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Gay & Bisex

La mia prima sega fattami da uno sconosciuto


di cockam68
10.02.2018    |    16.859    |    11 9.0
"Per la terza volta presi il coraggio a quattro mani e gli risposi di sì..."
Tutto accadde in un pomeriggio d’state di qualche anno fa. Mia moglie era al mare con i suoi genitori, ed io quel sabato pomeriggio mi ritrovai da solo a casa. Ricordo che iniziai a navigare in internet alla ricerca di curiosità, quando mi imbattei in un sito dedicato alla masturbazione maschile. Attirato da qualche bella foto di nudo maschile (premetto che sono etero), cominciai ad esplorare meglio il sito ed infine mi decisi a fare l’iscrizione.
Prima di allora non avevo mai mostrato il mio cazzo a nessuno se non a mia moglie, ed ero curioso di confrontarlo con quello di qualche altro maschio, e così presi la macchina fotografica, abbassai la cerniera dei pantaloni ed iniziai a fotografarmi il pacco, che nel frattempo iniziò a gonfiarsi. Non contento, abbassai le mutande e presi a fotografarmi il cazzo in varie pose, dapprima barzotto, poi sempre più duro; tirai qualche colpo di sega, lo scappellai e lo fotografai anche completamente scappellato in piena erezione.
A quel punto avevo collezionato immagini sufficienti per creare un primo album di immagini erotiche da postare sul sito, e così feci, ansioso di vedere la reazione degli altri iscritti. Nel frattempo mi ero davvero eccitato e continuavo ad alternare colpi di sega a momenti di pausa durante i quali sfogliavo sul sito immagini di cazzi di tutte le forme e dimensioni.
Dopo un breve lasso di tempo iniziarono a piovere commenti incoraggianti sulle fotografie del mio cazzo, fino a quando un utente del sito mi inviò un messaggio privato con una serie di domande sui miei gusti, sulle mie abitudini, sui miei interessi in generale. Cominciammo a scambiarci diversi messaggi, fino a quando lui ruppe il ghiaccio e mi chiese che cosa stessi cercando su quel particolare sito; io gli confessai che ero etero e che ero semplicemente curioso di vedere il cazzo di altri uomini, dato che da adolescente non mi era mai capitato di vederne uno, e che se fosse capitato, magari sarei anche stato disposto ad un incontro reale. Egli, apprezzando la mia sincerità, mi disse che era gay, e che stava cercando incontri dal vivo per dare piacere a qualche uomo desideroso. Entrammo lentamente in confidenza, e piano piano avvertimmo che avremmo potuto fidarci l’uno dell’altro. Ovviamente visitai il suo profilo sul quale c’era un’unica fotografia del suo cazzo tozzo e peloso in erezione che non mi dispiaceva per niente.
Nel chiacchierare scoprimmo inoltre che non abitavamo tanto lontani, a non più di mezz’ora di macchina l’uno dall’altro, e quando mi chiese se ero disposto ad incontrarlo, per giunta senza impegni, avvertendo in qualche modo che avevo di fronte una brava persona, non resistendo alla curiosità, decisi di accettare il suo invito.
Rimisi il mio cazzo nelle mutande, chiusi a fatica la patta e mi misi in macchina. Durante il tragitto ero diviso tra un’eccitazione sempre più pressante ed il timore di trovarmi davanti ad uno sconosciuto, magari dovermi spogliare, non riuscire a rilassarmi a sufficienza da dare a lui e a me stesso un’adeguata soddisfazione.
Quando arrivai al luogo convenuto per l’appuntamento mi trovai davanti un ragazzo più o meno della mia età, un po’ più basso di me, leggermente più robusto, dallo sguardo affabile ed aperto. Avvertii subito nei suoi modi il tipico atteggiamento dei ragazzi gay, al quale non ero affatto abituato. All’inizio sentivo più imbarazzo che eccitazione, e mi resi conto che il mio cazzo si era decisamente ammosciato nelle mutande. Ci presentammo e mi chiese se potevamo andare con la mia macchina in un luogo appartato lungo il fiume lì vicino che conosceva lui. Gli risposi di sì e lo invitai a salire. Durante il breve tragitto cominciammo a chiacchierare di nuovo, anche se devo ammettere che parlava soprattutto lui, dato che io ero molto intimidito dalla sua presenza. Mi raccontò delle sue esperienze sessuali con altri uomini, dei suoi innamoramenti, delle sue vacanze al mare e degli incontri fortuiti con bei maschi, senza mai essere volgare. Mi descrisse i suoi sentimenti, più che le sue imprese sessuali, e questo non faceva che accrescere il mio disagio.
Arrivati vicino al fiume mi chiese di parcheggiare e continuammo a piedi lungo una strada sterrata che si inoltrava tra gli alberi sempre parlando delle nostre esperienze, io con mia moglie e lui con altri uomini. La passeggiata durò un po’, quindi avemmo il tempo di conoscerci un po’ meglio; ad un tratto mi spinse verso un sentierino laterale che scendeva quasi alla riva e che ci portò in mezzo ai cespugli, lontano da sguardi indiscreti.
