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LA VITA IN UN PICCOLO PAESE - 6


di gioviaf
20.08.2018    |    13.302    |    2 9.5
"Passò una gamba sopra quella di Guido..."


Simona Brou, detta la bella camiciaia perché aveva un negozio di camiceria e di biancheria per donne, era seduta nella sala in cui si svolgeva la festa alla quale partecipava suo figlio. Era bionda, pingue, dai lineamenti armoniosi e dal corpo ancora gradevole da guardarsi. Indovinava gli sguardi che le lanciavano gli uomini, e anche le donne, ma non se ne occupava affatto. La sua posizione di commerciante non le permetteva alcuno scarto.

Sorrise quando vide suo figlio che andava a raggiungerla. Era un bel ragazzo, si diceva paragonandolo mentalmente agli altri scouts che si trovavano nella sala. Poi arrossendo notò che i calzoncini di velluto che lui portava erano un po’ corti; infatti gli mettevano a nudo la metà delle cosce. Ma infine, suo figlio aveva già diciotto anni ma era sempre un ragazzo, un ragazzo dal carattere molto dolce, ubbidiente. Poi notò com’era alto e forte e provò un senso di orgoglio.

La donna sorrise quando lui si sedette sulla sedia che gli aveva riservato al suo fianco. Una sua gamba toccò quella del giovane. Lo guardò, vide le sue forti cosce con la peluria bionda. Non ritirò la gamba, provando uno strano piacere a quel contatto con la gamba di Guido.

Più tardi, quando la festa terminò, madre e figlio raggiunsero il negozio. Quando furono nell’interno, con la saracinesca abbassata, Simona si mise a ridere. “Fanno uno strano effetto tutti questi manichini, si direbbero dei fantasmi dalle spalle nude. Stava parlando dei busti femminili con un reggiseno o una guaina. “Ogni volta che entro così nell’oscurità provo la medesima sensazione. Mi sembra che queste donne vivano, parlino, si muovano. E’ bello. Tu non hai mai provato questa sensazione, Guido?”. ”Non sono che dei gessi, degli oggetti”. “Hai ragione, io sono un po’ folle”. Ma al passaggio, andando verso la scala che portava al loro appartamento, accarezzò il seno di uno di quei manichini con un movimento leggero.

Quando furono in cucina, Guido si sedette su una sedia e Simona non potè fare a meno di guardargli le forti cosce. “Vuoi preparare del caffè, Guido? Ne vorrei una tazza mentre mi metto più a mio agio”. Quando ritornò dalla sua camera, indossando una vestaglia bianca con grandi fiori rossi, la tazza di caffè era sul tavolo. Bevendo si complimentò col figlio “Sei un bel ragazzo, Guido. E ti si può chiedere tutto”. Il giovane non rispose, accontentandosi di sorridere. Amava molto sua madre e si sentiva un po’ responsabile di lei nonostante la sua giovane età. Lei era la più bella donna del paese, la meglio vestita, la più elegante.

“A proposito, Guido, mi chiedo se non potresti rendermi un servizio. E’ un po’ particolare, figurati che oggi ho ricevuto delle nuove guaine ma non ho avuto tempo di esaminarle. Di solito le faccio provare alla signora Yvonne ma visto che lei non c’è vuoi scendere con me nel salone di prova?”. “Che razza di idea, mamma“. “Oh, sai, sarà facile. Basta metterne una su di te”. Madre e figlio scesero nel salone anzidetto, una piccola stanza tappezzata di specchi, dal tappeto grigio e morbido, dove troneggiava un divano della stessa tinta. “Spogliati, mio caro, cerco la guaina. Intanto tu spogliati”.

Quando fu di ritorno Guido non aveva più addosso che lo slip. Simona fu colpita dal suo aspetto. Guido era ormai un uomo. Gli circondò la vita con la guaina nera, prese delle misure, si inginocchiò per poter lavorare meglio. Quando ebbe finito, si rialzò e rinculò per esaminare bene la sua opera. “Sembri quasi una donna. Ti stringe bene, ti fa la vita sottile”. Il ragazzo protestò “Io non sono una donna”. “Lo so bene, piccolo mio, ma mi piace vederti così. Sei bello”. “Ahi finito mamma?”, “Aspetta, vorrei che ti mettessi un paio di calze così potrò vedere meglio l’effetto che questa guina farà sulle mie clienti. Andiamo non ti seccare, non durerà molto. Siediti, ritorno subito”. Andò in magazzino tornando subito con un paio di calze nere. “Stendi le gambe, te le metterò così da poter vedere meglio l’effetto”.

