Racconti Erotici > incesto > Uno scherzo telefonico
incesto

Uno scherzo telefonico


di cockam68
25.08.2019    |    25.826    |    14 9.4
"Il dottore mi chiese di descrivergli cosa vedevo..."
Il racconto che sto per narrarvi ha un fondo di verità, nel senso che lo scherzo telefonico e le scene iniziali sono ispirate ad un episodio realmente accaduto, mentre il finale è di fantasia.
Era da poco finita la scuola, credo avessi appena finito la prima liceo, quindi ero in piena adolescenza.
I miei genitori sono sempre stati molto pudici e riservati riguardo ai temi della sessualità, soprattutto mia madre. In famiglia non si sono mai affrontati in modo diretto ed esplicito argomenti relativi alle prime esperienze sentimentali di noi figli (ho due sorelle più giovani), né tanto meno sessuali. All'epoca non avevo ancora avuto esperienze di nessun tipo; l’unica esperienza che avevo sperimentato in campo sentimentale era stato un forte innamoramento per una mia compagna di scuola che non era stato corrisposto.
Era appunto finita la scuola, e come tutte le estati, passavo i primi giorni di vacanza a casa a riposarmi, a leggere e a fare qualche giro in bicicletta sotto casa. Una mattina, verso le undici, squillò il telefono, andò a rispondere mia madre. Il telefono era in cucina, e dalla mia camera dove stavo leggendo un libro, potevo sentire chiaramente le risposte di mia madre all'interlocutore dall'altro capo dell’apparecchio.
“Buongiorno dottore… Sì, mio figlio è in casa… Certo, se si tratta del suo bene sono disponibile… Vado a chiamarlo”.
Mia madre si affacciò alla porta della mia camera e mi disse che il dottore della scuola voleva parlarmi. Rimasi alquanto sconcertato: non ricordavo che a scuola ci fosse un dottore, e anche nel caso in cui ci fosse stato, non avrei ricordato di avere fatto la sua conoscenza. Guardai con aria interrogativa mia madre che mi incoraggiava ad andare a rispondere, e dopo qualche istante di esitazione presi in mano la cornetta del telefono e risposi.
Mi chiedevo se non avessi fatto qualche esame o qualche vaccinazione della quale non ricordavo nulla e che il dottore volesse riferirmene i risultati. Mia madre rimase in piedi di fronte a me: evidentemente il dottore le aveva chiesto di rimanere nelle vicinanze durante la telefonata.
“Pronto…” risposi con tono allarmato. “Pronto, sono il dottore della scuola, e nell'ambito di un programma di educazione, stiamo contattando tutti gli alunni della tua età” disse un uomo dall'altra parte del filo.
Rimasi muto e lo lasciai continuare. “Si tratta di un programma di educazione sessuale”. Io arrossii completamente, ero imbarazzatissimo. “Hai problemi se parliamo un po’?” mi chiese con un tono rassicurante. “…No…” balbettai.
“Bene. Tu sai cosa differenzia un uomo da una donna?” mi chiese il dottore. “Sì”, risposi prendendo il coraggio a quattro mani e cercando di vincere l’imbarazzo di fronte a mia madre che stava ascoltando “gli uomini hanno il pene, mentre le donne hanno la vagina”.
“Ottimo! Vedo che sei preparato! E sai come funzionano?” aggiunse. “Non nei dettagli…”. “Sai però che il tuo pisello non serve solo a fare la pipì, avrai già notato che in certi momenti diventa duro come un palo… hai già provato a sfregarlo con forza?” mi chiese ancora il dottore. Guardai mia madre, che nonostante l’imbarazzo, mi incoraggiava a rispondere al dottore. “Sì, lo so, ho provato a sfregarlo su e giù con la mano…” risposi abbassando lo sguardo.
Dopo una breve pausa il dottore insistette: “E cosa hai provato?” “Un piacere crescente, come un formicolio invadere il mio pisello fino a quando non riesco più a smettere di muovere la mano su e giù, ed infine una forte esplosione come se il mio essere volesse uscire attraverso di lui.” “E poi?” “Alla fine un liquido biancastro ed appiccicoso esce a getti dal suo foro in punta”
Mi madre sgranò leggermente gli occhi, ma non fece commenti, e cercò di mantenere un contegno il più composto possibile.
