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Lui & Lei

Round Trip - Andata e Ritorno (5)


di LustfulMinds
22.08.2021    |    272    |    0 8.7
"Stronzo cosa credi di fare? Sto solo controllando i vostri effetti personali..."
Interpreti Atto 3° = Carla (controllore) con Gianni e Marco (studenti); scompartimento di II° classe.

Atto 3° - Scena I°

Vagone di seconda classe ultimo in coda al treno, I° scompartimento della carrozza.
Controllore (Carla): Biglietti prego!
Due giovani ragazzi (studenti) che stavano leggendo un quotidiano sportivo alzano gli occhi e molto lentamente si mettono a cercare nelle varie tasche dei jeans il biglietto (o meglio fanno finta di cercare dato che in realtà non ce l’hanno).
Ragazzi (in coro): Non lo troviamo. Ma ce l’abbiamo il fatto è che allo sportello ne abbiamo fatto uno valido per entrambi forse ce l’hai tu. (si dicono i ragazzi puntandosi reciprocamente il dito contro).
Gianni: No. Io ti ho solo dato i soldi della mia parte ma con il bigliettaio ci parlavi tu.
Marco: Ti sbagli ero io che guardavo il binario da cui il treno sarebbe partito mentre facevi il biglietto. Controlla che forse ti è caduto quando hai tolto la giacca, proviamo a cercare meglio tra i sedili o sotto...
Ovviamente stavano cercando di tirare in lungo la storia dato che dal bigliettaio non si erano nemmeno fermati e nel cercare in modo oltretutto scomposto se la ridevano sotto i baffi (che tra l’altro non avevano).
La controllore, spazientita (ma non arrabbiata) dal loro comportamento, aspettava standosene sulla porta dello scompartimento e nel frattempo giocava con la pinza obliteratrice facendosela passare tra e sui prorompenti seni celati (ma non del tutto) dalla giacca.
Controllore: A quanto pare questi benedetti biglietti non salteranno fuori dato che oggi avete pensato di viaggiare a sbaffo. Quindi abbiate almeno la compiacenza di favorirmi i vostri documenti. Credo proprio che scenderete, alla prima fermata, con una bella multa sul groppone, a proposito dove state andando??
Gianni: Guardi che il biglietto noi l’abbiamo fatto (disse con una faccia tosta incredibile, dato che aveva il sorriso da idiota stampato sul viso) il fatto è che molto probabilmente dalla fretta di prendere il treno, eravamo in ritardo sulla tabella di marcia, l’avremo addirittura lasciato allo sportello. Sia comprensiva dopo tutto siamo studenti, mica siamo dei magnati che navigano nell’oro, non abbiamo molti soldi e se poi li spendiamo tutti per una multa come possiamo passare questo week-end con gli amici?? Non capiterà più lo promettiamo!!! Staremo più attenti!!
Controllore: Datemi i vostri documenti, poi vedremo se ed eventualmente come fare per evitarvi la contravvenzione!
I due si mettono a cercare nelle borse .... quindi ...
Marco: Non li abbiamo più, siamo senza portafogli e guarda caso siamo senza C.I. purtroppo non possiamo esserle di aiuto. Stavolta ci hanno fregato anche i soldi, accidenti.
Questa volta il grado di pazienza che Carla riesce a mettere in campo è molto poco tanto che alla fine sbotta.
Controllore: Non ci siamo ragazzi!! Io volevo essere magnanima ma vedo che voi non volete capire quando si scherza e quando si fa sul serio, giratevi e appoggiate le mani al portabagagli così che possa controllare se veramente non avete i documenti.
