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La passione di una vita


di dioneo
19.11.2010    |    36.575    |    0 6.9
"Più volte in quei giorni mi masturbai, pensandola e spiandola in bagno; la mia passione per i suoi piedi era rimasta tale e un pomeriggio mentre era al..."
Questo racconto è più che altro lo sfogo di un ansia, il modo per ovviare a solitarie ore di treno, in cui il pensiero va a mia cugina e alla sua incapacità di mantenere un segreto. Sono le 9:27 il treno dalla stazione di Salerno è appena partito e io mi accingo a scandagliare il mio timore. La storia che racconto è accaduta 2 giorni fa ma il compimento ha un antecedente che mi riporta a quando avevo cinque o forse sei anni, la mia compagna di giochi é mia cugina che allora avrà avuto sedici o diciassette anni, per intenderci è più grande di me di undici anni. La storia di una vita, tuttavia per motivi di tempo e spazio cercherò di essere il più sintetico possibile. Tradizione della mia famiglia è quella di passare le feste comandate in riunione con i parenti. Facendo un breve preambolo degli anni addietro, ricordo le mie prime, se si può dire, esperienze sessuali con l'altro sesso. Il mio amore per mia cugina è cosa atavica, provavo pulsioni sessuali nei suoi confronti già alle elementari o forse prima, sebbene i ricordi non siano nitidi, alcune vicende sono ormai parte delle leggende di famiglia, e vengono ancora raccontate, tra cui questa, in cui in maniera molto spontanea, non avendo alcuna nozione di malizia ed etica, durante questi pranzi rincorrevo davanti a tutti con il pistolino di fuori la mia bella cugina, la mia passione era strofinarglielo contro le gambe, forse per l'enfasi con cui viene raccontatta e ricordata che ancora a volte ricordo quel piacevole brivido. Per quanto mi riguardava eravamo fidanzati, non avevo nozioni d'incesto, non mi curavo minimamente dei gradi di parentela, per me era una bella bionda con le caratteristiche che amo ancora oggi in una donna, la magrezza, la sinuosità delle forme e il bel piede, si intenda che ora sto razionalizzando, allora apprezzavo questi parametri in maniera assolutamente inconscia. Proseguendo il racconto dele vicende ricordo che dopo quei lunghi pranzi che si svolgevano sempre dai miei abitando nella bella casa dei nonni, mia cugina andava a riposare nella camera dei miei genitori; entravo furtivamente quasi subito, principiavo con il prendere le sue scarpe ne annusavo avidamente il profumo, per salire poi sul letto. lei faceva sempre finta di dormire era improbabile che dopo pochi attimi già dormisse, mi mettevo vicino a lei e poco alla volta forse per timore, forse no, non so spiegarmi quel rituale che si compiva sempre allo stesso modo, accavallavo la mia gamba alle sue, posizionando il pistolino duro a contatto con le sue belle coscie, sia io che lei rimanevamo fermi fino ad addormentarci. In altre occasioni mi spingevo oltre fino a mettermi a cavalcioni sul suo culo, quello che mi interessava ripeto, non avendo consapevolezza, era esclusivamente il contatto del pistolino con il suo corpo, sentirne il calore, le toccavo quel meraviglioso pezzo di carne, ma in queste occasioni lei mi scostava, sapendo negli ultimi periodi per timore che entrassero i rispettivi genitori, o comunque occhi indiscreti. Il tutto si concludeva in questo modo, io ero fortemente attratto da lei, ci davamo baci a timbro sulle labbra anche davanti ai parenti, per strada, cosa piuttosto normale tuttavia, anche se in un occasione mentre eravamo a letto, in cui lei faceva finta di dormire apri gli occhi mi guardò e baciandomi mi mise la lingua in bocca, fu allora che compresi per la prima volta l'essenza del sapore.
Queste splendide vicende si conclusero quando avevo sette, otto anni, mia zia si ammalò e le cure che durarono più di un anno, non mi permisero di dar sfogo alla mia passione, nel contempo mia cugina si fidanzò e non riuscii più a trovare quella complicità.
Negli anni sono diventato meno sfacciato, per non dire timido nei confronti di mia cugina, risultato aimè, di una morale e di una assurda educazione del vivere socialmente accettabile. Credo che l'etica e la morale siano i mali più grandi che la mente umana abbia potuto concepire.
