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Mario e Luisa 2


di geniodirazza
29.04.2024    |    1.961    |    3 9.6
"Benché al corrente di tutte le iniquità commesse dalla moglie negli anni, Mario non poteva sottrarsi al senso di nausea che lo colse guardando sua moglie..."
Dopo il ‘preludio con girotondo’ degli amanti che la palpavano da ogni lato, sua moglie si scatenò nella più offensiva ed esplicita scopata di cui era capace; e dimostrò concretamente che era una puttana di grande esperienza; la vide stendersi per terra e farsi sbattere in figa dai quattro, uno per volta; forse tutti le sborrarono dentro; subito dopo, cominciò la giostra delle doppie; uno si disponeva seduto sul divano e le offriva il cazzo che lei prendeva in gola fino in fondo, carponi come una cagna davanti al cazzo.
Dietro di lei, un altro la infilava con una notevole mazza in figa o forse nel culo; andavano avanti a lungo, poi si scambiavano di ruolo e giravano tra bocca e figa finché tutti e quattro la ebbero scopata in entrambi; ma la lussuria di Lisa non era soddisfatta; invitò uno a stendersi supino sul pavimento e lo montò a cavallerizza; spostando abilmente il corpo, portò il culo più in alto possibile e incitò un secondo ad incularla mentre l’altro le riempiva il canale vaginale; un terzo era sollecitato a scoparla in bocca.
Anche in questo gioco di sesso i quattro si alternarono nella funzione e la scoparono successivamente nei tre buchi; lei sembrava instancabile ed irridente, non solo nei confronti del marito a cui dedicava il segno delle corna, ma anche ai quattro coi quali sembrava avere ingaggiato una gara di resistenza alle violenze del sesso; quando si concluse anche questo tourbillon di cazzi dappertutto, Luisa ebbe un piccolo cedimento e si fermò quasi a prendere respiro.
Più volte, nella kermesse che andò avanti per ore, lei si fermò per un attimo, ma non cedette le armi e, durante il relax, si dilettò a succhiare i cazzi alternativamente; ne infilò in bocca anche due contemporaneamente e li portò assai vicino all’orgasmo, con la gola profonda e la lingua guizzante; l’ultimo oltraggio dedicato esplicitamente a Mario fu farsi inculare dall’amante sdraiato a terra e ricevere nello stesso buco la mazza enorme di un altro amante; per il marito fu la fine di ogni pazienza.
Benché al corrente di tutte le iniquità commesse dalla moglie negli anni, Mario non poteva sottrarsi al senso di nausea che lo colse guardando sua moglie districarsi da autentica puttana tra quattro cazzi che la riempivano contemporaneamente in tutti i buchi; già lo aveva stomacato lo spettacolo di lei che scopava individualmente con ciascuno di loro; la visione di lei che li accoglieva e godeva di averli tutti insieme gli diede assai fastidio; ma resse fino a quell’ultimo oltraggio.
Si sorbì la scena di aberrazione sessuale fino in fondo; avvertì Luigi di comunicare a Luisa, quando avesse chiesto, che era tornato al lavoro da cui non poteva staccarsi a lungo per una troia; sapeva che sarebbe stata la ferita peggiore che poteva infliggere all’orgoglio ferito di lei; poco prima di mezzanotte, uscì alla chetichella, montò in macchina e guidò nervosamente fino a casa; passò la domenica con l’amata e ne fu felice.
Mario trascorse le due settimane successive a perfezionare il suo progetto di rivendicazione e mise in moto tutto il personale di cui poteva disporre per arrivare a delineare gli organigrammi che aveva in mente; chiamò in studio Elvira e la mise a parte dei suoi propositi; lei aveva alcune perplessità, ma dovette consentire che le scelte fatte da lui erano le più coerenti con le sue idee e con la maggiore prospettiva di successo; il primo a essere convocato fu Luigi.
Si precipitò, col timore che qualche impaccio fosse sorto nella gestione del suo patrimonio che aveva affidato a quello studio; dopo una breve attesa, fu fatto accomodare nello studio del principale; la prima sorpresa la ebbe quando si trovò faccia a faccia con il capo dell’ufficio e riconobbe in lui Mario, che si rivelò solo allora come il marito cornuto e impotente della puttana che si era scopato con gli altri tre; subito dopo, il sobbalzo fu fisico quando vide, seduta sulla poltrona d’onore, sua moglie Elvira.
Fu proprio lei a spiegargli che Luisa era un’adultera forse anche vagamente ninfomane che aveva inventato contro Mario tutte le maldicenze con cui si erano ampiamente ‘lavati la bocca’ lui e i maiali suoi complici; assicurò che aveva personalmente sperimentato, come le mogli dei suoi amici, l’effettivo valore come amante, forse insostituibile, del loro commercialista più diffusamente conosciuto come ‘economo’ di moltissime aziende e gestore delle loro malefatte ai danni dell’erario.