I due giovani vista la mal parata si girano e obbediscono senza fare alcuna opposizione. Carla prende i loro zaini, che stavano sui sedili, e li controlla senza per altro trovarvi nulla quindi inizia a perquisirli. Parte da Gianni il quale si è messo nella classica posizione: braccia aperte e gambe spalancate (stile film americano). Con le mani tocca la camicia e, colta da un pizzico di rivalsa dato che poco prima i due se la ridevano mentre cercavano di buggerarla, infila le dita dentro e va a carezzare i capezzoli del giovane che di scatto si gira ma si ritrova a pochi centimetri dal suo viso quello “duro e incazzato” della controllore che lo squadra. Lo fissa e lo sfida. Le mani dal petto scendono e si portano verso le tasche posteriori dei jeans, vi si affondano e non scovandovi i documenti si attardano sulle chiappe del giovane spingendosi (da dietro) verso il cavallo dei pantaloni e in seguito entrano nelle tasche anteriori. A questo punto il viso di lui è rosso come un peperone (quello di Carla invece non trapela alcuna espressione); non dice nulla neanche quando sente che la mano di lei gli si posa sul cazzo e lo tasta per sentirne la reale consistenza, che tra parentesi, involontariamente, si sta facendo soda...
Marco non vedeva quello che stava succedendo al suo amico (visto che gli girava le spalle) ma nel momento in cui sentì una mano brancargli (da sotto) il pacco cacciò un urlo di terrore e strinse velocemente le gambe. Di tutta risposta ricevette uno scappellotto e un ordine detto a gran voce:
Apri le gambe .... stronzo cosa credi di fare? Sto solo controllando i vostri effetti personali. Chi mi dice che i soldi non li abbiate nascosti nelle mutande?? Non avete i documenti né soldi. Come pensate di pagarla la multa??
Senza fiatare riaprì le gambe e subì una accurata quanto minuziosa palpata all’uccello che, anche per lui, iniziava a dare segni abbastanza scomposti visto che aveva molto spazio per muoversi all’interno dei pantaloni abbastanza larghi, tanto che la mano di lei si fece più spregiudicata e curiosa entrando e constatando che parte del cazzo era già uscito dai boxer.
Una volta tastato il terreno Carla decise che forse un modo per …….. riscuotere c’era ma voleva tenere sulle spine i due stronzetti.
Controllore: Non avete il biglietto, non avete documenti, non avete soldi, dovete scendere al capolinea e volete fare anche i furbi??? Siete capitati male stronzetti miei!!!! Mi dite come avete intenzione si porre rimedio a tale difficile situazione???
I due, imbarazzatissimi, non avevano il coraggio di proferire scuse tanto che l’unica cosa che riuscivano a fare era balbettare frasi sconnesse mentre le mani cercavano di nascondere il rigonfio che ormai entrambi avevano tra le gambe. Lei li guardava con fare accusatorio, intanto si era aperta la giacca mostrando la camicia bianca parecchio sbottonata. Con l’obliteratrice si toccava i capezzoli, ormai ben evidenti, sul tessuto teso della camicia.
Controllore: Sono costretta a chiedere numi al Capotreno ma voi potreste scendere alla prossima stazione e così eludere la sanzione che giustamente vi spetta quindi devo chiudervi dentro.
Stava uscendo per chiudere quando le venne in mente un’altra cosa, rientrò nello scompartimento (nel frattempo i due erano rimasti immobili travolti dalla situazione che loro stessi avevano creato) e aggiunse:
Sono sicura che con un piccolo sforzo riuscireste ad aprire, quindi per evitare che mi facciate ulteriormente fessa è utile che spostiate i vostri bagagli sul porta bagagli del corridoio esterno e che una volta rientrati vi togliate entrambi i pantaloni. In questo modo non tenterete di certo la fuga in mutande. SU FORZA! Obbedite alla svelta e dateli a me!!!
A quel punto cercarono di opporre una resistenza anche se in effetti, sia lo shock della palpata che la curiosità di vedere come terminava questa storia, eseguirono immediatamente gli ordini loro imposti da quella controllore … poco ortodossa. Lei restò a guardare che i due si calassero le brache, osservando attentamente i “pacchi dono” che entrambi avevano, quindi uscì con i pantaloni sotto il braccio e li chiuse dentro. I due ragazzi si sedettero decisi ormai ad attendere senza opporsi agli eventi futuri e per avere un minimo di privacy tirarono le tendine dello scompartimento. Lei nel frattempo se n’era andata ridendosela di gran gusto.

