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Lui & Lei

ALONG WAY SEX


di Membro VIP di Annunci69.it Cronubix
01.05.2023    |    4.857    |    3 9.9
"E subito vi infila un paio di dita, fino in fondo..."
STORIA VERA, LEGGERMENTE ROMANZATA
Da un paio di mesi mi vedevo con Monica. Io, trentenne da poco separato, lei moretta, capelli corti, 160 x 50 kg e terza di seno. Non appariscente, ma con delle labbra bellissime che spesso valorizzava e vivacizzava con rossetti rosso fuoco ed un sorriso coinvolgente!
28 anni, ingegnere e consulente industriale, dopo una lunga e burrascosa relazione era tornata, da un anno, a vivere con i suoi genitori.
Ci si vedeva ogni 2 o tre giorni. Ogni volta era sesso sfrenato.
Il lavoro la portava in giro per l’Italia e spesso andava in trasferta a Firenze. Anche quel venerdì lavorava solo la mattina. Allora decisi di andare a prenderla in macchina per risparmiarle un lungo e noioso rientro in treno.
L’aspetto all’uscita dal lavoro e si presenta con tacco 10, tailleur con pantalone, camicetta appena sbottonata, giacca in tinta e il solito rossetto fuoco. Sale in macchina e butta la borsa con i documenti e uno zainetto nel sedile posteriore. Si avvicina e mi stampa un bacio sulla guancia e, appena mi giro per protestare per la traslazione a tradimento del rossetto dalle sue labbra alla mia guancia, mi infila la lingua, caldissima e gocciolante di saliva, in bocca senza toccarci con le labbra! Sa benissimo che io non lo ritengo un bacio ma un’opera di lussuria estrema! E appena provo a ciucciare la sua lingua, si stacca e si ricompone sul sedile: “Andiamo?”.
Usciamo faticosamente dalla città ed entriamo in autostrada.
Trafficatissima da camion, noiosa e lunga… all’improvviso: “Basta! Mi cambio! Basta vestiti da lavoro! Mi metto più comoda!!”
Non faccio in tempo a dire nulla che lei era già girata sul sedile e, in ginocchio, inizia a trafficare con lo zaino.
Il trafficare con lo zaino avviene molto lentamente, ancheggiando il culetto stretto nei pantaloni attillati e in bella mostra, mia e degli specchietti delle auto e camion davanti a noi…
Inizia a tirar fuori dei vestiti che non identifico dallo specchietto.
Sempre in ginocchio sul suo sedile, inizia a spogliarsi!
(All’epoca avevo una piccola utilitaria, senza aria condizionata e senza vetri oscurati).
Si toglie la giacca e la butta sul sedile.
Inizia a sbottonarsi la camicia. Lentamente. E, ogni tanto, mi guarda con la coda dell’occhio e sorride… Getta la camicia sul sedile posteriore. Rimane con il reggiseno.
Nel frattempo, impercettibilmente avevo anche accelerato trovandomi costretto a iniziare una lunga manovra di sorpasso ad una fila di camion.
Inizia a sbottonarsi i pantaloni. Mi volto leggermente e, con la coda dell’occhio, la vedo rimanere quasi nuda! Solo con un tanga minimale! E delle calze collant autoreggenti…
Ricordo di aver leggermente sbandato.
Il camionista sorpassato, si attacca al clacson. O forse erano le trombe…!
Facendomi quasi violenza riprendo a guardare la strada.
La intravedo sorridere con lo sguardo birichino e lussurioso allo stesso tempo.
Si volta e si rimette seduta.
Mi guarda, sorride e inizia a sfilarsi le calze. Lentamente e guardandomi fisso negli occhi, passando poi alle mie labbra e finendo in basso verso i pantaloni, cercando di stimare se le sue movenze avessero suscitato … interesse lì, in zona inguinale…
Appena verificato l’ingrossamento del mio interesse, che andava aumentando, sorridendo soddisfatta, torna a guardarmi negli occhi…
Sorpassiamo un altro camion. Il camionista vede benissimo la scena e suona la tromba anche lui! Lei si volta e lo saluta con la mano e con un percettibilissimo movimento di lingua sulle labbra.! Per poco impazzisco dall’eccitazione!!
Mi volto a guardarla e vedo il lancio delle calze nel posteriore. E continua a sorridermi con le labbra dischiuse! E, ogni tanto, faceva capolino la punta della lingua a bagnarle leggermente…
Era rimasta con il solo tanga: si era tolta anche il reggiseno “che le dava fastidio”!
Sicuramente le comprimeva i capezzoli, che ora, invece, erano prepotentemente liberi di allontanarsi dall’aureola …!
Intanto ero sempre sulla corsia di sorpasso con la fila di camion sulla destra.
Qualcuno non si accorgeva di nulla ma in molti tra clacson, lampeggiamenti e cenni con le mani fuori dal finestrino, lasciavano intendere di gradire lo show e invitavano ad una sosta nella piazzola più prossima!
Ora era alla fase del relax: massaggio rilassante su tutto il corpo, specialmente al seno per togliere i segno del reggiseno “costrittore”…: uno spettacolo di libidine… Per me e per gli autisti a destra…!
I capezzoli erano decisamente in tiro e stavano assumendo un colore più brunastro che roseo…
Li avrei addentati con foga se avessi potuto!
Poi, soddisfatta, inizia a rivestirsi.
Camicetta bianca, di cotone leggero senza maniche, (una specie gilet) e senza abbottonare gli ultimi 3 bottoni. Rimaneva ampiamente scollata e lenta. Tanto da lasciare scoperti i seni lateralmente… a favore dei miei sguardi trafelati e a favore degli autisti dei mezzi sorpassati…

