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Lui & Lei

La palestra


di PerseoBlu
01.04.2021    |    905    |    0 9.3
"Le vene in rilievo sul suo collo stanno pompando velocemente il sangue, il viso è arrossato e i capelli sono belli umidi..."
"Voglio mettermi in forma, però da sola non riesco! Avrei bisogno di qualcuno che mi sproni e mi dica cosa fare! Perché non mi alleni tu che sei esperto?"
Così mi aveva detto Martina sabato sera, tra un bicchiere e l'altro ad una festa a casa di un nostro amico comune. A dire il vero non era la prima volta che tirava fuori il discorso, sempre con quel tono tra il serio e il faceto. Io non avevo né il tempo né la pazienza di seguirla.
La conosco fin da quando era una ragazzina, essendo stato per diversi anni con sua sorella. Quasi trentenne, per sua stessa ammissione è incapace di impegnarsi a lungo in qualcosa. E l'allenamento serio, per come lo intendo io, richiede soprattutto costanza.
Non avrebbe nemmeno bisogno di fare particolari sacrifici: semplicemente avrebbe bisogno di qualche esercizio mirato fatto nel modo giusto per far risaltare il suo metro e settanta e il fisico snello.
Non so perché le avevo risposto: "Va bene però devi prometterti che seguirai quello che ti dico e che almeno per i prossimi 6 mesi rispetterai il programma che ti preparerò"
"Pensi che non sia in grado di prendere un impegno?" aveva replicato scuotendo la lunga chioma corvina, fingendosi stizzita.
"Allora Lunedì alle 19 ti aspetto da me"
Confesso che le mie aspettative erano piuttosto basse.
Negli anni mi sono costruito a casa una palestrina niente male dove mi alleno e saltuariamente seguo nel tempo libero alcuni conoscenti che vogliono avere qualche input più specifico rispetto alla classica palestra.
Lunedì mattina mi arriva il suo messaggio: "Non possiamo fare un po' prima? Finisco alle 17 di lavorare e se vado a casa poi non ho più voglia di uscire". Eccoci. Partiamo con la retromarcia. Decido di tenere la linea dura: "Sabato mi hai promesso che ti saresti impegnata sul serio. Se intendi mantenere la parola ci vediamo alle 19"
Risponde con l'emoticon che sbuffa e un laconico "Ok".
Alle 18.55 squilla il telefono. "Ciao Personal aprimi che sono qui di fuori".
Apro la porta e la vedo incamminarsi sorridente sul vialetto. Indossa pantaloncini di jeans corti e canottierina nera che mettono in evidenza la sua carnagione ancora più scura del solito, effetto dei primi bagni di sole di Giugno. I capelli sono raccolti in uno chignon semplice sopra alla testa, lasciando scoperti collo e orecchie. Martina e sua sorella Luisa hanno la pelle più liscia che io abbia mai visto. Quando frequentavo Luisa la chiamavo "pelle di pesca".
"Non hai portato nient'altro?" le chiedo in tono semi sarcastico.
"Cosa dovevo portare?"
"Ti alleni con i jeans?"
"Ma sì è la prima sera, non faremo molto no?"
Allargo le braccia ridendo: "adesso lo scopriremo". La faccio entrare con sproporzionata cavalleria. La sua leggerezza di spirito è contagiosa, di quelle che ti rallegrano la giornata.
Cerco di dimenticare l'amicizia che ci lega e riattacco con tono serio: "allora Martina, parliamoci chiaro. Non ti serve molto, però i due allenamenti settimanali che ti ho preparato vanno fatti. Per le prime volte ti chiedo di venire qui così ti insegno bene gli esercizi, poi se preferisci farteli da te ti posso prestare qualche attrezzo. Se mi segui garantisco che ti troverai soddisfatta"
Lei rimane qualche secondo stranita dalla mia improvvisa professionalità e poi se ne esce con "sei tu il coach, farò quello che mi dici".
È solo la prima sera e forse è presto per dirlo ma sono stupito dal suo approccio.
Sediamo affiancati mentre le illustro il programma al computer. Emana un profumo dolciastro piuttosto deciso, forse una crema all'olio di argan o qualcosa del genere.
"Ma ce la faccio a fare tutte queste cose complicate?" obietta ruffiana. La mia risposta scontata "certo. Una volta iniziato vedrai che sarai perfettamente in grado"
Dopo qualche minuto di riscaldamento vedo che inizia ad essere già sudata. "È un po' che sei ferma o sbaglio?" le faccio bonariamente. "Si ma questo caldo non aiuta!" Effettivamente fa caldo nella stanza. Non gira un filo di aria nonostante il finestrone sia spalancato. "Ho tutto il culo bagnato per colpa di questi jeans!" si lamenta. "Te l'ho detto che non sono l'ideale per allenarsi.. per la prossima volta lo sai. Per stasera devi soffrire, non pensare di prendere scuse!" Mi chiedo se non sono stato troppo brusco, ma lei continua a muoversi senza replicare.
Le vene in rilievo sul suo collo stanno pompando velocemente il sangue, il viso è arrossato e i capelli sono belli umidi. Mi diverte vedere che si sta sforzando.
"Ok Martina mi sembri decisamente calda" -la blocco- "iniziamo con le cose serie"
"Posso fare cinque minuti di pausa?"
"La pausa la farai quando avremo finito" taglio corto. "Mettiti lì alla postazione dello squat"
Forse abbiamo trovato il giusto mood: lei mi stuzzica, io replico inflessibile. La sua reazione ubbidiente mi conferma che la strada da seguire per farla lavorare bene è questa.
Le mostro come si fa uno squat nel modo corretto, spiegandole con chiarezza i diversi punti di attenzione durante tutto il movimento.
"Che toro" esclama. "Prova tu adesso" le lascio spazio. Stringo le sue spalle in modo abbastanza deciso per allinearle sotto al bilanciare. "Devi tenere questi muscoli contratti per tutto il tempo e anche l'addome" mentre inizia la discesa da dietro le metto una mano sulla pancia "contrai più forte gli addominali" percepisco la parete addominale che si tira forte "bene così. Adesso risali e stringi forte il cu.. i glutei" L' espressione sul viso è concentrata mentre risale in piedi. "Ottimo, adesso ripeti per altre 4 volte". Osservo attentamente il suo movimento per vedere eventuali punti da perfezionare.
Gli shorts si tirano notevolmente quando scende in accosciata scoprendo porzioni di pelle liscissima sulla quale non posso fare a meno di soffermarmi.
"Cerca di puntare le ginocchia verso l'esterno.. ecco brava così va bene" Finita la serie mi dice "pensavi che non fossi in grado vero?" "Impari in fretta ma non montarti la testa.. abbiamo ancora molto lavoro sa fare" "si ma sciogliti un po', sei un dittatore!"
Tra una punzecchiatura e l'altra la seduta prosegue. Martina esegue uno dopo l'altro gli esercizi che le propongo, la vista del suo fisico che si contrae armonico mi invoglia a darle più consigli tecnici del dovuto. "Tieni la schiena dritta" "porta le anche in avanti" "mantieni il collo rilassato" ogni consiglio è un pretesto per entrare in contatto e mettere le mani sul suo corpo sudato. La vicinanza tra i nostri corpi mi attira in un vortice di pensieri sempre più lascivi e a fine allenamento anche io sono accaldato.
"Per oggi direi che ci siamo". Nonostante cerchi di tenere una voce normale, il tono lievemente in affanno tradisce la mia eccitazione.
Anche Martina ne ha risentito, lo capisco dai suoi grandi occhi castani che sono ancora più spalancati mentre difronte a me si sistema l'elastico con cui ha raccolto i capelli sopra alla testa. Lo prendo come un invito ad essere più audace e le confesso: "Sei così brava come allieva che potrei essere accusato di scarsa professionalità" "Non da me di sicuro" mi risponde portandosi ad un palmo da me.
Le nostre lingue si incrociano per qualche secondo come se non avessero atteso altro fino a quel momento. Inizio a succhiarle il collo avidamente. Il sapore salino non fa altro che aumentare la mia ingordigia. Le slaccio gli short mentre lei mette una mano sotto la mia maglia accarezzandomi il petto e il torace. Scende e con un colpo solo mi toglie pantaloncini e boxer, lasciando l'elastico di questi ultimi sotto allo scroto. Inizia a masturbarmi con dei colpi ritmati e particolarmente decisi sul mio cazzo teso, quasi al limite del dolore. Le tolgo la canottiera e con una mano le slaccio il reggiseno nero. Mi offre i suoi piccoli seni tondi e sodi che inizio ad adorare. La sua testa è piegata all'indietro mentre continuo a baciarle petto e collo. Metto la mano nelle mutandine e faccio scorrere le dita tra le labbra madide di umori e sudore. "Adesso faccio io un po' di squat" le sussurro nell'orecchio sorridendo. Mi accovaccio e comincio a baciare e leccare il basso ventre e poi intorno al pube, sempre più vicino... Di prepotenza la giro di spalle, le sfilo gli slip e mi tuffo nella sua vagina. Martina mi asseconda e si piega in avanti inarcando la schiena, mostrandomi tutto il suo splendore completamente depilato. Mi gusto ogni angolo di quel paradiso mentre lei mugola ad ogni stoccata della mia lingua. Insisto nel gioco per qualche minuto fino a quando si lascia andare in un fremito e mi inonda la faccia di umori deliziosi. Mi rialzo e mentre è ancora scossa dall'orgasmo le cingo forte i fianchi e la penetro. La sua vagina è caldissima. Inizio con un ritmo cadenzato per farle riprendere leggermente il senno e poi in progressione aumento frequenza e potenza. I suoi gemiti si fanno sempre più grida. Osservo il suo corpo assecondare voluttuoso i miei colpi. Con una mano la prendo per lo chignon e forzo all'indietro la testa. Infilo l'indice dell'altra mano nella sua bocca che inizia a succhiare come se volesse staccare la carne dall'osso. Ben presto le dita diventano due. Prossimo all'orgasmo, le mie spinte si fanno più inconsulte. Martina si sfila e come me prima si accoscia, accogliendo nella bocca la mia asta pulsante. Bastano pochi e sapienti movimenti per riempirla, accompagnato da un urlo liberatorio. Dopodiché si alza e ridendo esclama "Hai visto che ho imparato bene lo squat". La stringo a me e la bacio con passione, le nostre bocche pregne dei nostri sapori.
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