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Gay & Bisex

Il datore di lavoro / La trasferta


di giustinos
31.03.2021    |    13.861    |    7 9.7
"Appena entro in ufficio, mi si piazza davanti XXX..."
Erano passati diverse settimane da quel primo incontro, nel frattempo eravamo entrati in emergenza da pandemia e metà dell'ufficio era a casa in smart working. Il mio capo sin dal giorno dopo si comportava come se non fosse successo nulla, tanto che sono arrivato a pensare che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Probabilmente la tensione creata dal periodo aveva smorzato in lui la voglia di approfondire le nostre esperienze.
Poi un lunedì mattina un mio collega mi informa che saremmo dovuti andare da un nostro cliente nella bergamasca, l'ordine che avevo espletato io in Cina era arrivato, ma secondo lui mancavano delle parti essenziali o comunque non aveva idea di come assemblare e mettere in produzione il macchinario che aveva acquistato tramite noi.
Data la carenza di lavoro in quel periodo capitava a fagiolo, lavorativamente parlando, anche se questo mio collega, fra tutti quelli in ufficio, era il più brutto e il più detestabile. Il sexappeal di una lavastoviglie.

Passo l'intera giornata a sbrigare pratiche e mi occupo distrattamente della compilazione dei permessi necessari per lo spostamento. Ad essere sincero di passare tre giorni con quella merda d'uomo proprio non ne avevo voglia.
A fine giornata torno a casa, stranamente all'orario stabilito dal mio contratto e mi immergo nella vasca da bagno prima di incontrare uno dei soliti che in quel periodo veniva a scoparmi.
Mentre sono immerso, mi vibra il cellulare, è un messaggio del capo. Sblocco il cellulare.
"Ei, ho saputo che vai a Bergamo con XXX, non divertitevi troppo!"
Ne intuisco il tono ironico, tutti odiano XXX, se non fosse il nipote di uno dei nostri maggiori clienti dubito fortemente che sarebbe stato assunto per le sue scarse capacità!
"Mi taglierò le vene per le troppe risate"
Rispondo cercando di comunicare in modo ironico il disagio che mi crea la situazione.
"Se venissi io sarebbe meglio?"
Non capisco se vuole alludere a qualcosa, mi tengo sul vago
"Che domande! Ovvio!"
"Ah la mia pompinara preferita quindi ne sarebbe felice?"
Le molestie sul lavoro sono un problema serio, ma essendo più che consenziente alle sue attenzioni, il reato non sussiste!
"Molto contenta!"
Non risponde
Passa la serata, visualizza il messaggio, ma non risponde.
Mi agito un po', non vorrei essermi spinto un po' oltre, nonostante a cominciare fosse stato lui.

La mattina dopo, come sempre, mi alzo, mi doccio, faccio colazione e vado al lavoro.
Appena entro in ufficio, mi si piazza davanti XXX. Come cominciare un giorno nella merda, penso.
"Ciao! guarda il boss ha detto che ti accompagnerà lui, questo è un cliente troppo importante, mi spiace, devi passare tre giorni con il capo!"
Tre pensieri contemporaneamente nella mia testa:
1- Che bello, a questo giro mi scopa!
2- Che cazzo ti dispiaci sfigato, passare tre giorni con te è una condanna penale
3- Quanto cazzo sei sfigato per chiamarlo boss... cazzo siamo negli anni '80?
Mentre penso questo mi rendo conto che lo sto fissando da qualche secondo
"Non ho bisogno della badante!"
Dico così, per dire qualcosa e svincolarmi andando a sedermi alla mia scrivania.

