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l'archivio il finale


di spanio220
02.02.2013    |    8.440    |    2 9.5
"Detto fatto, Roberto si posizionò dietro Patrizia ed iniziò ad introdurre il suo cazzo gigante nella fica di Patrizia..."
Premesso che tutto quel che scrivo è basato su fatti realmente accadutimi negli anni, solo alcuni particolari sono romanzati quel tanto che basta per rendere scorrevole il racconto, i nomi ed i luoghi, forse, sono di pura fantasia, ma, non sempre.


Un altro po’ di riposo e di chiacchiere, con lei ormai molto più disinibita e aperta di prima, ci permisero di recuperare le forze. Ad un certo punto Patrizia disse che le scappava la pipì, le feci notare che nonostante fossimo in un sotterraneo eravamo ben attrezzati, in quanto fino a poco tempo prima che lo prendessimo noi in consegna quello era stato lo spogliatoio di una palestra e quindi volendo c’erano anche i bagni divisi tra uomini e donne e, siccome noi scendevamo spesso a cercare vecchie pratiche, avevamo anche portato del sapone per lavarci le mani. L’accompagnai fino ai servizi e quando fece per chiudere la porta le dissi di lasciarla pure aperta tanto ormai eravamo in confidenza. Io quando vedo una donna pisciare mi eccito, e quella volta non fece eccezione, l’uccello mi tornò dritto in un istante ma, anche a me scappava di pisciare e quindi con molta naturalezza iniziai a pisciare direttamente dentro al water dove era seduta lei. Fece una faccia stupita, ma appena sentì che il getto caldo la colpiva sulle labbra della vagina ebbe un sussulto “Se ti infastidisce smetto subito” “No, anzi mi piace pensare che si stanno mischiando i nostri due getti e poi quello che tu mi fai fare finora mi è sempre piaciuto, proviamo” Non me lo feci ripetere ed intensificai lo svuotamento della vescica alzando un po’ il tiro fino ad arrivare a pisciarle in faccia. Finito che ebbi le dissi di prendermelo in bocca per asciugare quello che era rimasto, lo fece senza fiatare leccando per bene lo spacchetto e togliendo ogni rimasuglio di urina, quando fece per prendere dei fazzolettini per asciugarsi la fregna la feci alzare e le ricambiai il favore, ancora una volta aveva cambiato sapore mantenendo sempre quel fondo di buono e profumato. Quindi le dissi che se voleva poteva anche farsi una doccia che eravamo attrezzati anche per quello, con tanto di scaldabagno e phon. Andammo insieme sotto lo scroscio caldo ed iniziai ad insaponarla per bene passando più volte su fica e culo, ormai volevo farle un servizio completo e nel servizio completo era compreso il culo. Iniziai con la reintroduzione di un dito fino in fondo e stavolta aiutato dalla precedente penetrazione e dal sapone il dito entrò tutto senza incontrare alcuna resistenza, poi passai a due dita accoppiate, mentre con l’altra mano passavo ripetutamente sulla sua fica e le solleticavo il clitoride che prendeva sempre più consistenza, lei si lasciava fare tutto questo con gli occhi chiusi e si godeva quelle sensazioni nuove per una castigata come lei. Alla fine con l’uccello che mi stava per scoppiare tanto ero eccitato, le dissi di mettersi con le mani poggiate alle pareti della doccia e prepararsi perché l’avrei inculata. Sparsi ancora un po’ di sapone sul suo buco del culo e sul mio cazzo ed iniziai a poggiare la cappella all’imboccatura dell’orifizio. Iniziai a spingere e sentii il culo dilatarsi pian pianino “Piano che brucia” “E’ normale la prima volta, anzi ti avverto che tra un po’ sentirai anche dolore, ma se resisti poi ti accorgerai che piacere sublime è prenderlo in culo” “Allora dai che voglio provare tutto oggi, infilalo tutto” Continuai a spingere e centimetro dopo centimetro entrava sempre più, un filino di sangue che usciva dall’ano mi disse che le avevo rotto il culo, il suo corpo fece quasi per spostarsi in avanti per sfuggire a quella penetrazione, ma immediatamente dopo con un scarto imprevisto si spinse quasi con forza all’indietro ed una altro bel pezzo entrò nel suo intestino. Il dolore le aveva stravolto la faccia, ma si vedeva che iniziava a sentire qualcosa oltre il dolore, la faccia era a metà tra il sofferente e l’estatico. Iniziai così a pompare avanti e indietro ed era evidente che il piacere stava soppiantando la sofferenza. La fica che ogni tanto toccavo era bagnatissima, ed ogni tanto infilavo il dito e sentivo il mio cazzo dall’altra parte che si muoveva avanti e indietro, era come farsi una sega nel culo di Patrizia sul quale tante volte avevamo fantasticato. Ora era lì reale ed aperto dal mio arnese a dieci metri dall’ufficio del quale entrambi ci eravamo dimenticati. Ci pensarono i miei colleghi di stanza a ricordarmelo, senza fare rumore erano entrati e, sentendo l’acqua scorrere erano venuti a vedere cosa stavamo combinando. Tutto avrebbero pensato tranne vedere me, il loro capo, con il pisello piantato nel culo di Patrizia. “Ce posto anche per noi?” chiese Stefano. Al sentire quella voce così all’improvviso sussultammo entrambi. Patrizia quasi cadde dalla paura ed anch’io ebbi un attimo di smarrimento. Non ricordavo che ognuno di noi aveva un mazzo di chiavi di riserva, e loro non vedendoci risalire per tutto quel tempo si erano preoccupati ed erano scesi a controllare che non ci servisse aiuto. “Possiamo dare una mano?” questo era Roberto l’anziano del gruppo. “Una mano no ma, se Patrizia è d’accordo un cazzo potrebbe sempre tornare utile. Tu che dici, Si può fare?” “….ma…..””Non preoccuparti spazi ce ne sono per tutti, e poi non volevi provare sensazioni nuove? Approfitta” Poi rivolto ai miei due colleghi “Mi raccomando quello che succede qui non deve uscire dal sotterraneo” “Ci mancherebbe altro” risposero tutti e due i miei amici. “Vuoi provare, Patrizia?” “Non so come fare, ma voi avete più esperienza di me, quindi perché no?” In pochi istanti anche i miei colleghi furono nudi e con i piselli al vento. Si avvicinarono a Patrizia ed iniziarono a toccare le tetta ballonzolanti, il mio cazzo intanto aveva ripreso vigore ed avevo ricominciato il su e giù nel culo della collega. Lentamente le staccarono le mani dal muro e Stefano il biondo si posizionò davanti alla sua bocca iniziando a farsi spompinare mentre l’altro portava la mano di Patrizia sul suo cazzo mezzo floscio per una sega propiziatoria. Patrizia intanto sembrava aver perso la ragione, un cazzo nel culo uno in bocca ad uno in mano, non smetteva più di emettere suoni strani soffocati dalla bocca piena. L’uccello di Roberto aveva spiccato il volo e con nostra grande sorpresa dimostrò di essere bello lungo. A questo punto sarà per la situazione, sarà per la troiaggene dimostrata dalla ex santarellina, sentii montarmi dentro la necessità di sborrare e visto che ero nel suo culo non mi tirai indietro ed iniziai a schizzare tutto il mio piacere nel suo intestino, ma viste le due precedenti nonostante il mio cazzo si contraesse come mai uscirono solo poche gocce, pochi istanti dopo anche Stefano venne nella bocca di Patrizia, che ,ormai bocchinara esperta, ingoiò tutto senza farne uscire neanche una goccia con la massima soddisfazione del mio biondo collega. Rimaneva solamente Roberto che voleva schizzare, ma la sola mano non gli bastava, voleva “metterlo dentro”. Esclusi subito il culo viste le dimensioni e suggerii di posizionarsi alle spalle e scoparsela alla pecorina. Detto fatto, Roberto si posizionò dietro Patrizia ed iniziò ad introdurre il suo cazzo gigante nella fica di Patrizia. Lei rimase senza fiato per quanto era lungo quel nuovo arnese che la penetrava ma, ormai completamente persa nel suo piacere tutto nuovo, iniziò a gustarselo tutto. Il culo intanto si vedeva che aveva subito una penetrazione tanto era arrossato ed anche un po’ slabbrato, ma ogni contatto del ventre peloso con l’ano le provocava fastidio misto a piacere facendola sballare completamente. Dopo pochi minuti anche Roberto iniziò ad urlare che stava per schizzare e lei di risposta iniziò a dire “Dai, dai riempimi tutta, sborrami dentro tanto vai tranquillo, fammi sentire un uomo vero dentro come fa” Dal movimento capimmo che aveva iniziato a schizzare e con un balzo all’indietro uscì con cazzo che ancora espelleva liquido biancastro in ogni dove, sembrava una fontana. Patrizia si rimise dritta a fatica per tutto il tempo che era rimasta piegata e dalla fica uscì un fiume di sperma che formò una pozzangherina in mezzo ai suoi piedi prima che l’acqua ancora aperta portasse via tutto. Quando tutti ci fummo calmati sentimmo la necessità di sederci e tornammo verso le scrivanie che erano attrezzate anche di sedie. Demmo la più comoda alla nostra collega che aveva la faccia arrossata e beata come non l’avevamo vista mai. Si sedette e lamentò un piccolo dolore al culo “Come se me lo avessero appena rotto” e così iniziammo a ridere. Le chiesi “Allora come va? Soddisfatta?” “Mai stata meglio in vita mia. Sono tutta indolenzita, ma sono veramente felice come non mai. Non sapevo si potesse godere in questo modo. Avrei ancora una piccola voglia da soddisfare, ma non so se svelarvela” “Forza non ti far pregare” “No è che poi mi prendere per un troia” “Ma dai ti pare? Non ti prenderemmo mai per una troia, tu lo sei e fino ad oggi ti sei sempre repressa, è bastato fornirtene l’occasione e ti sei scatenata. Quindi non ti porre problemi e dicci di cosa hai ancora voglia, tanto non preoccuparti tutto quello che succede qui dentro qui resta. Intesi ragazzi?” I due assentirono e sapevo che potevo fidarmi, quindi Patrizia senza più remore iniziò “Finora sono stata scopata e inculata a dovere, ho preso sborrate in bocca e in ogni dove, ma mi piacerebbe provare quella che le mie amiche chiamano la doppia” Restammo a bocca aperta, chi se lo sarebbe aspettato da quella bigotta che sarebbe arrivata a questo punto? E vero che l’occasione fa l’uomo ladro, ma la donna, se ha l’occasione, è proprio vacca. Comunque la cosa non dispiaceva nessuno dei tre, anzi. “Si pone un problema, però, noi siamo in tre e facendo una doppia uno di noi deve rimanere a bocca asciutta, non è giusto. Come facciamo?” “Dai spremetevi la fantasia, vorrà dire che faremo la tripla invece della semplice doppia. Stavolta sarò io a far schiattare d’invidia le mie amiche infermiere porcone” “Però c’è anche da aggiungere che siamo un po’ stanchi e ci servirà un aiuto per ripartire” Nel dire questo mostrai i nostri cazzi mosci che penzolavano tristemente in mezzo alle nostre cosce, “Anch’io” disse Patrizia “ho un po’ di fastidio nella zona anale non so se ce la faccio a farmi inculare di nuovo” “Se vuoi abbiamo una pomata per le mani, una di quelle che si usano per renderle morbide dopo i lavori pesanti, noi la usiamo per la polvere, ma potrebbe servire alla bisogna” tirammo fuori da un cassetto una scatolina con la pomata e gliela passammo, lei ne prese una gran quantità e se la spalmò intorno e dentro l’ano insistendo con il dito all’interno bene in profondità “Sembra che vada già meglio, e poi è bella unta così mi ammorbidirà il culo per dopo” vedendo la nostra collega fare quei gesti con fare puttanesco un minimo di vita si iniziò a diffondere nei nostri arnesi, ma ancora insufficiente per la bisogna quindi Stefano se ne uscì dicendo “Patrizia ci devi pensare tu a farci tornare a mille altrimenti la tripla non riesce”. Lei ci fece mettere attorno a se all’impiedi, si accucciò al centro ed iniziò scappellando tutti e tre i cazzi, poi imboccò il primo che le capitò a tiro ed iniziò un forsennato pompino succhiando a più non posso, attaccandosi con le mani alle due aste che rimanevano fuori dalla sua bocca e facendo su e giù. In poco tempo