecchio. Matteo gli rispose che era venuto a trovarlo per sentire se avesse avuto bisogno di qualcosa ed era, come lui aveva proposto l'ultima volta si erano incontrati, l'occasione buona per fare due chiacchiere a quattro occhi. - Non perdi tempo e non lo perdero' neanch'io -, disse l'omone ed aggiunse che si era accorto di certi suoi sguardi ammiccanti, anzi invitanti. Voleva capire cosa volesse da un vecchio che poteva essere suo nonno. - Se avessi un nonno come lei -, lo interruppe Matteo -, non lo lascerei mai, vorrei stargli vicino, molto vicino. - Non sarai una checchina e a me non piacciono le checchine -, esclamo' il vecchio - Non sono una checchina, sono solo uno che fa sesso con tutti coloro che lo attizzano, che siano uomini donne e lei signor Filippo, mi eccita molto -. Ma bene e cosa vorresti farmi -, disse il vecchio piu' incuriosito che infastidito. - Certe cose si fa prima a farle che a spiegarle -, disse Matteo che intanto doveva essersi avvicinato all'anziano. Segui' un breve silenzio poi l'uomo con tono meno duro esprimette la sua preoccupazione se fosse arrivato qualcuno, se suo padre o l'amichetto l'avessero per esempio cercato. - Fabio e' di la e se vuole faccio venire anche lui qui con noi -. Non aspettai conferma, mi presentai all'uscio della camera sorridendo ai due con complicita'. Filippo era sdraiato sul letto, indossava solo la canotta nera ed uno slip, anch'esso nero, che non nascondeva che il suo cazzo era gia' barzotto e che Matteo gia' spudoratamente accarezzava. - Io non sono un esperto, perche' non mi fate vedere voi due cosa siete capaci di fare -, disse il vecchio con un tono di voce roca. Matteo appoggio' il suo cellulare sul vicino comodino, mi prese per mano e davanti al vecchio' inizio' uno spogliarello e mi invito' ad imitarlo; l'uomo osservava a bocca semiaperta che mostrava labbra carnose e gia' umide. Matteo s'incollo' a me e mi bacio' voluttuosamente, le sue mani percorrevano il mio corpo ed io non fui da meno, mi abbassai ed iniziai a leccare il suo cazzone. L'uomo inizio' a far scorrere la sua mano destra sul suo uccello che ormai aveva raggiunto una notevole eccitazione, poi abbasso' lo slip e un cazzo davvero indescrivibile apparse in tutta la sua imponenza. Era ancora piu' grosso e piu' lungo di quello di mio padre.
Ci buttammo insieme con le nostre bocche a prenderci cura del bestione, che sotto i colpetti di lingua prima dell'uno e poi dell'altro, svetto' verso l'alto assumendo grandezza ancora piu' spropositata. - Bene, bene ecco i miei due nipotini all'opera, adesso pero' voglio scoparvi a turno troiette -, disse Filippo costringendoci ad assumere la pecorina uno a fianco all'altro sul lettone. Lui in piedi punto' il glande prima sul mio culo poi su quello di Matteo. Poi penso' bene che dovevano essere umidificati; ci impose un sessantanove ed io e Matteo iniziammo a leccarci con avidita' i nostri buchetti che ben presto avrebbero subito quella penetrazione impossibile. L'uomo ci fece assumere nuovamente la posizione della pecorina e come prima tento' di penetrarmi. Era solo entrata la punta del suo uccello e gia' un dolore insopportabile mi pervase dal culo tutto il corpo; lo dissi e Matteo lo invito' a provare con lui. Matteo era abituato al cazzo di mio padre e con un po' di sofferenza riusci' a farsi impalare tutto. Inizio' ad urlare come un matto, pregandolo di non fermarsi e di scoparlo fino in fondo e intanto cercava la mia lingua per ingoiarla fino in gola. L'uomo lo scopava come un forsennato e non senti' cio' che Matteo mi stava sussurando all'orecchio. Mi disse di guardare il suo cellulare che aveva appoggiato sul comodino proprio al mio fianco. Il cellulare era acceso e lui prima di iniziare quel giochetto, aveva chiamato suo padre, aveva aspettato che rispondesse e poi gli ha chiesto di rimanere in linea; sicuramente i nostri padri stavano ascoltando le sue urla di dolore e di godimento. - Adesso tocca a Fabio -, disse Matteo allo stallone; io ancora alla pecorina stavo subendo la penetrazione piu' impensabile per chiunque, Matteo si tese sul letto sotto di me e inizio' a spompinarmi, intanto che Filippo con determinazione mi infilo' meta' del suo arnese. Per il dolore atroce chiesi di smettere, Matteo mi chiese di resistere, lui smise di spompinarmi e rimanendo sotto il mio culo disse che avrebbe leccato la parte di cazzo che ancora non era entrato nel mio culo.
Matteo leccava e poi leccava intorno al mio buchetto; il piacere ben presto sostitui' il dolore.