Atto 3° - Scena II°

La fermata che poteva essere loro utile per una eventuale fuga passò e come un falco la controllore ripiombò nello scompartimento in cui li aveva segregati. Con fare veloce e furtivo spalancò la porta; lo spavento li face sobbalzare e una volta entrata si piazzò davanti ai due studentelli che rimasero esterrefatti dall’entrata (subito si era preoccupata di richiudere la porta e di ritirare le tendine dietro di sè!!). La giacca di lei era aperta e anche molti bottoni della camicia erano slacciati, facendo vedere ai due molto di più che la sola attaccatura dei seni. Il berretto era calato sugli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole.
Controllore: Forse una scappatoia ce l’avete ancora ..... molto dipenderà da come vi comporterete e tutto sarà condizionato dalle “doti” che saprete mettere in campo!!!! Da non sottovalutare inoltre le vostre capacità di ...... farmi cambiare idea .....
Marco: Stia sicura che pur di evitare la multa siamo disposti a tutto, non è vero Gianni??
L’altro ragazzo era ancora sconvolto, soprattutto per il fatto che le tette di lei lo attraevano in modo ossessivo e l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di muovere la testa (in segno di assenso) senza per altro scostare di un millimetro gli occhi dalle tette abbronzate che la camicia faceva fatica (ora che era aperta quasi del tutto) a contenere.
Controllore: Ehi!! Ragazzo che diavolo ti ha preso (disse in modo brusco verso Gianni) cosa credi di aver capito?? Non sarai mica un morto di figa??? Fammi un po' vedere cos’hai tra le gambe .... forse non vale nemmeno la pena che io stia qui a perdere tempo con voi. Forse mi conviene mandarvi il Capotreno, che così vi aggiusta lui!!! Come minimo sapete solo farvi le seghe guardando i giornaletti o le videocassette che vostro padre tiene nascoste nel comodino .....
I due non sapevano cosa dire tanto che abbassarono lo sguardo.
Controllore: OK!! Fatemi un po' vedere quel “coso” che tenete nascosto!!! Forza pischelli di mamma!!!
Ormai erano succubi di quella donna, avrebbero accettato tutto (o quasi) tutto pur di non farla incazzare ben consci del fatto di essere totalmente nelle sue mani. Entrambi scostarono le mutande e fecero vedere, in modo approssimativo e furtivo, i loro cazzi che si erano abbondantemente rilassati e si mostravano mosci e penduli. Questa mesta quanto opaca prestazione visiva fece andare su tutte le furie Carla.
Controllore: Allora avevo proprio ragione, tutta la vostra forza e prestanza era solo una presa per il culo!! Tutto fumo e niente arrosto o meglio niente salsiccia per i denti di una donna a cui invece piace il salame grosso e duro. Non andiamo per niente bene ragazzi, sono indecisa se lasciarvi al vostro pietoso destino o se darvi una possibilità per riscattarvi e, se ne sarete capaci, pagare in natura quello che in realtà dovreste darmi in denaro. Ma sappiate che essendo la multa salata anche l’obolo di carne dovrà essere altrettanto abbondante!!! A voi l’ultima chance!! Cosa avete deciso???
Ovviamente accettarono la seconda soluzione ben sapendo che avendo accettato di restare in mutande ora erano ricattabili. Non avevano via di scampo !!!
Annuirono con il capo e in coro dissero: Cosa dobbiamo fare, signora????
Controllore: Tanto per iniziare toglietevi quegli stracci così che possa meglio valutare la mercanzia esposta. (in effetti qualcosa si stava muovendo ma era ancora troppo poco, anche solo per chi volesse stare a guardare) Non è certo una vista edificante ma sono certa che possiate migliorare, basta un tocco adeguato e la faccenda può essere vista con un altro occhio. Cosa ne dite di iniziare ad adoperare la manina bella e farmi vedere che siete dei bravi ed assidui segaioli???