Interruppe i suoi racconti e mi chiese se poteva appoggiare la sua mano sul mio pacco. Io, tremante per l’imbarazzo, ma deciso a provare una nuova esperienza, annuii con il capo senza proferire parola. Prima che lui avvicinasse la sua mano ai miei pantaloni mi sentii in dovere di avvertirlo che non gli garantivo di riuscire ad eccitarmi, dato che ero quasi paralizzato dalla paura e dall’imbarazzo. Sentivo il mio cazzo piccolissimo rintanato nelle mutande, e questo non faceva che aumentare i miei timori di deludere il mio nuovo amico.
Lui mi rassicurò dicendomi che era normale, dato che era la prima volta e che non si sarebbe offeso minimamente nel caso non fossi riuscito ad andare fino in fondo, e che anzi, se mi fossi sentito troppo a disagio avrei potuto fermarlo in qualsiasi momento, anche subito, se lo avessi voluto. Gli feci cenno di procedere, ed egli, dolcemente, appoggiò il palmo della sua mano sui miei pantaloni in mezzo alle mie gambe continuando a guardarmi negli occhi per percepire ogni mio segnale.
Il cuore mi saltò in gola, ma non feci nessun cenno di disappunto, ed il mio amico cominciò a far scivolare la mano sui miei pantaloni con un movimento circolare, arricciando leggermente le dita con l’evidente intento di intuire le forme del mio cazzo e delle mie palle. Io seguivo i movimenti della sua mano con lo sguardo cercando di concentrarmi, e quando finalmente le sue dita circondarono attraverso il tessuto l’asta del mio cazzo, sentii piano piano crescere il formicolio tipico dell’erezione che arriva. Confortato dalla reazione del mio corpo, mi rilassai ulteriormente lasciando libero sfogo all’erezione, la quale iniziò a farsi percepibile anche alla mano del mio amico che, sempre attraverso il tessuto dei pantaloni e delle mutande, non smetteva di massaggiarmi il pacco.
Avvertita la mia reazione, egli aumentò la pressione e prese a far roteare il mio cazzo nelle mutande fino a quando non arrivò a posizionarsi in verticale. A quel punto afferrò la cerniera dei miei pantaloni, mi guardò nuovamente negli occhi come a chiedermi il permesso, e ricevutolo attraverso un altro mio cenno, la abbassò completamente. Infilò le sue dita nella fessura ed iniziò a massaggiarmi l’asta ormai dritta attraverso il solo tessuto delle mutande, in su ed in giù, con pressione e velocità sempre crescenti, fino a quando ruppe gli indugi, e come se fosse stato casuale, impigliò il suo pollice nell’elastico dei miei slip lasciando libero il mio cazzo di saltar fuori.
Ebbi un sussulto, e per un momento, rendendomi conto che non avevo più veli e che il mio cazzo per la prima volta si trovava nudo davanti ad uno sconosciuto, la mia erezione si ridusse sensibilmente di intensità. Il mio nuovo amico si fermò un istante guardando incuriosito il mio cazzo che pendeva barzotto dall’apertura dei miei pantaloni; poi rivolse lo sguardo verso il mio viso e mi chiese se poteva continuare. Per la terza volta presi il coraggio a quattro mani e gli risposi di sì.
A quel punto si posizionò di fianco a me, indietro di un passo, afferrò il mio cazzo con il pugno chiuso, ed iniziò un lento movimento avanti e indietro. Il contatto diretto della sua mano sul mio cazzo nudo risvegliò la mia eccitazione, slacciai la cerniera ed il bottone dei pantaloni ed abbassai ulteriormente le mutande per liberare le palle che erano rimaste fino a quel momento compresse.
Il mio amico aumentò l’escursione del suo massaggio sul mio cazzo fino a quando riuscì a scoprire completamente la mia cappella turgida e rossa; strinse il pugno e con movimenti sempre più decisi e veloci sì accordò al movimento del mio bacino. Sentivo scorrere la pelle del mio cazzo lungo l’asta con la cappella che alternativamente veniva coperta e scoperta senza che io mi stessi masturbando. Abbassai lo sguardo e la vista del mio cazzo avvolto nella mano di uno sconosciuto che lo stava segando al posto mio mi mandò in estasi: bastarono un’altra decina di colpi ben assestati per far pulsare dall’interno il mio cazzo e far sgorgare dalla mia cappella una serie di fiotti caldi e lattiginosi che andarono ad inzuppare i cespugli e la mano del mio nuovo amico.
Egli mi chiese se poteva aspettare che il mio cazzo si abbassasse tenendolo in mano: gli risposi di sì, e quando finalmente l’erezione accennò a diminuire, estrasse un fazzoletto con il quale mi ripulì la cappella e l’asta, poi si pulì a sua volta la mano. Nel frattempo mi ricomposi, vestendomi, ma non ebbi il coraggio di chiedergli se avrebbe gradito che ricambiassi; neanche lui me lo chiese, e perso l’attimo, ci riavviammo verso la macchina riprendendo i nostri discorsi.
Mi sentivo appagato, ma mi rimase la curiosità di come sarebbe stato a mia volta stringere il cazzo di un uomo. Mi ripromisi che se mi fosse capitata un’altra occasione non me la sarei lasciata sfuggire.
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