sia Stefano che io fummo pronti con i nostri cazzi belli svettanti. Solo Roberto con il suo mastodontico cazzo rimaneva ancora sul morbidone, quindi le maggiori attenzioni della bocca di Patrizia furono dedicate a lui e dopo un bel numero di succhiate anche quello fu pronto. Ora si trattava di decidere come posizionarci per soddisfare la nostra bella. Escludemmo subito Roberto dal culo di Patrizia viste le dimensioni non sapevamo che reazione avrebbe avuto, io lo avevo già abbondantemente provato, quindi il culo toccava a Stefano. La fica era già stata riempita da Roberto quindi toccava a me e a Roberto restò la bocca. Ci posizionammo io sdraiato sulla scrivania con Patrizia che si impalò subito sul mio cazzo, Stefano si posizionò alle sue spalle ed iniziò a spalmare ancora crema sull’ano e sul suo arnese, Roberto tornò ad occupare la bocca con il suo cazzone che faticava ad entrare. Patrizia iniziò subito ad agitarsi sul mio uccello cavalcando su e giù mentre io le toccavo le tette. Quando fu pronto Stefano ci disse di fermarci un attimo e intimò a Patrizia di accucciarsi ancora un po’ per mettere in mostra il forellino, appena lei ebbe eseguito quest’operazione iniziò l’introduzione anale “Piano, piano, mi brucia, mi fa male” esclamò Patrizia appena il cazzo inizò ad entrare nel suo profondo. Io dalla parte opposta sentivo la cappella del mio collega che quasi si strofinava con la mia asta, lui noncurante delle proteste continuò la sua penetrazione fino alla fine poi iniziò ad andare avanti e indietro continuando a spargere crema sulla parte esterna dell’ano, lei continuava a lamentarsi per il bruciore, ma al contempo sentivo gli umori vaginali aumentare a iosa facendo quasi uscire il mio cazzo dalla sua fica. Nel frattempo Roberto era salito all’impiedi sulla scrivania e sventolava il suo pisellone sulla faccia di Patrizia, finchè si decise ed iniziò a scoparle la bocca con fare forsennato, lei fece un po’ fatica ad imboccarlo tutto ma dopo un po’ era entrato per buona parte. Vedere quel cazzone che entrava e usciva dalla bocca, sentire il cazzo dell’altro quasi a contatto con il mio mi diede ancor più energia e, sebbene spompato dalle sborrate precedenti iniziai anch’io a muovermi per quanto mi era possibile per far godere Patrizia. Non che ce ne fosse bisogno, perché si vedeva dalla faccia stravolta e felice che stava godendo appieno la tripla penetrazione. Era al centro della attenzioni di tre maschi infoiati e decisi a tutto. Quella che fino al mattino era stata una demivierge si stava dimostrando zoccola come poche ne avevo conosciute. Si era già fatta penetrare in tutti i buchi possibili, aveva preso chilometri di cazzo in corpo e sembrava non averne ancora abbastanza. “Oggi ti sei rimessa in pari di tutti gli anni di astinenza” “Mhm” rispose visto che il cazzo di Roberto non le lasciava spazio per parlare. Per respirare un po’ se lo tirò fuori dalla bocca ed inziò a leccarlo come un gelato intanto aveva ripreso il suo vecchio vizio, parlare sempre e comunque. Stavolta comunque parlava delle sensazioni che provava. “Ragazzi che goduria, tre cazzi tutti per me. Mai e poi mai avrei pensato che si potessero provare queste sensazioni, così intense. Il culo credevo che servisse solo a cacare, invece dà piacere sentirselo aperto e sfondato, e poi la fica solcata da questi cazzoni, che orgasmi! Mi sono scoperta troia e mi piace, mi piacerebbe dire al mio ex marito quello che sto facendo, mi piacerebbe che fosse qui a guardare come gode come una maiala la sua ex mogliettina quando trova tre maschi veri e non un mezzo frocio come lui. Oddio che troia che sono. Forza ragazzi continuate, sfondatemi riempitimi di schizzi, lo voglio dappertutto.” “Roberto mettiglielo tutto in bocca, almeno sta un po’ zitta” dissi al collega che era intento a farsi sbocchinare. Roberto non se lo fece ripetere e reintrodusse