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Lui & Lei

Ancora, ancora, ancora


di MrMellors
18.10.2023    |    2.165    |    4 8.9
"Né una parola né un suono, non ve ne era bisogno bastavano, a parlare, gli sguardi..."
Né una parola né un suono, non ve ne era bisogno bastavano, a parlare, gli sguardi. Appena Lei entrò nel mio studio mi avvicinai e la baciai sul collo, chiusi a chiave la porta alle sue spalle e ripresi tra le mie labbra la sua pelle mentre le mani scivolavano lungo i suoi fianchi. La sollevai e la posi a sedere di fronte a me, sulla scrivania. Con una mano le carezzai un seno e con l'altra le aprii le gambe e mi posi al centro sollevandole la gonna. Lei mi scrutava silenziosa, con i suoi profondi occhi neri e muoveva lentamente le labbra, come a provocarmi.
Dal seno la mia mano sinistra salì lungo il collo e giunse alla bocca, il mio dito si insinuò tra le labbra rosso scarlatto. Succhiava l'indice ad occhi chiusi mentre scostavo lentamente il lembo del suo perizoma e scendevo tra i morbidi peli sino al suo lungo sorriso, per umettare le dita. Lasciai scivolare il dito medio lungo l'ano e lo massaggiai roteandolo, sentendo i suoi gemiti leggeri, quasi sussurrati.
L'appuntamento era stato concordato via mail, tramite un veloce scambio di messaggi erotici e, complice il clima primaverile, mi sentivo come una molla compressa. La girai con il busto sulla superficie fredda della scrivania e spostato quel lembo di stoffa nera che copriva a malapena l'anello magico scesi a suggere un nettare invisibile e poi lasciai giocare la mia lingua, prima intorno all'ano poi decisamente dentro. Morbido e incastonato al centro dei suoi fianchi torniti non riuscivo a distaccarmi, avevo la sensazione vi fosse un miele pregiato o forse era solo il piacere di una promessa, quello di farlo mio, subito.
Ero eccitatissimo dalla sua passività lasciva e con una mano mi sbottonai i pantaloni. Ero libero, libero di dare sfogo ai miei desideri, mentre lei era distesa, quieta, in attesa. Strusciai l'asta lungo le sue labbra bagnate poi spostai la punta sul suo morbido anello, rilassato, socchiuso, umido. La mia cappella mi pareva enorme ed il pene cosi eretto e duro che avrei potuto penetrarla subito. Spinsi piano, roteando il bacino allargai le sue gambe per poter vedere meglio il compimento del mio desiderio e vidi piano piano tutta la mia energia scomparire, risucchiata, nel suo corpo. Ero dentro di lei e con spinte profonde la penetrai fino a toccare ripetutamente i suoi glutei, ma desideravo vedere i suoi occhi, il suo sguardo implorante, cosi uscii dal quel morbido guanto di carne e la feci girare e sedere sulla scrivania. Lei giaceva ad occhi socchiusi, le gambe alzate e cercava solo la mia mano per portarla alla sua bocca e riempirsela delle mie dita. Adoravo guardarla in volto, stravolto e dolorante dal piacere. Il mio indice, risucchiato dalle sue labbra, era la miglior spia
della sua eccitazione, su di lui scaricava tutte le sensazioni. Passai di nuovo il pene tra le sue labbra intrise di strie luccicanti di piacere, la cappella era completamente lucida e tesa e scivolai piano nel solco sino alle pieghe brune del suo morbido anello. Spostai le sue gambe di lato per vedere meglio e solo quando fui certo che l'attesa la faceva impazzire spinsi e l'asta fu, per un istante, bloccata dai suoi muscoli tirati e stretti intorno a me.
Il dito tra le sue labbra mi restituiva in tempo reale, tramite i suoi morsi, il suo piacere. Allora spinsi e mi sentii mordere quel dito per poi, piano piano, passare a leccarlo. Lei apri gli occhi per guardarmi e mi implorò con lo sguardo, di non fermarmi. Ogni mio muscolo era teso e concentrato in quella penetrazione di cui non potevo perdere un solo istante, volevo fermarla nella mia mente e scolpirla nella pietra per non dimenticarla.
Volevo aspettare che la sua mente, prima ancora del suo corpo, si lasciasse totalmente pervadere dal piacere della sensazione di pienezza. La incitavo con i miei gemiti e gli elogi per il suo corpo mentre mi godevo con gli occhi la sua fessura leggermente aperta. Cominciai a muovere il bacino e quando sentii i suoi muscoli ormai rilassati non esitai a spingere. Sussultò, mollo il dito, inarcò la schiena, si mosse roteando il bacino a favorire la penetrazione del cazzo durissimo per l'eccitazione e fece un grido soffocato, poi aprì gli occhi, la sua faccia si illuminò di un sorriso complice, e dopo un tempo che mi sembrò sospeso disse solo: Ancora!
Ero eccitatissimo ma ancora lontano dall'orgasmo. L'abbracciai, uscii da Lei, la liberai dal mio abbraccio e mi sdraiai per terra in modo che lei potesse sedersi e impalarsi.
Adesso vedevo il pene stretto dal suo anello anale e prendendola per i fianchi cominciai a sollevarla ma non servì perché fu Lei che divaricando le gambe si impalò, inarcando la schiena. Il mio pene completamente risucchiato. Spostai una mano dal suo fianco alle labbra bagnate, umettai il dito e lo infilai ad uncino nella sua fessura liquida, lo estrassi e lo feci risalire lungo il suo corpo circumnavigando i suoi ampi seni fino alla bocca. Lo prese e lo succhiò ed all'istante la vidi perdersi nelle sue fantasie più profonde mentre dalla sua fica uscivano strie liquide di piacere.
Rimase ferma, immobile, poi alcune scosse improvvise la pervasero. Era li tremante, impalata seduta su di me.
Quando aprì gli occhi mi guardò ed usò una espressione per lei inusuale: "Oh mio Dio". Poi mi guardò e disse solo: Ancora, ancora, ancora! Io non aspettavo altro.

Animali alla mercè dei nostri istinti primordiali questo talvolta siamo, o diventiamo, con la partner giusta e non c'è niente di più bello che coltivare i propri istinti e lasciarli predominare in un letto.
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