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Desiderata zia


di mattone
21.07.2013    |    32.478    |    2 8.9
"Ma non mi basta, punto sempre più giù facendola cadere all’indietro inginocchiandomi sul letto e spingendo la mia cappella bagnatissima nella sua figa..."
Estate dolce estate, da molti anni ormai l'attendo con ansia, ma non tanto per il sole caldo e le giornate a mare, ma perchè in questo periodo tutti i parenti sparsi per l'Italia tornano alla terra natia, tra questi anche mia zia Paola. Lei per me è una zia acquisita, in quanto moglie del fratello di mia mamma, ma rispetto ad altri parenti lei sembra più una sorella che una zia. Nonostante questo stretto rapporto, però non sono mai riuscito a dirle quanto mi piacesse stare con lei, o più in generale quanto mi piacesse. Molte le giornate passate a pensare a lei in costume, e di certo non perdevo occasione ogni volta che mio zio mi faceva la proposta di scendere a mare con loro. E innumerevoli le seghe fatte col suo intimo rubato quando, lei e la sua famiglia scendevano a mare (che dista circa 40 km dal nostro paese) e io approfittando del fatto che aveva le chiavi di casa di mia nonna (dove abitano quando scendono), andavo alla pazza ricerca della sua valigia per godere dei suoi slip e stringere il suo reggiseno tra le mie palle. Non avrei mai pensato però che quelle mie fantasie avessero potuto prendere vita. Fantasie che ormai andavano avanti da decenni, da quando iniziando la mia fase di pubertà mi diventava sempre più duro al solo vederla passare di fianco a me. Ma pochi giorni fa l'impensabile è diventato realtà...una realtà sconvolgente quanto desiderata.
Arrivati in calabria verso metà mese, mio zio accusa sin da subito un problema alla sua nuova Fiat ed essendo che nel mio circondario non c'è una concessionaria autorizzata, chiede a mio padre se lo può portare in una concessionaria che dista un'oretta da casa mia. Mio padre preso da molti impegni non gli dice subito di preciso quando potrebbero scendere, ma che comunque gli avrebbe fatto sapere. Un pomeriggio come al solito trilla il telefono di casa, ed era mio zio ce chiedeva se ci fosse qualcuno interessato di noi a scendere a mare con lui. Sentendo mio padre si trattasse di lui, gli dice subito che se voleva potevano scendere alla concessionaria. Un pò sorpreso mio zio, quanto contento che finalmente poteva portare la macchina a controllo, comunica subito alla sua famiglia che il mare sarebbe saltato. Mia zia storce un pò il naso ma comprendendo la situazione accetta l'andamento della giornata. Con mio padre si passa da casa di mia nonna per prendere mio zio, ma io mi fermo la e scendono in officina solamente mio padre, mio zio e mio cugino. Confesso che minimamente mi passava per la testa in quel momento di organizzare qualcosa con mia zia, quindi la mia decisione di non scendere era dettata per lo più da pura noia a fare il viaggio. Dico a mio padre di lasciarmi li e non preoccuparsi che sarei tornato a casa a piedi. Nel frattempo mia zia stava salendo sopra per ricambiarsi e mi dice di seguirla che ci saremmo bevuti qualcosa di fresco. Lei ancora in costume ricoperta solamente da un vestitino estivo, si dirige in cucina, dove messo il caffè sul fuoco inizia a spogliarsi levando il vestitino anche per via del caldo estivo. Da li inizia la mia apoteosi, fino a quel momento tenuta inspiegabilmente sotto controllo. Non è molto formosa come fisico: il suo seno e alquanto piccolo ma ha il suo fascino, e il suo fisico asciutto, da salutista, non fa proprio una cattiva figura in costume, nonostante il passare degli anni. tolto il vestito la vedo arrivare in salotto con un vassoio e due bicchieri pieni di fresco thè, in attesa del caffè e si siede vicino a me appoggiando il tutto su una sedia di fronte a noi che tira da sotto il tavolo. Quella coscia depilata, e ancora mezza bianca sono il mio viagra, mntre il suo coporto vestito solamente di una due pezzi di certo molto giovanile non fanno che essere benzina sul fuoco. Seduta vicino me quasi ci affossiamo nel divano ormai logorato dal tempo. Appena messo comodo però suona il mio telefono rimasto nella mia tracollina sul tavolo, costretto ad alzarmi mi faccio aiuto appoggiandomi sulla sua coscia, e li in un secondo momento mi rendo conto di quello che avevo fatto senza che lei facesse il minimo accenno contrario. Ormai non resistevo più e aver toccato la sua gamba era ormai un cancello aperto per la mia libidine. Lascio il telefono suonare e riappoggio le mani sulle sue cosce, davanti al suo sguardo esterefatto. Non avevo mai osato tanto e ora non volevo proprio più fermarmi. Facendo scivolare le mie mani sulle sue gambe piegate, mi avvicino sempre più al suo viso sussurandogli a denti stretti dal desiderio, che mi faceva morire. Lei quasi sorpresa, ma non così meravigliata mi fissa e non osa movimento quasi volesse lasciar fare a me il tutto. Mi appoggio con le labbra alla sua fronte, e quasi con la punta della lingua inizio a scendere sul suo viso con le mie mani che sentono sempre più vicino il costume che mai mi era apparso così coprente. La mia bocca gira sul suo orecchio che inizio a violare con la mia lingua, e in questo momento che inizia a fremere, tremare, scivolare sempre più nel divano. Porto un dito dentro le sue cosce, per riuscire a scostare appena il suo costume, per sentire il calore che la sua fica sa sprigionare. Calore umido, come la sua fica che non mi evita di essere accarezzata prima di essere violata con un dito. Mi rendo conto che ormai è sempre più mia, solo mia con nessuno fra i piedi che possa rovinare questo momento. Non voglio perdere l’attimo. La faccio alzare e la stringo a me, facendola poi girare per fargli sentire come la mia patta sempre più dura vuole il suo corpo. Il suo sedere è sotto il mio cazzo. Il suo costume pare assottigliarsi sempre di più. Preso ormai sempre più di coraggio la porto, tenendola per mano, nella camera da letto dove levandole totalmente lo slip e alzando il reggiseno, la faccio sedere sul letto, con la chiara intenzione di voler sentire le sue mani sul mio cazzo. Intenzioni capite al volo, quando la vedo fissarmi negli occhi e iniziare ad alzare la maglietta in cerca del mio bottone. Bottone che non tarda a sganciarsi, lasciando alla sua vista uno boxer eccitatissimo che inizia ad accarezzare facendolo gonfiare sempre di più. Mentre le mie mani scorrono sulla sua nuca dolcemente, all’improvviso la spingo verso il mio cazzo ancora vestito, ma lei è veloce nello scostarlo e liberare la mia cappella che le si posa sulle labbra quasi si fossero dati appuntamento. Lo bacia, lo lecca, lo stringe in una bocca già serrata dal piacere. È splendido sentirlo scivolare nella sua bocca, sentirlo bagnato dalla sua saliva e stretto dalla sua lingua che non vuole proprio perderlo. È inzuppato dalla voglia di lei, così lo faccio uscire dalla sua bocca per farlo scendere sul suo corpo, passandolo fra i suoi seni liberi, che lo accolgono lo stringono. Ma non mi basta, punto sempre più giù facendola cadere all’indietro inginocchiandomi sul letto e spingendo la mia cappella bagnatissima nella sua figa. Il mio sogno diventa realtà. Nel suo viso da piacere, a volte pare scorgersi una punta di vergogna per tutto questo, ma tutto questo si spegne subito, non vuole fermarsi e continuiamo fin quando non sento la sborra salire e decido dei venirle sul corpo. Avrei voluto che bevesse, ma confesso di non essere riuscito a chiederle tanto. Rimaniamo distanti uno dall’altro in totale silenzio. Decido di vestirmi ed uscire. Tornerò la sera poi e anche grazie a lei e al suo comportamento, riesco di nuovo a chiamarla ZIA.
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