Tuttavia negli anni a seguire in particolare quando ero in fase adolescenziale, non so se per gioco o perchè sentitamente provato, mi faceva apprezzamenti , mi si rivolgeva dicendomi - che bel cugino, se solo non fossi mio cugino...
non trovandoci mai soli e sempre in presenza di altre persone, dalla vergogna avvampavo, risultato sempre di quegli assurdi insegnamenti che la società impone; le mie risposte erano delle solitarie seghe pensando a lei. Il tutto proseguì in questo modo per anni, lei costantemente fidanzata e sebbene cercassi e pensassi al modo di scoparmela, mi frenava la sua personalità molto fragile, ingenua, ma soprattutto estremamente influenzata dai suoi genitori, permetteva loro di partecipare attivamente alla sua vita, in quella casa non si possedevano segreti, tutti sapevano la vita di tutti, non che disprezzi questa condizione di libertà nelle le famiglie, ma in quel caso era un incapacità di vivere, il ricercare costantentemente il sostegno e il consiglio, lo scaricare esperienze e percezioni, quasi avvertite come un peso.
Oggi a 37 anni dopo un lungo periodo depressivo a causa di un fallito matrimonio, vive ancora dai suoi. Arrivo al punto, ritornato da Roma a ottobre di quest'anno, ho preso in affitto un appartamentino adibito anche a studio, chi ha letto il racconto precedente sa che mi sono diplomato all'accademia di belle arti e ora sto cercando in qualche modo di lavorare.
Dopo un pò che ero ritornato ebbi modo di vedere mia cugina, mi raccontò che stava lavorando presso uno studio legale e sebbene abitasse ancora dai suoi stava cercando di affrancarsene, lei proposi che avrebbe potuto appoggiarsi da me ogni tanto e quando la convivenza si faceva più dura. passate un paio di settimane, mentre mi trovavo a roma mi contattò su facebook chiedendomi se poteva stare un pò da me; le risposi che poteva tranquillamente prendere le chiavi dai miei e andare quando voleva. Ritornato dopo qualche giorno da Roma la trovai sul divano a guardare il grande fratello...che tristezza. ci salutammo, discutemmo un pò dei suoi problemi e invano provai a darle consigli. Passarono due giorni relativamente sereni, lei era quasi sempre al lavoro, si rivolgeva a me con tono scherzoso continuando a dire - che bel cugino che ho, se solo non fossi mio cugino.
La mia passione per lei è rimasta immutata negli anni, ma il timore di fare una figura di merda con i parenti vista la sua labilità non mi concede di comportarmi liberamente. Mia cugina è bona, certo non più il fisico di quando aveva diciassette anni, ma quello che mi piace è li dove lo avevo lasciato.Più volte in quei giorni mi masturbai, pensandola e spiandola in bagno; la mia passione per i suoi piedi era rimasta tale e un pomeriggio mentre era al lavoro, con un suo perizzoma preso tra i panni sporchi e messomelo in bocca e una scarpa in mano mi feci un segone sborrando dentro. Il pomeriggio del terzo giorno mentre ero sotto la doccia entra in bagno, il vetro del box è opaco e sebbene non riuscissi a vedere quasi niente cominciai a fantasticare, uscii lei era allo specchio a truccarsi , non era vestita del tutto, le diedi una pacca sul culo, lo avevo fatto altre volte non disse nulla, le ricordai sorridendo quando da piccolo la rincorrevo col pistolino di fuori, sempre truccandosi mi guardò dallo specchio sorridendomi, e con la stessa naturalezza, ero in accappatoio, mi avvicinai appoggiai il basso ventre contro il suo culo, il mio cazzo che era diventato duro quando ancora ero sotto la doccia, rimasi per qualche secondo, lei mi guardo nuovamente dallo specchio e facendo un sorriso compiaciuto, sentii che avevo toccato il suo orgoglio, si sentì apprezzata seppure in un modo che qualcuno può ritenere volgare, mi spinse col culo allontanandomi, dicendo che da allora le cose erano un po cambiate, alludendo io credo anche al mio cazzo, uscì dal bagno ultimò di vestirsi e andò al lavoro. Rimasto solo dopo essermi fatto una sega pensando al suo culo uscii anch'io. Ritornato