Racconti Erotici > tradimenti > LA TRASFERTA DI LAVORO. Io e la mia SERIA segretaria
tradimenti

LA TRASFERTA DI LAVORO. Io e la mia SERIA segretaria


di GiulioCesareBello
24.08.2022    |    18.835    |    3 9.5
"Già nonostante sono un porco pieno di fantasie, sul lavoro sono serissimo..."
I nomi di fantasia dei personaggi sono:
- Dott. Giulio Santoro (quarantenne Commercialista e consulente d’impresa);
- Alessandra (Segretaria stagista al primo impiego);
- Claudia (la moglie del dottore);
- Antonio (il fidanzato di Alessandra).


Sono Giulio,
un quarantenne Commercialista d’affari e il mio lavoro mi porta spesso a viaggiare, in giro per l’Italia, principalmente Roma e Milano ma anche altre città e qualche volta all’estero. Un lavoro delicato e complesso. Tra colleghi e clienti ho mille contatti da gestire. Per per questo motivo da un anno, ho assunto una segretaria che si occupa di gestirmi gli appuntamenti, i clienti e le telefonate ma anche gestirmi la contabilità interna. Trovare la persona giusta non è semplice ma dopo innumerevoli colloqui senza grandi risultati, arriva in ufficio lei: Alessandra. Viso dolcissimo, di piccola statura ma con modellato da anni di danza professionale. Ha 30 anni, capelli neri lunghi, occhi grandi e un bel profumo che ho notato subito. Anche se per ragioni personali è in ritardo con gli studi è laureanda in economia.

Nel suo CV non ha grandi esperienze lavorative ma le risposte che mi ha dato durante il colloquio mi hanno convinto nel metterla alla prova. Ho messo subito in chiaro che fare la segretaria per un professionista non è affatto un lavoro semplice e banale come molti pensano. Anzi in questo lavoro per fare la segretaria devi avere conoscenze della materia di cui mi occupo. Inoltre nello svolgimento del lavoro vieni a conoscenza anche di vicende personali del Capo. Vicende che ovviamente occorre saper custodire con naturale riservatezza. Le brave segretarie conoscono e custodiscono tutti i segreti del proprio capo!
Inutile essere maliziosi, se dopo la prova l’ho confermata non è bel la sua bellezza (che anzi era per me un deterrente) ma esclusivamente perché in quelle piccola donna di poche parole ho visto un grande potenziale professionale che può portarla ad obiettivi più ambiziosi. Inoltre mi fa subito capire che è fidanzatissima con un compagno con il quale convive.

Alle prime esperienze lavorative, ma precisa e affidabile, si impegna molto tutto quello che fa. Anche se è silenziosa per carattere, si capisce che è una brava ragazza anche se non necessariamente una santarellina. Sapeva sempre come comportarsi la ragazzina! Io con dieci anni in più di lei, sposato ed innamoratissimo non posso però dire di esser un santo nella vita. La mia fedele mogliettina Claudia, è stata qualche volta tradita con donne di passaggio, per lo più incontrate con i mariti su qualche sito scambista e mai più riviste. Scappatelle ‘normali’, giusto per rompere quella monotonia che un rapporto duraturo, ti fa assaporare sempre un po’ di più, anno dopo anno…
Mai nessuna relazione adultera stabile, mai nessuna donna con la quale io sia andato oltre ad qualche scopata, tutto sempre molto chiaro e senza un seguito.
Mi è capitato spesso di avere fantasie erotiche sulla mia segretaria. Mentre lei è alla sua postazione, con la gonna fino al ginocchio, ho più volte immaginato di strapparle i vestiti di dosso e scoparla lì, sulla sua scrivania, mentre il telefono dell’ufficio squilla…. che scena eccitante!