Guido arrossì intensamente. L’atmosfera turbante del salone di prova cominciava a confonderlo. Si vedeva nello specchio di fronte con quella guaina e le gambe aperte e sentiva la trasformazione che stava avvenendo in lui mentre sua madre, inginocchiata, non si accorgeva che la vestaglia si era aperta e che mostrava le cosce. Lentamente le mani di Simona scivolarono lungo la gamba di suo figlio, salivano verso le sue cosce, attaccavano la calza alla guaina. Riprese l’operazione all’altra gamba il che mise finalmente fine al supplizio del ragazzo.

Quando finì disse al ragazzo di mettersi in piedi “Mettiti davanti allo specchio in modo che possa vedere ancora se tutto è a posto. Bene. Peccato però che tu non sia una donna, potrei chiederti di toglierti lo slip, fra donne non si prova imbarazzo, ma io sono tua mamma, se tu te lo levassi? Aspetta, ti aiuterò” S’inginocchiò ancora ma essendo la sua vestaglia aperta Guido constatò che sua madre sotto era nuda. Nello specchio la vide prendere la cintura del suo slip e farlo scendere lungo le cosce. La donna ebbe infine la rivelazione che voleva a qualsiasi costo. Vicino ai suoi occhi si drizzava il sesso di Guido.

“Mio caro, tu sei… E’ per colpa mia perché ho voluto… ma tu sei così bello, con questa guaina, le calze nere e quest’affare da uomo, sai, sono felice di vederlo. E’ bello e forte. Siediti sul divano e lasciati ammirare, allarga le gambe. Oh com’è bello!” Simona lo guardava ed il giovane vedeva il suo corpo nudo, le sue grosse poppe bianche, il pelo del suo pube, le sue lunghe ed eleganti gambe. Simone continuava a guardarlo “Mi piace la perversità di questa situazione, tu con questa guaina, quasi femminile se non ci fosse quel grosso “coso” così minaccioso, così dritto , ed io , tutta nuda, tu vuoi guardarmi bene, non è vero mio caro?”.

“Guarda nello specchio, mio caro, guarda come siamo belli, guarda bene, è adorabile, è talmente vizioso, mi piace; toccami i seni, prendili in mano, toccami, mio piccolo Guido, accarezzami. Mi sono sempre detta che da grande avresti rimpiazzato tuo padre. Per tale motivo non ho mai accettato le proposte di matrimonio che mi sono state fatte. Sono sempre stata del parere che soltanto tu saresti stato l’uomo che andava bene e quando ti ho visto nella sala della festa con i calzoncini da scout, le tue cosce forti, mi sono detta che il momento era venuto, che tu eri un uomo, finalmente. Baciami i seni, sì, così i capezzoli, come quando eri piccolo e me li succhiavi. Già allora mi procuravi simili sensazioni ed io ti guardavo a lungo lì, fra le gambe. Sono felice, avevo paura di non interessarti ma tu erigi meravigliosamente, tu erigi per me, tu desideri il male tra noi. Non è vero tesoro mio?”.

“Sì”.

“Noi ci metteremo spesso nudi. Io ti amerò e tu mi amerai appassionatamente, come farò io”. Passò una gamba sopra quella di Guido. “Sono aperta, guarda, non è bello? Guarda, dopo mi succhierai ancora i seni. Noi abbiamo tempo a disposizione. Guarda come ti tengo il cazzo, ritto, ti piace la mia mano intorno al membro?”. “Sì, è molto bello, mamma, mi piace infinitamente”. “Sono contenta che tu abbia accettato, potremo fare tutto quello che ci piace. I sono perversa, mi piace tutto ciò che è vizioso e ti inizierò al vizio. Se sapessi com’è delizioso essere depravati. Guarda la tua bella verga nella mia mano e la mia fica aperta, tutta umida e piena di desiderio. Tu sei più dotato di quanto avessi immaginato, d’altra parte hai già l’età di essere uomo ed è arrivato il momento di dimostrarlo”.

Lo masturbava voluttuosamente, resa impudica dal vizio. Simona ammirava il sesso gonfio che manipolava con delicatezza, allargava le cosce dando degli sguardi sornioni verso il loro riflesso nello specchio. Poi, quando Guido avanzò una mano, infilandola fra le sue cosce, ben in alto, lanciò un sospiro di soddisfazione. “Il tuo dito, mio caro, solleticami nell’interno, sì, così, un po’ più in alto, lo senti il clitoride? E’ gonfio e duro, mi piace, strofinami più forte, sì, oh mio caro, com’è bello masturbarsi così; tu erigi ancora di più e io sborro abominevolmente talmente godo. Finalmente ho trovato quello che può farmi del bene, la tua grossa verga nella mia mano, mio amato, amante mio. Vieni facciamo dell’altro ora. Ho fretta di sentirti dentro di me, così duro, così pulsante, vieni a montarmi, prendimi e fammi tua”.

Si stese sul divano con le gambe aperte, sorrise a suo figlio che la le andò sopra puntando verso di lei il suo membro sempre duro e introducendoglielo nella vulva. La donna posò le mani sulle natiche di Guido e se lo spinse dentro. “Muoviti dentro di me. Spingi fino in fondo, come ce l’hai grosso, mi riempi tutta così bene.. Tu chiavi tua madre, mio caro, mi fotti. Come mi piace farlo con te. Nient’altro che con te”. “E’ bello, mamma, ti amo, ti adoro. Mamma, sto venendo”. “Spingi forte, andiamo insieme verso la voluttà. Oh com’è bello, come mi fa godere il tuo grosso cazzo. Sto sborrando. Anche tu, sento tutto il tuo seme spruzzato dentro la mia carne, amore mio”.

Si abbandonarono l’uno sull’altra. Diventata molle, la verga di Guido uscì dal sesso incestuoso. Lei baciò il giovane sulla bocca, tese il seno. “Palpeggiami bene e dimmi che mi ami; sento lo sperma che cola”, “Sul divano”, “Non ha importanza, lasciati andare. E’ bella questa guaina, le calze nere e la tua grossa verga. Ti metterai ancora una guaina. Questo ti farà erigere, mio caro. Questo salone delle prove ci vedrà sovente fare delle oscenità, tu mi chiamerai e io verrò… mio caro… io adoro tutto quello che è sporco, ti insegnerò tutto. Erigerai per tutto il tempo necessario talmente ti ecciterò con le mie piccanti maniere. Sai che si può vedere in questo salone dalla scala? C’è un buco che ho fatto io stessa, ne vedrai delle cose.

La prima cosa che Guido vide, l’indomani, fu la prova di Olimpia. Era andata a comperare una guaina. Il giovane rimase deluso quando vide che era la signora Yvonne ad occuparsi di lei. Sua madre lo raggiunse mentre lui teneva lo sguardo inchiodato sul buco, gli si accostò, gli cercò il cazzo sbottonandogli i pantaloni. “La piccola ti fa erigere, fa indurire il tuo grosso membro che è mio, lasciami guardare ed accarezzami le natiche, sì, non ho le mutandine, è più facile, mi piace sentire le tue mani sul mio corpo nudo. Sai che quella fanciulla non ha addosso che il vestito? Ha un grazioso corpo anche se un po’ magrolino. Ha il fuoco nello sguardo e Yvonne la sta sfiorando, Yvonne è per le donne”.

Meravigliato, Guido fece spostare sua madre ed applicò un occhio al buco scrutando il salone delle prove. Vide la giovane ragazza nuda, i suoi piccoli seni, la sua pelle bianca, la fica che appariva nuda sotto la peluria. Yvonne era inginocchiata davanti a lei con la bocca quasi sul suo ventre. In quel momento sentì il calore della carezza che Simona gli faceva con la bocca. Era la prima volta che sua madre glielo prendeva in bocca. Guido non aveva quasi più voglia di guardare preso da quella sensazione lancinante sulla punta della verga e da quella che gli procurava il contatto di quella mano femminile che gli teneva i testicoli. Simona alzò la testa, gli sorrise “Guarda, e lasciami fare”.

Di nuovo il giovane incollò l’occhio al buco. La signora Yvonne era ancora inginocchiata davanti alla ragazza. Aveva le gonne bene alzate e le poteva vedere così parte delle cosce. La fanciulla guardava il riflesso nello specchio però Guido si accorse che guardava soprattutto Yvonne.

Sentendo un brusio, il giovane abbassò gli occhi e vide le larghe natiche di sua madre, che si era messa una mano fra le cosce. Erano le sue dita che procuravano quel dolce brusio di sesso umico. Il giovane fu preso da una terribile voglia di mangiarle la fica, di soddisfarla così con la bocca. Ma ritornò al buco. La signora Yvonne si era seduta sul divano grigio, aveva le mutandine alle ginocchia e il corpetto aperto. Seduta sulle sue gambe, la fanciulla le accarezzava il seno nudo mentre la donna giocava amorosamente con il sesso della ragazza.

Vide anche con quanta passione la ragazza attirò il viso di verso il suo. Le due donne si baciarono. Un bacio simile a quello che gli dava sua madre ed al quale egli rispondeva. La giovane allargò quindi le cosce e la mano della donna si fece molto attiva, molto laboriosa. Si vedeva molto bene come la toccava col dito, un sorriso ineffabile aleggiava sul volto della ragazza che posò una mano sulla mano che l’accarezzava. poi aprì ancora di più le gambe e tese il ventre.

Guido fu eccitato al massimo. Un calore bruciante gli prese la verga e non ne potè più. Respingendo sua madre la fece mettere sulla schiena, respinse la mano che proseguiva ancora il proprio gioco e penetrò nella fornace. Simona gli cercò la bocca, ebbe un violento singulto. Lentamente uno nell’altra godettero entrambi con un orgasmo travolgente.



Spero di avere molti commenti che sono quelli che mi invogliano a continuare.
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