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UNA NOTTE UNA VOCE 2° PARTE: MESSAGGI E ASSAGGI


di Calmatlantica
17.05.2020    |    573    |    1 9.6
"Qualche minuto dopo tornò Stefano sorridente più che mai constatando che l’amico l’aveva sostituito egregiamente..."
Barbara si fece dare il cellulare di Stefano. Stefano, completamente soggiogato dalla sua donna lo prese e lo porse senza chiedersi minimamente a cosa le servisse. Barbara scorse la rubrica e tra i numeri dei colleghi sottufficiali del marito, quello del meccanico, del dentista e di altra varia gente trovò lesta il numero di Luca. “Ciao Luca come stai?” scrisse rapida spacciandosi per il marito. Stefano finalmente si riebbe: “che fai?” le chiese?. “Niente! è buona norma salutare gli amici ogni tanto, non dovrei dirtelo io..” Stefano capì che la mogliettina intendeva inaugurare un altro gioco e più pesante di quello appena concluso. Ormai il ghiaccio era rotto e lo sapevano entrambi oramai.
La due spunte in breve da grigie si fecero blu e Luca, ignaro della situazione rispose. “Ciao Stefano! è qualche settimana che non ci si sente! Come butta a Milano? qua in Sardegna piove.” E via faccine tristi e ombrelli come se non ci fosse un domani. Il viso di Barbara tra i capelli biondi e scarmigliati lampeggiava di malizia: “Ciao Luca, anche qui a Milano piove, quanta nostalgia per l’estate nella nostra bella isola!” Luca: “dai che mancano solo alcuni mesi poi saremo di nuovo in spiaggia”, e qui Barbara sempre simulando di essere il suo uomo cercò di inaugurare il gioco: “eeeh si, lo sai che Barbara sta già pensando ai costumi da acquistare, ci tiene a fare un figurone in spiaggia”. Qui Luca ebbe un’esitazione e dopo circa mezzo minuto scandito dal battito del cuore di Barbara rispose: “Gran bella donna Barbara con qualsiasi costume…”. Barbara non era soddisfatta, si stava annoiando. “Non è la sera giusta” disse, siamo già appagati e stanchi, sorrise e porse il cellulare al suo legittimo proprietario, “continua, saluta il tuo amico”. Barbara se ne andò in camera, era stanca ma anche un pò nervosa, aveva capito che voleva qualcosa di più ma aveva bisogno di qualcosa o di qualcuno che diradasse le nebbie della sua mente per farle vedere nitidamente il desiderio che stava prendendo forma. Forse aveva capito anche chi poteva essere questo qualcuno. Dopo una decina di minuti si addormentò. Stefano la raggiunse poco dopo. Aveva salutato Luca ed ora era un pò turbato e un pò inquieto, l’amico dopo i primi minuti di imbarazzo non smetteva di fare i complimenti alla bionda e procace moglie e si augurava di vederla presto in spiaggia.
Stefano sentiva due forze contrapporsi dentro di lui: quella del sottufficiale rigido e rigoroso e quella del cuck desideroso di prostrasi di fronte all’amico mentre possiede la sua donna dominandola col fisico possente. Paura e desiderio queste le due forze che si stavano battendo. Stefano aveva già capito quale avrebbe vinto. Una cosa lo salvava dal panico: aveva assoluta fiducia nella sua donna. Lei avrebbe saputo come fare.