“Ottimo!” Rispose il dottore. “Questo significa che sei già un uomo, e che hai già sperimentato ciò che si chiama masturbazione”. “Quel liquido bianco è quello che se entra nel corpo di una donna fa nascere i bambini” mi spiegò con voce appena tremante il dottore.
“Hai già visto una donna nuda?” mi sentii chiedere dopo una breve pausa dalla voce al telefono.
“No, mai” mi affrettai a rispondere. “E ti piacerebbe vederla?”
“Beh… sì… sono curioso” risposi sempre più imbarazzato.
“Benissimo, allora non hai che da riferire a tua madre tutto ciò che ti sto per dire: non ti preoccupare, lei è preparata, le ho parlato poco fa” mi disse il dottore.
“Come è vestita tua madre?” mi chiese ancora il dottore.
“Ha una camicetta e la gonna” risposi mentre osservavo mia madre per la prima volta con occhi nuovi.
“Dille di sbottonarsi la camicetta” mi ordinò il dottore. “Mamma, il dottore dice di sbottonarti la camicetta” dissi obbediente a mia madre che continuava ad ascoltare la telefonata in piedi di fronte a me.
Mia madre, dopo un attimo di esitazione, iniziò a sbottonarsi la camicetta partendo dall'alto. La scollatura composta della sua camicetta lentamente si aprì lasciando intravedere il suo reggipetto bianco. Quando arrivò all'ultimo bottone tirò fuori i lembi della camicetta dalla gonna e si fermò aspettando nuovi ordini.
“Cosa vedi?” mi chiese il dottore. “Vedo la pancia di mia madre con l’ombelico profondo…”. “E poi?” “Più in alto vedo il gonfiore del suo seno coperto dal reggipetto”. “Ti piace quello che vedi?” mi chiese ancora il dottore. “Sì, molto” risposi.
“Bene, adesso dì a tua madre di sfilarsi la camicetta”. “Dice di sfilarti la camicetta” ripetei a mia madre.
Mia madre con naturalezza si sfilò la camicetta e la lasciò cadere sul pavimento. Il suo seno sempre coperto dal reggipetto si mostrò nella sua interezza a me, sempre più imbarazzato. Non sapevo se desiderare che il dottore riattaccasse o continuasse a dare ordini a mia madre.
“Adesso dì a tua madre di slacciarsi il reggiseno e di toglierselo” mi disse il dottore con voce decisa. “Mamma, devi toglierti il reggiseno adesso” riferii a mia madre quasi con un tono di scusa.
Mia madre, con uno sguardo rassicurante, facendomi capire che non avevo nulla di cui preoccuparmi, piegò le braccia dietro la schiena per andare in cerca del gancio del suo reggipetto, e quando lo trovò, vidi la pressione del tessuto sul suo seno allentarsi ed il suo indumento intimo abbassarsi fino a scoprire per intero il turgore del suo seno pallido sormontato dal rossore dei suoi larghi capezzoli.
Non potei fare a meno di sgranare gli occhi. In quel momento sentii il dottore ordinarmi:” Allunga una mano e accarezza il seno di tua madre”. “Dice che dovrei accarezzarti, mamma…” dissi a mia madre, la quale, per vincere il mio imbarazzo, mi prese la mano e se la portò al seno.
Quando sfiorai il seno che mi aveva allattato provai un brivido: quel gonfiore caldo ed i capezzoli leggermente eretti di mia madre dentro la mia mano sembrò che mi ordinassero di stringerli delicatamente, e così feci. Mia madre mi parve sciogliersi in un attimo di piacere e tenerezza, mentre tra le mie gambe sentii risvegliarsi il mio pene. Presi confidenza con il seno di mia madre incoraggiato dalle parole del dottore, passai ripetutamente la mia mano da una mammella all'altra sentendo i suoi capezzoli rizzarsi contro il mio palmo.
Lasciato passare qualche istante, il dottore mi ordinò di chiedere a mia madre di sfilarsi la gonna. “Adesso dovresti toglierti la gonna, mamma” dissi a mia madre con un tono un pochino più disinvolto: il gioco cominciava a non dispiacermi.
Mi madre non si fece pregare: abbassò la cerniera posizionata sul suo fianco sinistro, slacciò il bottone e lasciò cadere la gonna ai suoi piedi. Poi, come per fare un piccolo passo, uscì dall'anello di tessuto appoggiato sul pavimento, e si mostrò a seno nudo ed in mutande di fronte a me.