Per infilare la gonna, di quelle strette e sovrapposte, tenute chiuse da 4 bottoni, di cotone giallo pastello, si inventa una manovra assurda: manda indietro il sedile, piazza i piedi sul cruscotto, alza il culetto dal sedile e si infila la gonna, sempre molto lentamente e sempre guardandomi… Poi abbassa il culetto sul sedile e abbottona allaccia solo 2 bottoni lasciando apribile la parte inferiore.

Soddisfatta della vestizione, dopo aver eccitato una ventina di camionisti e messo a serio rischio i bottoni dei miei jeans, abbassa il parasole ed apre lo specchietto: si ravviva i capelli, prende il rossetto, e con movimenti lenti ed eccitanti si rende di nuovo le labbra carnose e sensuali.
Poi si gira verso di me e con fare svampito: “Mi avranno vista?”
E io: “No… non credo…”.
Allora si avvicina e con una lentezza, che mi eccita da morire, mi carezza la patta e fa, sensualmente: “Allora potrebbero non vedere neanche quello che ho intenzione di farti…!” Sapendo benissimo che mentivo e che sapeva benissimo che era stata vista, guardata, osservata e, che sarebbe stata disposta ad altro…
La mia deglutizione diventa affannosa e faticosa…
Sorride, e fissandomi, inizia ad allargare le gambe. La gonna sale e si apre lasciando apparire il tanga…
Abbatte lo schienale del sedile e rimette i piedi sul cruscotto. Solleva di nuovo il culetto dal sedile, si infila una mano sotto la gonna e… inizia a sfilarsi le mutandine. Sempre molto lentamente… Arrivate alle caviglie, le lascia lì. Rimane con i piedi sul cruscotto. Allarga le ginocchia e le mani risalgono lungo le cosce interne fino ad arrivare alla passera, ora in bella vista!
Chiude gli occhi e, con entrambe le mani, allarga all’estremo le labbra della passera… e sospirando, lentamente si massaggia l’inguine…
Io, intanto, incastrato nella corsia di sorpasso, non posso far altro che mantenere la velocità e la corsia. Ho un occhio alla strada, un occhio a lei e un occhio agli autisti dei camion che sorpassavo.
Lei era ancora con gli occhi chiusi e con le mani che ruotavano attorno alla passerina…
Un clacson più impressionante degli altri, fa sobbalzare Monica che, sospirando, si “risveglia” e si volta verso destra sorridendo…
Sono quasi geloso di condividere tutto quel bel vedere, con altri…
Lei, come se avesse avvertito il mio pensiero, si volta, mi sorride e si sfila completamente le mutandine che erano rimaste alle caviglie.
“Ora sono ancora più libera!” dice, aprendo il finestrino e le gettandole via!
Infatti ora può distanziare i piedi, lasciando la passerina ai miei sguardi eccitati e mettendola ancor più a disposizione delle sue mani.
E subito vi infila un paio di dita, fino in fondo.
Pochi secondi, in cui non ha abbandonato il mio sguardo, e le sfila. Poi le avvicina alla mia bocca. Me le passa sulle labbra, e me le infila sopra la lingua.
Le assaporo come non ha mai fatto in vita mia. Succhio e lecco: ripulisco tutto ben bene!
Ero sovreccitato da morire e sentire il suo gusto fornitomi direttamente sulla lingua mi faceva impazzire.
Ripete l’inserimento nella passerina e si avvicina di nuovo alla mia bocca. Io allungo la lingua per anticipare il contatto, ma lei sfugge e si asciuga le dita sulla mia guancia.
Gemo per la mancata degustazione!
Ma lei si avvicina e con la sua lingua mi ripulisce dei suoi umori vaginali, leccandomi più volte dal basso verso l’alto, con la consueta lentezza…
Ho rischiato l’orgasmo nelle mutande per pochi attimi…
Lei si rendeva benissimo conto della situazione in cui mi trovavo!
Colta da rimorsi, appoggia una mano sulla patta e inizia a slacciarmi la cinta e a sbottonare i pantaloni. Nel farlo si era inginocchiata sul sedile e si era completamente rivolta a me.
Ovviamente, esponendo il culetto nudo, al finestrino di destra, che era rimasto aperto!
Ma ero preso da altre emozioni e sensazioni: le mani, lentamente e delicatamente, mi abbassano le mutande tirando l’elastico sotto le palle.
Aveva le mani caldissime!
Mi guarda, sorride, si passa la lingua sul labbro superiore e, dopo aver abbassato con forza la pelle del pisello, scoprendo interamente la cappella rossa, umida ed accaldata, lentamente inizia a leccare, succhiare, baciare… Che bello il caldo della sua lingua…. Pochi secondi dopo, una deflagrazione di sperma!
Si alza. Mi guarda negli occhi mentre si lecca le labbra per raccogliere un paio di gocce che non era riuscita ad ingoiare e sorride: “Sta iniziando a piacermi questa trasferta!”
Io ero ancora alle prese con la mia tachicardia da non notare nemmeno le strombazzate dei camionisti che nel frattempo avevo sorpassato: una vera e propria colonna sonora all’esposizione delle chiappette di Monica appoggiate al finestrino aperto.
Ancora non riesco a capacitarmi come sia riuscito a non schiantarmi…

Da quella volta ho iniziato a sospettare che l’essere guardata da sconosciuti non le dispiacesse…

“Ora però devi fare una cosa per me!” mi sussurra all’orecchio…
Poteva chiedermi qualsiasi cosa: avrei fatto veramente di tutto! Ero completamente asservito ai suoi voleri e desideri!
“Fermati alla prima piazzola di sosta!”
Un altro tutto al cuore! Mi volto a guardarla. Mi osservava con le labbra dischiuse e la lingua che si muoveva lenta fra loro… La camicetta sbottonata a stento copriva i capezzoli che spingevano sulla stoffa. La gonna arrotolata sulle anche non le copriva la passerina che, dall’ultima volta che l’avevo degustata e guardata, ora era completamente priva di peluria! Liscia e nuda, esposta, a disposizione, accessibile e vellutata… con un rivoletto di umori che fuoriuscivano fino a bagnare il sedile…
Mi ero convinto: sarei uscito alla prima piazzola, distante pochi km!
Giusto il tempo per sistemarsi la camicetta, stendere la gonna, ripassare il rossetto sulle labbra…
Ecco la piazzola! Metto la freccia a destra ed esco. Mi dirigo verso un posto ombreggiato, lontano dalla strada. Lontano da altri mezzi parcheggiati. Quasi nascosti dietro degli oleandri.
Ne approfitto per riparare e ricompormi nei bagni pubblici distanti una ventina di metri.
Al mio ritorno, dopo un paio di minuti, anche lei dichiara l’intenzione di recarsi nei wc.
Mi da un veloce bacio sulle labbra e si avvia verso i bagni. Sa che la osservo da dietro.
Ancheggiando civettuola, prima di entrare nei bagni delle donne si volta, mi sorride e si alza la gonna a mostrare le chiappette. Si abbassa a simulare una sistemazione della scarpa e mi mostra… un butt plug viola infilato proprio dietro!
Per poco non svengo! Da dove veniva fuori quel bellissimo oggetto, quasi un gioiello incastonato profondamente nello sfintere della mia maialina?! Probabilmente se lo era portato nello zaino e durante la mia assenza se l’era infilato… !
Ho rischiato l’ennesimo infarto!
Una sculettata più birichina che sensuale e via nel bagno!
Io rimango di sasso…
Inizio a pensare di aver incontrato la ragazza dei sogni!
Dopo qualche minuto, esce e, sempre sorridendo, mi viene incontro.
Mi porge la mano contenente qualcosa e mi dice: “Mi si è sfilato. Ci pensi tu?”
Prendo il plug, con gli occhi di fuori, ovviamente!
Era pesantissimo, largo e ancora caldo…!
Il tutto sufficiente per riattivare l’accumulo di sangue nel pene: un’altra violenta erezione!
Lei si incammina verso la macchina.
La raggiungo, apro il suo sportello e lei si volta, dandomi le spalle, aderisce con la sua schiena e il suo culetto a me e non posso non afferrarla e stringerla. Lei sente la mia erezione e mi porge il collo.
Non era solita farlo. A me piaceva baciarla, leccarla e mordicchiarla sul collo e sulle orecchie, ma lei era ipersensibile e la cosa quasi la infastidiva.
Questa volta, invece, mi metteva a disposizione collo per le mie labbra, il suo corpo per le mie mani e le sue chiappe per il mio pisello…!
Mi appoggio alla macchina per avere più stabilità e le mani vanno subito sotto la camicetta a cercare i seni. Trovo dei capezzoli gonfissimi! Si erano allungati almeno tre centimetri, duri e vellutati. A stringerli tra le dita provocavano in Monica, dei mugolii prima e dei gridolini poi, aumentando la pressione e la trazione.
Si stava godendo le mie attenzioni!
Inizio a leccare il collo ed ecco la pelle d’oca su tutto il corpo, ma lei resiste e aderisce ancor di più.
Stacca il bacino e mette le sue mani tra il suo culetto e i miei pantaloni.
Poi, con movimento rapido, mi slaccia la cinta, abbassa i pantaloni e le mutande.
Mi prende ancora una volta il pisello con le due mani e lo piega in avanti.
Mi trascina verso di se: si era girata ed appoggiata al sedile piegandosi a 90 gradi, esponendo culetto e passerina alla vista e contemporaneamente tirando il mio uccello verso di se.
Assecondo il movimento e sento la sua mano guidare il mio pisello nella sua passera.
Era bagnatissima.
Entrò tutto, fino in fondo in una frazione di secondo. Andando a sbattere in fondo provocò un grido di godimento a Monica. Iniziò a muoversi chiedendo affondi sempre più energici.
Assecondavo i suoi desideri con estremo piacere.
Eravamo una cosa sola. In un mondo parallelo con noi gli unici abitanti.
Iniziò a tremare, gli occhi sbarrati e le mani a strappare il sedile. Velocizzai il ritmo dei colpi fino a farla gemere e quasi urlare di piacere orgasmico.
Si staccò, si voltò, mi abbracciò forte e mi diede un bacio di una dolcezza incredibile.
Ero al settimo cielo: avevo soddisfatto la mia ragazza!
Come lei aveva fatto prima con me.
Crollò sul sedile. Si asciugò le parti intime bagnate di umori e di sudore. Anche quella visione, di lei a gambe larghe che si sistema tranquillamente in un parcheggio pubblico, era il preludio ad un’altra mega erezione…
In pochi minuti si riprese. Si sistemò la gonna e la camicetta. I capelli erano a posto. Si passa il rossetto sulle labbra, controllando con la coda dell’occhio, la mia reazione e quindi, sorridendo.
Si alza ed esce di nuovo dalla macchina. Mi fronteggia: “Allora, me lo rimetti a posto?”
Io con l’espressione da ebete…: “Eh? Cosa??”
“Questo! Devi rimetterlo a posto!!” In mano aveva il butt plug di prima!!

Me lo consegnò dopo averlo umidificato in bocca. Si voltò e si rimise a 90°.
Si appoggiò con la testa sul sedile e con le mani si allargò le natiche agevolandomi nell’inserimento del plug nel suo ano ora largo ed accogliente.
Ne appoggio la punta proprio in mezzo e poi inizio a premere, lentamente. Malgrado non fosse lubrificato, lo accoglie molto facilmente e si sistema saldamente con lo sfintere che lo stringe nella parte stretta lasciando il gioiello in vista ed il cuneo ben sistemato all’interno.

La poi la tentazione arrivò forte: altro che butt plug, ora la riempio io!
Afferro il gioiello e inizio prima a tirare lentamente, poi alterno un lento movimento in avanti ed indietro gustandomi la visione dell’ sfintere che asseconda la forma affusolata del plug allargandosi e stringendosi con l’accompagnamento sonoro dei leggeri mugolii di Monica.
Tirai fuori il pisello che aveva ancora il colpo in canna e mi avvicinai lentamente.
Sfilai del tutto il plug e notai che lo sfintere era rimasto leggermente aperto, come per memoria muscolare, pronto a ricevere di nuovo l’oggetto metallaco.
Solo che ora l’oggetto era di carne!
Lei avviò a protestare riconoscendo la mia carne al posto dell’acciaio, ma solo un po’… ancheggiò un po’ e allargò con più decisione le natiche aprendo il buchetto al massimo.
La cappella era molto più larga del buchetto, ma con un po’ di manovre iniziò ad entrare con gemiti, stavolta di dolore, di Monica.
Il butt plug era stato un buon allenamento ma non tale da permettere una penetrazione carnosa senza soffrire un po’…
Lentamente e dolorosamente arrivai in fondo e con lenti ed accorti movimenti iniziai a stantuffare.
Monica passò rapidamente dal dolore al piacere e iniziò: “Si, si! Dai! SIII!!!” con un volume un po’ più alto di prima.
Il principale obiettivo della giornata di Monica era poter farsi inculare per la prima volta e prima di tornare a casa! Lo aveva pianificato ben bene! Con l’andare al lavoro con un cambio d’abiti sexy, e con un butt plug da inserirsi per allenare e preparare il buchetto da renderlo ricettivo al mio pisello!
Che streghetta vogliosa era la mia ragazza!!
Intanto io stantuffavo, sudando, e lei godeva strofinandosi la passerina con la mano e lanciando gridolini entusiastici.
Ero al culmine del piacere. L’afferrai con forza e andai il più possibile in profondità. Un lungo getto di sborra invase il culetto della mia Monica…
Mi sentivo, finalmente, svuotato. Lei si accasciò sul sedile cercando di raccogliere in un fazzoletto, la sborra che le riusciva dal buchetto, sorridendo, sfatta e soddisfatta…
I capelli erano arruffati, la gonna acciaccata come la camicia, tutta spiegazzata. Il rossetto era svanito, evaporato nei gemiti, il rimmel si era spalmato su palpebre e zigomi…
Era una ragazza felice. Di aver goduto e di aver fatto godere il suo ragazzo.


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