La giornata diventa subito migliore, l'ultima volta prendergli il cazzo in bocca è stata un'esperienza incredibile.
Arriva l'ora di pranzo, con me super contento di partire il giorno dopo.
Non potendo uscire fuori dall'edificio a causa delle restrizioni covid, scelgo di salire sul terrazzo che si trova sul tetto per mangiare e fumarmi una sigaretta. Non sono l'unico ad avere questa idea e dall'altra parte del lastrico solare intravvedo dei tizzi dell'ufficio di sopra. Sono carini, è piacevoli guardarli mentre mangio. Si sono pure portati una palla con cui fare qualche tiro, speriamo non si ammazzino cadendo di sotto.
Pensando tutto questo non mi accorgo che il mio capo si stava avvicinando. Si siede accanto a me.
"Domani prendiamo la mia macchina!"
"Si può viaggiare in due nella stessa auto con queste norme maledette?"
"Cazzo ce ne frega, se ci fermano diciamo che oltre che colleghi siamo congiunti"
"Non ci scambierebbero mai per fratelli, non abbiamo neanche lo stesso cognome!"
Mi fingo tonto per vedere dove voleva andare a parare.
"No imbecille, diciamo che siamo conviventi, fidanzati!"
"Lo diresti ad un poliziotto?"
"Che pensi che mi vergogno? cazzo me ne frega se pensano che sono gay"
Faccio un segno di approvazione scuotendo la testa
"Poi a Bergamo ho preso due stanze, sai... a livello contabile..."
Annuisco
"Ma tanto camera tua nemmeno la vedremo"
"In che senso?"
Chiedo fintamente stranito
"Che dormi con me! andiamo via tre giorni e voglio vedere ciò che sai fare... pensavi che venissi via così per sport? ho bisogno di svagarmi un po'"
Sorrido
"Ora scendi e torna al lavoro, senno ti tolgo mezz'ora di paga!"
"Si boss!"
Dico un po' a presa per il culo
"Boss? Cazzo siamo negli anni ottanta?"
rido e scendo le scale.
La giornata passa veloce e senza altre conversazioni con il capo.

Il giorno dopo arrivo almeno 15 minuti prima dell'orario stabilito davanti all'ufficio. Lui puntualissimo, mi apre la portiera della macchina da dentro, senza che mi dica nulla salgo. Sarà un po' il macchinone, sarà l'atteggiamento, l'occhialetto da sole suo e la sigaretta che gli pende dalle labbra, mi son sentito subito una zoccola, la sua zoccola.
La conversazione comincia parlando di lavoro, di bilancio ecc. ecc. le due cose dopo il calcio per cui nutro meno interesse in una conversazione.
"...quest'anno abbiamo concluso meno affari"
Annuisco disinteressato guardando fuori dal finestrino
"Ma ho conosciuto la migliore puttana che potessi conoscere!"
Annuisco disinteressato...poi la frase arriva al centro di elaborazione del mio cervello. Lo guardo.
"ahahahahahah, ora sei interessato? cosa pensi tutto il giorno? al cazzo e basta?"
"Ma cosa cazzo stai dicendo?" Dico in tono fintamente adirato "Solo il 98% del mio tempo...devo pur nutrirmi e lavarmi!" e scoppio in una risata, risata condivisa pure da lui.
qualche secondo di silenzio.
Poi mi prende la mano e se la porta al suo inguine.
"Lo vuoi?"
Mi piacciono gli uomini diretti
"Certo!"
"In questo periodo ti è mancato?"
"Molto, ma altri hanno compensato, sono abituato agli etero, non pretendo niente da voi se non di essere scopato come si deve!"
Si imbarazza un po'
"Vedi... è che ci ho pensato..."
"No per favore, risparmiami il soliloquio in cui combatti i tuoi mostri interiori, che non sei frocio e cazzate così. Io voglio il cazzo! non me ne frega una sega se chi me lo dà è etero, bisessuale o finocchio!"
"No veramente stavo per dire che sto con una ragazza e mi piace pure molto scoparla, ma come mi hai spompinato tu quella sera non l'aveva mai fatto nessuno!"
Rido
"Allora stasera ti faccio divertire un po'"
Dico strizzando l'occhio e con la mano il suo pacco.
si tira giù gli occhiali e mi fa l'occhiolino.

Arriviamo in albergo, uno dei più squallidi mai visti, tutti i dipendenti in trasferta delle altre aziende alloggiano in hotel a quattro stelle, noi nella stalla di gesù bambino.
Facciamo il ceck in reception, ci danno le due chiavi e saliamo in ascensore.
"Io sono al terzo piano!"
"No! tu sei al quarto, nella mia stanza"
Lo ringrazio cercando di baciarlo.
"Che cazzo fai?"
Dice spostandosi.
Questo atteggiamento a qualcuno potrebbe dare fastidio, ma a me eccita, mi eccita da morire l'uomo etero che non cede a smancerie.
Entriamo in camera.
"Cambiamoci e andiamo a presentarci al cliente"
"Ok"
dico posando la mia valigia ai piedi del letto.
Vado in bagno, dopo un viaggio di quattro ore e mezzo per darmi una rinfrescata. Quando torno è seduto sul letto, con la camicia e la cravatta, in mutande, si sta mettendo i calzini.
Ha un pacco davvero invitante. Penso mentre lo fisso.
Lui mi guarda
"Non voglio fare tardi"
Annuisco e inizio a spogliarmi.
quando sono nudo, con solo le mutande addosso, girato verso il muro, lo sento alzarsi, poi il suo alito sul collo.
Mi appoggia il pacco alle mutande, sento che è barzotto.
"Hai proprio un bel culo puttana!"
Eccitatissimo mugugno qualcosa
Mi lecca dalla base del collo fino all'orecchio.
Mi viene di marmo.
Inizio a strusciare il mio culo sul suo pacco come un cagna in calore, mentre lui ha iniziato a scorrere le mani sul mio petto e sul mio addome, stringendomi.
"Voglio sborrare!"
Annuisco
Mi prende con una mano per il dietro del collo e mi mette a pecora sul letto, in maniera molto rude. Mi sfila le mutande e mi divarica le gambe.
"Si Hai un bel culo, sembra una fica!"
"MMMM grazie!"
Lo sento sputare sul mio buco, ci passa due dita e poi sento subito una cosa dura premere contro il foro.
Non si è nemmeno tolto le mutande, ne la camicia o la cravatta, si è solo abbassato gli slip quel tanto che basta per tirare fuori l'uccello.
Da dei colpi secchi ed entra.
Mugugno, sono così eccitato che non mi fa nemmeno male, si dilata benissimo.
Inizia a scoparmi, tenendomi una mano sulla schiena. Forte, fin da subito. Io godo in maniera piuttosto rumorosa e a lui a giudicare dai colpi piace sentirmi godere.
"Hai proprio il culo aperto di una puttana, le ragazze ce l'hanno sempre troppo stretto!"
"MMM grazie!"
Continua a martellarmi per poco in realtà, aveva fretta. Sento due colpi più forti e poi viene rumorosamente.
Breve, ma bellissima.
Sfila il cazzo dal mio culo e mi spinge steso sul letto.
Lui è in piedi, lo vedo, accaldato e con la cravatta allentata. Se la sta risistemando, si è già rimesso il cazzo nelle mutande.
"Vestiti"
Con pochissima voglia di lasciare quel letto mi alzo e inizio a vestirmi, guardandolo mentre si tira su i pantaloni in silenzio.