a casa la trovai a guardare la tv, notai qualcosa di diverso, lo capii dal modo in cui mi guardava ma ebbi subito la conferma da una sua domanda, ma tu mi trovi attraente?un po imbarazzato e con tono scherzoso replicai che non era il mio tipo, il contatto con il mio pene dopo un matrimonio finito male la fece sentire nuovamente desiderata,ma aveva bisogno di conferme, o forse voleva rompere solo il ghiacco, ma sia il mio che il suo sorriso dimostrarono l'assoluta infondatezza della risposta. Andai in camera decisi di mettermi comodo anch'io, indossai una tuta, dopodichè mi sedetti sul divano a guardare la tv con lei. Era quasi stesa, la parte alta del busto poggiava sul bracciolo e io ai suoi piedi. Guardandola, sorridendo le domandai come era andato il lavoro e mentre mi rispondeva non curandomi minimante di quello che dicesse, presi i suoi piedi li portai sulle gambe facendomi spazio presso di lei, mentre parlava e intuiva probabilmente quello che stava accadendo mi inoltrai sempre di più verso di lei fino ad arrivare a stendermi accanto. Non appena le mie mani toccarono i suoi piedi il mio cazzo si fece visibilmente duro, se ne acccorse molto probalìbilmente essendo io in tuta, e come in un gioco di reminescenze non disse nulla. Guardando la tv mi diede le spalle, piegò le ginocchia al petto schiacciandomi contro la spalliera del divano. La mente ritorno indietro nel tempo, la situazione era molto simile a quelle di venti anni prima, stetti fermo in quella posizione per tre quattro minuti, il cazzo le sfiorava una chiappa, poteva sentirlo tranquillamente, poi accavallai una gamba sul suo culo facendogli sentire bene il cazzo, inizialmente non disse nulla, poi con dei colpetti impercettibili iniziai a spingere, contraevo e decontraevo il pene, poteva sentire il mio cazzo che batteva solo per lei, mi avvicinai nell'incavo del collo, annusai i suoi capelli, sentivo che ci stava. Il gioco era stupendo, fermi nel tempo rimanemmo per qualche istante, osai, appoggiai una mano ai fianchi facendola poi muovere su tutta la parte superiore del corpo, afferai una tetta, aveva reggiseno e maglia e sentivo distintamente il suo capezzolo duro; sempre da dietro mi spinsi oltre con la faccia, cercai la sua bocca; mi ammonì - non siamo più bambini!
le risposi che lei non lo era mai stata, e che allora aveva diciassette anni, il bambino ero solo io. Immediatamente inarcò la schiena e spingendomi con forza il culo contro il cazzo si voltò, mise una coscia tra le mie gambe e con una mano finalmente e per la prima volta mi prese le palle, aprii la bocca con un espressione di godimento, i nostri volti erano vicinissimi, i suoi occhi sorridevano, mia cugina aveva una faccia da zoccola indicibile, finalmente mi tocchi il cazo le dissi, si avvicinò, mi baciò ad occhi aperti, sempre guardandoci mi infilò la lingua in bocca, era grande e carnosa, il suo sapore era forte e delicato allo stesso tempo, a differenza di molte altre bocche, il suo gusto era per me molto evocativo. Rimanemmo a guardarci, baciarci, facendo stusciare i nostri corpi, finalmente, non dimentico della sua labilità, potevo disporre di mia cugina; sebbene il sesso fosse il compimento del rapporto volevo godermela, guardarla, gustarla al tatto, da sopra i vestiti godevo di quel gusto di proibito, di quella cosa che poteva diventare oggetto di vergogna se solo raccontata. Mia cugina forse per il mio stesso piacere cominciò a muovere la mano tra le mie gambe, mi toccava lentamente le palle e il cazzo, poi iniziò a masturbarmi attraverso la tuta evitando un contatto diretto con la mia carne; le presi la testa in mano la baciai avidamente toccandole i capelli, presi la coscia portandola sul mio fianco, infilai le dita in quel culo carnoso, aveva un pigiama molto largo e sottile, le penetrai la figa con il pollice, il tessuto venne risucchiato da quela tanto bramata voraggine; il suo respiro si fece affannoso, si rigirò dandomi le spalle, provò a svestirsi, la fermai, eravamo al punto di partenza, lei aveva le ginocchia piegate, le abbassai la parte di dietro del pigiama, toccai finalmente la sua figa nuda, un brodo di piacere si riversò tra le dita, era grande e carnosa, e con le estremità ben lubrificate di piacere le infilai piano un dito nel culo, l'odore del suo culo sudato aveva il profumo di una cucina etnica, quel profumo si riversò nella mia bocca, potevo assaporarlo, potevo quasi dargli una forma. Abbassai i pantaloni al ginocchio, senza infilarlo appoggiai il cazzo tra le coscie, lo strusciavo come anni prima lo strofinavo contro le sue gambe, lo passavo dirigendolo con la mano contro le labbra, il clitoride, per poi cominciare ad infilarglielo tra le coscie calde, finchè con un suo movimento la capocchia trovò la strada giusta, non era tanto l'enorme calore che provai in tutto il corpo quanto quella passione brutale che dopo una vita trovava compimento, la penetrai lentamente cercando di assaporare ogni millimetro del suo ventre, quel lento movimento , il suo calore interno , quei capelli che mi avvolgevano il volto, mi rivelarono il profondo amore che provavo per lei. Cominciai a scoparle la figa in modo lento e pasionale,sebbene i movimenti non erano liberi, ci muovevamo all'unisono, con il cazzo ancora dentro si mise su di me dandomi le spalle, tolse la maglia, mi avvicinai alla sua schiena, la baciai, la morsi amavo quel corpo, lo desideravo da sempre, la presi dalle tette tirandola su di me, eravamo uno sull'altra, girò la testa ci baciammo a lungo, ma con un movimento brusco il mio cazzo uscì, si alzò in piedi, tolse completamente la parte di sotto del pigiama, sfilai anche la mia tuta, si avvicinò al cazzo abbassandosi, lo leccò lo prese in bocca, la tirai a me volevo sentire il sapore del mio cazzo nella sua bocca, si mise su di me a smorzacandela, afferrai un piedi portandolo alla faccia, si muoveva ritmicamente e parimenti assecondavo il movimento tirando e rilasciando la gamba, continuammo così finchè lei arrivò, anche il mio piacere stava per espodere e a fatica cercai di rilassare i muscoli pelvici per ritardare l'eiaculazione, la feci stendere sul divano, volevo assaporare i suoi umori entrai con la faccia tra le sue coscie, lei prese a segarmi, succhiai con forza il suo clitoride, con un grido arrivò nuovamente, riuscii a bere l'equivalente di una tazzina da caffè, il suo sapore era tanto forte che mi sentii ubriaco, non potevo controllare più nulla, accellerò il movimento della mano stavo arrivando le chiesi se potevo arivarle in faccia, tirò a se il cazzo e in un attimo le ricoprii il viso e i capelli; mi accasciai su di lei avvicinandomi al suo volto, la perversione fu tanta che cominciai a baciare il mio stesso seme che ora si confondeva con il sapore del suo piacere e della sua bocca, rimanemmo per oltre mezz'ora in quella posizione a leccarci la faccia, a baciarci, eravamo appiccicosi e il tutto era contornato da un odore acre di umori e sudore. Senza lavarci ci rivestimmo parzialmente e prendendo del cibo ci rimmettemo sul divano. Quello che era cominciato come un bel gioco di reminescenze era sfociato nell'appagamento di un amore rimasto sopito per anni, mia cugina si era rivelata una compagna di gochi perversa e viziosa; giocammo per tutta la sera con il cibo, masticandolo e passandolo nella bocca dell'altro, sputandoci addoso tutto quello che trovavamo in frigo, per poi mangiarlo masticarlo e risputarlo. La serata si concluse dopo una nuova scopata, non come la prima, questa per qualche ragione fu rabbiosa.
al mattino seguente le cose non erano tanto idilliache, mia cugina era in preda all'ansia per quello che era succeso, come se si fosse rotto l'incantesimo; dopo essersi lavata andò al lavoro dicendomi che probabilmente non sarebbe ritornata per il pranzo, non tornò neanche per la cena. Oggi è il giorno seguente e in preda all'ansia sono qui sull'intercity per Roma, a sperare che riesca a mantenere il segreto.
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