Lui & Lei

Shopping


di Masternero
18.03.2016    |    3.435    |    0 9.6
"Lo fece sfilare dalle braccia e sentì un caldo pazzesco su tutto il corpo..."
Valeria era una bella ragazza. Né alta né bassa, le forme al posto giusto, molto femminile, consapevole di piacere. Le piaceva piacere. Qualche volta le divertiva provocare e non disdegnava avere gli occhi addosso di uomini e donne. Qualche ragazza era invidiosa di lei perché, di certo, con l’altro sesso ci sapeva fare. Le bastava un’occhiata, uno sguardo, una camminata giusta ed era capace di attirare l’attenzione su di sé. Sapeva giocare e decideva lei se farlo, quando farlo e fino a dove. Viveva il sesso in maniera naturale, libero, sincero.
Quel pomeriggio vagava per il centro città senza una meta precisa, spensierata. Aveva un appuntamento poi saltato all’ultimo momento. Invece di tornare in ufficio, decise di fare shopping alla ricerca di qualcosa di sfizioso da comprare.
Vagava sicura e un po’ distratta tra gli scaffali di un negozio quando un bel vestito nero attirò la sua attenzione. Tolse la gruccia dall’appendiabiti e se lo mise davanti al corpo, davanti allo specchio, piegando un po’ la testa come fanno tutte le donne per capire se un abito può andare oppure no. S’immaginò con quel capo addosso, la scollatura sul davanti avrebbe fatto intuire il suo bel seno prorompente. Sapeva di avere un bellissimo seno: grande ma non eccessivamente, sodo, morbido, tondo e caldo. Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e si piacque molto. Quasi non si accorse ma sorrise.
Mentre si osservava, la sua attenzione virò su qualcosa alle sue spalle. Senza voltarsi, mise a fuoco oltre la sua immagine riflessa dallo specchio. Esattamente dietro di lei c’era un ragazzo giovane, poco più alto di lei, magro ma muscoloso, castano chiaro, capelli tagliati corti, un paio di jeans e una camicia bianca sopra una giacca blu. Il ragazzo stava osservando una serie di pullover impilati negli scaffali a circa cinque metri da lei.
Valeria cercò di guardare meglio quell’uomo sconosciuto e, quasi vergognandosi, si accorse che le piaceva. Le piaceva come si muoveva, come toccava i golf impilati, come muoveva le mani su quella pila di cachemire e lana. Il ragazzo aveva mani belle, chiare, affusolate, curate ma virili. Ma ciò che più le piacque fu la netta sensazione che anche quello sconosciuto l’aveva notata. Di sfuggita le era sembrato che il ragazzo avesse girato un po’ la testa verso di lei e le avesse sorriso. Forse era solo un’allucinazione, un profondo e oscuro desiderio che fosse così.
Cercò di scacciar via i suoi pensieri e tornò a concentrarsi su quel vestito scuro che continuava a tenere davanti a sé. Sì, le sarebbe stato proprio bene.
Poco dopo ebbe la prova che i suoi precedenti pensieri non erano frutto di fantasia. L’uomo s’era avvicinato a lei e, attraverso lo specchio, le sorrise senza dire una parola. Era uno sguardo intenso e amichevole ma quello che la colpì erano gli occhi dello sconosciuto: chiari, verdi, grandi e intensi. Lei resse lo sguardo per pochi secondi poi abbassò gli occhi, un po’ intimidita. Lui le passò accanto, quasi la sfiorò. Lo sentì vicino, vicinissimo e sentì anche il suo profumo: un profumo denso ma leggero. Sapeva di pulito e di fresco. Tornò a guardarsi allo specchio per vedere se dal suo volto traspariva qualche cenno d’imbarazzo. Ma nulla: sapeva celare bene le proprie emozioni.
L’uomo intanto s’era allontanato da lei ma era chiaro che voleva rimanere a portata di sguardo. Ora si trovava a una decina di metri da lei ma ogni tanto, sfacciatamente, girava la testa all’indietro per guardarla. Quando lo faceva, le sorrideva: in una sorta di assenso su quel vestito. La guardava intensamente e scanzonato, come a dirle Con quello addosso staresti da dio.
