Il coreografo sa scopare

Lavoravo in quella scuola di danza da qualche mese come collaboratore organizzativo. Mi occupavo dei contratti dei docenti e di coadiuvare con le tournée, le prenotazioni e così via. Inutile dire che era un ambiente stracolmo di maschi dal fisico statuario che giravano per la scuola mezzi nudi. Molti di loro dimostravano chiaramente interesse per i maschi e credo che, molto spesso, i lunghi allenamenti in sala continuassero sotto le coperte.

La scuola era rinomata a livello internazionale e ospitavamo spesso coreografi stranieri che venivano a tenere master class e workshop di qualche settimana per gli allievi.
In quel periodo era ospite Micha, coreografo 60 enne molto apprezzato nell’ambiente. Originario della Polonia, si era formato nelle rigide accademie dell’ex Unione Sovietica per poi fare una brillante carriera nei teatri di tutto il mondo.
Il fisico di Micha era un po’ appesantito dagli anni, ma si intuiva comunque la tonicita’ dei muscoli allenati da tutta una vita.
“Micha ha chiesto che domani gli porti gli schizzi delle scene e dei costumi a casa. Ha un’intervista telefonica con un giornale americano e non puo’ passare in accademia” mi disse un giorno la direttrice con un mezzo sorriso ammiccante. Mi parve un po’ strano, perché non rientrava esattamente tra i miei compiti contrattuali, ma non potevo certo dire di no al grande coreografo e al mio capo.

La mattina successiva mi avviai verso casa di Micha. Un palazzo nei Quartieri Spagnoli di Napoli; ultimo piano, vista spettacolare sul Vesuvio da un lato e sul mare dall’altro. Il portiere mi annuncia, salgo in ascensore, e quando arrivo al piano trovo la porta già aperta. Entro nella cucina e sono talmente colpito dalla visione del vulcano incorniciata dalla finestra da non accorgermi che Micha è comparso alle mie spalle dalla stanza affianco.
“Grazie. So che non avresti dovuto farlo. Sei stato gentilissimo” dice il coreografo in un italiano con un leggero accento dell’est Europa. Mi giro per dirgli di non preoccuparsi ma le parole mi si fermano in gola dallo stupore. Micha è in piedi, completamente nudo, con un’erezione imponente incorniciata da un cock ring di pelle nera. Quello che avevo intuito vedendolo in accademia, vestito, è vero. Ha un fisico tonico, una leggera pancia ma per nulla cadente, braccia forti, gambe allenatissime. Ha due capezzoli molto sviluppati. Un sorriso mefistofelico. Il cazzo appare bello largo, circonciso, con una bella cappella e due palle gonfie che pendono. Insomma una visione notevole. Peccato che sia completamente depilato, come il 99% dei ballerini. In genere preferisco maschi pelosi e virili.

La sorpresa è tale che mi rendo conto di non aver ancora detto “a”.
“Si figuri” biascico.
“Sono tutto nudo e in tiro... e mi dai del lei” ridacchia Micha. È sicuro, sa di piacere e di avere sensualità, forza, potere. “Assaggialo” aggiunge.
Vorrei fingere resistenza, ma in realtà ho una gran voglia di scopare.
Sono in ginocchio in un attimo e lecco la cappella di Micha. Profuma. Passo dalla cappella, all’asta, e poi alle palle. Sento Micha mugolare.
“In accademia si parla di me, no? Mi sono fatto la maggior parte di quei ragazzi. Lo so che parlano di quanto sono bravo a scopare”.
In realtà io non ho sentito alcun pettegolezzo, ma soprattutto perché tra staff artistico e staff organizzativo non si fa quasi mai comunella. Comunque, la notizia che mi ha dato Micha non fa che aumentare il mio livello di eccitazione.

Mi fa alzare e mi bacia. La lingua di Micha sa esplorare la mia bocca con veemenza e voluttà. Usa la lingua con maestria. La passa sulle mie labbra, sul collo. Ho un’erezione immediata che spinge contro i jeans.
Micha mi prende per mano e mi porta nella camera da letto. Mi spoglia e mentre lo fa, lecca ogni parte del corpo che svela. I capezzoli, l’addome... e poi l’interno coscia fino a liberare il mio cazzo. “È bello” mi dice “ma non ti servirà a molto perché ora mi dai il culo”. Suona come un ordine e non me lo faccio ripetere. Sono a pecora sul letto, in attesa di essere posseduto da un bel maschio maturo e che sa il fatto suo, mentre mi godo la vista dei tetti di Napoli attraverso l’altra grande finestra dell’appartamento.
Sento la lingua di Micha sul buco e fremo di piacere. Quella lingua ci sapeva fare nella mia bocca e ci sa fare sul mio buchetto. Alla lingua si alternano i pollici di Micha che cominciano a massaggiarmi l’ano e ad allargarlo pian piano. Lingua e dita, lingua e dita. Quando Micha sa di avere il totale controllo, lo sento sputare sul mio buco orami bagnato di desiderio e poi arriva l’affondo. Ogni volta che un palo di carne mi penetra è come se inferno e paradiso si mescolassero nelle viscere. Micha ha un ritmo che riesce ad unire dolcezza e fermezza. Non so come faccia ma è così bravo che il mio culo sbrodola di piacere. Sto avendo il mio primissimo orgasmo anale e vibro di goduria. Micha lo capisce. Sa davvero scopare. Rallenta il ritmo così che io possa godermi la sensazione orgasmica.

Poi mi mette supino sul letto, le gambe attorno al suo collo e torna ad incularmi. “Ora godo io” dice in francese. Sa parlare benissimo in italiano, ma in francese la frase sembra più porca. Affonda il cazzo e intanto accarezza i miei capezzoli, li strizza, li solletica. Io vibro e stringo i muscoli sfinterici per strizzare il suo cazzo in una morsa. Micha aumenta il ritmo, comincia a grugnire e poi, nel momento in cui esplode di goduria dentro di me, mi sputa in faccia. Si accascia su di me e mi lecca il viso, il collo. Io sento umido dentro e fuori. Adoro la sensazione di dominazione che mi ha fatto provare. Faccio un veloce conto mentale che Micha rimarrà a Napoli altre 3 settimane e quindi.... vorrà dire che per una ventina di volte potrò provare di nuovo queste splendide sensazioni.