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Lui & Lei

L'iniezione... di carne.


di Membro VIP di Annunci69.it minotauroxxx
22.11.2023    |    7.845    |    21 10.0
"Sveglia di buon ora, colazione e via, direzione reparto ortopedico in una clinica privata della sua città, la prima che trova disponibile su consiglio di..."
Con l’età, si sa, gli acciacchi fanno capolino, ma non aveva colpe la nostra Giorgia, che a soli 43 anni si ritrovava già con un ginocchio capriccioso.
Alcuni lavori sono particolarmente faticosi e usuranti, e lei lo sapeva bene, purtroppo però non le erano rimaste molte alternative e bisognava rimboccarsi le maniche, perchè solamente due anni prima suo marito aveva abbandonato, fedifrago, il tetto coniugale.
Come una Cenerentola moderna, Giorgia aveva accettato di lavorare come cameriera ai piani di un hotel, rifacendo sommessamente le camere dei clienti, troppo presi dalle loro frenetiche vite per accorgersi di lei.
Ne aveva viste di cose Giorgia, in quelle camere, con la sua professionalità e cordialità era considerata la più in gamba di tutto l’albergo.
Un animo gentile, ben voluta da tutti, occhi e capelli castano scuro, carnagione rosea, sguardo dolce e allo stesso tempo malizioso, belle labbra e belle forme in un corpo minuto.
Si notava poco perchè parlava poco, ma parlava il giusto.
Non era di certo una stanga la docile Giorgia, la sua minuscola stazza le permetteva di muoversi agilmente nei pertugi più nascosti delle camere, consentendole una minuziosità professionale che rendeva i suoi servizi decisamente più efficaci della maggior parte delle sue colleghe e, conseguentemente, una delle più richieste.
Ma, come dicevamo prima, alcuni lavori sono particolarmente faticosi e usuranti e le ginocchia di Giorgia ne avevano spostati di letti pesanti, avevano toccato più pavimenti di quanti se ne possa fare in un intera vita, inginocchiata per ore impegnata a correggere l’incuria degli altri, cancellando il passaggio di altezzosi professionisti, più concentrati ad arricchire i propri conti bancari che il proprio animo.
Certo, anche lei era dotata di desiderio e passione, e di sicuro non era insensibile al fascino maschile, anzi, la totale mancanza di un contatto intimo amplificava i suoi sensi, ormai sconvolti dal fallimento del suo matrimonio.
Un bel giorno di Settembre, a seguito di una stagione estiva particolarmente impegnativa a lavoro, sentii che qualcosa andava peggio del solito al suo ginocchio.
Lo sentiva quasi bloccato, le pungeva un pò e a malapena riusciva a piegarlo.
Dolorante portò a termine i suoi impegni con la promessa che l’indomani sarebbe andata a farsi una visita di controllo.
Sveglia di buon ora, colazione e via, direzione reparto ortopedico in una clinica privata della sua città, la prima che trova disponibile su consiglio di alcuni suoi colleghi in apprensione.
L’accoglienza all’ingresso le indica la sala d’aspetto dove attenderà il suo turno col dottore e, dopo una breve attesa, l’infermiera la invita gentilmente ad accomodarsi nello studio.
«Si accomodi pure, il dottore arriverà tra qualche minuto!», le dirà l’infermiera con tono educato.
«…la ringrazio molto…» sussurrerà Giorgia.
Uscita l’infermiera fa un ingresso frettoloso, in camice bianco, un ragazzo sulla trentina parecchio alto, con lunghi capelli neri, lineamenti graziosi, barbetta quasi incolta e folte sopracciglia.
Di certo non il “dottore” che si aspettava Giorgia, abituata al classico stereotipo del medico anziano saggio, ma fisicamente decadente.
Dapprima curvata timidamente su se stessa, alla vista di questo bel ragazzone Giorgia ha quasi un sobbalzo, ben più concentrata sul suo dottore che sullo stato del suo ginocchio.
«…Buongiorno dottore! Non mi aspettavo un uomo così giovane!…», esclamerà stupita Giorgia.
«Si, ha ragione, mio padre è il primario di questo reparto quindi è un caso di omonimia, la seguirò io con la medesima attenzione, stia tranquilla.» la rassicura il dottore.
Con fare distaccato e professionale il giovane dottore inizia a visualizzare le radiografie che Giorgia gli aveva fornito, esaminando ogni dettaglio delle stesse, mentre Giorgia non stacca un attimo gli occhi da lui, esaminandolo con meticolosità in ogni centimetro del suo viso e delle sue grandi mani, che abilmente muovevano il mouse del computer alla ricerca dei dettagli medici.
«…Dunque, nulla di cui preoccuparsi al momento», sostiene il medico.
«…c’è un lieve sovraccarico di lavoro, dovrebbe fare più attenzione ai movimenti e fare un pò più di riposo quando le è possibile…», aggiunge con fare rassicurante, e poi continua «…le farò alcune iniezioni a base cortisonica affinché lo stato infiammatorio diminuisca, iniziamo da subito…», conclude.
«…ma farà male dottore?» Risponderà Giorgia, giustamente preoccupata.
«Sarò il più delicato possibile, forse le brucerà un pò dopo, ma le garantisco che entrerò molto delicatamente…», le risponderà audace il dottore, con un tono malizioso e accennando appena un sorriso sornione, senza staccare lo sguardo dal monitor.
Giorgia, avendo colto il doppio senso, perchè di certo non è ingenua, arrossisce ma risponde a tono e con altrettanta malizia:
«…va bene, vedremo cosa è in grado di fare…».
Il medico dunque si alza e, dirigendosi verso la sua nuova paziente, fissandola negli occhi le dice:
«…si accomodi sul lettino, avrei bisogno di tastare la zona interessata…»
Lei ubbidiente e senza emettere un suono si alza e si dirige verso il lettino, sedendosi comodamente con le gambe a penzoloni.
Il dottore le si avvicina e afferra con fermezza la coscia della gamba dolorante, mentre con l’altra mano posta sotto al polpaccio inizia delicatamente a sollevarla, in modo da poter valutare la fluidità del movimento ed eventuali reazioni al fastidio.
Giorgia ha qualche piccolo scatto, perchè in alcuni punti questo movimento le causa un dolore pungente.
La mano del dottore è grande e copre quasi tutta la superficie della coscia, coperta da un pantalone nero leggerissimo, aderente sulle cosce e che si allarga verso le caviglie in stile di zampa di elefante.
«…ha la mano bollente Dottore…», sussurra Giorgia, quasi imbarazzata, mentre il Dottore annuisce a tale affermazione con un sorriso silenzioso, rimanendo però molto concentrato nella sua pratica.
«…Ok, va bene dai rilassati, possiamo procedere..», conclude il dottore terminata la visita.
«Ci stiamo dando del tu?», replicherà Giorgia approfittandone furbescamente.
«…beh, dovremo fare alcune iniezioni… insomma se non ti da fastidio potremmo anche darci del tu», ritratta il dottore messo simpaticamente in imbarazzo.
«…ma certo, con piacere… procedi pure Dottore» lo rasserenerà Giorgia.
«…Chiamami Edoardo».
«…Chiamami Giorgia.»
Il Dottore inizia a rovistare nell’armadietto medico, estraendo il medicinale, la siringa e tutto il necessario per l’iniezione.
«…puoi sollevare il pantalone fino al ginocchio?»
Giorgia solleva il pantalone che, essendo fatto di un tessuto particolarmente leggero, riesce a tirare su fino a metà coscia.
«Va bene così Edoardo?»
«…si si, va benissimo così» risponde il Dottore, e si avvicina a Giorgia afferrandole la coscia con la mano nuda e una bella presa intensa, avvicinandosi a lei fino quasi a sfiorarne la gamba col pacco, gesto che Giorgia non può fare a meno di notare, ma che conserva timidamente per se.
Inserisce l’ago nel ginocchio dolorante praticando l’iniezione comunque non priva di qualche piccolo dolore.
«…aia!!», esclama Giorgia, con lo sguardo rivolto altrove per non fissare la siringa.
«lo so hai ragione… un pò di pazienza, resisti un attimo, ho quasi finito…» la rassicura lui con fare comprensivo.
Finita l’iniezione, disinfetta e copre la ferita con grosso un cerotto bianco.
«…ti brucerà un pò nelle prossime ore, è normale. E’ il medicinale che fa effetto quindi non preoccuparti. Ti lascio comunque il mio numero di cellulare privato e se dovessi avere problemi mi scrivi…» la tranquillizza il dottore.
«…grazie Edoardo, ti farò sapere come va nelle prossime ore, può segnarsi anche il mio numero di cellulare, così almeno saprà chi scrive…» replica Giorgia.
«Va benissimo. La prossima iniezione la fissiamo a una settimana da oggi, ok?»
«…Ok!»
Scambiati i rispettivi numeri, Giorgia saluta il suo Dottore con una stretta di mano e lascia lo studio alla volta di casa sua.
Arrivata a casa comunica al suo datore di lavoro che per circa una settimana dovrà necessariamente tenere la gamba a riposo, su suggerimento medico, per cui si assicura che le colleghe possano sostituirla, in modo che il suo recupero sia più efficace.
Si fa notte, e il dolore causato dall’azione del farmaco arriva con essa, rendendola insonne e fastidiosa, afferra quindi il cellulare sperando che la luce dello stesso l’aiuti ad addormentarsi.
Inizia a scrollare facebook, saltellando di profilo in profilo finché, incuriosita, inizia a digitare il nome del medico conosciuto al mattino:
“…E…D…O…A…R…D…O…”, digita al buio della sua camera appena illuminata dal dispositivo.
Dopo qualche caso di omonimia ecco spuntare un viso familiare,
“Eccolo!!” penserà, soddisfatta dall’esito positivo della sua ricerca.
“…Dottor Edoardo Spessore, medico ortopedico…”.
Ancora più incuriosita inizia a scrutare tra le foto del profilo, ammirandolo negli scatti che lo ritraggono nei momenti di vita quotidiana tra viaggi, serate tra amici e foto della sua laurea, fresca di appena 6 anni.
“…beh, è proprio un bel figo” pensa, “…chissà se di spesso ha anche altro oltre il cognome…” ridacchiando a quell'idea, mentre il ricordo di lui che le stringeva la coscia appena poche ore prima si insinuava tra le sue fantasie più piccanti,
il sonno la raggiunse.
L’indomani sveglia presto quasi come al solito, concedendosi qualche minuto di relax in più perchè, tanto, non avrebbe lavorato.
Accende il suo telefonino e, pochi minuti dopo, un suono attira la sua attenzione.
Un messaggio whatsapp direttamente dal suo medico che scrive:
«…buongiorno bellezza, il ginocchio ti ha dato molto fastidio questa notte? Va meglio ora?…».
Quasi incredula da tale spregiudicatezza, ma al contempo felice da questo gesto di interessamento, risponde più garbatamente:
«Si, grazie, ora va meglio. Stanotte ho accusato dei dolori, ma per fortuna ora sono spariti».
«Perfetto!», replica lui velocemente, «Ci si sente per la prossima settimana allora! Stai a riposo mi raccomando», conclude.
«Certo, ti aggiorno, un saluto a te e grazie ancora».
I giorni procedono abbastanza veloci e i messaggi del dottore sono quasi giornalieri, quell’interessamento piace molto a Giorgia, la fa stare bene sapere che qualcuno ha cura di lei.
La gamba non le fa quasi più male, l’infiammazione sembra aver stemperato quasi del tutto la sua aggressività iniziale e, nella nostra Giorgia, il pensiero fisso del Dottore, della sua gentilezza e della sua malizia, non accenna ad andare via.
Quel pensiero fisso la rende frizzante ed eccitata, quasi su di giri, perchè di lì a poco, essendo ormai passata una settimana, avrebbe rivisto il suo Dottore per la seconda iniezione.
Si ripromette di alimentare quell’audacia, mostrandosi ancora più sfacciata e andando così anche un pò contro quello che è il suo reale temperamento, decisamente più riservato.
“Mmmh… Questa volta indosserò una gonna e un perizoma sottile, senza calze…”, riflette nuda mantenendo spalancate le ante del suo armadio.
Si veste, si trucca, rendendosi ancora più bella e più ammaliante.
La sua femminilità è pura dinamite, il suo sorriso è luminoso.
Ha ritrovato un entusiasmo che aveva quasi rimosso da quando il suo ex l’aveva tradita, lasciandola totalmente delusa e scettica nei confronti del sesso maschile.
Aveva voglia di osare come mai prima d’ora. Ne era convinta davvero.
Si affretta verso la clinica, è puntuale.
In sala d’aspetto l’infermiera gentile la saluta nuovamente, invitandola ad aspettare ancora una volta il suo turno.
Il suo cuore batte all’impazzata, non sa cosa aspettarsi da lui, ma a quel punto neanche da se stessa.
Potrebbe essere una grande delusione, l’ha messo in conto, ma non ci pensa neanche più di tanto, alla fine come va va, e dovesse andar male almeno sa di averci provato.
La vocina dell’infermiera non si fa attendere molto:
«Giorgia, può accomodarsi in studio…».
Non se lo fa ripetere due volte, scattando dalla sedia entra in studio chiudendo la porta alle sue spalle, anticipando l’infermiera incaricata.
Il Dottore arriva:
«…Ciao bellezza, beh? come va?», tendendole la mano con fare cordiale.
Giorgia gli afferra la mano, lo tira verso di se baciandolo sulla guancia con gratitudine e risponde entusiasta:
«Grazie Edoardo, va molto bene, il dolore è praticamente sparito per fortuna!»
«Ottimo!» Risponde lui, basito da tale vistosa eccitazione «sono felice di vederti così attiva, vuol dire che la cura si è rivelata efficace! Faremo un altra iniezione e valuteremo se avremo bisogno di continuare o meno, ok?»
«…ok!», risponde Giorgia con voce vispa.
«Dai, sai come funziona, aspettami sul lettino…», incalza nuovamente malizioso il Dottore intento a rovistare nel cassetto medico.
«…non aspettavo altro…» risponde sfacciata Giorgia, facendo voltare per un istante e con lo sguardo stupito il dottore verso di lei.
Lui, probabilmente, aveva già immaginato le sue intenzioni, ma non lo lasciava trasparire, quindi prepara nuovamente i medicinali e tutto l’occorrente sul tavolino di fianco al lettino:
«…prima di procedere con l’iniezione vorrei poter verificare di nuovo la mobilità dell’arto…», dice con fare professionale.
Giorgia questa volta ha la gonna, la solleva fino ad arrivare quasi agli slip:
«Va bene così? Non farmi aspettare ancora…»
Il dottore inizia quasi ad accusare il colpo.
Poggia nuovamente la mano calda sulla coscia di Giorgia, praticamente nuda rispetto alla volta precedente, ha le gambe quasi divaricate col perizoma nero che si intravede nel mezzo e che scompare tra le natiche decisamente a vista.
Il Dottore pratica il movimento tra coscia e ginocchia che, però, questa volta non causa alcun dolore alla sua paziente, che di pazienza ormai non ne ha più.
Lei gli afferra la mano, che sembra gigantesca rispetto alla sua, tirandola verso l’interno delle sue cosce, con lo sguardo fisso negli occhi del Dottore che ormai non poteva o forse non voleva più tirarsi indietro.
Lui cede e inizia a palpeggiarla con una eccitazione che a stento si tratteneva sotto il camice.
Sale verso l’interno delle sue cosce, così calda e soffice al tatto, le mutandine sono inzuppate e lui, col suo enorme dito medio, delicatamente la tocca dal basso verso l’alto ripetutamente, per poi spostare l’intimo e lasciare scoperta la fica calda e rossa di desiderio.
La mano di Giorgia si intrufola sotto il camice, inizia a palpare il cazzo del Dottore in tutto il suo vigore, costretto nelle mutande ma duro come il ferro.
