Racconti Erotici > tradimenti > Le avventure di un prete di provincia - 2 -
tradimenti

Le avventure di un prete di provincia - 2 -


di Poetamaledetto
13.04.2022    |    5.922    |    5 9.9
"Ornella non potè fare a meno di notare con quale trasporto la ragazza faceva entrare ed uscire dalla bocca il possente cazzo..."
Ornella non fu avara di dettagli con Francesca.
L'empatia tra le due donne era nata casualmente: Ornella andava in ufficio postale per sbrigare alcune faccende del marito (corrispondenza per lo più) e Francesca l'assisteva.
Le due donne avevano anche in comune una profonda solitudine: Francesca senza un uomo per precedenti delusioni sentimentali; Ornella ignorata da un marito 'distratto' che le preferiva la commessa, una ragazzina smilza, magra, ma tutto pepe e pronta a soddisfare ogni capriccio.
Un pomeriggio d'inverno accadde un fatto che avrebbe giocato a suo favore: Ornella avevo deciso di accedere alla farmacia da un vano interno, poco agevole e poco utilizzato, invece che dalla porta d'ingresso principale. Non lo faceva quasi mai, ma quel giorno il freddo era particolarmente intenso e non le andava di percorrere il tratto tra la casa e la farmacia, anche se di pochi metri. Cercava un documento ed era convinta che l'avesse lasciato in farmacia, al mattino. Mancava poco alle quattro. A quell'ora, d'inverno, la farmacia era ancora chiusa.
Scostò lentamente la porta ed ebbe subito accesso nel magazzino: pochi passi e sentì distintamente dei rumori, pensò ai ladri, anche se la cosa era molto poco probabile, considerata anche l'ora.
Muovendosi con circospezione, raggiunse un angolo della stanza che le consentive, attraverso gli scaffali, di osservare senza essere notata. Ed ebbe un moto di sorpresa, quando vide Marcella, la commessa, prona, con il busto sul tavolo, parzialmente nuda, che mi muoveva ritmicamente.
Ornella capì che qualcuno la stava scopando, ma non riusciva ad inquadrare chi fosse lo stallone. Ma sentiva distintamente le parole.
«Ti piace come ti scopo ?»
«Hai un gran cazzo, sbattimi, sono la tua puttana, lo sai...»
«L'ho capito subito, fin dal primo giorno, che il cazzo ti piace...»
«Sì, mi piace e non posso farne a meno, ho sempre una gran voglia, spingilo ancora...»
I dialoghi della coppia durarono ancora un po', fino a quando l'uomo raggiunse l'orgasmo e Marcella cambiò posizione per imboccare il suo uccello.
Ornella non potè fare a meno di notare con quale trasporto la ragazza faceva entrare ed uscire dalla bocca il possente cazzo.
I dialoghi furono per lei particolarmente eccitanti.
«Vedo che ti piace anche spompinare...».
«Il mio ragazzo è religioso e crede che queste pratiche siano immorali...».
«Che coglione !».
«E' uno stronzo, fa tutto il saputello perchè studia all'università a Roma, e non è granchè a letto, per questo quando posso mi godo qualche altro cazzo e il tuo è superbo...»
«Ti andrebbe di fare una cosa a tre ?».
«Non l'ho mai fatto, non so se...»
«...ho una casa a disposizione, ho un amico, è uno riservato, l'abbiamo fatto altre volte con altre ragazze e a loro è piaciuto molto...»
«Voglio pensarci...».
“Pensaci, intanto leccami pure i coglioni».
Quella scena e quelle parole eccitarono all'inverosimile Ornella che avvampò di calore e senza che se ne rendesse conto iniziò a toccarsi un seno.
Fu a quel punto, ridestata, che decise di lasciare, felpatamente, la stanza e di rientrare in casa, ma prima cercò di calmarsi e di assumere l'aspetto consueto.
Nell'appartamento il marito si stava preparando un caffè prima di iniziare il turno pomeridiano in farmacia.