Tutto ciò, è però segretamente rimasto nascosto nelle mie fantasie erotiche. Già nonostante sono un porco pieno di fantasie, sul lavoro sono serissimo. Fino al momento in cui, l’occasione non ha fatto l’uomo ladro.... Un periodo nero con Claudia, Alessandra sempre più sexy ed attraente ogni giorno davanti ai miei occhi ed un viaggio lavorativo imminente. Dovevo riprendere un po' di vecchi contatti professionali con colleghi di Treviso e stavo organizzando degli incontri.
- Alessandra, non prendere impegni per giovedì, si va a Treviso.
Queste furono le mie parole per comunicare alla mia bella, professionale ed efficiente segretaria, che sarebbe necessariamente dovuta partire con me per incontrare dei colleghi. Le mie fantasie, erano appunto solo mie, ero certo del fatto, di non aver mai fatto trasparire quando desiderassi strapparle i vestiti di dosso. Anche perché non ero convinto di voler fare sta cazzata con una dipendente.
Amo sedurre le donne e so di piacere. Tal volta uso piccoli strumenti della seduzione anche per farmi convincere qualche cliente a firmare contratti. Il confine tra arte della seduzione e arte della trattativa è spesso sottile. Tuttavia sono pur sempre un uomo spostato e uno stimato ed professionista…
Molti avrebbero approfittato di un’occasione del genere ma io non ero sicuro di volerlo fare. Comunicai a mia moglie la data della partenza ed il fatto che ci sarebbe stata anche Alessandra con me. Mia moglie non fu del tutto contenta della cosa. Probabilmente neanche il fidanzato di Alessandra ne era felicissimo ma… il lavoro e lavoro. Diedi quindi istruzioni alla mia segretaria per farle organizzare i biglietti, l’albergo e tutto il resto.
Avevo anche deciso che, in occasione della trasferta, un po' per evitare situazioni con la mia segretaria e un po' per distrarmi dagli impegni lavorativi, una sera sarei andato in un noto club privè della zona a bere qualcosa e magari a conoscere qualche coppia simpatica e trasgressiva.

Io, qualche sera prima della partenza, a cena con i miei amici più stretti, mi son dovuto sforzare per non raccontare che avrei portato la segretaria Alessandra in trasferta con me. Le allusioni sarebbero state immediate e non intendevo creare voci su un rapporto fedigrafo inesistente. L’essere discreti ed attenti alla privacy comincia già con l’evitare i facili pettegolezzi.
Il giorno della partenza, la vidi arrivare in aeroporto più bella che mai, di mattina presto, quasi di corsa e con quei capelli scuri che si muovevano ad ogni passo, per raggiungermi in fila al nostro gate. Stando in fila potevo sentire il profumo che aveva messo. Un profumo, il suo, che scaturiva in me, reazioni pericolose... MOLTO pericolose! Non riuscì a trattenermi e, avvicinandomi al suo orecchio, le sussurai: “Questo tuo profumo, mi piace moltissimo”.
Lei, più donna che mai, con uno sguardo languido che mai aveva avuto prima, mi disse semplicemente: “dottore, sono contenta che lo hai notato e che ti piaccia”. Sembrava aver finalmente intuito le mie malcelate tentazioni. Da lì in poi, un turbine di pensieri affollarono la mia mente ed i miei pantaloni, mentre cercavo di contenere un’erezione imbarazzante. Ero in fila in un aeroporto e l’unica cosa che avrei voluto in quel momento, sarebbe stato portare Alessandra in una toilette per baciarla e possederla, in piedi contro un muro, con il naso perso nel suo profumo e tra i suoi capelli morbidi.
Cercai di scacciare anche questo pensiero, che proprio non era il momento giusto e come per magia, ci imbarcammo; il nostro volo decollò da lì a pochi minuti e durante il decollo per un minuto, forse incosciamente, mi strinse la mano come se avesse paura dell’aereo. Durante il viaggio, io e Alessandra, parlammo un po' di lavoro e un po' del più e del meno. Più volte, nei mesi precedenti le avevo detto, con grande sincerità, che apprezzavo molto la sua abnegazione al lavoro ed alle mie necessità professionali ma che aveva anche la stoffa per fare il salto di qualità e passare. Dopo la laurea a mansioni più professionalizzanti.