Ciliegina sulla torta, lo avvertì che con le altre Mario aveva stabilito una serie di incontri amorosi a compensazione di quelli sessuali di sua moglie coi mariti; dal momento che tra loro due, sin dal matrimonio, c’era stato solo un affetto dolce e tenace senza amore, adesso lei era innamorata perdutamente di quello che negli ultimi due anni era stata il suo compagno, al punto che, per sopperire ad una carenza del loro matrimonio, avevano deciso di avere un figlio, che lei già aspettava.
Luigi ebbe bisogno di un lungo periodo per ‘digerire’ le novità; poi teneramente ricordò alla moglie che il loro affetto non aveva avuto bisogno di picchi d’amore per creare una situazione di armoniosa serenità utile a tutti; sapeva da sempre di non essere in grado di fecondarla, anche se per pudore non ne parlavano; sapevano che presto avrebbero scelto tra adozione, inseminazione artificiale e maschio surrogato; visto che stava vivendo un stagione d’amore, per lui andava benissimo.
Le chiedeva solo di non rompere il tenue legame che li univa da molti anni, non sarebbe intervento sulla paternità legittima del figlio che Mario poteva reclamare e lei consentire; ma chiedeva di essere padre putativo di un figlio di sua moglie; i due si guardarono poi lei rispose che non poneva nemmeno come lontana ipotesi il divorzio, né tra loro né di Mario con Luisa, che avrebbero scelto secondo coscienza; invece gli ulteriori sviluppi del progetto avrebbero assunto un grande significato.
A quel punto, fu Mario a chiarire che i suoi legali erano all’opera per far assegnare alle mogli la metà dei patrimoni dei mariti grandi caproni; era la punizione che aveva deciso per ritorcere anni di corna con l’aggiunta di gravi offese alla sua dignità; poiché solo lui disponeva dei codici per accedere a conti esteri che avevano accumulato negli anni, reclamava, per la loro cessione, il cinquanta per cento delle azioni che loro rimaneva.
L’operazione includeva anche i debiti che avevano provocato con un’avventata gestione delle aziende e che una Società che faceva capo a lui aveva rilevato; con quella soluzione, lasciavano il posto tenuto da sempre e sarebbe stata il nuovo organigramma a deciderne la sistemazione in accordo coi sindacati; il ruolo di Amministratore Delegato sarebbe passato alle signore che godevano del suo affetto e della sua fiducia; se ci fossero state reazioni, la parola poteva passare al personaggio noto come ‘l’esattore’.
Ad Elvira che pareva stupirsi dell’affermazione, suo marito spiegò che, nel giro delle amicizie più o meno turbolente dell’ambiente, c’era anche un personaggio ambiguo incaricato di riscuotere i crediti dei boss, insomma un killer prezzolato pronto anche a torturare ed uccidere; per questo, era conosciuto anche come ‘vendicatore’, ‘torturatore’ o ‘macellaio’ perché faceva tutto il male immaginabile sempre col sorriso sulle labbra.
A Mario comunicò che per lui la soluzione andava bene; chiese solo ad Elvira, quando avesse preso le redini dell’azienda, di non umiliarlo troppo nella destinazione; Mario suggerì che, in caso di pacifica discussione, un ruolo da dirigente di area poteva andare a pennello; avvertì la donna che, quando fosse nato suo figlio, il padre genetico e legittimo gli avrebbe intestato le azioni del padre putativo e lei, affidataria del figlio, avrebbe avuto la totale proprietà dell’azienda.
Per completare i chiarimenti sulle loro posizioni, Elvira avvertì Luigi che avrebbe continuato a vivere con lui e col figlio, per suo marito solo putativo, ma che non avrebbe rinunciato ad incontrare spesso l’uomo che amava non solo nelle funzioni pubbliche di dirigenti della stessa azienda ma anche a soprattutto nei rapporti d’amore che non intendeva cancellare e che non erano solo sesso ma grande intensità di sentimenti e di emozioni; Luigi ribatté che certi elementi erano impliciti.
Restava da fare chiarezza con gli altri tre e con Luisa; Luigi suggerì che si mettessero le carte in tavola in occasione della festa orgiastica che Luisa stava preparando anche per la fine di agosto; Mario gli chiese di anticipare i discorsi, per evitare uno scontro che poteva avere conseguenze assai dure se fossero intervenuti i boss con l’esecutore materiale dei loro ordini, sul quale non si poteva fare nessun affidamento per riflessioni pacifiche, vista la tendenza a cercare il sangue appena possibile.
La telefonata allo studio lo sorprese; sua moglie, non essendo riuscita a contattarlo per il blocco di chiamata imposto al suo numero, si era rivolta al centralino, in atteggiamento umile che aveva sconvolto anche l’impiegata, per dire che aveva urgente bisogno di parlare col marito; fece il suo numero dal telefonino e bruscamente le impose di dire l’essenziale, perché il lavoro gli premeva più della sua perfidia; gli chiese solo di raggiungerla in serata per chiarimenti.
Trovò seduti nel salotto della suite i suoi quattro amanti; Luigi fece da moderatore e comunicò che aveva avvertito i tre dei pericoli connessi alle loro scelte; aveva comunicato anche le sue, simili a quelle imposte ed accettate da lui; i tre non avevano potuto fare altro che subire le condizioni imposte, per non perdere anche i capitali imboscati, colla sua complicità, in banche off shore, dopo aver dovuto rinunciare alle aziende da passate alle mogli con richiesta di divorzio già attivata.