Lo stringe, lo valuta con la sua mano destra, esplorandolo con curiosità e lussuria, dai testicoli fino ad arrivare alla sua grossa cappella turgida, spremendola e accarezzandola.
Dopo aver provato goffamente ad abbassare i pantaloni, ben tenuti da un laccio, con una sola mano lo estrae dallo slip e inizia a masturbarlo lentamente, godendosi col tatto ogni centimetro di quella carne gonfia di vene e calda, che scivolava nella sua mano, mentre con l’altra mano stringe il polso del dottore intento a penetrarla in profondità con le dita nella sua fica ormai bagnata fradicia.
I due si masturbano intensamente per alcuni minuti, baciandosi con profondità, come se quella settimana fosse durata anni e la malizia si fosse trasformata in totale e assoluto desiderio reciproco.
Lei balza agilmente giù dal lettino accovacciandosi davanti a quello scettro di carne che tanto ha bramato durante quella interminabile settimana.
Il profumo di quel cazzo la inebria fortemente, le fa perdere la testa, lo annusa tenendosi salda con entrambe le mani ai pantaloni del Dottore.
Con i soli movimenti del collo strofina il viso e il suo piccolo nasino praticamente ovunque, passando dai testicoli al glande con dolcezza, alternando piccoli baci a piccoli morsi, lambendo quella pelle con colpi di lingua, lentamente, con la calma di chi non vuole saziarsi subito.
I suoi ormoni sono impazziti, aveva quasi dimenticato quel profumo intenso di uomo, un profumo che ora ha riacceso tutto.
Le leccate si fanno più intense e forti, la bocca si apre del tutto e la lingua si allarga coprendo quasi tutta l’asta, mentre pian piano sale dalle palle alla cappella, accogliendola finalmente nella sua bocca bollente e colma di saliva.
La cappella del Dottore scompare tra le sue labbra, la testa esegue movimenti lenti e ripetuti, su e giù, e le guance sono scavate dal risucchio che Giorgia esegue a quel grosso pezzo di carne.
Il Dottore solleva la testa preso dalla goduria, con un movimento quasi liberatorio e di godimento assoluto.
La saliva cola dalle labbra di Giorgia, le bagna le gambe e sgocciola sul pavimento, è così tanta che non riesce a contenerla, quanto non riesce a contenere la voglia di farsi possedere completamente.
Desiderio condiviso col Dottore che l’afferra per le spalle e la solleva per poterla baciare ancora, afferrandole i glutei sodi con entrambe le mani, strizzandoli e divaricandoli.
La tira a se stringendola forte, il suo cazzo punta verso la sua vagina, incastrato tra le gambe scivola avanti e indietro facilmente, ma ancora senza penetrarla, bagnato sia dalla saliva che dagli umori della fica.
Si appoggiano sul lettino continuando a esplorarsi e a godersi reciprocamente.
Giorgia non resiste più a così tanta eccitazione, si volta dando le spalle al dottore, guardandolo fisso negli occhi sale sul lettino con le ginocchia, abbassa leggermente il culetto e resta in attesa:
«…cosa aspetti?…», sussurra a fil di voce.
Lui non risponde neanche, si avvicina brandendo il suo pezzo di carne e lo avvicina alla clitoride di Giorgia, massaggiandola con la cappella più volte, passando per le grandi e piccole labbra fino a raggiungere l’orifizio vaginale, entrandovi con una facilità estrema.
Un gemito di piacere coinvolge entrambi, quel grosso cazzo ci sta a malapena dentro Giorgia, ma è così piacevole che la dimensione non fa altro che aumentarne l’intensità.
Lei sente tutto di lui, ogni singola vena che si muove dentro di lei, lo sente pulsare, battere, indurirsi o rilassarsi un pò, per poi riprendere nuovamente vigoroso e duro.
Lui avverte il bollore della sua fica, l’umido dei suoi umori che amplificano le sensazioni.
I colpi affondano, le grandi mani del dottore le stringono il culo, lasciandole delle vistose ditate rosse.
Lo allarga bene per far entrare ogni centimetro possibile del suo cazzo dentro Giorgia, come se quello messo finora non fosse già abbastanza.
Lei lo sente arrivare quasi fino allo stomaco, punge un pò, ma è così bello e liberatorio per lei che quasi non ci fa caso.
Scopano per diversi minuti, la respirazione di Giorgia diventa sempre più veloce e affannata, i movimenti del dottore seguono il ritmo dettato da lei che, finalmente, esplode in un gemito che soffoca a stento, strappando con le mani la carta del lenzuolino medico sopra il lettino, buttandosi esausta ma felice su di esso, ormai libera da un orgasmo potente.
Ha goduto tanto, ha avuto il suo nuovo orgasmo con un uomo dopo anni, ritrovando forse un pò di fiducia in se stessa, ma soprattutto una femminilità dimenticata.
Ha bisogno di riprendere un pò fiato, il Dottore le concede qualche minuto di tregua, non è stato facile per lei sostenere quella dimensione:
«…spesso di nome e di fatto…!», dice Giorgia divertita.
«…vedo che la terapia ha fatto effetto anche sul tuo umore, ne sono molto felice…», ribatte il dottore, vedendola inginocchiarsi intenta a legarsi i capelli dietro la testa.
«…Hai proprio ragione Edoardo, questa iniezione di carne in effetti mi ha rigenerato…» risponde Giorgia, ridacchiando.
Con lo sguardo fisso negli occhi del suo Dottore, Giorgia inizia nuovamente a succhiargli il cazzo, che questa volta sapeva di lei, della sua vagina, ed era buono ugualmente.
Lo incalza coi movimenti della testa per alcuni minuti incessantemente, lui non si trattiene più, esplodendo nella sua bocca con un orgasmo lunghissimo, riempiendola di sperma dal sapore dolce, che Giorgia non esiterà neanche un istante a mandar giù come fosse un cucchiaio di miele caldo, raccogliendo con la lingua anche le gocce residue cadute sulla sua mano.
Tranquilli e rilassati, dopo questi momenti colmi di passione, si ricompongono silenziosamente, guardandosi negli occhi arricciati da un sorriso complice.
Hanno il loro sapore sulle labbra e il loro profumo sui pochi vestiti lasciati addosso:
«…dovremmo fare la seconda puntura adesso… sul serio intendo…» commenta il dottore, ligio al suo dovere.
«Lo so, ma potrei anche raggiungerti nel tuo studio privato più tardi, se ti va… Adesso sono un pò stanca…», ribatte Giorgia.
«A me sta bene, sono libero, non ho impegni o appuntamenti nel tardo pomeriggio, alla fine non ti ruberei molto tempo…», risponde il dottore.
«Ok Edoardo, allora ci vediamo più tardi per la seconda iniezione… puoi rubarmi per tutto il tempo che ti occorre».
Si baciano ancora prima di lasciarsi.
Giorgia esce dallo studio, gli altri pazienti in attesa la guardano con uno sguardo misto tra la curiosità e la rabbia dovuta a un attesa più lunga del solito.
Chiude la porta dietro di se, sapendo che il suo Dottore ha bisogno ancora di qualche minuto per riassettare lo studio prima del prossimo paziente.
Scende nel parcheggio dirigendosi verso l’auto, apre lo sportello ed entra.
Neanche il tempo di metterla in moto e una notifica fa suonare il suo telefonino.
E’ ancora il Dottore che le scrive su whatsapp:
«Ciao Bellezza! Grazie di tutto. Ci vediamo oggi… ma se vuoi anche domani…»
«Va bene Edoardo, ne sono felice, puoi farmi tutte le iniezioni che vuoi…» chiudendo il messaggio con una faccina sorridente.
E’ fiera di sé, Giorgia, mentre guida col volume a palla battendo a tempo di musica le mani sul volante.
Non avrebbe mai immaginato di fare qualcosa del genere in tutta la sua vita.
Ha sempre creduto di essere una Cenerentola invisibile agli occhi degli uomini, ma non è così, non lo è mai stato.
Giorgia è una donna in gamba.
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