Passarono un paio di giorni, a Milano pioveva. Pioggia di marzo limpida come la primavera ma ancora fredda come l’inverno. Barbara aveva smania d’estate: caldo, la sabbia di quella spiaggia vicino ad Alghero, gli sguardi degli uomini che si spalmano sulla sua pelle, che con puntiglio s’incuneano negli anfratti spaziosi del suo corpo, un segreto coltivato con il suo uomo: il piacere di farsi guardare per compiacerlo. Questo ora era per lei l’estate: un brivido intenso. Un brivido che ora aveva dei nomi e dei volti: quelli di Luca, Mario, Leo e ovviamente quello di Stefano mentre si eccitava a debita distanza. C’era una scena precisa, un ricordo ancora vivo nella sua testa e nella sua carne, un ricordo datato l’estate precedente. Lei era distesa sull’asciugamano in spiaggia, La compagna di Leo era andata a passeggiare con la moglie di Mario. Stefano con i suoi tre amici si avvicinarono dopo una nuotata, si stesero vicino a lei. Stefano se ne uscì con una strana proposta: “fatti mettere ancora un pò di crema solare Barbara, hai la pelle delicata non rischiare”, detto questo prese il flacone della crema e lo porse a Mario, “aiuta Barbara, spalmagliela sulla schiena, io devo andare al bagno”. Nel disorientamento di Barbara ma anche di Leo e Luca a trionfare fu l’audacia di Mario, il più vecchio e smaliziato che subito colse la palla al balzo e si mise in ginocchio al fianco di Barbara. Lei ancora non sapeva ma si fidava del suo uomo e si lasciò fare, dopo aver raccolto la chioma bionda per scoprire la pelle color perla già tinta dal sole di Sardegna. Le mani di Mario scivolavano sulla sua schiena premendola prima delicatamente poi più forte man mano che scendevano verso il suo grande culo sodo. Barbara si sentiva presa, sovrastata da quelle mani abituate a scaricare casse di frutta e verdura al negozio in paese, stava provando piacere, la fica si inumidiva, lei rimaneva algida e indifferente. Mario percorse quel tragitto dalla nuca alla schiena lentamente, spalmandola copiosamente di crema. “Ti devo slacciare il reggiseno per spalmarla bene”, Barbara rise imbarazzata, “lo faccio io lascia stare” e si slacciò velocemente il reggiseno dando una veloce occhiata in giro, sperando che Stefano fosse presto di ritorno. Il suo gesto destò Luca e Leo che con un sorriso ammiccante si misero accovacciati accanto a lei e Mario per osservarli. Ne fu compiaciuta, soprattutto nel vedere un lampo di desiderio negli occhi di Luca, il più carino ma il più riservato dei tre. Mario senti come se gli fosse stato dato un permesso, di nuovo ripercorse il tragitto nuca schiena per tre volte, concedendosi svariate deviazioni lungo i fianchi di Barbara, lungo le cosce, di nuovo sui fianchi per poi stringere le natiche ben tornite e appena coperte dal perizoma. In ultimo anche Mario si guardò in giro per cercare la presenza di Stefano. Non c’era. Mario strinse forte il culo tra le sue mani e col pollice destro scivolò giù fino a sfiorare la fichetta depilata di Barbara. Questa ebbe un sussulto ma si controllò. Riallacciandosi il reggiseno disse che poteva bastare così e dietro gli occhiali da sole fissò Mario. Ci fu un incrocio di sguardi tra lei, Mario, Leo e Luca, tra loro aleggiava un misto di complicità, imbarazzo, desiderio, malizia. In particolare il suo sguardo si soffermò su Luca l’unico ancora single, sotto gli slip qualcosa si era mosso e molto. Barbara deglutì nello sforzo di non far trapelare la sua eccitazione.
Qualche minuto dopo tornò Stefano sorridente più che mai constatando che l’amico l’aveva sostituito egregiamente. Poco più tardi tornarono la compagna di Leo e la moglie di Stefano. La giornata in spiaggia si concluse con una partita di pallavolo.
La sera Stefano e Barbara fecero l’amore come non succedeva da tempo, con sguardi complici, ardore, sospiri e gemiti. Il cazzetto di Stefano sembrava rinvigorito e scorreva rapido nella fica umida e profumata di Barbara. Barbara inarcava la schiena per il godimento porgendo così il grande seno ai baci del marito, marito che a tratti confondeva con la sagoma di Luca.
Cullato dal torpore dell’orgasmo appena avuto Stefano si abbandonò alla confessione: “non sono andato in bagno oggi in spiaggia, sono rimasto a guardare, distante, non visto. Mi eccita vederti con altri uomini, mi ecciterebbe ancor di più vedere che ti prendono mentre io sono li a guardare, non è stato un caso che abbia chiesto proprio a Mario di spalmarti la crema”.