I due iniziarono a toccarsi il cazzo, ognuno adottava una tecnica propria, ma i movimenti davano comunque i primi risultati. Gianni si toccava il cazzo usando le dita mentre Marco lo brandiva a piene mani, andando su e giù velocemente. Lei li guardava e le sue dita solleticavano i capezzoli irti e sensibili. Aveva appoggiato un piede su di un sedile, in tal modo aveva sollevato la gonna sui fianchi mostrando ai due un abbigliamento intimo molto provocante: calze velate sostenute da un grazioso reggicalze e la totale assenza di mutandine. Aveva la figa depilata, tranne un piccolo quanto rado ciuffetto lontano dal clitoride il quale si mostrava gonfio e sporgente, le grandi labbra erano dischiuse quel tanto che bastava per far capire che l’eccitazione era già a buon punto. Nel vedere quel bel panorama i due velocizzarono la masturbazione a tal punto che Carla dovette in qualche modo intervenire per raffreddarli.
Controllore: Adesso state correndo troppo, se non siete capaci di gestirvi finisce che sborrate subito e ……. la sanzione sarà ancora peggiore!!! Rallentate le vostre manipolazioni. Anzi, visto che vi piace tanto toccare l’uccello, fatevi una sega l’un l’altro!!! Non ho mai visto due che reciprocamente si masturbano e poi a voi maschi piace vedere due ragazze che giocano e se la toccano ed io sono altrettanto curiosa di guardare due stronzetti che si toccano vicendevolmente il cazzo.
Restarono per un attimo smarriti e indecisi sul da farsi ma vinto quell’attimo di vergogna reciproca i due allungarono le mani e con molta titubanza le avvicinarono ai rispettivi uccelli. La posizione però non li facilitava e allo stesso tempo non permetteva a chi in realtà voleva vedere di poter assistere al meglio alla manipolazione.
Controllore: Non vedo un cazzo ragazzi!!! Sono io quella che deve divertirsi mica siete voi a meno che non siate due frocetti…… ed allora capisco la vostra titubanza nei confronti di una figa bella e pronta da montare!!!
Sia Gianni che Marco si affrettarono a dire che non avevano nulla contro gli omosessuali ma che loro non erano gay, che a loro le donne (o meglio le ragazze) piacevano ........ eccome se piacevano tanto che alle rispettive fidanzate avevano fatto assaggiare spesso e volentieri i loro uccelli.
Controllore: Me lo auguro!!! Comunque sia….. io voglio vedere che vi fate una sega quindi, sedetevi vicini e ricominciate a toccarvi il cazzo così che standomi di fronte possa guardarvi bene. (come due fulmini eseguirono le indicazioni di Carla, ripresero ognuno il cazzo dell’altro in mano e ricominciarono la masturbazione) Molto bene ..... adesso siete messi proprio come volevo. Tu (rivolgendosi a quello a dx) come ti chiami e dimmi chi è quello a cui stai facendo la sega??? (Gianni si presentò e disse anche il nome del suo amico: Marco) Devo interrogarvi come se stessimo all’asilo o avete una qualche proprietà propria di linguaggio??? Non avete detto nulla né su di me, come donna, nè sulle mie grosse tette. Adesso ve le mostro bene così non potete dire che le ho celate dalla camicetta (si tolse la giacca e la camicetta restando con le tette sostenute dal reggiseno; per far meglio vedere lo aveva spostato abbassandolo sotto le mammelle in modo da tenerle così ben sollevate) e sulla mia vogliosa e sempre affamata figa cosa avete da dire ?? Forse non vi piace una figa senza peli?? Assomiglia tanto a quelle delle vostre amichette, anche loro l’avranno tutta glabra??
