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Gay & Bisex

2032 Pandemia tra le gambe: il blond-virus - Capitolo 5


di pillonzo
16.04.2021    |    1.098    |    3 7.9
"Nessun segno di specchi digitali..."
Contesto:
Siamo nel 2032. Nel mondo si affaccia una nuova pandemia. medici e ricercatori si affannano a studiarla prima che sia troppo tardi. Il nuovo virus è asintomatico nei maschi eterosessuali e omosessuali attivi, e trasforma in bionde svampite donne e omosessuali passivi. Il giovane Brent è un omosessuale passivo che ha avuto un contatto diretto con un attivo infetto. Molto stranamente Brent non ha ancora manifestato i sintomi. E i medici hanno deciso di studiare il suo caso più a fondo..

Riassunto puntate precedenti:
Brent viene convocato in ospedale, gli vengono fatti esami e un interrogatorio. Infine accetta di diventare volontario per esperimenti scientifici. Il primo esperimento consiste nel ripetere l'amplesso con il suo amico Danny D con ingenti scambi di fluido. L'esperimento si rivela fin troppo violento e umiliante. Brent ne resta spossato fisicamente e mentalmente. In questo breve capitolo di intermezzo, Brent è sotto sedativi, turbato, e in preda a deliri post-coitali non è ancora completamente cosciente di quello che gli accade..

(fine capitolo 4)

….
Poi me lo ripianta fino in fondo e conclude con sei o sette getti di sborra abbondanti dentro. Si ferma un attimo per riprendere il respiro, fermo sopra di me, con il cazzo gocciolante ancora piantato in culo, quindi col dito raccoglie lo sperma volato sulla schiena, mi scosta la gag ball e dal dito me lo fa colare in bocca.
“Ingoia” mi ordina.
Ubbidisco. Lui mi guarda soddisfatto eseguire il suo comando. Quindi si alza e si allontana.
Io non mi muovo, resto immobile. Sento il vuoto nel culo, il bruciore al buco del culo. Ma soprattutto mi sento umiliato per come sono stato trattato, non ho voglia di muovermi. Senza lacrime da piangere. Sento un rivolo di sperma che mi esce dal buco e mi bagna la coscia. Non ho le forze per pulirmi e la lascio scivolare giù. Poi le luci si spengono e cala il silenzio.

Capitolo 5: intermezzo - L'apparizione

Sto correndo, sono su una nave, sto scappando dai marinai, intorno c’è l’oceano, mi vogliono imprigionare perché non ho pagato il biglietto e il capitano sa che sono gay e vuole farmela pagare. So che mi vuole scopare. I marinai mi raggiungono, mi bloccano mi portano da lui, lui mi parla, mi mette le mani addosso, mi sussurra all’orecchio, mi palpa il culo, poi fa scorrere le dita lungo la fessura. Ora ha qualcosa in mano, qualcosa di piccolo e affusolato, io mi divincolo, lui appoggia sul buco del culo, poi spinge, la sento entrare dentro, è una medicina per guarire. Si spoglia. Ha un cazzo enorme, che mi spaventa. Dice che vuole spingermi la supposta fino in fondo. Mentre lui è distratto riesco a scappare. Nella fuga incontro un mozzo, un ragazzo molto carino, che mi ferma, dice di amarmi, restiamo insieme in cabina, nudi, facciamo l’amore, ci baciamo, mi sento in colpa ma non posso fermarmi, poi lui mi dice

-Brent, te la devi cavare da solo, il capitano ti cerca, devi fare il tuo dovere, io sono a lavoro-