«Caro - disse Ornella - poco fa ero in salotto ed ho sentito dei rumori provenire dal magazzino...».
«Sì, doveva venire Alberto per la consegna dei farmaci, avrà fatto rumore mentre scaricava le scatole...».
«Come fa ad entrare in magazzino se tu sei in casa ?»
«Non te l'ho detto: ho deciso di dare le chiavi della stanzetta a Marcella chiedendole, il giorno delle consegne, di ricevere il fattorino e controllare le bolle; sai, è molto rigorosa. Scusami, ho dimenticato di dirtelo...».
Rigorosa...un cazzo, pensò Ornella, ma rispose al marito con un largo sorriso:«Hai ragione, Marcella è brava e scrupolosa...».
Ornella aveva bisogno di sfogarsi e qualche giorno dopò raccontò l'accaduto a Francesca, ma non solo. Anche don Oreste venne a conoscenza dell'incontro. Ornella, perversamente, meditava una vendetta contro la giovane focosa e il prete, dopo l'accaduto, consapevolmente o inconsapevolmente sarebbe stato suo complice, era certa, conoscendone la depravazione e la ricerca costante di situazioni lussuriose. Bisognava capire come fare.
Con aria fintamente mesta, Ornella raccontò al sacerdote il fatto, e già come fatto con Francesca, non lesinò dettagli, anche per arrapare il prete, sperando che sfruttase quella confidenza per 'incastrare' la giovane.
«E' una faccenda delicata, io conosco la famiglia della ragazza, gente che lavora in campagna...».
«Io penso dovrebbe parlare con la ragazza, farla meditare, usando parole di miele come lei sa fare...».
«Ci rifletterò, Ornella, ci rifletterò...».
L'incontro non terminò prima che il depravato non attirasse a sè la donna e la palpassa con energia.
«Padre così mi eccita...», fece con finto candore, Ornella.
«Cara io sono molto attratto da te...»
«Lo so, ma non vorrei...» e riuscì a liberarsi dalla stretta, fece un breve inchino e lasciò la stanzetta attigua alla chiesa.
Don Oreste, dopo la conversazione con Ornella, pensò com insistenza alla vicenda accaduta, cercando di capire quale piano escogitare per attirare Marcella nella sua 'trappola' e sottometterla alla sua perversione per farme un oggetto di piacere.
Conosceva la ragazza, il suo findanzato, una scusa poteva essere quella di convocarla per chiederle se era disposta a dedicare del tempo alle (poche) attività della chiesa...
Così fece, sperando nella 'buona sorte'.
Una domenica mattina, la ragazza, rispondendo all'invito del prete si recò in chiesa.
Non c'era nessuno, la messa del mattino era stata celebrata diverse ore prima.
«Cara Marcella, grazie per essere venuta...».
«Padre, come posso aiutarla ?».
«Come sai questa è una piccola chiesa, frequentata da vecchine, ma c'è sempre qualcosa da fare ed io non sono più un giovanotto...».
«Se posso, compatibilmente con l'impegno in farmacia...»
«Sì, piccole cose, dove io non arrivo e poi volevo parlarti anche di una cosa...»
Quelle ultime parole misero in agitazione la ragazza.
«Una cosa mia ?»
«Sì, faccio un po' fatica a parlartene, ma è un mio dovere...»
«Mi dica, allora...».
Sai, ho saputo, riservatamente, che hai avuto qualche debolezza, nulla di che, ma mi sembra ingiusto nei confronti di Piero, un ragazzo a modo, studioso, religioso, non se lo merita...».
Quelle parole fecero vacillare ed arrabbiare, Marcella, la quale si convinse di essere caduta nella trappola del farmacista con il quale aveva avuto, poco prima, qualche screzio sullo stipendio per il quale chiedeva un aumento.
«Quel bastardo...», pensò, ma la risposta fu piena di contegno:«Padre, non so a cosa si riferisca, io non ho alcuna distrazione: lavoro in farmacia e poi sto a casa, esco con il mio fidanzato, non capisco, veramente...».
«E se ti dico il magazzino della farmacia questo ti aiuta a ricordare ?».
Il volto di Marcella divenne terreo. La ragazza ebbe un momento di debolezza, pallida, cercò una sedia...
«Mah, io...»
«Marcella, sei una bella ragazza, e so pure che il tuo ragazzo, perchè me ne ha parlato chiedendomi consiglio, non è molto interessato al sesso, però...»
«Però ?» chiese l'imbambolata Marcella.
«...non è un motivo per tradire il proprio ragazzo, prossimo sposo».
Marcella era avvilita. Nella sua testa cercava di capire. Era sempre più convinta che a tradirla, per dispetto, fosse stato il farmacista, quell'impotente, per il quale doveva smascellarsi per farglielo diventare un po' duro !
«Cara, adesso stai serena, siamo in pochi a sapere, ed io manterrò il segreto», disse il prete, rimarcando la parola.
Don Oresre, quasi fosse uno schema standard, si avvicinò alla ragazza seduta, le sfiorò il viso e portò la sua mano verso la patta.
«Cara, fammi vedere come fai, sono curioso...».
Marcella non ebbe la forza di respingerlo, anzi sembrò sollevata.
Come un'automa, fece scivolare la zip dei pantaloni e tirò fuori l'uccello che iniziava a gonfiarsi.
Il prete ebbe un fremito, era molto eccitato e non lo nascondeva. Temeva che le gambe non gli reggessero. Prese per un braccio la ragazza e la portò a letto dove si distese.
Marcella prese in bocca l'arnese e iniziò a succhiarlo, fino a quando non diventò duro. Succhiava tradendo una certa passione, forse anche lei eccitata dalla situazione, dal contesto e dalla particolare forma della cappella, grossa come la testa di un funghetto e rossa come una fragola.
Don Oreste sospirava.
Con un gesto repentino, la comemssa salì interamente sul letto per stare più comoda e si svestì. Adesso era nuda. Con una mano teneva fermo il cazzo che scivolava nella bocca, con l'altra si martoriava una figa già abbondantemente bagnata. Anche lei sospirava, eccitata dall'insolita situazione.
Il respiro del prete era pesante, biascicava qualche parola ed emetteva qualche suono gutturale.
«Padre cosa vuole che faccia ?», chiese con obbedienza, Marcella.
«Dentro, mettilo dentro la tua giovane figa...».
Marcella si spostò, salì sul corpo del prete e con un movimento veloce si introdusse il cazzo iniziando un dolce dondolio. Le sue mani erano piantate sul petto dell'uomo, il suo busto leggermente prono, le tette dondolanti.
Anche la ragazza iniziava a provare piacere.
«Padre, il suo cazzo mi dà piacere, non immaginavo, perchè preferisco calibri un po' più grossi...».
«Ah, grossi...».
«Sì, mi piace sentirmi piena, ma il suo mi tocca punti che mi danno piacere...».
«Godi, allora...», rispose il sacerdote con un filo di voce.
Marcella continuò la cavalcata fino a quando non sentì i primi schizzi. A quel punto aumentò il ritmo fino a quando anche lei non si abbandonò ad un orgasmo travolgente.
I due rimasero per un po' l'una sull'altro.
Fu lo squillo del cellulare a ridestare la ragazza.
Marcella lasciò il letto per prendere il telefono, era il fidanzato, preferì lasciare squillare, lo avrebbe chiamato dopo.
In fretta, prese gli abiti, si rivestì e lasciò don Oreste a letto, esausto.
Uscì dalla stanza accanto alla chiesa e si avviò verso la sua auto. Durante il tragitto verso casa ripensò a quanto le era incredibilmente accaduto e se fosse una puttana.
«Forse lo sono, ma quel bastardo me la pagherà».
Il pensiero fisso ormai era il suo datore di lavoro. E meditava vendetta.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Le avventure di un prete di provincia - 2 -:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni