Racconti Erotici > trio > Il sacro o il profano (parte 1)
trio

Il sacro o il profano (parte 1)


di iltopolino
19.05.2022    |    4.689    |    5 8.3
"Mi posizionai sull'incisione posta sulla pavimentazione e nuovamente roteai per guardarmi intorno..."
"Che cosa dovrei fare?" Pensai. Di fronte a me una enorme cupola bianca copriva buona parte del cielo azzurro di una limpida mattina estiva. Voltandomi, tutto intorno, un colonnato disposto su 4 file si stendeva come due enormi braccia materne, aperte ad accogliere i fedeli da ogni parte del mondo. "Dovrebbe essere questo il punto". Mi posizionai sull'incisione posta sulla pavimentazione e nuovamente roteai per guardarmi intorno. Di certo, tra i miracoli che si possono osservare, quello del Bernini non aveva nulla a che vedere con la fede, ma potevi osservarlo e vederlo ripetersi ogni volta. Di quattro colonne, ora, perfettamente allineate, ne potevi scorgere solo una e guardandoti intorno, seppur maestose, erano poche ora quelle a sostegno delle imponenti braccia dell'architrave. La geometria e la prospettiva, utilizzate in questo modo, avevano qualcosa di divino, senza nulla togliere a tutto quello che era gelosamente conservato da duemila anni poco più in la. Dritto in piedi in quel punto, pensai che non ero mai stato così vicino al bivio che mi avrebbe separato dal sacro o dal profano. "Lo spirito o la carne?" Pensai.
Sebbene fossi cosciente di trovarmi al centro del mondo e vicino al tempio dello spirito più venerato al mondo, un'altro tempio, quello del corpo, mi richiamava a se senza lasciarmi nemmeno l'illusione di poter scegliere. Così proprio nel punto in cui l'architetto aveva immaginato e realizzato di fare perno del suo progetto prospettico, presi il telefono in mano. Composi il numero che mi avevano dato e chiamai.
Dall'altra parte, una voce chiara e sicura dal tipico accento ma con qualche contaminazione delle campagne più a nord.
"Ciao buongiorno!"
"Buongiorno a te, ti ho chiamato direttamente perché tanto è inutile perdersi tra mille messaggi" dissi.
"Hai fatto bene, anche io preferisco così se abbiamo deciso di incontrarci".
" Non mi piace avere fretta o metterne ma ho il volo alle 19 e contando che sono le 10 e voi siete ad un'ora e mezza di treno, devo muovermi rapidamente."
"Se parti adesso ce la fai tranquillo, poi una volta che sarai alla stazione mi troverai ad aspettarti e andremo a casa"
"Va bene, (sorrisi) allora ci tentiamo..ti aggiorno strada facendo... A dopo".

La geometria insegna che il percorso più breve che separa due punti e la linea retta, ma in una città vorticosa e caotica come quella, le linee rette fuori da quel colonnato, non esistevano neanche prima della sua edificazione.

Mi avviai quindi, lasciamdomi alle spalle Bernini intento ai suoi studi prospettici e mi catapultai nel caos.

Fuori da li, la giungla dell'umanità mi si riversò addosso e iniziai ad afferrare i mezzi pubblici come liane per raggiungere la stazione dei treni. Nel frattempo cercavo di immaginare la situazione che mi si sarebbe presentata di li a qualche ora. Il mio sguardo si perdeva nel vuoto, tra i mille occhi presenti sull'autobus e che tendevano verso lo stesso abisso. Ogni sguardo una storia. Per un attimo mi guardai intorno cercando di razionalizzare sulla situazione in cui mi trovavo e che in quel momento mi appariva paradossale, perso tra quelle persone in direzione di una meta sconosciuta. Come sempre accadeva però, la mia mente riusciva ad estraniarsi e rendermi una visione delle cose molto nitida e cristallina, il che mi rendeva sicuro e deciso, permettendomi di mettere da parte ogni scrupolo o ripensamento che normalmente avrebbe permeato.
Mi ero già calato nel ruolo e avevo indossato la maschera. Avrei assecondato il loro desiderio di avere una terza persona tra loro e tutto si sarebbe svolto come sempre, come in un sogno, dove il tempo e gli spazi si dilatano poiché è il desiderio a plasmarli e non la volontà.

Arrivai alla stazione giusto il tempo per poter acquistare il biglietto e salire sul treno regionale che sarebbe partito a breve. Mi sedetti dal lato del finestrino di un'anonima carrozza senza compartimentazioni. Il treno era semivuoto. Sarebbe stato difficile, di lunedì trovare posto e sopratutto poterlo scegliere, ma la domenica delle grandi città è fatta di pigrizia e riposo. Così ebbi modo anche di mettere in carica il cellulare e avvisare con un messaggio che stavo partendo.
Mi sentivo ancora addosso tutta quella umanità che avevo attraversato per le strade e mi preoccupai di essere presentabile.

Il viaggio durò circa un'ora e mi persi trai i panorama che mi sfrecciavano davanti. L'attesa dell'incontro e la mia fervida immaginazione esaltavano la situazione come un filtro fotografico che applicavo a mio piacimento. Così usavo il bianco e nero per dipingere le situazioni soft e i toni più accesi per quelle di in cui ricamavo le situazioni esplicite di sesso puro e semplice. (continua..)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il sacro o il profano (parte 1):

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni