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incesto

la palestra in casa


di Elisic
01.03.2019    |    23.857    |    22 9.8
"Non riusciva a muoversi lo sguardo fisso sulla mano del ragazzo che andava avanti e indietro sul membro..."
Fiorella aveva sempre lavorato a tempo pieno e aveva cresciuto due figli oltre a prendersi cura del marito. Adesso, alla soglia dei 50, la figlia grande era andata all’università in un’altra città, il marito sempre fuori per lavoro, le era rimasto a casa il piccolo. Piccolo per modo di dire visto che a 17 anni era alto quasi uno e novanta e le spalle da nuotatore lo facevano sembrare ancora più grosso.
La piccola semmai era lei che superava di poco il metro e sessanta ma si manteneva ancora in perfetta forma, il seno, malgrado fosse una quarta abbondante, grazie a dio si manteneva sodo e pieno, il ventre piatto, unica pecca, almeno per lei il sedere, un po’ ingrossato ma sembrava gli uomini lo apprezzassero. Con il figlio condividevano la passione per lo sport tanto che si erano attrezzati in casa una piccola palestra, lei più che altro utilizzava il tapis roulant il figlio panca e pesi.
Riccardo a dispetto dell’aspetto imponente era un ragazzo affettuoso, timido e pudico. Un po’ le assomigliava, come lei difficilmente andava svestito per casa ma si trovavano spesso in palestra insieme e aveva potuto notare che stava crescendo molto bene.
La loro vita durante la settimana era una routine ben collaudata, tornata dal lavoro si trovavano spesso in palestra insieme, poi preparava la cena, e dopo cena faceva la doccia per prima, lasciando poi la doccia libera per il figlio che era di una lentezza esasperante. Spesso era così stanca che si addormentava sul letto mentre guardava la tv.
Per evitare di dormire con l’accappatoio umido aveva preso l’abitudine di indossare subito la camicia da notte.
Ultimamente aveva notato in Riccardo i cambiamenti tipici dell’adolescenza. Il cambiamento del corpo, le prime pelurie, la distrazione e aveva cominciato a trovare biancheria e lenzuola sporche di un liquido appiccicoso. Quando erano insieme in palestra e lui era sdraiato sulla panca aveva notato che il rigonfiamento dell’inguine era cresciuto notevolmente. Lei cercava di vestire più coperta del solito ma quando correva sul tapis il seno le ballava in maniera evidente e non poteva farci nulla, aveva provato con reggiseni più rinforzati ma l’unico risultato era che soffriva di più ma il seno le continuava a ballonzolare.
Con l’arrivo dell’estate la situazione si fece più critica, sia lei che lui, per forza di cose andavano più svestiti e certe caratteristiche fisiche erano evidenziate.
Riccardo malgrado la timidezza e l’affetto che provava per sua madre, a causa delle tempeste ormonali che lo squassavano non riusciva a non vedere la madre come una donna, malgrado non fosse molto alta era proporzionata e in forma, il seno abbondante e la rotondità del sedere la rendevano provocante e sexy. Tanto che era diventata il sogno erotico dei suoi amici, lui dapprincipio si era arrabbiato con loro, per gelosia, ma poi aveva accettato la cosa e anzi li prendeva in giro visto che lui poteva godersela più a lungo e rubare visioni più naturiste. Non che lei in casa andasse in giro seminuda ma le occasioni non mancavano, per esempio quando usciva dalla doccia e magari l’accappatoio si apriva leggermente o quando si spalmava la crema sulle cosce o sul ventre con addosso solo la biancheria intima. Dapprima con un poco di vergogna e qualche tabù aveva cominciato a dedicarle le sue seghe, ma ormai aveva vinto queste sue reticenze e lei era l’unico soggetto delle sue masturbazioni. Cercava di rubare qualche visione di lei e poi si immergeva nelle sue fantasie. E sporcava di tutto, pigiami, lenzuola, mutandine.
Quando in palestra vedeva quello splendido seno ballonzolare vincendo la forza di gravità o le gonfie labbra del suo sesso disegnate dalle tutine attillate, gli diventava così duro che a volte era venuto nelle mutande, di fronte a lei senza neanche toccarsi.
Quando era sulla panca faceva in modo che il gonfiore del suo pacco fosse ben in evidenza ma sembrava lei non lo notasse nemmeno. Aveva notato, non sapeva se a causa dei suoi comportamenti, che lei stava più attenta a coprirsi. Ma i vestitini più corti e leggeri, le camicie da notte più corte e sottili. Tutto congiurava contro di lui che si trovava in perenne erezione. La sera approfittando della sua stanchezza aveva preso l’abitudine di farle qualche foto mentre era addormentata sul letto e poi masturbarsi in camera guardandole. Ma una sera uscito dalla doccia con ancora indosso l’accappatoio, passando davanti alla porta della camera dei suoi fu folgorato da una visione paradisiaca. La posizione in cui si era addormentata aveva fatto sì che la camicia da notte le fosse risalita sui fianchi e il suo splendido sedere era completamente esposto, coperto solo dal sottile filo del perizoma che spariva nel solco tra i glutei. A quella visione gli venne un coccolone, malgrado si fosse masturbato sotto la doccia gli era tornato duro e malgrado il rischio si apri l’accappatoio, se lo prese in mano e cominciò a masturbarsi sul ciglio della porta sperando di non essere visto.
Forse un rumore improvviso, o a causa di un po’ di freddo lei si risvegliò, apri lentamente gli occhi ma tutto sembrava normale poi guardando lo specchio difronte a lei vide qualcosa di strano sulla porta alle sue spalle, non capiva bene, si concentrò, poi grazie alla variazione della luminosità della televisione ancora accesa si rese conto di quello che stava succedendo. Sull’uscio della porta c’era suo figlio Riccardo che si stava masturbando guardandole il sedere. Non sapeva che fare, era imbarazzata ma allo stesso tempo ipnotizzata dalla visione. Non riusciva a muoversi lo sguardo fisso sulla mano del ragazzo che andava avanti e indietro sul membro. Da lì non poteva rendersi bene conto della dimensione ma a giudicare dall’ampiezza dei movimenti doveva essere notevole. Con orrore si rese conto che i capezzoli le si stavano indurendo, non fece in tempo a sentirlo che il ragazzo esplose il suo piacere e fuggi verso camera sua.
Fiorella restò interdetta, ma cosa le era successo? Era stato un sogno? Ma i capezzoli ancora turgidi le dicevano di no. Come era possibile che fosse successa una cosa del genere? Perché non si era coperta e alzata urlando al figlio? Perché non si era ancora alzata e andata da lui a rimproverarlo e metterlo in punizione per un atto così irriverente? Va bene avere gli ormoni in subbuglio ma masturbarsi guardando il sedere della madre era troppo! Ma malgrado tutta questa razionalità non riusciva a muoversi, non solo il gesto l’aveva lusingata, l’aveva fatta sentire attraente e desiderata ma ancor peggio la cosa l’aveva fatta eccitare e al suo corpo sembrava non interessare che la causa di tutto fosse suo figlio.
Fiorella passò una notte agitata, funestata da sogni e incubi terribili. La mattina dopo tutto sembrava normale, preparò la colazione al figlio, si salutarono come se non fosse successo nulla. Era venerdì e la sera rientrò il marito e tutto tornò alla normalità anche se Fiorella dentro sentiva un’inquietudine che non la lasciava vivere.
Temeva e non vedeva l’ora che arrivasse il lunedì, aveva deciso che avrebbe affrontato il figlio e avrebbe chiarito tutto. Ma al dunque si comportò normalmente come se nulla fosse accaduto. Voleva affrontarlo ma una parte molto nascosta e intima di lei glielo impediva. Così i due tornarono alla routine, dopo cena lei fece la solita doccia e si mise la camicia da notte, poi mentre lui a sua volta si faceva la doccia si mise sul letto a guardare la tv ma quella sera, al contrario delle altre non si addormentava. I minuti passavano sentiva l’agitazione crescere in lei, cosa avrebbe fatto il figlio vedendola lì sul letto? Quando sentì la doccia chiudersi, senza neanche sapere il perché fece una follia, tirò su la camicia da notte mettendo in mostra il sedere come qualche sera prima e fece finta di dormire.
Il figlio era agitato anche lui, quel gesto folle di masturbarsi guardando il sedere della madre l’aveva fatto godere come non gli era capitato prima. Era terrorizzato ma evidentemente gli era andata bene, la madre dormiva e non si era accorta di nulla. I giorni passavano e lui si sentiva più tranquillo e sicuro di sé. Aveva passato il fine settimana a segarsi ripensando a quella visione. Adesso aveva una nuova opportunità e anche se era terrorizzato che la madre lo cogliesse sul fatto non poteva rinunciarci.
Lei con gli occhi socchiusi sorvegliava attraverso lo specchio la porta. E come quel famoso giorno vide arrivare il figlio, lo vide aprire l’accappatoio e cominciare a toccarselo.
Riccardo col cuore in gola si avvicinò alla porta della camera della madre e guardò dentro. Lei era lì, sul letto, adagiata su un fianco, le gambe leggermente piegate in avanti, in quella posizione la corta camicia da notte era risalita sui fianchi mettendo in mostra il suo splendido sedere. Questa notte indossava un perizoma diverso, era fatto da tre sottili fili che si univano in un piccolo anello dorato alla base della spina dorsale. I fili erano talmente sottili che dava l’impressione di essere nuda.
Fiorella guardava lo specchio ipnotizzata, vedeva la mano del figlio percorrere il proprio membro e a ogni movimento della mano lei sentiva un fremito che la percorreva. Perché le stava accadendo una cosa del genere? Era sbagliato e immorale ma non riusciva a farci niente, era come in trance. Come la volta precedente il figlio eiaculò, questa volta forse sentendosi più sicuro, visto che non era stato scoperto, resto un poco più a lungo a rimirare il corpo della madre prima di andare in camera.
Appena sentì chiudere la porta della camera, lei ricomincio a respirare, non se ne era resa conto ma aveva trattenuto il fiato tutto il tempo. Questa volta non solo i capezzoli erano turgidi ma sentiva un incredibile calore tra le gambe. Quando scese con la mano tra le cosce, si accorse che era completamente bagnata, le basto accarezzarsi per un breve istante e .....ebbe un orgasmo.
Ma cosa le stava succedendo? La prima volta era stato un caso ma questa volta l’aveva provocato. Si sentiva sporca ma allo stesso tempo come sospesa in una nuvola.
Malgrado tutto passò un’altra notte agitata e un sonno popolato da sogni e incubi.
Anche la giornata al lavoro trascorse in uno stato di agitazione e inquietudine. Tornata a casa tutto si svolse nella normalità più incredibile, non riusciva a capire come ciò potesse avvenire. Erano madre e figlio che facevano le cose di tutti i giorni ma di lì ad un paio d’ore sarebbero successe cose inconfessabili. Il copione era sempre lo stesso, mentre il figlio faceva la doccia, lei si sdraiava sul letto a guardare la tv, sempre sdraiata su un fianco con il sedere esposto, ma quella sera, poco prima che lui uscisse dalla doccia fece qualcosa di assurdo e irrazionale, si tolse le mutandine per esporsi completamente e farsi guardare da lui.
Quando lui si affacciò non credette ai suoi occhi, la madre era lì sul letto, addormentata come ogni sera ma stasera non indossava le mutandine!
Poteva ammirare il solco tra i glutei aperto e libero, la rosellina del buchino e le grandi labbra gonfie. Era come ipnotizzato e calamitato da quella visione, questa volta non si fermò sull’uscio, entro e si avvicinò al letto. Si aprì l’accappatoio e cominciò a toccarsi.
Quando la madre lo vide avvicinarsi fu colta dal panico, cosa avrebbe fatto se lui l’avesse toccata? Avrebbe accettato anche quello? Le sarebbe piaciuto o finalmente si sarebbe riscossa da questa trance che l’aveva presa?
Lo guardava attraverso lo specchio, vedeva quel membro turgido, la cappella umida che si scopriva e la mano che lo percorreva. Quando i primi schizzi del piacere di lui le arrivarono addosso fu come se gocce di lava bollente l’avessero colpita, le bruciavano sui glutei come tizzoni ardenti. Gli schizzi si accumulavano fino a che tutto il sedere ne fu ricoperto.
Lui era i piedi e la guardava, dopo i primi schizzi pensava lei si svegliasse ma poi preso dall’eccitazione non era riuscito a fermarsi e adesso che le aveva ricoperto il sedere guardava quello spettacolo e lo trovava terribilmente eccitante. Voleva ripulirla, era indeciso ma poi si disse che forse era meglio lasciare tutto così.
Lei era immobile, quella sborra sul sedere sembrava pesasse tonnellate, si sentiva schiacciata come se un’enorme mano che la tenese giù Quando lui andò via e senti la porta chiudersi, non resistette, si passò la mano sul sedere spalmandosi la crema su tutto il sedere, poi si porto la mano al viso, la annusò e la leccò, aveva un buon profumo e un buon sapore. Poi scese con la mano tra le cosce, si spalmo il piacere di lui sul sesso e si accarezzò fino ad esplodere in un orgasmo devastante.
Ripresasi dall’orgasmo, ripensava all’accaduto e cercava di razionalizzare, trovare un senso e una giustificazione. Ma non ci riusciva, le stava accadendo qualcosa di incredibile e non riusciva a venirne fuori, anzi ne era sempre più coinvolta e voleva continuare questo gioco perverso di provocazione. Quella notte, finalmente, dormì profondamente.
La sera dopo la razionalità le diceva che era il momento di smettere ma una piccola e perversa parte del cervello glielo impediva. Fino ad ora aveva visto tutto riflesso nello specchio ma voleva vederlo con i suoi occhi.
Andò in camera indecisa su come fare, poi prese una decisione coraggiosa. Chiuse la porta della camera e preparò una sorpresa.
Quando Riccardo uscì dalla doccia e vide la porta chiusa resto un po’ deluso, stava per andare direttamente in camera sua ma poi, guidato dal desiderio decise di socchiuderla e guardare che stava succedendo.
Quando guardò dentro non credette ai suoi occhi, la madre giaceva sul letto a pancia in su completamente nuda, i suoi floridi seni completamente esposti, il ventre piatto e il piccolo e curato ciuffetto in cima al suo sesso. Restò imbambolato davanti a tale visione, il seno saliva e scendeva con un ritmo regolare, stava dormendo, i capezzoli erano gonfi e turgidi e puntavano verso il cielo. Aprì la porta e sgattaiolò dentro. Si avvicinò al letto e aperto l’accappatoio cominciò a segarsi il sesso già duro.
Lei, gli occhi quasi completamente chiusi, da sotto le ciglia poteva finalmente vedere quello splendido membro in tutta la sua bellezza, vedeva la cappella gonfia che si scopriva e si copriva, le sue vene gonfie e pulsanti. Sentiva tutto il suo corpo fremere di desiderio. E quando i caldi schizzi cominciarono ad arrivarle addosso quasi ebbe un orgasmo senza neanche il bisogno di toccarsi.
Era bellissimo vedere sua madre, i suoi seni, il suo ventre, il piccolo ciuffetto ricoperto del suo bianco nettare.
Lei aveva una voglia incredibile di spalmarsi addosso quella crema, di accarezzarsi, ma non poteva muoversi finché lui era lì.