Lei non si rese quasi conto ma rispose al sorriso dello sconosciuto. In quell’istante sentì una voglia incredibile di farsi vedere da quel ragazzo con addosso l’abito che stringeva ancora tra le mani. E sentì anche il desiderio folle di vederlo più da vicino, di toccare il cotone della sua camicia, di posare le sue mani su quei muscoli tesi che si intuivano da sotto i suoi vestiti. Per la prima volta si sentì attratta come non mai dallo sguardo di quel ragazzo e temette che il suo desiderio fosse terribilmente visibile.
Cercò di non pensarci e, sicura, si diresse verso i camerini in fondo al corridoio. Lo sconosciuto l’aspettava lì davanti con un pullover blu in mano, anche lui nell’attesa che si liberasse un camerino. Adesso i due erano a pochi passi uno dall’altra. valeria guardava fissa davanti a sé oppure per terra, facendo finta di non pensare a niente. Invece pensava al ragazzo alla sua destra che, con un sorriso malizioso ma mai invadente, le faceva capire che era terribilmente attratto da lei.
A un certo punto si liberò un camerino e il ragazzo, gentilmente, le fece un cenno con la mano come a dirle Prego.
Lei, senza guardarlo in faccia, disse soltanto "Grazie" e si diresse sicura verso lo spogliatoio. Poco prima di entrare sentì la voce calda dell’uomo che le disse: "Ti starà benissimo...". La voce calda e sicura dell’uomo le diede i brividi.
Chi era quel ragazzo che le faceva capire così magneticamente di essere attratto da lei? Entrò nel camerino e si accorse che le batteva il cuore: aveva voglia di contatto fisico con quel ragazzo, così sicuro di sé da farle quel complimento inaspettato. Decise quindi di non chiuder totalmente la tenda del camerino.
Le batteva il cuore da morire: là, dentro quel camerino angusto con il vestito scuro ancora tra le mani e fuori lui da cui si sentiva attratta terribilmente. Che fare? Aveva lasciato aperto uno spiraglio della tenda appositamente affinché lui potesse scorgerla almeno un po'. Lo aveva fatto d'istinto, quell'istinto che ogni tanto emergeva in lei e che sapeva essere sempre vincente. Non era paura quella che la frenava un po'... era piuttosto un'emozione forte, la voglia di proibito, il gusto di osare.
E adesso? Dando le spalle alla tenda semichiusa e guardando dritta davanti a sé, nello specchio, si sorrise. Si piaceva da morire in quel momento e sapeva di piacere all’uomo fuori da quello spogliatoio. Così, quasi in trance, cominciò a spogliarsi. Si tolse il golf scuro e iniziò a sbottonarsi la camicetta bianca con gesti lenti ma decisi. Per qualche minuto decise di non guardare nulla se non la punta dei suoi piedi. Temeva di imbarazzarsi, di diventare rossa e di fermarsi laddove, invece, non avrebbe voluto.
Rimase un attimo ferma e poi continuò, convinta che era quello che avrebbe voluto il ragazzo là fuori e, in fondo, anche lei. Con un sorriso straordinariamente malizioso si tolse la camicetta e l'appese nel camerino. Era rimasta in reggiseno: un reggiseno bianco, di pizzo, che faceva risaltare il suo bellissimo seno. Ora si guardò allo specchio, evitando di mettere a fuoco quello cha accadeva oltre lo spiraglio della tenda. Tuttavia vide che la sagoma del ragazzo era ancora lì, immobile, a intravederla più che a guardarla. Mise entrambe le braccia dietro la schiena e con un colpo deciso aprì il gancetto del reggiseno. Lo fece sfilare dalle braccia e sentì un caldo pazzesco su tutto il corpo. Erano gli occhi dello sconosciuto là fuori che, in silenzio, osservava la bellezza di quel corpo curato, bianco e bellissimo.
In quel momento si sentiva nuda, indifesa ma anche straordinariamente eccitata. Si girò di qualche grado a destra apposta, in modo che lo lui potesse intravedere meglio il suo seno. Dio come avrebbe voluto che entrasse, che la sfiorasse, che la toccasse, che l'abbracciasse.
Poi si distolse da quei pensieri che la imbarazzavano e fece scorrere all'ingiù la lampo dei suoi jeans. Si abbassò i pantaloni, si tolse le scarpe e li sfilò. Portava degli slip bianchi dello stesso modello del reggiseno. Le sembrò di sentire il battito del cuore dell'uomo ma, forse, era il suo che faceva un baccano tremendo.
Rimase ferma dieci interminabili secondi guardandosi allo specchio. Questa volta mise a fuoco oltre a sé e, attraverso lo specchio, cercò di infilare lo sguardo nello spiraglio della tenda semichiusa. Finalmente incrociò lo sguardo del ragazzo: due occhi verdi, grandi, chiari, rassicuranti. I due si sorrisero. Poi lei si mosse: si infilò l'abito nero e si sistemò. La scollatura di quel vestito era perfetta: si vide elegantissima. Si girò per vedere come le stava sul dietro e, anche in quel caso, l'abito sembrava fatto su misura. Sì, l'avrebbe comprato. Ma i suoi pensieri erano rivolti solo allo sconosciuto cui s'era mostrata.
A un tratto, nel camerino, irruppe la voce calda ed erotica del ragazzo: "Ti sta benissimo...".
Silenzio. Valeria si morse il labbro inferiore... che voce sensuale... Il suo grazie le rimase in gola anche se avrebbe voluto aprire del tutto la tenda e dirgli qualcosa, conoscerlo meglio, sfiorarlo. Anche solo una stretta di mano.
A un tratto vide che l'uomo si avvicinò al camerino, mise la mano tra la fessura della tenda e fece cadere all'interno un piccolo biglietto, ripiegato in quattro. Si piegò sulle ginocchia, lo prese e avidamente lo aprì. Lesse trattenendo il fiato: Bellissima... Sei bellissima. Ti aspetto sul lungomare verso il porto. Un bacio. Fra
Sfrontato. Valeria non sapeva cosa pensare: follia, follia. Non ci andrò mai. Però una parte di sé voleva rivedere quell'uomo che le era entrato nella testa con la potenza di un chiodo conficcato in una parete. Aprì la borsetta, fece scivolare il biglietto all'interno, chiuse totalmente la tenda e si cambiò. Quando uscì dal camerino il ragazzo non c'era più. Rimase un po' delusa e per tutto il tragitto che la portava alla cassa lo cercò. Dov'era? Arrivata alla cassa con in testa solo quel ragazzo e quello strano invito, la sorpresa: la cassiera le disse soltanto: "Guardi, il vestito l'ha già pagato un ragazzo. Desidera altro?".
Rimase immobile e sgranò gli occhi.
"Ma... Come? Ok, grazie, arrivederci".
Era stordita da quello che le era capitato ma rise tra sé e sé: che tipo... Si accorse, però, che le parole di quel biglietto le tornavano nella testa continuamente. Lo avrebbe rivisto lì. Vado o non vado? Salì in auto e come un automa chiamò l'ufficio: "Pronto? Sì, sono io. L'appuntamento è saltato ma... A questo punto non mi conviene tornare alla base. Che faccio, ci vediamo direttamente domani?".
Valeria ebbe la risposta che in fondo sperava di sentire: "Ok, allora a domani...", e puntò la sua macchina verso il mare.
Avrebbe voluto almeno ringraziarlo... Ma in realtà desiderava solo rivederlo... Pazza, sono pazza, pensava, non riuscendo a distrarsi neppure con la musica dell'autoradio. In mezz'ora era sul lungomare, all’entrata del porto. Il sole stava calando proprio davanti a lei, spettinata da un leggero vento caldo e salato. Che idiota, pensò: non c'è. Mentre con una punta di delusione stava già per fare dietrofront e risalire in auto, sentì la voce calda: "Ciao bellissima...".
Rimase di sasso. Si voltò ed era lui, a pochi centimetri da lei e il cuore iniziò a batterle fortissimo: "Ehi... Ciao... ma...", lei sorrise.
Non sapeva che dire... Lo guardava e si sentì terribilmente attratta. Non riusciva a staccare gli occhi dai suoi e poco prima che riuscisse a dire il suo nome il ragazzo, sorridendo, le si avvicinò: "Piergiorgio", disse presentandosi e si avvicinò talmente da sfiorarle le labbra con le sue e il brivido che le corse lungo la schiena inaspettatamente la scaldò.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Shopping :

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni