UNA VOGLIA IMPROVVISA

Scrivo in preda ad una voglia improvvisa o, forse, dovrei scrivere ad un raptus che mi sta offuscando la mente.
Ho una forte e duratura erezione. La colpa è di una mia collega.
Poco fa, è giovedì pomeriggio, sono andato a prendere il caffè con Lei, ha 60 anni fisico asciutto, altezza media, seconda di seno, madre e nonna.
Questa mattina avevo casualmente parlato di lei al cellulare con un'altra collega che mi aveva espresso la certezza sulla sua fedeltà.
Durante la pausa caffè l'ho osservata, è una persona dai modi garbati, ha atteggiamenti eleganti e femminili.
Ho iniziato a pensare a Lei e alla sua capacità amatoria, ho sentito fortissima l'esigenza di scrivere, quasi a voler sfogare la mia improvvisa eccitazione, la mia voglia di averla, di toccare il suo corpo e di offrirgli in dono il mio.
La mia erezione si sta facendo sempre più prepotente.
Non so che fare, potrei andare in bagno a masturbarmi pensando a lei, al suo ventre, ma così interromperei questo momento, non voglio.
Mentre scrivo, la penso.
Entro nel suo ufficio, chiudo la porta a chiave dietro di me, mi avvicino, è seduta, sotto i pantaloni non indosso le mutande, avvicino il mio uccello, sveglio e impaziente, al suo viso e, guardandola negli occhi, accompagno la sua testa verso di me.
Non si scosta, appoggia la sua bocca sopra i pantaloni oramai gonfi di eccitazione, morde dolcemente la mia protuberanza, mi slaccia la cinta e poi il bottone, sfila la cerniera e abbassa i pantaloni, il mio uccello è libero davanti al suo viso, lo ammira, lo desidera, con la mano destra mi accarezza i testicoli e con la bocca inizia a baciare l'asta, pulsa forte, continua a guardarlo, poi lo prende in bocca, tutto, sento il calore che lo avvolge.
Lo tiene tutto in bocca, poi si stacca e lo riprende, mi fa impazzire, sento di non resistere più, continuo a scrivere in preda ad uno stato di trances erotico.
Non mi basta, non voglio solo godere, voglio il suo corpo, mi siedo al suo posto, gli sfilo i pantaloni, ha degli slip neri, li abbasso, non ce la faccio più, il suo ventre è depilato, come piace a me, è chiaro come la sua pelle, ha una bella forma, lo odoro, è buono, lo voglio assaporare, subito!
Scrivo e sono ancora e sempre più voglioso, finalmente la lecco, lo vorrei mangiare tanta è la voglia, percorro le grandi labbra fin quasi a volerle ingoiare, se fossi una femmina sarei una grande porca, il mio uccello è sempre più duro, voglio il suo sedere, mi sembra che non sia vergine, entro con facilità, gli accarezzo il petto e poi inizio a masturbarla, la scopo e la masturbo, scrivo e sento che sto per venire, non mi era mai successo, è così!
Mi piace, mi godo il momento, continuo a scoparla e a masturbarla, non capisco più la mia eccitazione, continuo a scrivere e quasi sto venendo, non voglio, sto godendo, gli vengo dentro, ansima, non riesco a fermare l'eccitazione, il mio uccello è come marmo, mi sento un maiale e me ne rallegro!