I due poveri studentelli menavano con sempre maggior foga il cazzo dell’altro e non distoglievano più lo sguardo da quella stupenda porcona che li stava praticamente violentando e incitando ad essere sempre più audaci e vogliosi di sesso. Guardavano le dita di lei che stuzzicavano i capezzoli dritti, duri e sensibili alle proprie carezze. Ogni tanto quelle mani brandivano i seni stringendoli e per portarseli alla bocca; con la lingua si leccava i capezzoli ribelli e duri. Non solo si toccava le tette, la porca, ma le dita andavano con sempre maggior insistenza a giocare con le “grandi labbra” della figa, tirandole e aprendole, oltre che con il grosso e turgido clitoride. Si passava le dita sulla figa aperta e poi si portava le stesse vicino alla bocca e con la punta della lingua assaggiava il proprio “sapore”. Tutto questo spettacolo faceva impazzire i due ragazzi a tal punto che avvisarono la loro aguzzina che se avessero continuato la reciproca masturbazione avrebbero di lì a poco sborrato sul pavimento.
Controllore (con voce ferma): Guai a voi se vi vedo sprecare quel nettare divino, se non siete capaci di farvi nemmeno una sega come Dio comanda allora è meglio che fermiate quelle inutili mani, sono io che vi do l’autorizzazione a godere quando e dove voglio!!!
Tu (rivolgendosi a Marco) alzati e mettiti in ginocchio sopra questo sedile e tu (guardando Gianni) mettiti in ginocchio sull’altro.
Nel frattempo lei si era sfilata la gonna (restando solo con le calze e reggicalze, il reggiseno tirato sotto l’abbondante “seno” e il berretto da controllore) e si era sdraiata proprio in mezzo a loro, sui sedili uniti. In questo modo il cazzo di Marco e di Gianni erano quasi a contatto delle sue polpose tette che, nel frattempo, li incitava ad aumentare il ritmo della masturbazione (che ora era diventata personale) e chiedeva loro di toccare con la cappella i suoi capezzoli mentre lei stessa se li leccava dando così anche qualche colpetto ai prepuzi dei due giovani. L’effetto lubrico (del contatto: glande, capezzolo e lingua) a cui erano sottoposti non tardò a farli venire. Abbondanti e caldi fiotti di sperma le si riversarono sul seno, sul viso e sulla lingua vorace di Carla che era in preda ad una sfrenata quanto liberatoria lussuria tanto da farle prendere lei stessa in mano i due cazzi. Se li muoveva sui capezzoli e a turno se li succhiava con foga, come se non volesse farli diventare subito molli, come purtroppo stava accadendo (i due erano esplosi senza preavviso e ora subentrava il timore della reazione della controllore/porca).
Controllore (felice dell’ exploit dei due giovani ma allo stesso tempo incazzata per il fatto che ora si ritrovava con due cazzi mosci) disse a gran voce: Non vi avevo forse detto che dovevate aspettare i miei ordini per svuotare i vostri coglioni?? Mi avete, per caso, sentito dire: GODETE!! Non sono molto contenta del vostro comportamento, vi siete divertiti quando sapete bene che sono io quella che deve giocare, andare in brodo di giuggiole e dilettarsi!!!! (con le mani intanto si spalmava lo sperma sulle tette facendole diventare luccicanti e ancor più invitanti)
Cambiando il tono di voce, quasi suadente desse loro: Venite qui piccoli profittatori e baciatemi le tette da bravi, fatemi sentire le vostre lingue che leccano i miei capezzoli granitici, forza succhiatemeli!!! Non si fecero certo pregare ed iniziarono a divorarli tenendoli in bocca saettando le lingue cercando di mettersi quanto più seno possibile in bocca.
Carla: Molto bene .... vedo che piace anche a voi il sapore della sborra!!!!
Si fece una risata grassa nel momento esatto in cui vide che di scatto i due giovani si ritrassero dalle tette, che fino a poco prima erano ben felici di “assaggiare”, per sputare a terra e pulirsi la bocca e la lingua. Carla si alzò a sua volta in piedi e salì sui sedili restando a gambe divaricate come il Colosso di Rodi davanti al porto.
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