Barbara fu presa da stupore, tenerezza, curiosità e cominciò a spiegarsi un sacco di cose della sua vita intima con Stefano. Ripensò a quello che era successo in spiaggia, al turbamento iniziale, all’eccitazione che aveva ben dissimulato, agli sguardi, al cazzo di Luca, si il cazzo di Luca.
Questo ricordo aveva preso un alito di vita dopo il gioco di due sere prima e soprattutto avevano preso forma concreta le fantasie che da quel ricordo erano sgorgate come un fiume carsico dopo anni di scorrimento sotterraneo.
Voleva che la "Voce" la guidasse ancora ma verso sentieri più impervi e voleva che Stefano la seguisse e godesse con lei e per lei.
Dopo due sere di noia la "Voce" tornò. Come al solito lo schermo nero nascondeva una presenza austera tuttavia passionale, imperioso ma anche accogliente. Si era fermato con loro nel marasma di gente che frequentava videochat. Sicuramente con quei due aveva deciso di divertirsi.
Barbara fece subito la sua richiesta: “voglio fare un gioco più pesante, voglio che realtà e fantasia si tocchino, aiutami a scrivere dei messaggi a Luca, non ho smesso di pensarlo da quella notte”. “Anche tu non hai smesso di pensarlo vero frocetta?” la "Voce" provocò Stefano e soffiò dentro di lui sul fuoco del desiderio. Il suo era desiderio di umiliazione, desiderio di un corpo maschile tra le cosce della bella moglie, del bel cazzo di luca mentre la penetra, magari nel culo.
La "Voce" ordinò: “Stefano ora tu indossi un perizoma di Barbara, ti metti una sua collana vistosa, tieni quella canottiera assurda che hai, poi, con la bocca te ne vai a prendere un costume di Barbara e glielo porti. Io e Barbara ci divertiremo, tu guarderai, sei una frocetta fascista, inutile chiederti di più”.
Stefano era preso dalla situazione, esegui alla lettera. Barbara si spogliò completamente e si mise il costume, il tutto davanti alla webcam. Sapeva che lui la guardava, avrebbe voluto spiare l’espressione del volto ma non si azzardò a chiedergli di farsi vedere, temeva di far sparire l’incanto. Lo immaginava però mentre si lisciava il mento con la mano ammirando il suo culone sodo e bianco ondeggiare come una luna birichina che cambia l’orbita a suo capriccio. Esitò, poi con le tette bene in vista mentre sistemava intorno a se quella minuscola striscia di stoffa che costituiva il reggiseno, sorrise con finta innocenza verso il suo misterioso interlocutore e si immaginava il rigonfiamento sotto i pantaloni di quel tizio, chissà se si sarebbe toccato. Fece per raccogliere i lunghi capelli biondi ma la "Voce" la fermò: “no! lasciali sciolti! in foto faranno il loro effetto.” a Barbara iniziò una leggera tachicardia, cominciava a capire cosa la "Voce" aveva in mente.
Il gioco cominciò. “un ultima cosa: Frocetta! porta alla tua bella moglie un telo mare o un grande asciugamano, si deve stendere in spiaggia”. Il maresciallo cornuto esegui l’ordine per poi inginocchiarsi reverente a fianco della sua donna.
Il misterioso individuo cominciò il dettato, Barbara da scolaretta diligente scriveva col cellulare in mano. L’inizio fu soft ma sufficientemente ambiguo e ammiccante, considerando che le comunicazioni con gli amici sardi le teneva Stefano solitamente: ”ehi…”. Era relativamente presto, la risposta di Luca arrivò a stretto giro, era ovviamente la risposta di una persona sorpresa, forse pensava ad un errore: “Barbara, ciao! tutto ok?” Aveva abboccato all’amo ora bisognava dargli un pò di spago, “tutto ok certo” “Con Stefano si parlava molto della Sardegna e di te in questi giorni.” “Vi manca molto la Sardegna vero?” “Ci manca il mare, ci manca il sole, il vento, la spiaggia, gli amici…” “Ci divertiamo molto noi, non vedo l’ora di rivedervi.”
Era ora di spingere un pò di più e la "Voce" con un tono più sornione dettò: “Stefano stasera è di servizio, tornerà domani mattina.” I tempi di reazione di Luca ebbero una dilatazione sospetta la risposta fu più scontata che mai: “mi dispiace, li da voi c’è anche brutto tempo sarà lunga la sua notte”. “anche la mia sarà lunga, qui da sola” ribatté Barbara ispirata dal suo mentore virtuale. Di nuovo il tempo di reazione di Luca tradì imbarazzo ma prima che si ingegnasse di rispondere qualcosa la "Voce" incalzò Barbara la quale eseguì il compitino come una dattilografa dei vecchi tempi: “sai cosa sto facendo?” Qui la risposta fu immediata “cosa?” “sto provando dei costumi per il mare, mi daresti una tua opinione?” Scrivendo quest’ultima frase Barbara intuì quello che aveva in mente il suo strano Master e cominciò a sentirsi inquieta ma vagamente eccitata. Anche Stefano intuì. Inginocchiato e adorante senti che il suo piccolo cazzetto già pregustava il seguito di quella messinscena così bizzarra.
“Frocetta! prendi il cell e fai una foto alla tua signora! facciamo rizzare il cazzo di luca!” Stefano ebbe un attimo di indecisione, di nuovo rigore militare e il desiderio si stavano scontrando. A risolvere il problema fu la "Voce": “Avanti Frocetta! hai tempo da perdere? io no!” “Certo Dottore! con grande piacere! mi scusi tanto.”
Luca stava cominciando a capire, anche lui stava sentendo il tamburo del desiderio chiamare a raccolta ogni cellula del suo corpo, la sirena del senso di colpa, al contrario le invitava a trovarsi un buon rifugio. Lui decise di spostarsi in bagno, ovviamente col suo cellulare in mano, forse per fuggire dal richiamo della carne o per nascondersi dalla presenza femminile occasionale che quella sera popolava lo spazio tra la cucina e il salotto. Non la sapeva nemmeno lui la risposta.
“Mi sposto in bagno” fu il messaggio che arrivò a Barbara, a lei sembrò una promessa di interesse per la sua mise estiva, a Stefano parve una premessa di un viaggio che stava per fare, un viaggio che avrebbe portato le sue fantasie più intime a volare tra Milano e la Sardegna senza più ritorno.
Stefano fece una foto a Barbara: la bionda fissava l’obiettivo con un sorriso ammiccante, distesa sul fianco, i lunghi capelli spostati sul lato destro, le grandi tette, appoggiate dolcemente all'asciugamano, debordavano dalla stoffa rosa palllido del reggiseno ormai arreso all'idea di non poterle contenere, le belle gambe leggermente piegate, mentre il perizoma faceva intuire la sua discreta presenza circondando l'anca sinistra.
La "Voce" ordinò: “Frocetta spedisci la foto al tuo amico lui certamente ha gli strumenti per apprezzare più di te quel ben di Dio!” “Certo Dottore subito” disse Stefano tremando. Non tremava di paura, tremava per l’emozione e per l’eccitazione.
Luca dal suo rifugio trasmise la sua sorpresa con una raffica di faccine: sorpresa, sorriso, bava alla bocca. Poi una domanda inaspettata “ma chi ti ha fatto la foto se sei sola?” Barbara rispose senza attendere il suggerimento della "Voce": “sono una maga dell’autoscatto, bella foto no? se venissi in spiaggia così? Luca si stava sciogliendo “se tu venissi in spiaggia così io sverrei” Barbara ora andava a ruota libera “l’estate scorsa non sei svenuto, anzi, quando Mario mi ha fatto il massaggio ti è diventato duro” seguirono diverse manciate di secondi in cui la "Voce" umiliava Stefano dandogli del cornuto, col risultato che a Stefano si rizzò come non succedeva da tempo.
Barbara osservò soddisfatta la potente erezione di quel minuscolo cazzetto e ne fu orgogliosa.
Luca ruppe il silenzio: “altre foto Barbara! Altre foto”. La "Voce" riprese il controllo: “fascistello cornuto! raccogli con la tua sudicia bocca un altro costume e porgilo a Barbara così che il tuo amico ne possa godere!” Il maresciallo raccolse a caso uno dei costumi della consorte e glielo porse da bravo cagnolino, fermo sulle quattro zampe. Barbara si cambiò in fretta. Altra foto: inginocchiata sul divano di spalle rispetto all’obiettivo, mani appoggiate allo schienale, dorso leggermente inarcato, chioma bionda che scivola fino a metà schiena, il tondo del culo che troneggia compatto e sodo col solo filo del perizoma, questa volta azzurro, ad evidenziare ancor di più le candide rotondità di quella donna sarda dai colori un pò anomali.
Luca sempre più preso dal vortice di emozioni: “il tuo culo!!!! sapessi come ce l’ho duro adesso!..... mi faresti vedere il tuo bel seno?” Barbara rivelò ai due complici i desideri dell’amico. La "Voce" dettò stentorea: “parliamone…..fammi vedere il tuo uccello!” Barbara scrisse quella proposta un pò incerta, guardando Stefano il quale iniziò a massaggiare con più energia la sua scarsa dotazione sessuale, sempre più turgida però. Luca ci mise un paio di minuti ma alla fine arrivò a Barbara quello che aveva immaginato un sacco di volte: un enorme cazzo dritto, con le venature viola dei vasi, il rosso della cappella scoperta, un'asta che non difettava né in grossezza né in lunghezza. Era la dimostrazione inoppugnabile del desiderio che lei gli aveva instillato, questo la faceva sentire trionfante e se pensava che l’aveva fatto anche per il suo uomo si sentiva perfettamente in pace. La fica di Barbara era un lago d’umori, sentiva il desiderio di avvicinare le dita al suo sesso ma aveva una promessa da mantenere. Lasciò Stefano alle prese con il suo cazzetto che le sembrava ancora più minuscolo dopo aver visto quello di Luca e si scattò una foto da sola.
Lo schermo dello smartphone di Luca si riempì di due rotondità bianche da morderle tutte come mozzarelle fresche, i due grandi capezzoli che puntavano dritti davanti. Luca si senti baciato da una grande, inaspettata fortuna, quella donna l’aveva sempre desiderata ma era la donna di uno dei suoi più grandi amici e per questo aveva sempre respinto anche solo il pensiero di poterla avere. Ora lei si stava dando a lui, che importava se in quel modo, lei voleva farsi prendere…..o voleva prenderlo. Un’onda calda e pungente lo invase, una vertigine che pareva infinita ma che presto si tramutò negli schizzi di sperma che lo investirono sull’addome, sulle gambe, sulle mani e poi grondarono sul pavimento. “Sono venuto, cazzo se sono venuto”. Anche Stefano era venuto negli stessi minuti. “Hai visto il cazzone del tuo amico e ti sei eccitato Frocetta”, lo incalzò la "Voce", ma Stefano ora era alle prese col retrogusto dolce del piacere e con l’amaro del senso di colpa imminente e non gli rispose. Gli occhi di entrambe andarono su Barbara. Lei era ormai in preda all’eccitazione e si sditalinava semidistesa sul divano, il rumore dei suoi gemiti si confondeva col rumore della fica fradicia che lei si strofinava con sempre maggiore ardore, finché i suoi gemiti furono così acuti da sovrastare qualsiasi altro rumore e si lasciò andare all’orgasmo.
Si riebbe, guardo Stefano, gli sorrise, guardò lo schermo, in silenzio da un pò, “Ehi Dottor Freud” la "Voce" rispose un pò roca: “Sono fradicio di te Barbara, a quanto pare ci hai fatti venire tutti” poi aggiunse: “come la mettete adesso con Luca? me lo racconterete, io ora mi congedo, alla prossima! ciao Barbara, Ciao Frocetta mi dovrai ringraziare per tutto quello che ho fatto per te stanotte”. Se ne andò. Rimasero soli. Stefano raccolse il telefono di Barbara, vide cinque sei messaggi di Luca il quale doveva aver riguadagnato la sua posizione in salotto e si era fatto più formale ma aveva chiuso con un: “ci possiamo sentire al cell. domani? sei fantastica! E’ stato bellissimo”. Stefano senti che era arrivato il momento: “Ciao Luca, sono Stefano, domani ti chiamo io e ti spiego tutto…”
CONTINUA….
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