Li invitò a presentarsi dal notaio per redigere gli atti conseguenti; confermò che, per chi lo desiderasse, era possibile mantenere un ruolo da piccolo dirigente nelle fabbriche cedute; dichiarò che non avrebbe dato nessun sostegno a chi avesse voluto reinvestire i beni accumulati; se le cose non fossero andate dritte per il corso preventivato, avrebbe fatto ricorso a tutto il suo potere per impedirgli qualsiasi attività a costo di far intervenire ‘chi di dovere’.
Il discorso finanche troppo chiaro anche per le parti misteriose solo adombrate li persuase rapidamente; sparirono immediatamente e li lasciarono soli.
“Hai vinto un altro scontro ... Complimenti ... Sei sempre il più forte e mi sono spezzata io le corna contro il tuo potere e la tua calma ... Per noi, che hai deciso?”
“La richiesta di separazione legale senza oneri è stata già stata messa a ruolo e, se non fai obiezioni in una settimana sarai libera da quella che consideri la mia oppressione e di esibirti come preferisci piegata a pecorina tra due amanti o sdraiata a terra con quattro montoni addosso! ... Ti consiglierei di non azzardare strane follie, se non vuoi trovarti a pagare assai di più le tue levate di testa; talvolta le corna sfondano il ventre del torero, sai?; non vorrei che ti succedesse niente di spiacevole ... “
“Luigi ha parlato chiaro, anche degli accordi tra te, lui e sua moglie; tutte te le sei scopate, con la solita discrezione ed eleganza ... Dimmi, ce ne sono altre che ridono alle mie spalle sulle corna che mi hai fatto con loro?”
“Nessuna delle quattro ride sulle tue o sulle proprie disgrazie; un paio di famiglie si sfasciano; due devono fare i conti con una nuova realtà umiliante, specialmente per i figli innocenti; al centro ti esibisci ancora tu; hai almeno un vago sentore dei casini che hai combinato? Hai provato a fare il conto del male che hai fatto?”
“Mario, fammi il favore di accelerare la separazione; vattene e lasciami in pace; oggi ho capito quali rischi ho corso, se denunciavi ai tuoi amici innominabili le offese che ti arrecavo; ho capito anche, finalmente, che in tribunale i miei abusi sessuali non avrebbero inciso sul divorzio, ma rischiano di distruggermi professionalmente; sto ancora leccandomi le ferite; non passarci il sale, per favore; almeno questo posso chiederlo alla tua correttezza; lasciamo stare l’amore che non c‘entra affatto ... “
“Che ha a che fare l’amore con queste vicende di corna, di immoralità, di perfidia?”
“Non scandalizzarti; io ti amo; tu non l’accetterai mai, perché tu vedi un unicum di amore e di passione; io invece considero l’amore un sentimento vero e profondo che do solo a un uomo, quello che ho scelto come compagno tanti anni fa; con gli altri uso solo il sesso per rispondere ai tuoi oltraggi; ma tu hai sempre un’arma segreta ed io non sono capace di piegarmi a chi aveva scelto di servire i miei capricci; non ho mai tradito l’amore per te; ho solo scopato; per te la cosa è diversa; meglio vivere lontani.”
“Visto che siamo alle confessioni, ho scoperto che posso dare amore anche per il tempo di una scopata; con le mogli dei caproni ho passato serate meravigliose, senza considerare quelle di amore vero con Ersilia; ora so che posso avere una vita di avventure sessuali; una famiglia con un figlio ed una donna affettuosa; alla fine, nella peggiore delle ipotesi, l’eredità aiuterà Luigi ed Ersilia ad accettare di lasciarmi trascorrere la vecchiaia con loro e con mio figlio; non vedo un futuro brutto, davanti a me ... “
“Non sei proprio riuscito ad allestire, nei tuoi progetti, lo spazio per una bambina capricciosa e tignosa che adesso avrà davanti solo una prospettiva di pentimenti e di lacrime? Perché non provi a pensare in questa logica?”
“Perché nelle scelte difficili ho bisogno di una confidente affidabile; tu non puoi esserlo, per troppi motivi ... “
“Ciao, Ersilia, sono Luisa ... No, non voglio parlarti di tuo marito né degli altri caproni; voglio cercare di recuperare la mia vita di coppia ... Lo so anch’io che dipende da Mario ma lui ha bisogno di sfogarsi con qualcuno che ama ... Sei tu la persona a cui chiederà consiglio ... Vorrei che mi fossi amica e lo guidassi a recuperare con me ... No, è vero! So che ti ama, so che si farà guidare e ti starà a sentire ... Davvero accetteresti di tutelarmi? ... Non influenzerò la vostra relazione; voglio solo riprendermi una piccola parte di quello che ho sprecato ... Lui è qui vicino; vuoi parlagli? ... Lo farai quando torneremo in città? Bene, prepara anche del buon caffè; verrò a berlo a casa tua e mi dirai onestamente come saranno andate le cose. Ciao e grazie di tutto.”
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