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La partita di carte 4


di papiporcello
14.08.2021    |    943    |    0 9.7
"Gli chiesi solo di poter recuperare il telefonino e sarei corsa da lui, intanto nella stanzetta tolsi il pantaloncino che avevo e indossai una gonnellina, ..."
Il cazzo duro di papi mi aveva sconvolta come poco fa lo aveva fatto zio, mi sono fatta sorprendere mentre avevo una mano sulla fica e mi masturbavo, purtroppo non l'aveva vista per mezzo del pantaloncino che avevo ancora addosso però certamente avrà immaginato quanto potesse essere bagnata. Il porco poi si era toccato anche lui, se solo ci ripenso, mi era praticamente esploso in bocca appena gli avevo stampato quel bacino proprio sulla sua cappella enorme, era eccitato e dalla quantità del suo sperma devo ammettere che ero stata proprio brava. Avevo tutto in bocca quando era scappato via dalla stanzetta per paura di essere scoperto da qualcuno, si era perso il momento dell'ingoio che ai maschi piace guardare. Adesso mi sentivo meglio, forse più consapevole di me stessa, alla mia età giocare con il cazzo di un adulto era quasi una gratifica. Papi era ancora giù, dovevo vederlo assolutamente, guardare i suoi occhi magari anche in presenza di mamma, dovevo capire cosa lo aveva spinto a farsi segare da me. Scesi giù in giardino, zio e zia erano appena andati via, salutai mamma che mi fece vedere le cose che aveva comprato sulle bancarelle, ma di mio padre neanche l'ombra, mi madre disse che era entrato un attimo dentro casa per recuperare le chiavi della macchina e appena uscì fuori mi chiese di accompagnarlo a comprare le sigarette. Gli chiesi solo di poter recuperare il telefonino e sarei corsa da lui, intanto nella stanzetta tolsi il pantaloncino che avevo e indossai una gonnellina, mamma non mi notò neanche perché nel frattempo era andata al bagno. Entrai in auto con lui, prese la statale per allontanarsi dal nostro luogo in cui viviamo, mi guardava e notava anche le mie gambe che nude si intravedevano sotto la luce dei lampioni per strada. Io non sapevo nemmeno da dove iniziare e la prima cosa che mi uscì fuori dalla bocca fu un complimento al suo enorme cazzo. Mi guardò e rise, forse non se lo aspettava, mi disse che gli tormentavo i pensieri da troppo tempo e che forse ciò che aveva fatto era stato tutto un errore. Beh forse non aveva tutti i torti ma ormai io mi ero persa in quella stretta che avevo dato fuori in giardino, gli chiesi timida se non gli fosse piaciuta la sega ma lui mi rispose che ero stata bravissima e che non si spiegava il fatto che non avessi rifiutato a farla. Come potevo dirgli che sono una troietta da tempo e che il cazzo mi eccita da morire, allora per dargli un esempio pratico mi sollevai la gonnellina e aprendo le gambe gli chiesi di toccarmi con la vocina da bimba. Non oppose resistenza, il suo dito arrivò subito a contatto con la mia pelle, gli spiegai che quando sono così bagnata non capisco più niente e se voleva accostare per sentire meglio non mi sarei scandalizzata, in fondo doveva pur ricambiare quello che avevo fatto io prima. Accostando in un aria di sosta si voltò verso il mio viso e mentre infilò il suo dito enorme dentro di me mi baciò intensamente di lingua. Ohh papi... solo questo uscì dalle mie labbra e poi scossa iniziai a godere sulla sua mano.
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