il pisellone nella bocca di Patrizia e la fece tacere, mentre noi continuavamo a scoparcela. Dopo un po’ proposi di cambiare posizione. Feci sedere Stefano sulla scrivania, misi Patrizia con il culo all’altezza del cazzo del collega e la spinsi verso il basso, entrò tutto di colpo poi feci accomodare Roberto nella fica e per me riservai la bocca. In piedi davanti a lei, mi misi a scoparle la bocca, era diventata bravissima, succhiava e mulinava la lingua come un frullatore. Roberto intanto dava dei colpi di maglio alla fichetta della povera Patrizia tirandolo fuori quasi del tutto e poi reimmergendolo fino alla base. Il respiro si faceva sempre più affannoso finchè sentii il solito brontolio sordo che si trasformava in un urlo liberatorio solamente alla fine. Patrizia stava avendo un altro orgasmo e questo sembrava non finire mai. Anche Stefano urlò che stava per venirle nel culo e si mise a spingere così forte che si sentiva il rumore delle palle che sbattevano sulle natiche e le tette di Patrizia ballavano su e giù a ritmo. Questa foga di Stefano diede il via ad una serie di orgasmi a catena, iniziò Stefano urlando”Schizzo, schizzo, ti riempio il culo troia” poi fu il turno di Roberto “Anch’io sto venendo, prendi tutto ‘sto cazzo nella fica che te la riempio fino all’orlo” io che ancora avevo pochissimo da dare avendo già sborrato non so più quante volte in tutti i buchi lo tirai fuori dalla bocca e con un paio di toccate le schizzai poche gocce sul seno e poi reintroducendoglielo in bocca le dissi “Succhia zoccola, succhia, tira fuori tutto quello che è rimasto” Finito di schizzare tutti e tre ci guardammo e vedemmo Patrizia che grondava sperma da ogni dove, ma era felicissima con un sorriso che le arrivava da orecchio a orecchio “Mai e poi mai pensavo che si potesse arrivare a godere così tanto a essere trattata in questa maniera. Mi sento distrutta come non lo sono stata mai, ma mi piace questa sensazione, mi piace anche questo appiccicaticcio che mi sento addosso dappertutto, la cosce, la fica, il culo, le tette. Grazie ragazzi mi avete fatto scoprire un mondo. Adesso si che il sesso ha significato, però la prossima volta voglio provare il palo di Roberto nel culo”. Pian pianino ci rimettemmo tutti e quattro seduti con Patrizia che lasciava dietro se gocce di sperma e odore di sesso ormai avevamo dato tutto il possibile e non c’era altra possibilità di combinare qualcosa d’altro. Le chiedemmo se le era piaciuta l’escursione nelle profondità dell’archivio e Patrizia con un fare sornione rispose di si “Non pensavo che foste così attrezzati per tutte le necessità. Credevo che fosse solamente un posto pieno di scartoffie dove non potesse accadere altro che trovare vecchie pratiche, invece…” e dopo una breve pausa di riflessione “ Sarà il caso che lo frequenti un po’ di più. Oddio ma non sarò diventata un po’ troppo puttana?” “Ma che dici. L’archivio per te è sempre aperto, anzi vista la tua necessità cercheremo di attrezzarlo ancora meglio, oggi ci siamo dovuti arrangiare, ma le prossime volte cercheremo di renderlo più confortevole e poi se vorrai potrai scendere tutte le volte che vorrai, in fondo d’estate è il posto più fresco dell’intero edificio…” “Ma con voi diventa bollente!!”
L’accompagnammo di nuovo verso la doccia e dopo averla vista lavare e aiutata ad asciugarsi iniziammo a risalire due alla volta, finchè incontrammo il collega del reparto vendite che guardando Patrizia le disse “Che hai fatto? Oggi sembri più bella del solito, quasi quasi ti invito a cena.” E Patrizia di rimando “E perché no? Ma non stasera la ricerca di questa pratica mi ha distrutta mi sento come se mi fosse passato sopra un branco di elefanti. Magari una delle prossime sere.” E rivolta a me sottovoce “E se fosse deludente c’è sempre l’archivio da esplorare”:
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