mentre parla il mozzo ha la faccia del mio Sebastian, e un tono preoccupato, io ho paura. Il mozzo scompare e sono solo, scappo. Salto in acqua continuo a nuotare a nuotare. Vedo delle sirene, sono sireni maschi, metà pesce e metà uomo, li guardo meglio e vedo che in realtà sono mostri famelici, gli occhi spiritati, i capelli biondi, vogliono trasmettermi il virus. Nuoto più veloce che posso col terrore che mi raggiungano. Naufrago in un isola, svengo e mi portano in ospedale, mi stendono su un lettino e poi mi infilano le cose nel culo, io gli dico di no, urlo, ma c’è un infermiere che mi tocca una spalla, dice che è per il mio bene. Intanto mi infila una cosa lunga e sottile come un cotton fioc dentro il buco del culo e lo gira, come un tampone anale. Ahia fa male.
Apro gli occhi, sento male al buco del culo, qualcosa di infilato piccolo ma fastidioso, qualcuno che armeggia dietro di me. Poi una voce calda “Va tutto bene, tranquillo”, dice mentre mi toglie qualcosa dal culo, come un cotton fioc o un piccolo tampone “vedi è già finito, riposati ancora un po’”, sento il rumore di un contenitore che si apre e si chiude. Intravedo un camice bianco. Poi la voce se ne va, torna il silenzio. Chiudo gli occhi, mi perdo nel mio dormiveglia.
Seb è nel letto con me, mi bacia, è buio, sono felice, siamo in camera nostra, luci spente. Lui mi dice che mi ama, poi iniziamo a fare l’amore, poi però mentre lo facciamo a pecorina, sento che qualcosa è cambiato, guardo dietro e Sebastian si è trasformato in un’altra persona, un mostro, che ora mi sta stuprando, ha un cazzo enorme che mi spacca e lo sento che mi sta sfondando tutto, ho le chiappe rosse e il buco slabbrato, provo a divincolarmi, ma non riesco a muovermi, le mie mani sono bloccate da manette, il mio busto è impietrito, come sotto incantesimo. Ci sono i miei amici accanto che guardano e prendono appunti, osservano l’atto, ridacchiano tra loro, qualcuno mangia un panino, qualcuno riprende col cellulare. Io urlo verso di loro per attirare la loro attenzione, ma non faccio rumore, non mi sentono. E’ un incubo, non è realtà è un incubo. Brent Frodo svegliati, questa non è realtà.
Apro gli occhi, mi sveglio ansimante, sono tutto sudato. La luce è accesa.
Dove sono? Ci metto un attimo a ricordare, la telefonata, l’ospedale, l’esperimento sessuale, il blond-virus.
Dove sono? E’ una stanza bianca, spoglia, c’è solo un letto, un comodino. Assomiglia alla stanza dove Danny D mi ha posseduto, l’associazione mentale riporta in vita il ricordo di quel momento, attimi come flashback, - i colpi di cazzo, gli schiaffi al culo, la musica, la ball gag, il sapore del suo sperma. - Ho un attacco di panico, i battiti del cuore aumentano. Il respiro affannato. Se continuo così vado in iperventilazione. Mi controllo cerco di respirare più lentamente. 1, 2, 3. -Devo trovare una soluzione a questo incubo.- Dico a me stesso. -Devo formulare un piano di azione. Per prima cosa devo riuscire a mettermi in contatto con Seb. Lui mi potrà salvare, mi aiuterà a uscire di qui. Non me ne frega più un cazzo del blond virus. Devo scappare. – penso. Poi mi sale un dubbio, perché mi hanno fatto scopare con Danny D. Legolas di nuovo? Forse lui ha ancora carica virale, forse hanno provato a espormi nuovamente al virus. “Se vieni a contatto con il virus diventi bionda nell’arco di 24h-48h”. Cazzo, ora potrei essere diventata bionda! Quanto sarà passato dalla scopata? Dodici ore, forse più? Chissà per quanto ho dormito.. Potrebbe aver già fatto effetto. Se è così sono fottuta. Ma forse, l’ho scampata. Devo fare la prova del nove, ah se potessi guardarmi sul mio smartphonex+-universal-gamma, se non me lo avessero sequestrato, quei bastardi. Devo guardarmi in uno specchio digitale. Nell’antichità usavano gli specchi per guardarsi, qua ci dovrebbe essere uno specchio digitale che imita uno specchio. Che so, uno specchio retrattile, un interruttore specchio. Con lo sguardo osservo le pareti. Nessun segno di specchi digitali. Nessuno. Forse in bagno? Devo sapere se sono diventata bionda. Rifletto bene sul da farsi, poi prendo la decisione. Devo uscire dalla stanza, cercare il bagno, là di sicuro mi potrò specchiare.

Guardo la porta della mia stanza. Devo uscire da lì. Cerco di aguzzare l'orecchio, non sento rumori da fuori. Ci deve essere un corridoio.
Muovo il braccio, sento dolore. Ho una flebo attaccata al braccio sinistro.
Devo toglierla. Mi toglierò la flebo, poi andrò alla porta, in un bagno, mi specchierò. E se sono bionda che farò? Diventerò stupida e non sarò più in grado di difendermi, di ragionare, non saprò più amare il mio Seb come prima. D'un tratto non so più se voglio saperlo. Se sono bionda non ci sarà più niente da fare.
Sento una fitta tra le costole. Alzo la mano destra.
In quello stesso istante sento un rumore di passi. Mi blocco.
I passi si avvicinano, la porta si apre, la luce del corridoio invade la stanza. Appare una figura nera, sembra come un grande fagotto di plastica trasparente che cammina.
Ho paura, che cosa mi accadrà adesso?
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