Non appena arrivati a Treviso, prendiamo possesso delle rispettive camere d’albergo e ci rechiamo subito nello studio di uno noto avvocato con il quale in passato abbiamo già lavorato. Presento anche la mia segretaria e poco dopo proseguiamo i nostri discorsi in maniera più informale con pranzo di lavoro.
In queste situazioni, con una segretaria così giovane e bella, so bene che il mio interlocutore, tra se e se, si sta chiedendo se scopo con la segretaria. E’ un clichè che forse deriva dal cinema degli anni 80. Per questo io sono sempre molto serio ed evito accuratamente anche il più innocuo gioco di sguardi con Alessandra. Durante tutto il pranzo Alessandra, così come doveva fare, memorizzava tutti i nostri discorsi e ogni tanto prendeva qualche appunto.
Dopo il pranzo io sono andato in albergo a lavorare al PC ed ho detto alla segretaria che poteva sentirsi libera di fare la turista per tutto il pomeriggio e ci saremmo rivisti la sera. Per la sera avevo programmato una cena di lavoro, nel ristorante dell’albergo con due colleghi e le rispettive mogli. Alessandra ha approfittato del pomeriggio libero per chiacchierare al telefono con l’inquieto fidanzato, visitare la città e comprare qualche souvenir.
All’ora stabilità, la mia segretaria Alessandra si presenta puntualissima con un tubino bianco aderente sino al ginocchio, delle scarpe col tacco e una borsetta bianca con la sua immancabile moleskine per prendere appunti. Il vestito le mette in evidenza, pur senza esagerare, il seno bellissimo. E’ elegantissima, sorridente e sexy come non mai. I suoi occhi grandi e castani sembrano lucciare. Soprattutto indossa qual particolare profumo che a me fa impazzire.

La cena prosegue regolare e proficua parlando sempre di lavoro. Osservo solo che le mogli dei miei colleghi osservano e scrutano la mia segretaria facendole ogni tanto qualche domandina come: ma sei fidanzata? Da quanto tempo lavori con il dottore?
La cena terminò relativamente presto e Alessandra, seguendo le mie precedenti istruzioni, con la carta di credito dell’ufficio va a pagare il conto. Ritorna a tavola e tutti ci salutiamo.
Il giorno dopo avremmo dovuto fare una riunione importante con il mio amico Avv. De Rossi e dissi alla mia segretaria che poteva rientrare nella sua stanza mentre io che avevo voluto una suite, ne avrei approfittato per ripassare gli argomenti da affrontare il giorno seguente.

A questo punto Alessandra mi dice che, se fosse stata libera, dopo la telefonata di rito con il suo fidanzato, sarebbe uscita a visitare la movida serale della bella Treviso. Quindi la congedai e tornai nella suite, per preparare il lavoro del giorno dopo.
Pensando alla bella segretaria in giro per i pub della città, aprii il PC portatile ed alcuni fascicoli e mi misi a studiare le carte di un cliente che avevo in comune con l’Avv De Rossi.
Non passò neanche mezz’ora (erano circa le 23:00) e Alessandra mi chiama al cellulare per dirmi che, alcuni dei miei documenti erano nella sua borsa e che la voglia di uscire le era passata. Mi propone quindi di passare a portarmi i documenti, nel caso ne avessi avuto necessità.

ADESSO IL RACCONTO LO PROSEGUE ALESSANDRA!
Studio Economia e dopo aver lasciato l’Univerisità, mi sono reiscritta ad una telematica (non per incapacità ma per comodità). Oggi vivo in una città del sud Italia dove convivo con il mio ragazzo. Quella della Laura in Economia è più il frutto della mia cocciutaggine che non una questione di passione. La mia grande passione è infatti la danza.
Con la danza è però difficile metter su qualche soldo e quindi decisi che era ora di rimettermi in gioco e di trovare in fretta un lavoro che mi permettesse di coltivare ugualmente le mie passioni.

Fu cosi’ che fui enormemente riconoscente al dottor Giulio Santoro, per avermi preso a nel suo ufficio, nonostante non avessi un buon curriculum e non avessi alcuna esperienza di lavoro. Il dott. Giulio Santoro è un giovane e ambizioso Commercialista di 40 anni.
Fu cosi’ che cominciai a lavorare, quasi per gioco, in quello studio professionale che si occupava principalmente di consulenza alle medie imprese.
Passavo le mie giornate ad apprendere cose di cui avevo solo studiato la teoria tentando di mettere in pratica quello che il dottore mi insegnava e comandava.
Passarono i mesi e in quello studio mi trovavo sempre meglio.

C’era sempre qualcosa da fare, e non era come trascorrere ore e ore e marcire sui libri, come ero abituata io. Era complesso ma stimolante, e poi mi sentivo finalmente apprezzata e valorizzata. Dovevo ringraziare il dottore per avermi insegnato tutto con calma e di credere molto in me.
Non sono una ragazza stupida e mi accorsi che oltre ad apprezzare sinceramente le mie qualità umane e professionali, probabilmente almeno un poco mi apprezzava anche come donne. Nessuna certezza ma il piacevole dubbio di piacere anche come donna e femmina lo avevo. In ogni caso lui non si sbottonava più di tanto.
Il dottore era solito fare trasferte di lavoro, talvolta da solo e talvolta con altri colleghi o dipendenti dello studio. Quando mi disse che voleva me in occasione di una trasferta a Treviso fui contentissima! Ne parlai con il mio compagno ed accettai.
Il primo giorno trascorse tranquillamente e dopo un pranzo ed una cena di lavoro, insieme ad altri professionisti, ormai giunta sera, mi congedò per ritirarsi nella sua suite a preparare gli incontri del giorno successivo.

Nonostante la levataccia del mattino, non avevo affatto voglia di dormire. Così feci una cosa che sapevo poter essere pericolosa. Chiamai il dottore al cellulare e, con la scusa di avere con me alcuni suoi documenti, proposi di passare da lui per consegnarli ed eventualmente rendermi utile nel preparare le cose del giorno dopo. Mi rispose, con voce calma che la mia giornata libera era già stata abbastanza lunga e che non dovevo sentirmi obbligata. Aggiungendo che avrebbe accettato il mio aiuto a condizione che oltre a portare i documenti avrei dovuto ordinare alla reception, una bottiglia di vino bianco da sorseggiare durante il lavoro.
Sapevo che il dottore era molto preso dalla preparazione degli incontri del giorno successivo ma questa sua ultima frase alimentò i miei dubbi e cominciai sentire delle emozioni contrastanti. Gli risposi che volevo continuare ad aiutarlo, che sarei stata al suo fianco tutta la sera, se serviva anche fino a tardi.
Presi i documenti e feci recapitare nella suite una bottiglia di vino bianco. Lo raggiunsi, bevemmo un sorso di vino bianco e rimanemmo fino a tardi a lavorare, e non potevo fare altrimenti, perché ero davvero riconoscente verso di lui. Forse però non era solo per riconoscenza e senso del dovere che ero li a quell’ora della notte: forse la verità è che il dottore, con quegli occhi azzurri ed il suo modo elegante di fare, mi piaceva, forse mi piaceva molto.

Mentre lavorava accanto a me potevo osservare attentamente i tratti del suo viso, le piccole rughe di espressione che lo solcavano, in quell’espressione intenta a concentrarsi sul lavoro, potevo osservare la sua pancetta che gli dava più autorità, il suo abbigliamento formale, i suoi occhi, la sua chioma e la sua barbetta incolta.
Era oramai quasi l’una di notte ma avevamo praticamente finito. Si mise accanto a me, prese la bottiglia di vino e riempì i nostri calici.
In quel momento sentii qualcosa, una forte pulsione verso quell’uomo!
Accanto a lui vi ero io, non ero vestita come tutte le segretarie per via della precedente cena con gli altri professionisti avevo un abbigliamento sobrio ma più da sera.
Involontariamente mi avvicinai a lui, sempre di più con la sedia, lui per la seconda volta fece un apprezzamento sul mio profumo e nel farlo avvicino il viso al mio collo, quasi a sfiorarmi con le labbra ed il mio sguardo cadde sulle sue gambe semiaperte e lui se ne accorse.

Io non sapevo bene come comportarmi e facevo finta di niente, ho pensato solo per un attimo al mio ragazzo che mi aspettava a casa, non avevo fatto nulla ma avevo un pizzico di senso di colpa soprattutto perché in fondo quella situazione mi piaceva, un po' mi spaventava ma mi emozionava. Giulio, il dottore, continuava a parlarmi (non ricordo neanche di cosa) ed a guardarmi, ed abbassando di nuovo lo sguardo vidi che non gli ero indifferente…
Mentre parlavamo le nostre mani si sfioravano ed il suo gomito si spostò sempre più verso di me, e i suoi polpastrelli sfiorarono leggermente la mia gamba coperta dal collant.
Le sue dita scivolavano sulla mia gamba, ma io non lo fermavo.

Nella mia mente scorreva velocemente il pensiero che poteva essere considerata una molestia, che avrei potuto denunciarlo, ma qualcosa mi sussurrava di stare al gioco.
Parlavamo e ci sfioravamo a vicenda, la sua mano di tanto in tanto si fermava, e lui mi guardava negli occhi, aspettando un no, e leggendo il mio sorriso continuava ad avvicinarsi sempre di più al mio interno cosce.
Ero eccitata ma d’un tratto lo interruppi con la scusa di dover andare in bagno. In realtà non dovevo fare nulla e dopo solo un minuto mi son aggiustata rossetto e sono uscita dalla lussuosa toilette e dicendo che dovevo andar via. Dicendo questo ho però chiesto al dottore di aiutarmi ad aggiustare la cerniera, lungo la schiena del mio vestito bianco. Dicendo a questo mi avvicino nuovamente a lui che dopo aver bevuto ancora un sorso di vino, si alza e si mette dietro di me mentre lentamente con una mano mi sposta i capelli e con l’altra mi cinge la vita. Dopo aver visto che in realtà la cerniera del vestito era OK…. Mi fa voltare e mi bacia, prima in maniera fugace. Poi mi stringe a se stesso e mi ribacia ancora e poi ancora. Sento un crampo allo stomaco ed il mio corpo che diventa sempre più caldo.

Le sue mani mi accarezzano il viso e scivolano in ogni parte del mio corpo. Sento il suo odore maschio mentre con le mani, sotto la cravatta che ancora indossa, apro due bottoni della sua camicia bianca e con le dita ne accarezzo il petto per poi toglierne una per portarla sul sedere del mio capo.
La mia gonna era ormai alzata, e le sue dita esitavano nel punto più intimo del mio collant, i polpastrelli lo premevano e lo sfioravano a piacimento del mio capo, che esprimeva un sorriso malizioso assolutamente irresistibile. Sorriso malizioso che io ricambiavo.
Sentivo le mie parti intime farsi sempre più umide, i miei umori venire a contatto con le mutandine e le calze, che già mi davano fastidio abbastanza.
Provavo una sensazione di fastidio e di piacere di cui ero diventata schiava.
Si accorse ben presto di come mi ero bagnata, mi fece sedere sul letto e si inginocchiò davanti a me.

Faceva un pò impressione vedere il mio capo, il dottore, inginocchiato accanto a me, anche se sapevo cosa aveva intenzione di fare.
Cominciò a leccare i miei collant, a partire dal ginocchio per poi alzare sempre più la gonna sino ad arrivare al punto che aveva stimolato prima. La sua lingua scorreva tra la liscia maglia, mi dava una sensazione indescrivibile.
La sua lingua si appoggiò proprio in quel punto, sembrava come se fosse complementare alla mia fighetta, così come il suo naso freddo sfiorava il mio addome…
Sentivo la sua saliva mescolarsi ai miei umori fuoriusciti dalle mutandine, e tutto sembrava impigliarsi nella rete del collant.

Ero completamente immersa in questo gioco di sesso e piacere, allargavo le gambe come per farlo avvicinare, per facilitargli ciò che stava facendo.
Il mio bacino scivolava sempre di più dal letto, avevo il collo completamente inerte, e la testa all’indietro, mentre chiudevo i miei occhi abbandonandomi ai pensieri più proibiti.
Afferrò le mie gambe con le sue forti mani e le sollevò fino ad appoggiarle sul tavolino, incurante dei preziosi documenti che si trovavano su di esso, mentre con la bocca continuava a leccare con avidità il mio punto più segreto.

Ancora con le mani strinse forte i miei fianchi e, preso l’elastico dei collant, finalmente mi liberò da essi lasciandomi con le sole mutandine.
Presto mi liberò anche di esse
Mentre lentamente me le scendeva giù, io pensavo alla situazione in cui mi trovavo, nuda a cosce aperte davanti al mio capo, a mostrare emozionata, eccitata e senza alcuna inibizione ogni minima parte del mio corpo.
L’idea mi impauriva molto, anche perchè sono sempre stata una ragazza riservata, ma nello stesso tempo tutto ciò incrementava il mio stato di eccitazione e non facevo nulla per fermarlo.

Mi scese giù le mutandine afferrandole prima con le mani e poi con i denti e da suo sguardo compresi che le apprezzava mentre al tempo stesso non vedeva lora di toglierle. Erano molto belle e ricamate ma aveva fretta di scendermele del tutto, in modo che potessi continuare a tenere le gambe aperte verso di lui.
Si limitò però a togliermele sono da una gamba, restarono impigliate all’altra.
Certi uomini d’affari sono così.

Continuava a non dire una parola, potevo sentire la sua voce dai forti sospiri che metteva, i sospiri di un uomo maturo. Più maturo del mio fidanzatino.
Guardava compiaciuto la mia fighetta completamente depilata. Si avvicinò di nuovo e stavolta per davvero poté succhiarne il gusto, fino in fondo, spingendo la sua lingua fino al suo punto più segreto, incurante dei miei fremiti.

Per come mi leccava sembrava stesse leccando il contorno di una scodella, faceva dei movimenti veloci e circolari, non trascurava nessuna parte di essa, faceva dei rumori come a volerla succhiare, annusare, coglierne il gusto originario.
Allora mi venne naturale, presa dai fremiti dell’orgasmo, avvicinare la mia mano alla sua testa per accarezzarlo con la mia mano.
Finalmente vidi che di stava slacciando i pantaloni, prese con forza la mia mano e mi costrinse a slacciarglieli e a mettere la mano dentro per stringere il suo caldissimo e già eccitatissimo cazzo.

Afferratami di nuovo la coscia, cominciò a toccare la parte di essa che la separa dal sedere, fino ad avvicinare la sua mano alle mie natiche lisce.
La sua mano si avvicinava sempre di più al loro interno, e a quel momento fui impaurita, ebbi paura che mi volesse possedere interamente, anche nel culo. Una cosa che non avevo permesso mai a nessun fidanzato
Ma mentre la sua mano di avvicinava alla mia piega sapevo di non potere e non volere dirgli di no, sentivo il suo pollice accarezzare il mio ano, muoversi vivacemente intorno ad esso, stimolarlo sempre di più, senza nessun riserbo.
Mentre lo toccava, i miei respiri diventavano più forti, ero come presa da un languido piacere mai provato, mentre la sua lingua si insinuava ancora tra le mie gambe.
Pronuncio sensualmente il mio nome e finalmente lo sentii parlare.
Capii, da come lo pronunciò che benchè quella sera stavo diventando per qualcosa di più prezioso di una classica segretaria che ero ma lui era sempre il mio capo e tutto questo mi eccitava terribilmente.

Il suo respiro crebbe sempre di più mentre, avendo smesso di leccarmi la fighetta, continuava a masturbarmi, davanti e dietro. Io presi con una mano il suo cazzo pulsante e alternavo momenti in cui lo accarezzavo a momenti in cui lo stringevo con forza… sino a quando lui riuscì a provocarmi un primo orgasmo liberatorio.
Adesso, abbassatosi completamente i pantaloni, si tolse gli ultimi vestiti. Passarono alcuni minuti in cui mi privò definitivamente del mio vestito a tubino e del mio reggiseno, ritrovandosi davanti a due seni sodi e rotondi. Cominciò ad accarezzare il mio seno ed a leccare e mordicchiare avidamente i miei capezzoli, incurante che talvolta provassi un pò di dolore.

Ad un certo punto, riprese a baciarmi con passione sulle labbra e sul collo, le nostre lingue e le nostre mani si aggrovigliavano senza sosta, poi prese a baciarmi sul collo e ad accarezzarmi il viso, poi si sollevò allargandomi le cosce, mentre mi guardava compiaciuto ed eccitato. Il suo sguardo sembrava a momenti quello di un uomo innamorato ed a momenti quello di rozzo ma stiloso scaricatore di porto.
Mi portò le mani sul suo cazzo vigoroso affinchè lo guidassi io nella mia fighetta calda e umida. Cominciò così, finalmente a penetrarmi in profondità. Ansimava mentre con una mano stringeva un mio seno e con l’altra mi stringeva il leggermente il collo dandomi una leggera sensazione di soffocamento che mi faceva sentire totalmente sua mentre con il bacino spingeva dentro di me. Riusciva a modificare il ritmo dei colpi in base al mio respiro ed ai miei gemiti.

Ad un certo punto si interrompe e per non venire, esce da dentro di me proprio quando sentivo che stavo per essere invasa da un altro orgasmo. Maledetto!!!!
Si sdraia di fianco a me ed io come a volermi riprendere qualcosa di mio, gli afferro il cazzo e comincio ad accarezzarli le palle gonfie mentre gli lecco l’asta per lungo… guardo quel cazzo di cui mi sento ormai proprietaria e comincio quello che dovrà essere il più bel pompino della sua vita. Non sono mai stata un’appassionata dei pompini ma quel pompino lo stavo facendo di gran gusto. Avevo le palle del capo letteralmente nelle mie mani e la sua asta venosa che mi riempiva la bocca. Intravedevo il suo sguardo al settimo cielo, mi sentivo una vera troia e mi piaceva!