L'uomo con colpi decisi si guadagnava il fondo del mio culo; ben presto l'enorme fallo era dentro di me ed inizio' il conto alla rovescia per il vecchio che inizio' a gridare che era al culmine, che stava per godere. Ancora una volta fu Matteo a decidere come cio' serebbe accaduto. L'uomo in piedi, noi inginocchiati per terra iniziammo un talentuoso lavoro di bocca; in pochi istanti una sborrata lavica innaffio' i nostri visi. Io e Matteo ci leccammo a vicenda per non perdere neppure una goccia del gustoso liquido.
L'uomo non aspetto' neanche che fossimo completamente rivestiti; ci urlo' di lasciarlo da solo, di andare via. Uscimmo in fretta lasciando l'anziano soddisfatto ma sicuramente anche scioccato. Appena fuori la voce di Paolo dietro le nostre spalle disse: - e bravi i nostri cuccioli, non solo abbiamo sentito, ma abbiamo visto tutto dalla finestra della camera del vecchio; l'oscurita' dell'esterno ci consentiva di vedere ma non di essere visti. Certo siete stati due eroi ad infilarvi una trave come quella che Filippo tiene tra le gambe. Ma spero non sarete stanchi, perche' adesso tocca a noi completare il lavoretto -. Mio padre non parlo', allungo' il braccio sulle spalle di Matteo e ci dirigemmo verso casa. - aspettateci in camera sul lettone, noi ci diamo una rinfrescata -, disse perentorio Matteo. In bagno Matteo disse che ora finalmente si sarebbe consumata la nostra vendetta; i nostri padri si erano scopati senza ritegno l'uno il figlio dell'altro.
Adesso dovranno scopare ognuno il proprio figlio. Prima pero' aveva in mente un giochetto inaspettato. Mi disse di seguirlo e di assecondarlo ancora. Entrammo in camera. I due uomini erano gia' completamente nudi distesi l'uno a fianco all'altro. Ed anche noi eravamo nudi; in centro alla camera Matteo comincio' a baciarmi con delicatezza, le sue labbra scesero su ogni parte del mio corpo, mi leccavano dapertutto; poi tocco' a me ricambiare nello stesso modo. I due uomini mettevano in mostra i loro uccelli e cosi, vicini l'uno all'altro, difficilmente si poteva scegliere: due uccelli diversi ma entrambi superbi. Il nostro giochetto li avava eccitati come non mai, la bava fuoriusciva dalla bocca dei due che iniziarono a menarsi. - Eh no? -, disse imperativo Matteo indirizzandosi ai nostri padri -, non ci siamo proprio. Adesso tu Gianni afferri l'uccello di papa' e tu papa' farai lo stesso con quello di Gianni e, non finisce qui, vi siete divertiti a guardare noi, adesso tocca a noi vedere cosa siete capaci di fare fra voi, se volete che poi completeremo noi l'opera, sei d'accordo con me Fabio? -. Non gli risposi ma con voce risoluta dissi a Paolo di succhiare il cazzo di mio padre. I due uomini si guardarono, sorrisero perplessi e timidamente si afferrarono uno il cazzone dell'altro. Poi senza pudore Paolo esclamo': - Al diavolo, Gianni, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato fra noi due a letto se ne avessimo avuto occasione e, ti confesso, che in fondo in fondo l'ho sempre desiderato di fare sesso con te; bene facciamo vedere a questi due sbarbati cosa vuol dire fare sesso -. A quel punto Paolo bacio' mio padre che, dopo un attimo di perplessita', ricambio' il favore ficcandogli a sua volta la lingua in bocca e rotolandosi su di lui. I due continuarono e sempre su iniziatiiva di Paolo si ritrovarono a farsi un sessantanove che ben presto fece scattare la mia invidia, non mi bastavano piu' le attenzioni di Matteo che mollai per buttarmi sul letto dalla parte di Paolo. Matteo segui' il mio esempio e ben presto ci ritrovammo tutti e quattro a giocare senza ruoli definiti, passavo dal bocchino che mi faceva Matteo alla lingua grossa e pastosa di mio padre al dito in culo che con insistenza mi ficcava Paolo. Poi eccomi a succhiare il cazzo di mio padre, Paolo continuava ravanare con il dito il mio buchetto e baciava appassionatamente suo figlio. Poi Matteo mi strappo' al gruppo ed ancora una volta suggeri' ai due uomini qualcosa di inaspettatato: - adesso vogliamo che vi inculiate fra voi, io e Fabio staremo a guardare, poi saremo noi due ad incularvi -.
