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Lui & Lei

Il treno di Mezzanotte


di P1st0n3
16.08.2022    |    8.373    |    4 9.0
"Io mi risistemo, vado a riprendere la giacca abbandonata sui sedili a capotreno..."
Odio i Treni!

Odio i treni perché non combaciano mai con le mie esigenze lavorative, preferisco muovermi in auto. Ma in questa occasione la macchina è dal meccanico per un guasto, ed era troppo tardi per rimandare con questo (importantissimo) cliente per un progetto che significava lavoro per almeno quattro/cinque anni... un bel colpo.
Ed allora, per non perdere l'occasione, mi è "toccato optare” per il treno.

Una giornata di inferno!

Tra cambi, ritardi, corse a destra ed a manca, ecc. Sono finito (e sfinito). Un solo ultimo treno per ritornare a casa. Casa dolce casa.

Ed eccomi qui alla stazione di Ancona sul piazzale Ovest in attesa del regionale, l'ultimo della giornata, quello di mezzanotte.
Sono le 23:30, una voce al megafono annuncia che il regionale è pronto per la partenza sul binario 1 tronco Ovest.

Finalmente!

Non è il freddo invernale, ma questo Ottobre non scherza e il freddo inizia ad essere pungente. Mi dirigo sul binario e c'è un treno di circa 10 carrozze con le porte aperte ad attendermi. Mi infilo sulla prima carrozza... vuota! "Bene" - penso - "almeno posso scegliermi il posto che voglio"
Prendo il primo posto, quello con il sedile singolo di fronte e butto la mia valigetta sul sedile di fianco al mio, mi siedo vicino al finestrino, levo la giacca, slaccio la cravatta e sbottono la camicia. Che sollievo.
Prima di rilassarmi, controllo i fogli ed i documenti della giornata. Intanto sale qualcuno, non ci faccio caso, mi accorgo solo dei piedi, intravisti con la coda dell’occhio, che sono femminili in un elegante sandalo finemente decorato.
Si chiudono le porte, un fischio e il treno parte. Solo il rumore delle ruote che scivolano sulle rotaie e, guardando fuori, la baia di Ancona che si allontana.
Metto via i fogli e mi rilasso, chiudo gli occhi e cerco di riposare per un po'. Il treno viaggia spedito, fermandosi di tanto in tanto alle stazioni. Appena ripartito da Jesi e quasi mezzanotte. Il movimento ondulatorio, il silenzio del vagone e il rumore del treno che viaggia mi rilassa a tal punto che sto per addormentarmi, ma uno strano suono mi fa riaprire gli occhi. Mi è parso di sentire uno strano suono, un gridolino.
Mi ricordo che avevo intravisto salire qualcuno, mi allungo sul corridoio della carrozza, ma non mi sembra di vedere nessuno, il vagone è vuoto.

Silenzio.

Mi sarò sbagliato. Poi all'improvviso sento un altro suono, un leggero ansimare, almeno è quello che pare.
Un brivido mi scorre sulla schiena, sento che l'amico in basso inizia a muoversi, ma è l'immaginazione che lo alimenta e la curiosità.
Mi sporgo sul corridoio e vedo un piede penzolante a metà carrozza.
Lentamente mi avvicino senza fare rumore. Piano piano sedile dopo sedile senza farmi vedere, e sento distintamente che qualcuno ansima pesantemente, un odore forte e piacevole nell'aria che stuzzica le mie narici.
Arrivo dietro il sedile e vedo la gamba penzolante che ogni tanto si agita, spio attraverso i sedili. Lei, una ragazza di circa 30-35 anni, capelli lunghi mossi rosso rame con gli occhi chiusi distesa sui due sedili con la testa appoggiata sul bordo del finestrino con la giacchetta che gli fa da cuscino. Un seno fuori dalla maglietta e una mano che stuzzica il capezzolo. L'altra mano “ravana”, sotto la gonna lunga, tramite lo spacco laterale.
Ansima mordendosi un labbro, io in piena eccitazione sento il cazzo premere sulla patta.

All'improvviso si apre la porta della carrozza ed entra il controllore. Lei si ricompone e si sistema alla meglio. "Biglietti prego" - rivolgendosi alla ragazza. Dalla borsetta tira fuori il biglietto che viene obliterato.

"Biglietto prego" - si rivolge a me. La ragazza si gira incredula e imbarazzata.
Porgo il biglietto, me lo oblitera e parte per uscire dall'altra parte della carrozza. Io mi siedo di fronte a Lei. Fa’ finta di nulla e guarda il controllore che se ne va via, visibilmente rossa sulle guance e imbarazzata. Io che la guardo sorridendo. La guardo, bellissima! Capelli rosso rame lunghi e mossi, occhi verdi, labbra carnose naturali, fisico alto slanciato un seno ne troppo grande, ne troppo piccolo, bello sodo con i capezzoli a bottoncino, che si intravedono su una maglietta bianca senza reggiseno. Fisico normale, dolcemente morbido. Gambe lunghe, una gonna lunga con spacco laterale ai piedi dei sandali alla romana con un tacco basso. Appena va via il controllore, allargo le gambe e faccio notare la patta che è bella gonfia spinta dall'erezione che è a mille.

Lei sorride e mette una mano sulla bocca, poi sposta il lembo della gonna e allarga le gambe. È senza mutandine. Una bella figa umida e gonfia con un ciuffetto di peli rossi ben curato sul monte di venere, il clitoride ben pronunciato e in tensione. È seduta su uno straccetto già grondo di umori.

Tira su la maglietta e ricomincia a stimolarsi con una mano il seno, con l'altra entra decisa con le dita nella fica muovendole ritmicamente. Mi guarda maliziosa ed inizia a contorcersi dal piacere. Vibra di piacere. Io tiro fuori il cazzo che è durissimo e violaceo come non mai. Insieme iniziamo a masturbarci, ora lei non trattiene il suo ansimare che è forte e rimbomba in tutta la carrozza. Io ho brividi di piacere nel vederla godere. Dalla sua borsetta tira fuori le mutandine che infila nella figa tutto dentro, poi lentamente le tira fuori tutte bagnate. si alza me le infila sotto il naso. L'odore è forte, mi piace.

Non resisto più, vengo copiosamente. Uno schizzo va sul suo seno. Lei si risiede divertita, con un dito prende lo schizzo dal suo seno e lo porta sulle labbra. Sorridendo poi si avvicina, si inginocchia e inizia a succhiarmi il cazzo che ancora cola, con la lingua scorre tutta l'asta. Lo ingoia. Con le labbra crea vuoti. Il cazzo vibra nella sua bocca, sono al settimo cielo con le sue mutandine gronde di umori in bocca che succhio avidamente, con le mani accarezzo la sua chioma che si lavora con la bocca il mio mattarello. Proprio mattarello. Il tempo sembra essersi fermato in un piacere dove sia io che Lei godiamo delle nostre vibrazioni. Nuovamente in tiro e molto più sensibile, le sue labbra e la sua lingua mi donano piaceri immensi, sono in estasi. Un secondo brivido e scoppio nella sua bocca un'altra volta.

Lei che succhia tutto come un'assetata, vogliosa di sperma, ingoia tutto pulendomi l'asta e la cappella da ogni goccia. La lucida con la sua saliva e succhia e risucchia tutto.

Purtroppo un fischio ci riporta alla realtà, il treno sta frenando, siamo in arrivo a Fabriano. Lei si ricompone, si riprende le mutandine che infila nella borsetta, si infila la giacchetta, si risistema e si prepara a scendere. Io mi risistemo, vado a riprendere la giacca abbandonata sui sedili a capotreno. Lei si avvicina sorridendo. Le faccio strada e l'aiuto a scendere dal treno.

Scende con eleganza e fascino, un sogno.
Mi allungo sulla scaletta - "Come ti chiami? Ci rivedremo?"

Lei si gira sorridendo, mi si avvicina e da un bacio sulla guancia, poi, sempre sorridendo, mi saluta e va via.
Risalgo sul treno un po' dispiaciuto. Mi siedo al mio posto, la mia fermata è ancora più in là. Il treno riparte.
Nel sistemarmi, infilo le mani nella tasca della giacca... ma cos'è?
Le mutandine della ragazza con dentro un biglietto, una pagina d'agenda strappata e piegata "Mi chiamo Ester, questo è il mio numero... Ti prego di riportarmi presto le mutandine"
Sorrido. Guardo le mutandine compiaciuto, le annuso.
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