Questa volta il fine settimana e l’arrivo del marito non furono ben accetti come quello passato, allora le era servito a prendere una pausa di riflessione per capire quello che stava accadendo adesso interrompeva un delicato ed eccitante gioco di esibizionismo e voyeurismo che si era instaurato tra lei e il figlio.
Il sabato mattina, il figlio a scuola il marito a fare delle commissioni, stava riordinando la casa. Aperta la camera di Riccardo un forte odore di sesso la assalì, i ricordi la avvolsero con prepotenza. Aveva in mano il pigiama del figlio, se lo porto al viso, l’odore del suo seme era forte, le macchie evidenti, qualcuna ancora umida, le annusò, le leccò, un lieve senso di vertigine la prese. Si sedette sul letto. Anche le lenzuola erano macchiate del suo piacere. Il pensiero che si fosse toccato in quel letto, pensando a lei, le provocò vampate di calore. Si spogliò, si sdraiò tra quelle lenzuola e pensando a lui che si toccava fece lo stesso fino a provare un nuovo orgasmo intenso e devastante.
Non che non avesse sensi di colpa ma il desiderio era più forte.
La sera quando il marito volle amarla si diede a lui immaginando che fosse il figlio a possederla. La sua stava diventando una perversa malattia ma non vedeva l’ora arrivasse il lunedì per restare sola con lui.
Si stava preparando per il solito allenamento, decise per un outfit provocante, un top che le lasciava il ventre scoperto che indossò senza reggiseno e un pantaloncino aderente anche quello indossato senza mutandine.
Quando lei entro nella palestrina, Riccardo era sulla panca a fare i pettorali, quando la vide restò di stucco. Non l’aveva mai vista così, era splendida. Lei come nulla fosse salì sul tapis e cominciò a correre. I seni quasi le danzavano ipnotizzandolo, non riusciva a distogliere lo sguardo, il sesso gli si era gonfiato talmente tanto che dovette sistemarselo. Lei lo guardava senza farsene accorgere sorridendo dentro di sé, continuava a sistemarselo con tale insistenza che stava quasi masturbandosi e la cosa la eccitava. Quando lui riuscì a staccare lo sguardo dallo splendido seno e lo abbasso verso il sesso di lei fasciato ed evidenziato dai pantaloncini attillati, notò che una macchia le si stava allargando sul sesso, fu troppo per lui, eiaculò nelle mutandine.
Dopo cena e dopo la doccia la porta era di nuovo chiusa, silenziosamente entrò in camera di lei, come l’ultima volta si era addormentata nuda a pancia in su. Lui però adesso non era poi così sicuro che dormisse veramente. Si apri l’accappatoio e cominciò a masturbarsi ammirandola. Non ci volle molto e cominciò a schizzarle addosso il suo seme bollente. Stavolta però accadde qualcosa di nuovo, non appena i primi schizzi la colpirono lei aprì gli occhi guardandolo. Lui in un primo momento ebbe un sussulto ma si tranquillizzò quando vide che lo sguardo di lei non era arrabbiato. Non era nemmeno lo sguardo amorevole di una madre ma uno sguardo di lussuria e desiderio. Fissandolo negli occhi si posò una mano sul seno dove il primo schizzo l’aveva colpita e poi scese fino a raggiungere in sesso e cominciò ad accarezzarsi senza togliergli gli occhi di dosso. La scena era talmente eccitante che malgrado fosse appena venuto continuo a masturbarsi guardando lei che si toccava.
Lei non riusciva a staccare gli occhi dallo splendido sesso del figlio e si toccò fino ad esplodere nel più meraviglioso e intenso orgasmo che avesse mai provato.
Forse non avrebbe avuto il coraggio di fare l’ultimo passo e darsi completamente a lui ma il legame che si era creato tra loro anche se in un certo modo perverso non si sarebbe più sciolto.



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