Usciamo dall'hotel, non dice una parola, andiamo a conoscere il cliente. Il classico vecchio rincoglionito, ci mostra i pezzi arrivati, molti nemmeno disimballati. Un cretino insomma, che si è reso conto tardivamente di non essere in grado di fare ciò che voleva fare.
Controllo ogni pezzo, ma in maniera veloce, chiedo per il giorno dopo due manovali e un tecnico saldatore, così in 20 minuti circa siamo di nuovo in macchina che torniamo in hotel.
"Vecchio di merda!"
Dico sprezzante
"Perché?"
"Ci ha fatto venir fin qui per un lavoro che poteva fare tranquillamente lui con i nostri consigli in videochiamata, rompicoglioni!"
"Non ti piace stare qui con me?"
Sembra molto dolce nel dirlo, mi intenerisco
"Si, ma vorrei stare solo in hotel e farti godere..."
Dico strizzandogli il pacco.
Lui sorride.
Torniamo in camera.
Lui si spoglia, completamente nudo, appena entriamo, davanti a me.
Io lo guardo, il mio pacco si gonfia, è proprio sexy tutto nudo, un vero maschio alpha.
"Ho bisogno di una doccia, vieni con me? è abbastanza grande"
Annuisco e butto in aria tutti i miei vestiti, nel mentre lui va in bagno e apre l'acqua.
Entro e mi infilo nella doccia dietro di lui.
"Lavami! ovunque"
Dice sorridendo alla sua richiesta che è abbastanza insolita.
Prendo la spugna e inizio a passargliela ovunque, quando è tutto insaponato prendo un po' di sapone in mano e glielo passo sul cazzo, leggermente barzotto. Insapono bene pure le palle; è bellissimo scappellarglielo per insaponarlo, vorrei leccarlo.
Poi metto altro sapone e sto per lavargli il culo.
"A quello ci penso da solo, grazie!"
Inclino la testa e mi spalmo il bagnoschiuma addosso per non sprecarlo, finiamo insieme di sciacquarci, uno difronte all'altro, guardo in basso e vedo il suo cazzo, ha ancora la cappella di fuori, non resisto, mi inginocchio.
"No, non ora, devo pisciare!"
"Piscia!"
"Ma.."
"Piscia e sta zitto!"
Mi metto sotto il suo cazzo, lui prende con una mano il suo pisello e tenendolo scappellato inizia a pisciare, dirigendo il getto sul mio petto.
O non ha mai fatto pissing, o non sa come si fa, penso.
Mi sposto con la faccia sotto il suo getto e apro la bocca.
Lo guardo negli occhi mentre si sta scaricando, sembra soddisfatto, mentre lui piscia e io ne ingoio un po', sotto il getto caldo dell'acqua ancora aperta, il suo cazzo diventa completamente duro e inizio a leccargli la cappella mentre ancora sta finendo di pisciare.
Si appoggia alla parete, mi mette una mano dietro la testa e mi spinge tutto il suo cazzo in gola.
"Oh si!"
è l'unica cosa che dice per tutto il tempo del mio pompino
"Oh si continua!"
Mi eccita un casino succhiare un bel cazzo così duro!
"Vuoi la sborra?"
Annuisco con il suo cazzo in bocca.
Lui inizia a spingermi la testa con più forza e velocità, si stacca dalla parete, avanza, io mi ritrovo praticamente seduto, spalle al muro, la testa appoggiata al muro. Spinge il suo cazzo nella mia bocca come se la stesse scopando.
"Allora tieni!"
Dice dando due forti colpi, conficcandomi il cazzo in gola e riversandovi la poca sborra che gli era rimasta dalla scopata di prima.
Finito sorride, esce dalla doccia, prende un'asciugamano e va in camera ad asciugarsi. Io rimango li in doccia, soddisfattissimo di ciò che è appena successo.
Mentre sono li uso anche il WC e svuoto l'intestino dalla sborrata di prima, davvero tanta!
Mi asciugo e quando entro in camera è già vestito, più sportivo, mi vesto pure io e scendiamo a mangiare qualcosa.