Il dottore mi chiese di descrivergli cosa vedevo. “Mia madre indossa solo più gli slip, bianchi di pizzo. In mezzo alle sue gambe, sotto il tessuto, vedo un triangolo scuro” riferii al dottore.
“Magnifico!” esclamò il dottore “vedo che l’occhio ti è già caduto sulla cosa più interessante!”. “Allunga una mano e accarezzala lì, dove vedi quel triangolo scuro sotto il pizzo, vedrai che le piacerà!” aggiunse il dottore con voce quasi rauca.
Titubai qualche secondo, poi, ancora una volta, mia madre mi prese la mano e la accostò al suo pube. Sentii sotto le dita scorrere il pizzo ruvido della sua biancheria intima sostenuto dal gonfiore di quello che immaginavo fosse la sua vagina. Mi madre divaricò leggermente le gambe, e senza aspettare gli ordini del dottore, guidò le dita della mia mano sotto il pizzo delle sue mutande.
Il dottore avvertì che stavo leggermente ansimando e mi chiese cosa stesse succedendo. “Sto infilando le dita sotto l’elastico degli slip, sento scorrere sotto le dita il pelo arruffato della vagina di mia madre… avverto come due grosse labbra umide a calde avvolgere il mio dito medio… sto entrando in una specie di caverna… Mia madre respira forte…”
“Sei un mago, anche se sei alle prime armi” mi sentii dire dal dottore. “Dille di togliersi anche le mutande!”
Questa volta disubbidii al dottore: invece di dire a mia madre di abbassarsi le mutandine, abbassando ulteriormente la mano in mezzo alle sue gambe, spinsi verso il pavimento l’ultimo velo che copriva il suo corpo.
La sua vagina si presentò di fronte a me: una peluria castana con folti riccioli copriva il suo basso ventre, mentre in mezzo alle sue gambe scorsi due grosse labbra carnose e scure che sporgevano. Infilai le mie dita propri lì in mezzo, ancora guidato dalla mano di mia madre che mi invitava a farle scorrere in su ed in giù. Quando tornai all'estremità superiore di quelle labbra meravigliose avvertii sotto i polpastrelli una grossa sporgenza, quasi un pene in miniatura.
“Dottore, ma anche le donne hanno il pene?” chiesi incuriosito al dottore dall'altra parte della cornetta, mentre indugiavo con le dita su quella curiosa sporgenza del corpo di mia madre. “In un certo senso, sì” mi rispose il dottore.
Poi avvertii una voce femminile in sottofondo che diceva al dottore: “Cosa stai combinando ancora al telefono!?!” e la comunicazione si interruppe bruscamente.
Io avevo ancora l’altra mano in mezzo alle gambe di mia madre. Ella mi guardò con aria interrogativa, come a chiedermi spiegazioni sul fatto che mi ero fermato. È caduta la linea” le dissi mentre appoggiavo la cornetta sul telefono.
“Beh, adesso è troppo tardi per fermarsi: già che ci siamo, voglio mostrati una cosa. Continua ad accarezzarmi, fai ruotare le dita su quella piccola sporgenza della mia vagina che si chiama clitoride, poi entra dentro di me con il medio e piegalo contro le pareti interne del mio corpo…”
Ubbidii a mia madre ed eseguii con molta dedizione, ma anche con l’affetto che lega un figlio alla propria mamma, tutti i movimenti che mi aveva suggerito.
Aumentai la pressione del palmo della mia mano contro il suo pube caldo, il suo clitoride si scappellò e divenne molto umido e scivolo, allora immersi due dita fra le labbra carnose della vagina che mi aveva partorito quattordici anni prima ed iniziai ad esplorarla.
Mia madre cominciò a mugolare, facendomi intuire che le stavo dando un piacere enorme, poi cominciò ad ansimare sempre più forte, chiedendomi di accelerare leggermente il massaggio che le stavo facendo, fino a quando emise un urlo soffocato, sentii il suo ventre contrarsi due o tre volte, per poi rilassarsi quasi di colpo. Mi prese dolcemente la mano e mi invitò a sfilarla dalla sua vagina allagata di umori dolciastri.
Rimasi esterrefatto. Chiesi a mia madre se stesse bene. Ella mi rispose che non era mai stata meglio in vita sua e mi tranquillizzai un poco.
Quando riprese fiato la osservai, ancora completamente nuda, mentre scrutava il mio corpo dall'alto in basso. Notai che il suo sguardo si fermò verso il basso, mentre fissava il gonfiore che era cresciuto in mezzo alle mie gambe sotto i pantaloni.
Non disse una parola, ma con la dolcezza e la delicatezza che solo una madre può avere nei confronti del proprio figlio, allungò una mano verso il mio pube già turgido, constatò che ero già molto eccitato con una leggera carezza, ed abbassò la cerniera.
Non ebbi il tempo di pensare: ero già troppo coinvolto dalla situazione che si era venuta a creare, e la lasciai fare.
Mia madre si inginocchiò di fronte a me, e con le sue dita delicatissime frugò nell'apertura dei miei pantaloni. Per facilitarle il compito divaricai le gambe, e finalmente sentii la pressione esercitata dal tessuto dei miei slip sul mio pene eretto allentarsi nel momento in cui mia madre riuscì ad abbassarli attraverso la cerniera aperta.
Il mio pene si rizzò di fronte al viso di mia madre che si compiacque e mi disse:” Però, com'è cambiato da quando ti cambiavo i pannolini o ti facevo il bagnetto fino a qualche anno fa!”
Non le risposi, ma continuai a lasciarla fare. In condizioni normali mi sarei vergognato come un verme a farmi vedere nudo di fronte ai miei genitori, soprattutto di fronte a mia madre, ma quella strana telefonata aveva surriscaldato l’atmosfera.
Mia madre slacciò la mia cintura e mi abbassò sia i pantaloni che gli slip, in modo da avere accesso anche ai miei testicoli. Iniziò a massaggiarmeli dolcemente facendoli scorrere da una parte all'altra e strizzandoli con delicatezza. Pochi istanti dopo impugnò il mio pene ed iniziò a far scorrere la pelle in su ed in giù, fino a quando con un movimento appena più esteso, riuscì a scappellarlo completamente.
Il massaggio di mia madre sul mio pene era di una dolcezza, ma allo stesso tempo di una sensualità che non mi sarei mai aspettato da lei. Accelerò i suoi movimenti mentre indirizzò il mio pene dentro la sua bocca. Quando sentii il calore umido della sua lingua che avvolgeva come in un abbraccio la mia cappella ebbi un brivido che percorse tutto il mio corpo. Non potei resistere dal raccogliere i capelli castani di mia madre dietro la sua nuca ed invitarla come in un abbraccio a spingersi contro di me ancora di più.
Il mio pene scomparve tra le sue labbra umide più e più volte al ritmo sempre più veloce che le suggerivo con il mio abbraccio introno al collo. Nel frattempo, avvertivo il mio pene come risucchiato dentro la sua bocca grazie alla sua pressione contro il palato esercitata dalla lingua.
La scossa finale la ebbi quando mia madre, mentre il mio pene continuava a scorrere avanti ed indietro nella sua bocca, strizzò ancora una volta i miei testicoli. Il piacere ed il formicolio che avevo descritto al dottore qualche minuto prima al telefono percorse il mio pene dai testicoli fino a raggiungere la cappella.
Nel momento in cui la invase completamente, mia madre aprì leggermente le labbra mostrando il mio pene appoggiato alla sua lingua, diede due o tre massaggi più estesi ed intensi al mio membro come per mungerlo, e vidi quattro o cinque fiotti del mio sperma uscire con violenza dalla mia cappella in esplosione depositarsi sulla lingua di mia madre. Non potei fare a meno di inarcare il bacino in avanti come a penetrare più in profondità nella bocca di mia madre, e sentii la grande liberazione percorrere tutto il mio corpo.
Mia madre ingoiò parzialmente il mio sperma, mentre qualche goccia le colò sul seno nudo che la stimolò ad accarezzarsi nuovamente.
La invitai ad alzarsi e la baciai sulla bocca teneramente come solo un figlio sa fare, assaporando il sapore del mio corpo.
Facemmo un patto: quello sarebbe stato il nostro segreto e la nostra unica lezione di sesso pratico. Fui molto grato a mia madre, anche se avvertii che la situazione non era normale e che non sarebbe stata una cosa da ripetere in futuro.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Uno scherzo telefonico:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni