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Lui & Lei

Dopo le ferie dobbiamo recuperare


di Membro VIP di Annunci69.it Cattivefantasie
31.07.2020    |    3.645    |    2 9.8
"  Max sapeva che per questo non lo avrebbe perdonato e mai più rivisto..."
Max sapeva benissimo che lei, Alice, flirtava con altri, e che anche ci scopava, da sola, senza la sua presenza.
Erano una coppia non regolare, aperta, libera e trasgressiva in tutto.
Se la immaginava a messaggiare con potenziali pretendenti, in lunghe conversazioni che le erano necessarie, come diceva lei "a selezionare". Aveva una tecnica tutta sua, "infallibile" diceva lei, "discutibile" diceva lui, perchè c'era un margine d'errore, minimo, ma c'era.
Era da alcuni mesi che non si vedevano e un loro incontro non era comunque prossimo. Le aveva mandato un ultimo messaggio prima di partire "anche tu mi manchi, le nostre scopate, le orge, la complicità, l'esibizionismo... dopo le ferie dobbiamo recuperare".
In qualche modo immaginava che Alice si fosse creata delle alternative, non alla sua altezza, ma pur sempre delle alternative. Sapeva pure che da quegli incontri l'immagine di lui ne usciva rafforzata: in fin dei conti questo era accaduto fino ad allora. Max non aveva paura nè di perderla, nè che incontrasse qualcuno che sapesse galvanizzarla tanto quanto sapeva fare lui.
Lei gliene parlava prima o dopo, non era capace di non farlo.

Come quella volta che volle provare il Sex Rough.  Max sapeva che ad Alice piaceva il sesso intenso, sentire la forza dell'uomo su di se', ovviamente ciò presupponeva grande esperienza e padronanza da parte dell'uomo. Quell'incontro non andò a finire bene, causa una sciocchezza, ma che turbò Alice nel profondo.
Gli disse "in fondo il sesso è lotta ed entrambi abbiamo lottato, lo respingevo e lui mi bloccava le braccia per potermi penetrare ruvidamente, se chiudevo le gambe con le mani le apriva, mi tratteneva i fianchi, il sudore dei nostri corpi ben presto ci fece scivolare la pelle, lo sforzo ci faceva ansimare affannosamente ed indolenzire i muscoli. Mi piaceva come mi tratteneva i fianchi o stringeva la gola. Tutto pareva andare bene, quando a causa di un fisting troppo rude, sentii il calore del sangue, ne percepii l'odore, lo vidi sporcare le lenzuola e non smettere di fluire... mi bloccai senza dire una parola, freddata da quell'immagine, non sentivo dolore, solo rabbia mista a delusione, non aveva prestato abbastanza attenzione, aveva perso il controllo, un vero uomo non lo dovrebbe mai perdere, soprattutto della sua forza. Dopo essermi lavata, mi rivestii ed in modo composto lo salutai". 
Max sapeva che per questo non lo avrebbe perdonato e mai più rivisto.
"Con te non sarebbe successo", gli disse un giorno, ma lui non le rispose, aveva già detto tutto lei.


Max conosceva i suoi punti di forza ed i suoi punti deboli, sapeva bene come esaltarli, mitigarli o limitarli. In quel privé appena capì che la coppia era reciprocamente interessata a loro, scelse una stanza abbastanza comoda da poter ospitare più di 4 persone, "non si sa mai" pensò, "Melius abundare quam deficere ", il suo spirito brillante e propositivo veniva sempre a galla già dalle scelte più banali.
Cominciò a giocare con Alice, sia per scaldare un po' l'ambiente, sia per mettere gli altri a loro agio, senza far loro pressione. Alice lo baciava come se non ci fosse un domani, affamata di lui, gli aprì subito le gambe, era impaziente, e lui la succhiò dolcemente.
Max cominciò a interessarsi all'altra lei, dapprima con le mani, poi a ricercarle i capezzoli. Aveva un gran bel seno, generoso e morbido, su cui ci si tuffò. Il suo compagno gli lasciò spazio e lei gli si offri, prese un preservativo e la penetrò deciso. Alice sorrideva soddisfatta, cominciò a leccarlo all'altro per permettergli di godersi comunque lo spettacolo della sua lei sbattuta da un altro, che godeva disinibita. E come se godeva. Pareva incredulo ed incuriosito da quella scena: Max, un estraneo, la montava da dietro, tenendole i fianchi, e la sua lei emetteva versi di intenso piacere. Intanto dalla porta accostata alcune persone si affacciarono curiose e vogliose.
"Vieni a farti leccare il cazzo dalla tua donna" gli apostrofò con un ghigno malizioso. Lui eseguì, lasciando Alice senza nulla. Quando la donna ebbe la bocca riempita dal cazzo del suo compagno, Max si staccò da lei, ed ordinò ad Alice "leccagliela, assaggia il suo sapore". Lei obbedì, un po' riluttante, ma il sol pensiero di eccitarlo gli bastò per superare quel tentennamento. Non l'aveva mai leccata ad una donna, sentiva il sapore della saliva di Max e questo gli bastò. "Ti piace" le chiese divertito, ma Alice non rispose.  Dopo quello scambio di giochi si ricordò del suo stupore lusingato da ragazzina "Hai sentito, cosa ci hanno detto? Che si sono sentiti a loro agio, che non fanno scambio di coppia, ma con noi è venuto tutto in modo naturale, che trasmettiamo serenità e trasgressione al contempo, che siamo davvero siamo una bella coppia! Siamo davvero una bella coppia???"


"Come è andata, li hai fatti fuori tutti?", si accertò.
"No" gli disse, ed il suo non volerne parlare gli fece capire che era meglio non chiedere altro.
Una gang con 8 fu davvero troppo, non per il numero, ma per qualche componente con cui proprio non era scattato il feeling ed il suo non coraggio a non dirlo, non la fece godere. Chiuse gli occhi, li riapriva solo per cercare un po' di sostegno, due ore e mezzo dove si susseguirono corpi e cazzi su di lei e dentro di lei. Indistintamente. Trucco sfaldato dal sudore, sentiva il suo corpo privo di passione, di quel desiderio e spensieratezza che di solito amava mettere. Tutto molto lento e meccanico, si sentiva sola, nessuno dei partecipanti sembrava accorgersi del suo disagio, si sentiva un corpo senza volto su cui altri corpi si sfogavano, senza desiderio, ma solo movimento. La mancanza era immensa, di Max soprattutto, lui non c'era a guardarla, per capire se stesse andando tutto ok, o se invece qualcosa la turbasse o che le fosse sgradito, come in quel pomeriggio, in quel privè quando abbracciati in piscina ad amoreggiare, intervenne in modo provvidenziale ma deciso, non capiva la reazione di Alice, quando la vide irrigidirsi ed allontanarsi dal quel ragazzo che stava provando semplicemente ad intromettersi nei giochi, cosa normale, pensò, ma non la reazione di Alice. "Voleva penetrarmi senza preservativo, insistendo, nonostante gli avessi detto esplicitamente di no senza, tu non te n'eri accorto, ma hai capito che qualcosa non andava, capirci senza parlare, un valore aggiunto, raro, unico, indispensabile".


"Max ti ricordi quella volta che non ci vedemmo per quasi due mesi, in quell'hotel, pur di farmi scopare da te, anche solo mezz'ora, altro tempo non ne avevamo, arrivai in tempo record e persino ti aspettai? La quantità mi è sempre piaciuta, ma l'intensità di quella scopata è memorabile, sentire le tue palle sbattermi contro da dietro, tu che ad un certo punto mi prendi dai capelli e mi dici "Guarda quanto ti piace essere troia" ed in quello specchio grande, la nostra immagine riflessa".
"Cosa vuoi ora?" le chiese.
" Voglio un cazzo da leccare insieme a te, voglio le nostre lingue intrecciarsi a contendercelo, voglio il sapore della nostra saliva che si mescola insieme... Voglio il coraggio di un uomo duro, più del suo cazzo, a fare questo ed altro".
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