Per tutta la cena mi guarda con una certa soddisfazione e più volte mi chiede se mi sto divertendo, nonostante io continui a dirgli "Molto!"
Verso la fine prima di risalire in camera, mi dice:
"Mi eccita tantissimo scoparmi un sottoposto!"
"Ah si?"
"Si, mi piace saperti in mio potere!"
Sorrido e annuisco.
Risaliamo in camera.
"siediti nella poltroncina!"
"mi devo spogliare?"
mi chiede
"No No"
rispondo.
Si siede, mi spoglio completamente nudo e mi siedo per terre ai suoi piedi.
Gli prendo un piede e gli sfilo una scarpa, iniziando a massaggiargli il piede
"é stata una dura giornata capo?"
Lui dal principio non capisce, poi decide di stare al gioco
"Si molto!"
"Le fanno male i piedi?"
Annuisce e io inizio a massaggiargliene uno
"Così va bene?"
"Puoi fare di meglio!"
Sfilo il calzino, lui annuisce, mi metto il suo piede davanti alla faccia, inizio a leccarlo, dalla base, fino a succhiargli le dita.
"Meglio?"
"Molto!"
Dice iniziando a massaggiarsi il pacco.
Continuo a leccargli i piedi, con gusto, nonostante la doccia fatta da poco ne ha tolto ogni attrattiva olfattiva.
Nel mentre lui si sfila la maglia e rimane a torso nudo.
Appoggio i piedi a terra e mi metto in ginocchio vicino alla sua poltrona.
Gli lecco l'ombelico, salendo al centro del suo petto leccandogli il pelo.
"Posso servirle per allentare la tensione?"
"Lo stai già facendo troia!"
"Grazie capo!"
Dico poco prima di riabbassare la testa per continuare a leccargli i capezzoli. Gli tocco il bicipite destro, bello sodo e definito nonostante il lavoro sedentario.
Lui alza il braccio, tirando il muscolo, mi sbilancio in avanti e glielo bacio, poi glielo lecco, scendendo con la lingua sulla sua ascella. Per farmi leccare meglio alza il braccio, mettendolo dietro alla testa. L'ascella è calda e sudata, deve aver avuto caldo a cena, mi piace! la lecco di gusto!
Lui continua a massaggiarsi il cazzo, fin quando non si sposta in avanti, staccandosi dallo schienale. Mi afferra con una mano ai lati della bocca, aprendomela, come si fa con un gatto per fargli prendere la medicina.
"Chi è il tuo capo?"
Dice incazzatissimo a due centimetri dalla mia faccia.
"t..tu.."
rispondo. pensavo volesse baciarmi, invece mi sputa in bocca e mi da una sberla. Sono eccitatissimo! Mi piace quando fa l'uomo autoritario.
Mi rimetto su e continuo a leccargli il petto.
Lui mi afferra per il collo, mi alza in piedi e mi butta sul letto.
Si sfila i pantaloni e le mutande, poi mi sale sopra, arrivando faccia a faccia, è steso sopra di me, siamo entrambi nudi, ma lui è più caldo, abbiamo entrambi i cazzi duri, uno contro l'altro.
Mi afferra di nuovo la bocca con una mano,
"Vuoi il mio cazzo dentro? per te è un onore vero?"
"Si signore, è un onore soddisfare le sue voglie!"
"Bravo"
mi dice dandomi una sberla più leggera di quella di prima.
Si alza, si mette in ginocchio, tira il mio culo fino all'altezza del suo cazzo, si sputa in una mano e si lubrifica il cazzo in malo modo.
Si mette le mie caviglie sulle sue spalle poi avanza verso di me, stendendosi quasi sopra di me, mentre con la sua cappella forza il mio buco.
Un colpo secco. Forte. Ed è dentro.
Di nuovo sono troppo eccitato per provare dolore e gemo
Lui da dei colpi belli forti e profondi, quasi per assestarsi e per far sentire la sua potenza.
Mi scopa benissimo, colpendo il punto giusto, che mi fa gemere più forte. Lui capisce subito dove colpire e inizia ad insistere su quel punto. Sento un formicolio alle palle e alla base del cazzo, poi mi sborro sulla pancia senza nemmeno toccarmi.
"Scus..."
Sto dicendo mentre mi afferra per la gola
"Chi sono io?"
Dice a voce alta
"Dillo! troia! chi sono io per te?
Dice urlando.
"Il mio... ca..capoo"
Dico un po' gemendo e un po' soffocando
"Sei la mia cagnaaaa!"
dice urlando e godendo, mentre con due colpi più forti mi riempie di nuovo il culo, accasciandosi su di me ansimando.
Rimaniamo così, per parecchi minuti, incastrati, con il suo cazzo dentro.
Poi lo sfila e si rotola a fianco a me.
Ride.
"Scusami! non prendermi per pazzo!"
"Tranquillo.... mi piace!"
"Ho visto! hai fatto un lago sborrando!"
Ride ancora.

Quella notte abbiamo dormito abbracciati, lui dietro di me, nudi, col suo cazzo appoggiato al mio culo.
Per i due giorni successivi abbiamo passato il minor tempo possibile lavorando e mi ha scopato almeno tre volte al giorno. Quando sono tornato avevo il culo molto dolorante, ma ero anche molto soddisfatto, con buona pace del mio ragazzo dell'epoca.


Questo insieme agli altri racconti lo trovate nella raccolta che ho pubblicato su Amazon: titolo: La strada di L, autore: Giu Stinos.
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Votazione dei Lettori: 9.7
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