Stavolta fu mio padre a prendere l'iniziativa, favorito dalla posizione in cui si trovava e cioe' aveva Gianni disteso davanti a se, alzo' la gamba sinistra dell'amico e comincio' a spingere il suo uccello nello sfintere dell'altro. Paolo non si oppose anzi cerco' di aiuatare l'amico. In men che non si dica Gianni aveva penetrato completamente l'amico di sempre, lo scopo' per qualche minuto e fu sempre Gianni a suggerire l'inversione dei ruoli. Ora era Paolo che con colpo deciso penetro' il culo peloso di mio padre supino sul letto con le gambe alzate sulle spalle del compare. Lo cavalco' infoiato e si spinse perche' potesse baciarlo. Mio padre accetto' di buon grado la lingua di Paolo e la succhio' golosamente. - Adesso tocca a noi scoparvi -, ordino' ancora una volta Matteo che fece mettere i due alla pecorina uno davanti all'altro e intanto che i due si slinguazzavano, lui si posiziono' dietro mio padre ed io dietro Paolo e al suo via gli ficcammo in culo i nostri rispettivi uccelli. Li cavalcammo ancora per pochi minuti poi l'orgasmo sopraggiunse all'unisono. Io e Matteo gridammo che stavamo per sborrare, che stavamo godendo come non mai.
- Adesso cucciolotti e' il nostro turno -, disse mio padre con tono che non prevedeva rifiuti, - Adesso tocca a noi scoparvi, ed io mio caro Fabio scopero' te mentre Paolo lo fara' con suo figlio. - E quello che voglio anch'io -, dissi senza piu' alcun pudore. - Forse l'ho sempre voluto, ho sempre voluto essere penetrato dal tuo fallo caro papa'. Ma lo faremo da soli, lasciamo Matteo e suo padre alla loro intimita' -.
Mi avviai verso la camera degli ospiti, mio padre mi segui', mi girai verso i nostri amici, sorrisi a Paolo e feci un occhiolino di complicita' a Matteo che ricambio' come a voler dire che era d'accordo con me. Arrivati in stanza mi sdraiai su uno dei due lettini ed allargai le braccia pronto ad accogliere ogni qualsiasi cosa mio padre avesse voluto farmi. Mio padre si stese con tutto il suo massiccio peso sopra di me. Inizio' a baciarmi ed a leccarmi con dolcezza ogni centimetro della mia pelle. Lo lasciai fare senza intervenire, volevo godermi ogni piccola attenzione che mi dava. Finalmente avevo tra le braccia l'uomo che avevo sempre sognato, forte, muscoloso, peloso, possente: mio padre. Ricambiai tutte le sue azioni, adesso lui supino ed io sopra di lui, percorsi con la bocca ogni muscolo, fino alle dita dei piedi che succhiai con amore uno ad uno. Risalii sino al suo cazzo che gia' prima avevo succhiato in quella confusione. Adesso lo rifeci con calma delicatezza e destrezza. Mio padre mugolava senza mai smettere di guardarmi. - Voglio scoparti cucciolo, adesso sei pronto anche tu per ficcarti dentro tutto il mio uccellone -. A questo punto fu mio padre ad iniziare un laborioso lavoro di lingua; la introdusse fino a dove poteva dentro il mio culetto che io allargavo con le mani perche' potesse riceverne il piu' possibile. Poi mi sollevo' delicatamente e mi appoggio' sulla sua pelosa pancia. Mi invito ad allargare nuovamente il buco con le mie mani e poco dopo sentii il suo glande dentro di me. Mio padre agi' con molta delicatezza e ben presto tutto il suo arnese fu dentro di me. Mi prese per i fianchi e con le mani, sempre con dolcezza accompagno' il su e giu' del mio culo sul suo cazzone ormai completamente ignottito; continuo' a scoparmi ancora per molto e sempre con la stessa dolcezza. - Aspetta papa' non voglio favoritismi, basta con queste gentilezze, io ti voglio come tu sei un vero montone che rompe i culi senza tanto riguardo; vieni sopra di me, fottimi come una donna, sfondami il culo, voglio sentirlo sino alle viscere dello stomaco -. Mi misi supino, allargai le gambe fin dove mi fu possibile, mio padre mi reggeva dalle caviglie e con colpo deciso mi ripenetro' e questa volta spinse violentemente, le sue grosse palle sbattevano sulle mie chiappe irritate dallo sfregare del suo folto pelo. Mi scopo' senza tregua ed io mi menavo il cazzetto, volevo godere nel preciso istante che avesse goduto mio padre. - Vengo, si! vengo cucciolo, ti sto sborrando dentro Fabio, dai vieni bello, vieni anche tu insieme al tuo papa' -. Sentii il fluido caldo della sua sborra sputata a fiotti dentro il mio culo, sborrai anch'io e godetti come non mai. Mio padre mi bacio' lungamente. Finalmente avevo avuto quello che da sempre avevo solo sognato. Uscimmo nudi dalla stanza per andare a lavarci. In sala trovammo Paolo con Matteo anch'essi avevano un'aria pienamente soddisfatta. Il solito Matteo diede l'ultimo ordine: adesso dobbiamo brindare a cio' che e' successo e soprattutto a quello che continuera' a succedere tra noi quattro. Dopo qualche attimo quattro calici di fresco spumante furono alzati dalle nostre braccia tese: CIN CIN !

ALIO


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