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Lui & Lei

L'importanza di D.


di Writer72
13.02.2024    |    1.128    |    5 9.2
"Mi spingevo dentro di lei con sempre più ritmo, vedevo il mio uccello scomparire dentro la sua fica e mi eccitavo sempre di più, i suoi occhi socchiusi dal..."
Ho conosciuto D. il giorno del mio trasferimento presso la Direzione Aziendale, era la segretaria del Direttore, mi accolse con la sua voce squillante, ho avuto subito simpatia per lei.
"Vieni dottore" mi disse quando arrivai, mettendomi subito a mio agio, mi ero soffermato a guardarla, aveva 45 anni, una fisico mediterraneo, con un bel seno e un accenno di pancia, i fianchi appena larghi, quel giorno indossava un tailleur scuro con la gonna di poco sopra al ginocchio.
Finito il colloquio mi chiese come era andata e io soddisfatto le dissi che avrei iniziato a lavorare negli uffici direzionali.
Col passare delle settimane prendevo sempre più confidenza con i colleghi e col nuovo ambiente di lavoro, mi piaceva, era un lavoro che mi inorgogliva e mi faceva sentire importante.
Con D. così come con altri colleghi era nato subito un bel rapporto anche al di fuori del lavoro, organizzavamo cene e gite fuori porta.
Con lei in special modo mi trovavo particolarmente bene, la consideravo quasi una sorella maggiore con cui mi confidavo molto, sapeva ascoltare e non mi giudicava anzi, spesso mi incoraggiava e quando serviva mi rimproverava.
D. aveva un matrimonio fallito alle spalle ma tanta voglia di vivere e di riprendersi la vita in mano.
Dopo circa un anno il nostro rapporto era molto confidenziale, mi parlava della sua vita, dei problemi avuti con l'ex marito, delle difficoltà a crescere da sola una figlia.
Col tempo la vedevo sempre più come donna, non solo come amica, la sua vitalità, la voglia di rimettersi in gioco, la voglia di piacersi e di piacere insieme ad una maggiore cura della propria persona ne avevano fatto rifiorire la femminilità per troppi anni trascurata.
Insieme ad un'altra collega avevamo spesso appuntamento il sabato pomeriggio a casa sua per un caffè e per farci delle piacevoli chiacchierate che spesso finivano con lo spettegolare di altri colleghi o conoscenti.
In casa spesso ci faceva compagnia anche la figlia che amava sentirsi più grande della sua età e che spesso ci prendeva in giro per i nostri atteggiamenti infantili. Aveva occhi da furbetta che spesso mi scrutavano ed io, un pò, ne andavo orgoglioso.
Un sabato pomeriggio di luglio, era veramente caldo, arrivai prima del solito perchè dovevo andare al mare con gli amici, D. era in cucina a stirare, era particolarmente nervosa ma era anche particolarmente sensuale, aveva i capelli raccolti disordinatamente sulla testa e il collo scoperto, un vestitino corto a metà coscia con tanti piccoli bottoni davanti che le lasciavano intravedere lo spacco tra i seni.
"Sei arrivato presto!!? Bravo così mi aiuti a ripiegare le lenzuola, Francesca non viene a prendere il caffè perchè deve andare al mare e io invece qui a stirare", anche io devo andare al mare, pensavo ma non mi azzardavo a dirlo per paura di essere rimproverato, d'altronde non è che mi importava più di tanto, anzi, stavo a casa con lei, un bel pezzo di donna che se non fosse stata un'amica!
"Senti, ti devo parlare" mi disse sempre più nervosa, "Fabiola sta uscendo da qualche giorno con un ragazzo molto più grande di lei e sono molto preoccupata, non so chi sia, cosa fa, se è un ragazzo perbene.....non so cosa pensare....";
"Se vuoi mi informo o posso parlarci, dimmi tu" le dissi, volevo consolarla, mi abbracciò, era solita prendersi delle confidenze con me, mi abbracciava spesso, mi teneva la mano, mi dava scherzose pacche sul sedere, qualche bacio sulla guancia, ma quell'abbraccio era diverso, cercava un abbraccio di conforto, di affetto, voleva protezione.
Siamo rimasti molto tempo stretti, la sentivo singhiozzare e avrei fatto di tutto per tirarla su di morale ma oltre a qualche parole di circostanza e a stringerla forte a me non potevo fare.
Poi si staccò da me accarezzandomi le guance, i suoi occhi mi guardavano alienandomi dal resto tanto da non accorgermi che le sue labbra si erano appoggiate sulle mie, ora però, anche il mio desiderio cresceva e non potevo nasconderlo.
Sentivo improvvisamente la sua la lingua cercare la mia, quel calore mi inebriava e ci abbandonammo in un bacio dolcissimo, mi accarezzava la schiena mentre le mie mani scendevano verso il suo sedere, era morbido, piacevole, la spingevo verso di me, volevo sentire il suo corpo, farle percepire il mio desiderio, le sue mani mi accarezzavano, eravamo avvinghiati e le nostre lingue si cercavano con sempre più passione.
Le sue mani percorrevano la mia schiena e poi giù, a cercare la mia intimità, il contatto con le sue mani mi dava continue scosse di piacere, le mie mani cercavano i suoi seni già liberi, morbidi, i capezzoli duri, la mia lingua li percorreva mentre la sua mano accarezzava il mio uccello duro di passione.
Dopo averle tolto il vestito, con la mano, accarezzavo i suoi slip bagnati dal desiderio, accarezzavo la fica, le grandi labbra gonfie e poi dentro a masturbarla, con una e poi più dita.
Ansimante di piacere, seduta sulla poltrona e io, in ginocchio, con il viso davanti al suo ventre, la mia lingua si faceva spazio nella sua fica, la esplorava con voglia, la sua testa era inarcata per il piacere, la nostra passione cresceva, sentivo ansimarla, aumentavo i movimenti per darle più piacere, i suoi umori mi riempivano il viso, erano buoni, ora mi ero spinto più vicino, volevo possederla, il mio uccello entrò facilmente e cominciammo ad amarci e mentre lo facevamo le nostre bocche si cercavano.
Mi spingevo dentro di lei con sempre più ritmo, vedevo il mio uccello scomparire dentro la sua fica e mi eccitavo sempre di più, i suoi occhi socchiusi dal piacere facevano il resto.
La volevo ancora, la presi da dietro, le accarezzavo i grossi seni, la mia voglia cresceva e anche il suo ansimare, spingevo sempre di più dentro di lei, sentivo il suo piacere crescere, le accarezzavo la fica per stimolarla ancora, un brivido del suo corpo, un grido trattenuto di piacere, la mia voglia che esplode sopra di lei.
L'ho abbracciata forte, il suo viso era radioso, la sua femminilità risplendeva, un pò di serenità riconquistata e non fu l'ultimo sabato pomeriggio di piacere.
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