Quel bastardo del capo però, senza avvisarmi, viene poderosamente mentre faccio appena in tempo a togliere il cazzo dalla bocca inondandomi il viso le labbra e le mani di sperma caldo e curiosamente dolciastro. Il suo cazzo sta ancora pulsando, mentre fa una cosa che nessuno aveva mai fatto con me. Con la lingua raccoglie il suo stesso seme dalle mie mani e mi bacia romanticamente e passionalmente. La cosa fu strana e mi faceva sentire una cagna innamorata del suo padrone. Dopo essere passato a baciare e stringere i miei seni (anche quelli pieni di sperma caldo), si accasciò di fianco al mio corpo mentre con una mano prese ad accarezzare delicatamente la mia pancia.

Mi sentivo stravolta e confusa ma ancora carica di desiderio. Pensavo che si sarebbe addormentato li ed invece dopo alcuni minuti riprese a baciarmi sulle labbra e dietro le orecchie facendomi nuovamente venire brividi in tutto il corpo. Prese poi ad accarezzare nuovamente il mio seno (era evidente che gli piacesse molto) ed a leccare tra il mio pube e la pancia ficcando la lingua dentro l’ombelico, a stringere il mio seno sodo nelle sue ruvide e grandi mani, finchè… il suo pene non si fu ripreso del tutto! Aveva ancora fame di me ed in meno di mezz’ora il suo cazzo era tornato duro!

Dopo la parentesi romantica di sguardi languidi carezza e baci appassionati, mi prese come se non pesassi nulla e mi mise di schiena a pecorina (adoro essere presa a pecorina). Mi scopava con foga andandomi le dita nella schiena. Il cazzo mi stava nuovamente riempendo fino in fondo. Dopo circa 15 minuti mi girò nuovamente e allargandomi nuovamente le gambe e mi possedette ancora stringendomi a lui. Sentivo il modo in cui ondeggiava, passionalmente e violentemente verso di me, lasciandomi poche possibilità di movimento.
Continuò a farmi per circa quindici minuti, poi, un pò stanca gli feci mollare la presa.

Lui era li a guardarmi, mi chiese di masturbarmi con la stessa autorità con cui mi chiedeva di svolgere i compiti per l’ufficio.
Presi la mia mano, la avvicinai alla mia fighetta bagnata, e la immersi, continuandomi a masturbare per alcuni minuti ad occhi chiusi, distesa sul tavolo, mentre lui continuava a guardarmi ed a toccarsi il cazzo come se fosse lo scettro di un re.
Mentre continuavo a masturbarmi, ormai senza inibizione, mi prese e mi fece nuovamente girare a pancia in sotto. La sua mano scorreva per la mia schiena nuda, talvolta rivolgeva le proprie attenzioni ai miei seni schiacciati verso il letto, ma inesorabilmente scorreva verso il fondoschiena.

Seguendo la linea della spina dorsale, il dito si insinuò di nuovo tra le natiche, le allargo sempre di più, stimolò l’ano, e non solo dall’esterno, si insinuò delicatamente all’interno.
Mi accorsi che bagnava la mano tra le mie gambe e inumidiva l’ano, facendo scorrere meglio il dito al suo interno.
Sentivo che lo spalmava con qualcosa di liquido, forse un lubrificante o dell’olio per massaggi. Ormai sapevo cosa volesse fare… e non osavo fermarlo.
A un certo punto sentii qualcosa di diverso penetrarmi dal di dietro.
Era il suo grosso pene, ormai familiare a me, per un attimo sentii una sensazione di dolore-piacere

Mentre con le dita, contemporaneamente, continuava a insinuarmi la fighetta, dita che da una piccola striscia di pelle erano separate dal suo pene che violava il mio ano.
Continuava a possedermi, a fare dei versi grotteschi che chiarificavano la sua forte eccitazione, e riuscii a capire sono questa frase: Sei una troia e sei mia.
Di quella sera non ricordo altro, se non che fu un momento di grande emozione e trasgressione della mia vita sessuale. Ricordo che erano le sei di mattina quando mi svegliai. La stanza era devastata e lui, il capo, completamente nudo, dormiva ancora.
Dei miei sensi di colpa, non era rimasta neanche l’ombra. Mi sentivo donna e mi sentivo soddisfatta.

Ora ci aspettava una nuova giornata di lavoro.

CONTINUA?
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per LA TRASFERTA DI LAVORO. Io e la mia SERIA segretaria:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni